Durello

di
genere
gay

Ci svegliamo tutti col cazzo che tira.
Io mi sveglio prima, voglio almeno un'ora tutta per me prima di uscire. Bevo il caffè in piedi massaggiandomi in giù il cazzo. Mi eccito come piace a me, lo tiro verso il basso pensando che eccito cazzi. Mi piace pensare che qualcuno se lo tocca e sborra leggendo i miei racconti. Magari qualcuno vorrebbe avermi come puttana o schiavo, violentarmi in culo o ciucciarmelo.
Lascio andare la testa, penso a cose assurde.

Lei dorme, salgo nell'appartamento sopra. Viviamo in un bifamiliare, ho ventidue anni lei venti, sopra abita suo padre. Mi apre in boxer, ha una felpa, fa freddino al mattino. Gli metto subito la mano contro il pacco, ha le palle grosse e l'uccello barzotto, morbido che mi taglia le gambe. Mi inginocchio e con mani e bocca gli viene durissimo, un cazzo che sa di vero maschio, che mi fa sentire frocio e schiavo. Facciamo in ingresso, in silenzio per non svegliare sua moglie, la mamma della mia compagna.
Al mattino gli sta bene un pompino, ormai lo vuole sempre così, lo eccito, so fare pompini e sono più femmina di sua figlia. In culo mi scopa quando può, ci mettiamo d'accordo e usciamo in auto per ritrovarci in un boschetto. Mai baci, solo cazzo in bocca e culo. Stamattina sono eccitato, raccolgono la carta e lo spompino di fretta. Mi sborra in bocca. Scappo via.
Ma le tengo in bocca più che posso, è densa e dal sapore forte. Inghiotto in bagno, a volte mi sego, stamattina no. Mi lavo i denti, uso il collutorio. In camera bacio il mio amore. È assonnata, vuole la lingua in bocca, profuma di caldo, vibra eccitata, vuole il cazzo da ciucciare, si sveglia di più. M'infilo sotto le coperte, mi stendo sul suo corpo morbido, bacio i seni e il cazzo scivola dentro. Mi stringe con le gambe, la scopo, non mi trattengo, oggi raccolgono la carta, mi svuoto i coglioni, la insemino senza farla godere come merita. Ma si riaddormenta soddisfatta.
Faccio la doccia, mi rivesto in fretta, sento in strada il camion. La saluto con un bacio e esco. Fa freddo. Mi faccio vedere e rientro nel cortiletto, dietro il muro, nell'angolo. Stanno caricando i cassoni due case prima. È buio, ha tuta e giaccone arancioni, le bande che si illuminano al lampeggiante. È un negro bellissimo, maschio che più maschio non può. Mi si gelano le chiappe, il suo cazzone mi scava in culo e sbatte contro il muro. Ho preso due o tre cazzoni come il suo, godo peggio di un frocio. È tutto scomodo, troppi vestiti, le giacche a vento ci imbrogliano, mi metto novanta e il cazzone nero a pelle lo sento da paura. M'ingravida, se ne va. Entra il suo compare, marocchino, non mi eccita certo come il mio operaio di colore ma glielo devo, mi ficca il cazzo caldo nel culo che mi si è rigelato. Sveltina in culo e se ne va anche lui.
Io al lavoro oggi proprio non ci vado! Salgo con loro sul camion. Sorridono. Il mese scorso in uno sgabuzzino del deposito mi hanno riempito il culo in venti. Il negro si sfila il giaccone e mi mette a uovo sul sedile e mi rifà per bene il culo mentre il marocchino guida verso il deposito.

Sono solo fantasie

Per critiche suggerimenti e collaborazioni
milano3687@proton.me
scritto il
2025-11-27
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