Il dirigente di banca: la storia continua

Scritto da , il 2014-09-01, genere etero

Con Roberta le cose andavano bene anche se non siamo mai stati fidanzati. Stavamo talmente bene assieme nei momenti che ci dedicavamo, quanto si sarebbe rovinato tutto se avessimo deciso per un rapporto serio. Abbiamo anche oggi due caratteri dominanti, riusciamo a entrare in simbiosi quando ci va di stare assieme ma siamo capaci di scatenarci guerre per un nulla quando andiamo sotto pressione per i più futili motivi.
Comunque le cose andavano bene, ci frequentavamo abbastanza assiduamente ma fino a quel momento senza che la cosa fosse pubblica. Nella maggioranza dei casi ci cercavamo reciprocamente annusandoci per qualche giorno , magari ci scappava un caffè o un gelato assieme, tra battutine e sguardi di fuoco, provocazioni e frasette da collegiali alla “ adesso ti farei………”, per poi magari non fare nulla e tornare alle nostre vite e alle nostre occupazioni e riprendere dopo pochi minuti con SMS di fuoco, che oltre a scaldarci e mandarci gli ormoni a mille fungevano da trampolino per i nostri incontri futuri. Nella maggioranza dei casi, con il mio silenzio assenso era lei a condurre il gioco, anche perché con il caratterino che si ritrovava (e ritrova) contraddirla non era ne facile ne producente. Valeva la pena assecondarla e al momento opportuno cercare di riprendere le redini del gioco.
Una mattina, verso le 7 mi suona il telefono.
- Ciao tesoro ( voce di un suadente infinito), stai ancora dormendo? Ti ho svegliato?-
- ( smadonno per un attimo, guardo la sveglia) No guarda, stavo guardando la sveglia da una 15ina di minuti e mi chiedevo “come mai Roberta non mi ha ancora chiamato”? Certo che dormivo piccola strega, come le persone normali alla domenica!-
- Aaahhhh……….. allora ti ho svegliato.- E giù una risatina.- Beh, allora visto che sei sveglio, chiacchieriamo, ti va?-
- Non è certo quello che volevo fare a quest’ora, ma ormai che ci siamo ………………-
- Beh, pensavo ti interessasse sapere che sono sul mio lettone………………tutta nuda………..-
- L’argomento si fa interessante…………………continua……………….-
- Sono inginocchiata sul letto e mi sto guardando allo specchio. Lo sai che più mi guardo e più sono certa di essere una gran figa e che tu sei un omino fortunato? – Sorride candidamente.
- No, tesoro, saresti una ragazza fortunata se in quel letto ci fossi io, ma cosi………………….-
- Cosi amore posso sempre toccarmi sognando che sia tu a farlo…………..-
- Se continui cosi me lo fai diventare duro!-
- Magari ( sussurra) è quello che voglio-
- Ok piccola provocatrice………continua…..-
- Mi sto guardando le tette e sai………..ho dei capezzoli troppo belli e sono anche tanto tanto duri in questo momento……………….-
- Ma guarda, e io che pensavo fossi insensibile alle carezze?!-
- Ti metto in viva voce, mi servono le mani –
- Bestiolina calda e desiderabile –
- Sto aprendo piano le mie gambe………Marco, è gonfia, le labbra si aprono da sole, è lucida…………-
- Troietta, mi stai facendo tirare allo spasimo……………guarda che vengo li-
- ( non curante, continua)…………ci passo sopra un dito……..mmmhhh………….è una meraviglia………è quasi come quando lo fai tu………….ho una gran voglia…………….adesso piano piano me lo sto spingendo dentro…………….tesoro……………..mi manchi……………..che voglia………………..-
- Arrivo!-
- NO!.............e’ cosi che voglio continuare ( è tornata a essere autoritaria). Non ti muovere!........( di nuovo dolce)……….me la sto accarezzando………….ho il mio bellissimo bottoncino che scoppia………..aspetta che cambio posizione…………..ecco, mi sono messa con il culo all’aria come piace a te……………me la tocco da sotto………………pensa, se tu fossi qui sono certa me lo metteresti dentro al primo colpo da quanto sono eccitata………….-
- Robi, amore, sai quanto adoro quel tuo culo impertinente messo all’aria…………scommettici che te lo metterei dentro…….-
- Invece c’è il mio dito che entra mentre lo guardo sparire riflesso allo specchio…………..mi piace………..mi piace da impazzire……………come mi piaci tu…………….come amo il modo in cui sei riuscito a farmi impazzire mentre me lo mettevi……………..amore ho voglia………………-
- Non lo dico più arrivo…………..tesoro, me lo sto menando immaginandoti nuda……………..-
- Piccolo porco…………….ho voglia………mmmmhhhh………aaaahhhh…………….vieni da me, ti vuole tutto il mio corpo –
- Vengo?-
- Vieni amore, sbrigati.
Non me lo faccio ripetere, un paio di pantaloncini, una maglietta, scendo, salto dentro l’auto bassa, probabile che ho sfiorato il cancello non ancora del tutto aperto. 30 Minuti di macchina da casa mia alla sua casa sulle colline. Mi passano davanti agli occhi tutte le scene, da come poteva essere messa in quel momento a come l’avrei animalescamente sbattuta ( si, la volevo sbattere) con forza e desiderio. Mi carico al punto che pensavo mi scoppiassero i pantaloni.
Arrivo a casa sua, suono il campanello, si apre il cancello. Il viale lo percorro praticamente con la macchina in derapata, la sto sognando, non vedo una casa fronte a me che da piccola diventa grande, ma il suo culo con quel buchetto roseo che voglio impalare. Arrivo davanti a casa, spengo e mollo la macchina, salgo i 5 scalini, il portone è aperto. Entro senza bussare, salgo al volo le scale, mi fiondo nella sua camera e………..cazzo, non c’è! Mi guardo attorno, entro nel bagno, vado sul terrazzo, niente. Mi scoppia il membro, sogno la sua carne calda, non sono lucido ma un predatore nel pieno della caccia.
Dov’è? Scendo gli scalini a 4 a 4, percorro il primo salone, poi il secondo. Niente. Mi balena un’idea. Corridoio, patio, piscina……………Roberta, stesa candidamente sul lettino che mi guarda divertita.
- Ciao amore. Però……………34 minuti compreso vestirti, uscire, cercarmi e trovarmi. Ti amo –
- ???????
- Vieni dai –
Si alza, indossa un micro tanga che è bellissimo, mi prende per mano ( ha questo vizio ma è cosi dolce quando lo fa), mi bacia e mi porta verso il tavolo. Una colazione pazzesca è li in bella mostra.
- Avevo voglia di fare colazione con te e “invitarti” cosi. E’ l’idea più carina che mi è venuta –
- Quindi……………stavi solo fingendo di………………….?!-
- No no, quella parte era vera, ma adesso ho voglia di fare colazione con te –
Mi bacia, prima una guancia, poi appoggia le sue labbra sulle mie e mi sfiora il membro.
- Ma……..piccolo, tu sei veramente messo cosi? – ( molto maliziosa)
Allungo la mia mano e entro nel micro tanga, trovandola bagnata e scivolosa: non stava mentendo.
- Direi che nemmeno tu sei messa proprio bene piccola assatanata –
Le lingue si toccano e la pressione sui nostri rispettivi sessi si fa più pesante.
Si stacca felice.
- Vieni, la colazione è pronta –
Non che la cosa mi interessasse cosi tanto, ma ormai conosco Roberta, devo lasciarla libera.
Facciamo colazione con i nostri occhi che non perdono nemmeno una mossa uno dell’altra. Finiamo, si alza, accenna a qualche passo di danza classica: è felice. Si sfila il micro tanga dandomi le spalle e piegandosi in avanti quanto basta per farmi vedere la figa lucida e il buchetto del suo culo e correndo all’improvviso si tuffa in piscina. Non serve altro: via maglietta e pantaloncini e con il cazzo che ancora scoppia la seguo con un fragoroso tuffo. Ci cerchiamo, ci troviamo, ci tocchiamo e stuzzichiamo……ci baciamo come fosse la prima volta. Mi sollevo e siedo sul bordo della piscina. Lei si avvicina, e da dentro l’acqua si mette tra le mie gambe, afferrando il membro con una mano e masturbandolo. Mi fissa, sorride innocente e su tuffa facendoselo scivolare completamente in bocca tanto che sento l’inizio della sua gola. Tra un succhione e una leccata parla.
- Sai……….sabato prossimo……………qui………..diamo una festa………….aziendale…………-
Si, l’argomento potrebbe essere valido, ma adesso a me non interessa, mi sto godendo la sua bocca e il suo parlare rovina il mio piacere….. cazzo. Lei continua.
- Ci saranno tutti…………..dirigenti……………tanti clienti……………i miei fratelli……………….anche i miei genitori che per una volta non litigheranno per questioni di opportunità……………..-
Continuo a non capire dove viole andare a parare.
- Io ci devo essere…………….e non ho un accompagnatore………………..pensavo che tu potresti…………..-
Affonda tutto il mio cazzo nella sua gola, sa benissimo che l’argomento mi è indigesto peggio dello sciroppo. Non parla più, si concentra al massimo per farmi venire. Mi tira un pompino allucinante, non tralasciando un solo centimetro di pelle tra il pube e le ginocchia finendo con il farmi scoppiare violentemente tra gli spasmi. Mi lascio andare all’indietro, stendendomi sul pavimento ante piscina mentre le mie gambe sono in acqua e la sua bocca non smette di succhiare e darmi baci intimi.
Recupero un po’ di controllo, rifletto. Siamo come due gemelli siamesi da circa 5/6 mesi, ci cerchiamo e ci respingiamo, non abbiamo mai messo in pubblico la nostra passione reciproca, e adesso perché questa novità? La cosa mi lascia perplesso.
- Dimmi tesoro, perché adesso desideri questo?-
- La verità?-
- Certo, che domande-
- Perché sono felice amore mio. Sono felice come non lo ero da tempo o come forse non sono mai stata. Mi è piaciuto subito questo tuo modo dolce ma indipendente, mi piace che non ti avvicini a nulla di mio e che non chiedi nulla. Mi piace che facciamo cose che tu sai di poter affrontare da solo, non facendo affidamento su chi sono io. Mi stai facendo conoscere e capire che esiste Roberta, non solo la signorina…………….Mi stai dando una felicità che forse nemmeno tu immagini. Ci sei quando mi va ma mi lasci libera quando non mi va. Ecco, per questo mi piacerebbe fossi tu ad accompagnarmi, solo per questo. –
Ha gli occhi lucidi di felicità, lo sguardo ingenuo e assieme grato. Un’espressione dolcissima che vedo sollevandomi sui gomiti, mentre le mie gambe sono ancora a mollo nella piscina e la sua mano non smette di accarezzare il mio membro.
- Tutto qui? E io che pensavo mi dicessi che ero l’uomo della tua vita ecc ecc………….- Rido di gusto, mi è piaciuto un casino quello che ha detto.
- Ecco, lo sapevo, mi prendi in giro – Mette il musetto.
Mi alzo e mi riabbasso stendendomi con il viso fronte al suo.
- No piccola, mi rendi orgoglioso con quello che hai detto. E’ cosi importante per te e ti farebbe piacere? Ok, sabato ci sarò al tuo fianco –
La bacio accarezzandola, con amore. Ci stendiamo sul lettino grande, passiamo il resto della mattinata a prendere il sole uno tra le braccia dell’altra.
La settimana sta passando, sabato si avvicina. La chiamo.
- Robi ciao, sono io. Una cosa: sabato sera……………..abbigliamento?-
- Tesoro, sono in riunione……………scusa la fretta nel rispondere. Smoking, assolutamente. Ciao piccolo- Chiude.
Nel mio guardaroba non c’è uno smoking.
Macchina, negozio, smoking, bello, mi piace, camicia…….tradizionale o nera? Tradizionale, meglio non fare i fenomeni. Accessori, scarpe, cazzo mi parte un piccolo capitale, ma non importa, adoro la mia troietta.
Vado al concessionario di macchine, quello che ho contribuito a salvare l’anno prima. Ritengo che la mia macchina bassa e sportiva non sia adeguata alla serata, il SUV nemmeno. Chiamo Luca, il proprietario.
- Ciao grande carogna, mi serve un piacere. Una macchina per sabato. La voglio bella, berlina, possibilmente scura. Cos’hai da prestarmi?-
Ci pensa qualche minuto. Mi fa cenno di seguirlo sotto, garage sotterraneo. Si guarda intorno, si avvicina a una macchina coperta, toglie il telo: una Maserati quattroporte, magnifica, interni caffè latte, esterno antracite.
- Mi raccomando, non fare il matto-
- Io povero negro, io portato solo carretti e trattori. Ma io buon negro buana bianco!- Ridiamo di gusto ( siamo anche amici oltre che aver avuto rapporti commerciali).
Andiamo a prendere un aperitivo e lui cerca di confessarmi, di capire chi meritasse tante attenzioni da parte mia. Niente, gli va buca. Rientriamo, lascio la macchina bassa e sportiva e esco con la Maserati, mi da piacere, bel motore ( beh, derivato dal motore della mia), bella vettura.
Sabato, ore 20.30. Arrivo davanti all’abitazione di Roberta, vestito di tutto punto e con la macchina lucida fiammante. Porto con me 5 rose, mi sentivo di farlo. Mi apre il cancello, stavolta entro diretto con la macchina. Lei è sul portico d’ingresso, mi si ferma il cuore guardandola. E’ fasciata in un abito lungo direi Armani, nero, che mette in risalto i suoi capelli ramati e mossi e la sua pelle elegantemente abbronzata e con accattivanti lentiggini. L’abito ha una lunga scollatura sul davanti. Fa un giro di felicità su se stessa e lascia vedere un altrettanto ampia scollatura sulla parte posteriore, da brividi. Le sorridono gli occhi. Scendo, faccio il giro della macchina accompagnato da un fischietto di ammirazione da parte sua e un gesto eloquente della mano, la cosa mi da un brivido.
- Amore, sei bellissimo –
Prendo le rose dalla macchina, gliele porgo con un leggerissimo bacio sulle labbra.
- No piccola, tu che sei immensa stasera –
I suoi occhi si fanno lucidi, una piccola lacrima tenta di percorrere la sua guancia, la raccolgo con il dito.
- Ma……la macchina?-
- Prestata da un amico. Le altre non le ritenevo adeguate e adesso che ti vedo sono felice della mia scelta. Sei da guardare –
Le prendo la mano e la faccio girare su se stessa. Il vestito e meraviglioso ma da censura, se si muove appena un occhio attento noterebbe immediatamente che l’intimo era un accessorio superfluo e infatti non c’è.
- Tesoro, anche tu non sei affatto male, credo che stasera ti dovrò mettere il guinzaglio, altrimenti qualche arpia ci proverebbe con te –
Mi pizzica una natica dicendolo e mi bacia. La faccio salire e partiamo alla volta di quella che lei definisce casa. Durante il tragitto ( 20 minuti circa) accendo la lucetta dalla sua parte, la ammiro in tutto il suo splendore. Mi guarda, ha gli occhi……..di una bambina innamorata. Lo spacco del vestito lascia vedere una parte della sua coscia. Mi elenca la serata, cosa dovrei fare e che tipo di famiglia è la sua, ma continua ad avere gli occhi puntati su di me. Arriviamo alla “casa”, il cancello è aperto, il viale completamente cinto ai bordi da centinaia di fiaccole. Bella novità. Stavolta lo percorro lentamente, niente sgommate. A metà percorso mi chiede di fermarmi. Si allunga verso di me e bacia la mia guancia, prende la mia mano e la appoggia sopra al suo cuore.
- Questo è tuo ( la abbassa e la fa entrare sotto lo spacco) e anche questa, fin che tu lo vorrai-
Sento la sua carne, calda, morbida, bagnata. Roberta ha un attimo di brivido quando il mio dito quasi indipendente si fa spazio tra le grandi labbra e entra nel suo corpo. Riparto, sono soddisfatto.
Arriviamo davanti alla costruzione, ci sono diverse persone in cima ai 5 scalini. Un maggiordomo in livrea apre la porta di Roberta, un ragazzo dagli scalini lancia un applauso. Io scendo, il maggiordomo porta via la mia macchina.
- Sorellina sei uno schianto, quasi quasi ci provo!-
- Mauro, vieni qui fratellone-
Si abbracciano senza pensare all’etichetta. Osservo dal basso degli scalini. Un saluto meno spontaneo con un altro ragazzo, suppongo il secondo fratello. Baci con la ………madre, una bellissima ed elegante signora direi sui 52/55 anni credo, e infine un saluto abbastanza glaciale con quello che suppongo sia il padre. Io rimango sempre giù dagli scalini, sto cercando di capire. Roberta si guarda attorno, mi cerca con lo sguardo, rimane stupita quando mi vede ancora li fermo, mi tende per l’ennesima volta la mano.
- Mamma, papà, fratelloni, lui è Marco. Trattatelo bene e non iniziate a fargli mille domande come da vostra abitudine. Siamo qui per divertirci giusto?-
La Signora, incantevole, mi scruta soavemente, prendo la sua mano e la sfioro con le labbra inchinandomi.
- Molto rispettoso, adoro questi modi. Io sono la mamma di Roberta e se può andare bene puoi chiamarmi Gabriella. Tu sei Marco se non ho capito male –
- Si Signora…………..mmmhh……..Gabriella –
Mauro, il fratello espansivo mi stringe la mano con un che di discolo. Avrà circa 32/33 anni, elegantissimo.
- Ciao, non fare caso a loro, sono tutti snob. Io sono Mauro e tu sei quello che sta ridando il sorriso alla mia sorellina? Dai, continua con i saluti ma poi mi devi raccontare tutto –
Primo impatto non male.
L’altro fratello, più giovane di qualche anno, mi tende la mano quasi senza forza ne volontà.
- Io sono Sebastiano, piacere –
Non credo di piacergli, ma la cosa non mi da emozioni.
Infine la prova del 9, il padre, attuale proprietario dell’impero di famiglia e molto sulle sue.
- Piacere, Giorgio……………. Lei invece sarebbe? –
- Marco……….., sono un amico di sua figlia e stasera anche il suo accompagnatore –
- Mi auguro sia superiore al suo predecessore, ci è costato troppo per dimenticarlo. Bella la macchina, le è costato molto noleggiarla? –
Roberta gli lancia uno sguardo di fuoco, poi cerca il mio, sembrava un pulcino.
- Mi devo scusare, non sono il predecessore ne il successivo. Sono Marco, ho la mia indipendenza che non ha prezzo e non cerco nulla se non di passare una bella serata in vostra compagnia –
Faccio per ritrarmi, ma ci ripenso e concludo il discorso.
- La macchina? Si, molto bella. Non è mia, me l’ha prestata il mio amico concessionario, ma se le farà piacere nei prossimi giorni posso sempre farle vedere cosa ho in garage, senza leasing ne prestiti –
Risata di Roberta, Gabriella e Matteo.
- Touchè, 1 a 0 e palla al centro per Marco. Bravo, hai beccato il vecchio –
La conversazione per fortuna finisce, arrivano la auto di altri ospiti e Roberta assieme con Matteo mi conducono verso il patio preparato alla grandissima da un noto catering. Una rapida occhiata, tutto perfettamente in ordine.
- Tesoro, mi devi scusare per mio padre. Non è cattivo, ma ha ancora il ricordo del mio ex marito, in poco più di un anno ha fatto tutti i casini possibili e toglierlo dalla nostra famiglia non è stato facile –
- Tranquilla, siamo qui per una festa giusto? Nulla mi porterà a rovinarla –
- Divertirci? E divertimento sia…………dai Marco, io e te dobbiamo parlare a lungo –
Matteo è una fonte di allegria unica. Convenevoli, mi presentano persone, mi presentano la ragazza di Matteo, Roberta non molla mai la mia mano, a volte la stringe forte, altre leggerissima ma non si stacca mai. La cena, i tavoli con i posti assegnati, io finisco naturalmente al tavolo di famiglia, con Roberta al mio fianco. Parlano di grandi numeri, di occasioni e di sventure altrui. Non mi interessa. Roberta, da sotto il tavolo, mi accarezza la caviglia con il piede, mette la mano sulla mia coscia, sembra veramente che con tutto ciò non abbia nulla a che vedere. Il padre fa qualche altra battutina, prontamente fermato ora da Gabriella ora da Matteo. La mano di Roberta passa dalla coscia al centro delle mie gambe. Iniziano i balli, ci spostiamo verso il bar. Un cocktail, due. Roberta si allontana da me. Mi siedo in disparte, non faccio caso a nulla di quello che succede in particolare, osservo solo quanta gente ci sia e di che livello.
Roberta viene verso di me, si abbassa e mi bacia. Mi riprende la mano, mi conduce fuori dal caos, c’è un parco immenso e bellissimo. Mi porta dietro una siepe in penombra.
- Ti voglio, qui, adesso, ho voglia di te –
Non mi lascia il tempo di fare nulla, mi apre la patta dei pantaloni. Il mio membro reagisce subito alle sue sollecitazioni. Si gira dandomi le spalle, tira il vestito dallo spacco lasciando il bella vista il suo meraviglioso culo. Afferra il mio membro e lo porta all’ingresso della sua figa, addosso alle grandi labbra, gonfie e bagnate. Scivola dentro in un solo colpo, la scopo, diretto, senza sfronzoli. Sbatto fortissimo, mi aggrappo ai suoi seni strizzandoli. Viene, spingendosi completamente su di me.
- No, non venire………….aspetta –
Si sfila e afferrando nuovamente il membro lo porta sul suo culo. Non è lubrificatissimo, passo un dito pieno di saliva, ricomincio. Spingo, lo sento cedere e sento Roberta tremare. Se lo spinge lei dentro completamente dando un colpo indietro. Bastano veramente pochi affondi per portarci a un orgasmo simultaneo. Esco dal suo corpo, lei si gira ricomponendosi, mi mette la braccia al collo baciandomi.
- Amore, sei meraviglioso. 30 minuti e ce ne andiamo –
Notizia bellissima. Iniziano i saluti, con Matteo e la promessa di rivederci. Il padre ancora freddo, l’altro fratello non si rintraccia, me ne farò una ragione. Mi portano la macchina, Roberta sale. Mi avvio verso il grande cancello, finalmente libero. Roberta mi accarezza, bacia il lobo del mio orecchio. A mezza strada mi dice di girare a dx, una piccola stradina. La percorro per un paio di kilometri sotto le sue indicazioni. Mi fermo ai margini di un boschetto. Roberta scende, c’è un filo di luce data dalle luci di posizione. Si gira verso di me e lascia cadere l’abito a terra, rimanendo completamente nuda. Al diavolo: scendo, via giaccia e altre cose inutili. Mi getto su di lei. La stendo sul cofano e allargo le sue gambe. Inizio a leccarle le grandi labbra sempre più a fondo, mi sto inebriando di lei, mi sto ubriacando a quella fonte di piacere. Riesco a farla venire, mi nutro dei suoi umori. Lei si mette in ginocchio, inizia a prendere in bocca il mio membro. Lo fa con maestria, sa come mi piace e non tralascia nulla.
- Amore……..sei fantastica……………cazzo come me lo stai succhiando……………continua puttanella snob………………..
- Porco…….porco……..si amore, mi piace il tuo …………CAZZOOOO……….Ti amo quando mi fai sentire l’unica tua puttana-
- Allora continua……………..lecca amore…………..succhiami il ……..cazzo……..dai, fallo diventare come il marmo…………….tanto sai che sei la mia troia e che voglio ancora e ancora il tuo culo –
- Si……..si…..sssiiiiii………tutto per te amore………..voglio essere la tua troia –
Mi abbasso afferrandogli i seni, li stritolo, stringo i suoi capezzoli, la sento gemere.
- Mettimelo amore………………..prendi la tua troia………………ho voglia di cazzo……………..-
Si mette sul cofano dell’auto con le gambe aperte, l’idea era il culo, ma il mio cazzo ha trovato la strada della figa e la mia bocca si è tuffata sulle sue tette. Scopiamo con le sue gambe attorno alla mia vita. I capezzoli sono due chiodi per quanto sono duri. Le pareti della vagina avvolgono il mio cazzo, chiudendolo in un abbraccio mortale. La sento venire ancora. Mi tolgo e lo punto al culo, la penetro senza pietà. Un’inculata lunga, cattiva e dolce assieme. Le regalo un nuovo orgasmo, sto per venire. Roberta lo capisce, scende e lo prende in bocca giusto in tempo per trovarsi ricoperta si sperma caldo. Lo lecca completamente non lasciandone che qualche goccia.
Ci ricomponiamo un pochino, quanto basta per salire in macchina. Torniamo a casa sua. Quella notte, per la prima volta, ho dormito nella sua casa ufficiale.

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