Capita
di
Paoloilvecchio
genere
feticismo
Capita che, camminando per la città, lo sguardo perso, la mente impegnata i chissà quali pensieri, veda un paio di stivali (ma basterebbe uno, anzi una singola parte: la punta, il tacco, il gambale, il collo…). Allora la mia mente smette di pensare, il mio sguardo è catturato, la mia attenzione è tutta lì. Se avevo una meta, quella passa in secondo piano. Mi fisso, come una falena sulla luce, la seguo senza esitare, assaporando con gli occhi. Le mie mani vorrebbero sentire la pelle sotto i polpastrelli. Com’è? Cuoio rigido o pelle morbida? Come potrebbe essere toccarlo? Alle volte entro distrattamente nei negozi di scarpe e, passando per gli scaffali delle calzature femminili, accarezzo uno stivale. Se non c’è nessuno mi avvicino per sentire il profumo della pelle, passo la mano, lentamente, dalla punta alla fine del gambale, quasi masturbandolo, come farei col mio cazzo, usando la pelle dello stivale come un guanto.
Alle volte non serve guardare per accorgermi che c’è uno stivale, ne sento il ticchettio sul selciato. Rumore sottile per i tacchi a spillo, Battiti vigorosi per i tacchi grossi. Ognuno ha la propria bellezza, il proprio fascino. Se vedo un tacco a spillo, lungo, sottile nella punta, che si allarga fino al tallone, mi figuro di leccarlo, di farlo entrare nella mia bocca, più e più volte, per poi appoggiarne l’estremità sull’ano, che entri piano, sotto la spinta della donna, io a quattro zampe, lei seduta, signora del mio piacere. So che inizialmente quasi non lo sentirei, poco più di un mignolo, poi mi allargherebbe, quando si avvicina al termine del tacco, fino a dilatarmi al massimo, mentre lei spinge e io offro piacevole resistenza.
Mi risveglio dal sogno, lo stivale di fronte a me, il desiderio di toccarlo, di baciarlo, di leccarlo dalla base all’apice, assaporandone il gusto, odorandone l’aroma.
Lo sanno quelle donne quale fascino promanano? Lo sanno d’indossare feticci del piacere? Di dominare gli uomini col loro passare? Sono consapevoli che se si accarezzano lo stivale in pubblico, dalla caviglia sino alla coscia, stanno compiendo un atto di puro erotismo?
Se anche tu, come me, condividi la passione per gli stivali, scrivi a paoloilvecchio@libero.it.
Alle volte non serve guardare per accorgermi che c’è uno stivale, ne sento il ticchettio sul selciato. Rumore sottile per i tacchi a spillo, Battiti vigorosi per i tacchi grossi. Ognuno ha la propria bellezza, il proprio fascino. Se vedo un tacco a spillo, lungo, sottile nella punta, che si allarga fino al tallone, mi figuro di leccarlo, di farlo entrare nella mia bocca, più e più volte, per poi appoggiarne l’estremità sull’ano, che entri piano, sotto la spinta della donna, io a quattro zampe, lei seduta, signora del mio piacere. So che inizialmente quasi non lo sentirei, poco più di un mignolo, poi mi allargherebbe, quando si avvicina al termine del tacco, fino a dilatarmi al massimo, mentre lei spinge e io offro piacevole resistenza.
Mi risveglio dal sogno, lo stivale di fronte a me, il desiderio di toccarlo, di baciarlo, di leccarlo dalla base all’apice, assaporandone il gusto, odorandone l’aroma.
Lo sanno quelle donne quale fascino promanano? Lo sanno d’indossare feticci del piacere? Di dominare gli uomini col loro passare? Sono consapevoli che se si accarezzano lo stivale in pubblico, dalla caviglia sino alla coscia, stanno compiendo un atto di puro erotismo?
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