Ricordi

di
genere
etero

La mia memoria viaggia molto all'indietro. ma ricorda benissimo quegli accadimenti che hanno incanalato la mia vita. E' domenica 5 gennaio 1969 e con la mia amica Flavia, saranno state le 5 del pomeriggio, entro in un bar per bere un caffè quando scorgo a un tavolo suo fratello in compagnia di un paio di amici. Uno di essi, Renato, mi colpisce immediatamente per il suo sguardo, il suo sorriso, la battuta pronta. Ci sediamo al loro tavolo e iniziamo una lunga chiacchierata, interessante e simpatica al tempo stesso. Più passano i minuti e più l'attrazione nei confronti di Renato aumenta, mi basta guardarlo per provare sensazioni difficili da descrivere ma molto, molto intense. Così, quando prima di accomiatarci Renato mi chiede se l'indomani, giorno dell'Epifania, ci saremmo potuti incontrare, rispondo con entusiasmo di si e fisso l'appuntamento per le 15, in quel bar. Mi tornò il sorriso quel giorno dopo un po'. Ai primi di ottobre, infatti, la mia amica (?) Giulia mi aveva presentato Attilio, un ragazzo di tre anni più grande che da poco aveva finito il servizio militare. Alto, bello, brillante, mi prese al punto che fu il primo ragazzo col quale feci sesso. Fin lì solo baci (parecchi), qualche sega ma mai neppure una succhiatina al seno da parte dei ragazzi coi quali ero uscita, meno che mai una toccatina sotto la gonna. Con lui, invece, andò in bianco il primo appuntamento per cause di forza maggiore (ero mestruata) ma la seconda volta era evidente (glielo avevo fatto capire in modo chiaro) che sarei andata con lui pur essendo ancora vergine. Fu così che, dopo essere stati in giro un po', mi portò in una pensioncina del centro e assecondò il mio desiderio di fare della mia prima volta un evento da non dimenticare. Entrati in camera, preso il coraggio a due mani e facendo forza su me stessa, mi misi completamente nuda, mi tolsi anche calze e reggicalze (i collant, all'epoca, erano ancora da venire). Pretesi che anche lui si spogliasse del tutto e così, abbigliati come mamma ci aveva fatti, facemmo per la prima volta l'amore. Il mio romanticismo mi portò sul momento a ritenere stupendo quell'evento mentre in realtà fu bello solo per lui, che fece una bella sborrata come appurai quando si tolse il preservativo, macchiato anche da qualche goccia di sangue dovuto alla rottura dell'imene, mentre a me rimasero il dolore e il bruciore tipici della prima volta oltre a quel po' di sangue che si perde nell'occasione e che vidi arrossare un po' l'acqua mentre mi facevo il bidet. A distanza di 45 anni, comunque, ho ancora un bel ricordo di quel giorno. Altrettanto non posso dire di Attilio, anche se devo dire che passai con lui due mesi molto piacevoli, conditi da una ventina di scopate. Tutte le volte che uscivo con lui si finiva sempre per andare in una determinata zona periferica (molto conosciuta per quello) e, in macchina, dopo esserci baciati e toccati io tiravo indietro il sedile e reclinavo lo schienale, mi alzavo la gonna, abbassavo le mutandine, tiravo fuori il seno (se già non lo avevo tirato fuori prima), lui si abbassava pantaloni e mutande, si infilava il preservativo, veniva dalla mia parte e facevamo una bella chiavata. Devo dire che mi ha sempre portato all'orgasmo, forse anche perchè io sono una che scaldata bene non ci mette molto a venire. Lui veniva praticamente insieme, giacchè quando ero sul punto di dirgli di fermarsi sentivo il suo ansimare, tipico di chi sta per venire. Tutto bene, quindi, sesso e divertimento, un bell'andare. Quando ebbi le mestruazioni di inizio novembre lui si mostrò contrariato, ma non si dolse più di tanto perchè gli feci una bella sega (ho una bella mano). Ma quando mi vennero le mie cose a cavallo tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre, la situazione precipitò. "Perchè non me lo hai detto - mi disse - che sarei uscito con la Giulia?" "Con la Giulia?" "Si, sai che non si vede più con Walter..." "Allora tu sei venuto con me, sverginandomi tra l'altro, in attesa che si liberasse la Giulia?" "No, è che a me piacete tutte e due, potrei fare un po' con te e un po' con lei...". Non ci vidi più. Scesi dalla macchina dopo averlo mandato al diavolo, incurante dei suoi richiami feci a piedi un chilometro e mezzo quasi tutto al buio prima di arrivare alla fermata dell'autobus che mi avrebbe riportato in centro. Poi, dal centro, un altro autobus e me ne tornai a casa. L'epilogo burrascoso ebbe un seguito nelle sei o sette telefonate che lui mi fece, con me che, non appena sentivo la sua voce, riattaccavo immediatamente. Ruppi i rapporti anche con la Giulia, sicuramente non estranea alla situazione. Del resto la Giulia era una che non stava tanto con un ragazzo e se ne vedeva uno che le andava non ci metteva nè uno nè due ad aprirgli le gambe. All'epoca aveva 19 anni, io 18, ma quanto a sesso tra me e lei c'era una distanza enorme, altro che un anno! Chiusa burrascosamente la parentesi con Attilio, la mia rabbia mi portò a cadere dalla padella nella brace. M'incontrai casualmente con Lorenzo, un ragazzo che già conoscevo e che non è che mi dicesse granchè. Mi chiese di uscire e io, per dimostrare non so cosa non so a chi (questo, però, è il senno di poi), gli dissi di si. Quattro volte uscii con lui, quattro volte scopammo in macchina e mi ricordo che, dopo essermi tirata su le mutande per la quarta volta, mentre stavo rimettendo le tette nel reggiseno, gli dissi: "Forse è meglio che non ci vediamo più". Lui ci rimase male, ma non ne fece una malattia. Anche lui aveva capito che tra noi le cose non "giravano". Alla fin fine l'unico momento veramente piacevole dei nostri incontri era quello della chiavata. Troppo poco, a ben pensarci. D'altra parte solo la rabbia mi aveva spinto fra le sue braccia. In un altro momento mai avrei accettato di uscire con lui. Ma le cose vanno come vanno, e tutto sommato anche l'esperienza con Lorenzo contribuì ad arricchirmi. Di lui ricordo la buona educazione, di scopare bene e una macchina più comoda di quella di Attilio. E di essere alto. Già, i ragazzi alti mi hanno sempre intrigato, perchè io sono bassina (1,60). Sono comunque sempre stata un bocconcino che molti avrebbero voluto assaggiare, dato che ho un viso gradevole, un bel seno (tra la terza e la quarta misura) che su un corpo come il mio (non sono una silfide, ma i miei 52/53 chili dimostrano che sono in tono) fa un bell'effetto. Il mio culo a mandolino è sempre piaciuto. Mio tallone d'Achilla le gambe, con quelle cosce un po' troppo grosse che mi hanno sempre sconsigliato, anche d'estate, di portare gonne corte. Fino a che... ma questo lo vedremo più avanti. Bene. Veniamo alla sera del 5 gennaio, mentre a casa ripenso al pomeriggio, a Renato che è mio coetaneo (anche lui è del 1950, ma ha già compiuto 19 anni perchè è nato il 2 gennaio), che pure lui passa il metro e ottanta (come tanto piace a me) e che l'indomani vedrò. Fatico a prendere sonno ma poi... mi sveglio che il sole è già alto. Sono le 10. Fra cinque ore lo vedrò. Non sto più nella pelle. (continua)
di
scritto il
2013-11-13
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