Ricordi - 13

Scritto da , il 2013-12-18, genere tradimenti

...e venne venerdì 17 luglio 1970. Manca qualche minuto alle 8 quando sto per entrare nel portone di Mimma quando vedo Renato. Una faccia da sonno, tipica di chi ha passato la notte in treno senza dormire, ma la voglia di vedermi tanta, al punto da ritardare il momento di andare a fare un sonno pur di potermi riabbracciare. Nonostante di lui, ormai, mi importi poco, provo un tuffo al cuore pensando al suo agire nei miei confronti, e istintivamente lo bacio con tutta la passione che c'è in me. Ritorno di fiamma? No. Però quando lo vedo qualcosa di me va in subbuglio, vederlo con quegli occhi che stanno aperti per scommessa, ma lì presente per potermi salutare... Dico la verità, in quel momento avrei fatto sesso con lui se avessi potuto. Invece, un bacione e un arrivederci a sera. Sera che inizia con una bella chiavata, con finale nell'ano, prima ancora di cenare. E poi, dopo cena, di nuovo a letto, per una tripletta delle sue che mi lascia senza fiato. Mi ha trascinata in un amplesso senza fine che mi ha fatto dimenticare tutto, cioè la situazione completamente cambiata. Con lui ho vissuto solo il presente, traendone il massimo piacere: leccate, succhiate, toccamenti, chiavate si sono succedute a ritmo irregolare, e proprio per questo intriganti e gratificanti oltre ogni dire. Al punto che, in uno sprazzo di lucidità mentre stavo prendendo fiato dopo essere venuta per l'ultima volta, mi sono chiesta: "Come faccio a dirgli che lo devo mollare?". Infatti mi guardai bene dal dirglielo. Anzi, mentre dopo esserci lavati e ricomposti stavamo mangiando un budino, fui proprio io a dettare l'agenda del giorno dopo. Ovvero, cena verso le venti per la quale avrei preparato le lasagne (uno dei piatti preferiti da Renato). Il dopo-cena, ovviamente, a piacere. Non vi dico l'entusiasmo col quale nel pomeriggio di sabato preparai le lasagne. Sembrava che quanto era successo dopo la partenza di Renato per la naja non fosse mai accaduto, che lui fosse l'unico uomo della mia vita, che nella mia mente non ci fosse spazio per nient'altro che non fosse lui. Quando citofonò qualche minuto prima delle otto sentii un tuffo al cuore, mi sentivo addosso quel certo "non so che" tipico di chi sta per coronare un'aspettativa importante, un sogno. L'espressione del suo viso, però, smorzò d'acchito il mio entusiasmo. "Che c'è Renato?" "Niente" "Hai una faccia..." "E' una giornata un po' così, non farci caso". Mangiammo quasi in silenzio, cosa assolutamente inusuale per noi, Renato non mostrò grande entusiasmo per le lasagne, per le quali aveva una vera e propria passione e che peraltro mi erano venute bene. Perchè dovete sapere che non solo con ago e filo ma pure in cucina ci so fare, oltre che a letto (come dicono quelli che mi hanno chiavato). Il dopo-cena non fu entusiasmante: certo, scopare è come andare in bicicletta, quindi una volta che hai imparato non disimpari di certo. E un bravo chiavatore come Renato saprà sempre provocare piacere a una donna. Ma quella sera, io che lo conoscevo bene capivo che c'era qualcosa che non andava: nei suoi colpi non c'era la solita passione, erano molto meccanici, talmente precisi (per così dire) da non sembrare veri. Poi, quando ci accomiatammo, quello che ci scambiammo pareva un saluto tra due collegiali, che provano a baciarsi con la lingua per vedere l'effetto che fa. Il giorno dopo, verso le tre, riecco Renato a casa mia. Con la stessa faccia del giorno prima. "Ti devo parlare" mi fa. "Dai, sono tutta orecchi" "Senti Marta, in questi cinque mesi ho pensato molto a noi. E ho scoperto che siamo troppo giovani, che il nostro rapporto è molto improbabile possa avere un approdo favorevole" "Allora, se ho ben capito, ieri e l'altro ieri sei stato qui solo per svuotarti le palle..." "No, non è così. Col cuore io andrei avanti, e te l'ho dimostrato, ma bisogna essere razionali. E forse è proprio questo il momento di far trionfare la razionalità". Feci una faccia da cane bastonato, e la cosa mi riuscì bene visto che lui fece di tutto per rincuorarmi. Ci scappò anche qualche lacrimuccia, ci salutammo con un bacio sulla guancia rimarcando comunque che "Era stato tutto molto bello" e quando chiusi la porta alle spalle di Renato ancora non erano le quattro. Mi sentii sollevata, avevo centrato il mio obiettivo senza aver dovuto fare nulla io, perchè era stato lui a mollarmi, ero al top della contentezza. Al punto che una mezzoretta dopo andai in una gelateria e mi feci un gelatone tale che non so come feci a digerire. Quasi mi dimenticai, al momento di andare a letto, che mi dovevano arrivare le mie cose. In extremis mi armai di assorbenti prima di dormire. Un sonno profondo e ristoratore, il giorno dopo in piedi a buonora pimpante come non mai, in barba alle mestruazioni. Alla Mimma raccontai, anche stavolta, tutto per filo e per segno. E lei:"Hai un culo... che ti si vede il cuore! Tu cadi sempre in piedi! Attenta, però, perchè comunque cadi...". Giovedì vidi la Flavia, che venne a trovarmi prima di cena e mi disse: "Ho saputo di te e Renato. Beh, meglio così, non è vero?" "Certamente, meglio così. Solo che non capisco come mai..." "Sabato mattina Renato è venuto a trovare mio fratello. Io non nascondo mai niente, ed è probabile che lui abbia accennato qualcosa a Renato" "Sia come sia, adesso mi sento sollevata. Oltretutto è stato lui a mollarmi. Meglio di così non si può, non trovi?" "Certo. Viva la libertà! A proposito, ti ha avvisato Sergio che sabato c'è un altro strip-poker?" "No, non l'ho ancora sentito. Mi chiamerà oggi o domani" "Beh, io te l'ho detto. Preparati" "Guarda che non c'è niente da preparare... Adesso poi..." "Certo. Allora vengo a prenderti sabato verso le tre. Spero di aver finito perchè ho cominciato ieri a gocciolare. In tre giorni, da quando prendo la pillola, mi sbrigo, quindi..." "Pure io, da quando prendo la pillola. Ho cominciato lunedì e oggi sono asciutta" "Bene, a sabato!" "A sabato". E sabato, alle due e mezza, ecco Flavia a casa mia. Vedo che non cammina benissimo, com'è suo solito, e le domando come mai. "Ieri sera mi scendeva ancora qualcosa e ho finito per fare l'anale con Tiziano" "L'anale con quel pistolone?" "Guarda, a essere sincera non mi ha fatto tanto male quando è entrato e durante la chiavata. Quando ci si unge bene... Il problema l'ho avvertito più stamattina, dopo essere andata in bagno e aver scaricato. Non è che mi faccia propriamente male, mi brucia un po' ma ci ho messo una crema e mi sta passando. Solo che evito certi movimenti per precauzione" "Ma non potevi dirgli di no?" "E come? Vedrai che alla prossima mestruazione anche Sergio ti chiederà il culo e anche tu non saprai dirgli di no". Andammo da Tiziano e giocammo a strip-poker. La prima eliminata stavolta fu proprio Flavia, la vincitrice della volta precedente. Poi fu il mio turno di ritrovarmi nuda seduta per terra. Arrivarono al clou Sergio e Tiziano: vinse Tiziano. Guardò verso Flavia e disse: "Questo è un gioco. Quindi scelgo Marta". Intimamente fui contenta che scelse me, avevo voglia di provare anche con lui. Pure Tiziano si palesò un bravo chiavatore, mi prese bene, mi fece venire bene. Mentre ero sul bidet, una volta finiti i "giochi", a lavarmi la figa pensai tra me e me: "Però, non son passati nemmeno due anni da quando sono stata sverginata e ho già preso sette cazzi". E mi sentii appagata. Ma il bello fu quando, tornando a casa, in macchina Flavia ammise candidamente: "Speravo proprio tanto che Tiziano scegliesse te. Avevo una gran voglia di chiavare con Sergio. Già l'altra volta volevo scegliere lui, ma per non apparire una zoccola scelsi Tiziano. Stavolta è stato invece lui ad esaudire i miei desideri. Come ha fatto Renato con te" "Già" "E domani sul fiume!" "Viva la libertà!" (continua)

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