Franco l'amico del cornuto parte seconda
di
63carla2023
genere
corna
Franco l’amico del cornuto parte seconda
La domenica Franco ci invitò a pranzo nella sua casa a Tolfa, ci disse che c’era anche il suo tutto fare, Bernardo di origine indiane e che era il suo tuttofare.
Andammo a prenderli con la nostra auto, Franco abita all’eur vicino ospedale S.Eugenio, conoscemmo Bernardo un ragazzo di colore di circa 30 anni e parlava poco l’italiano, mi diede l’impressione di essere un pochino effemminato…
Partimmo e Franco iniziò a parlarci di questa casetta…che l’aveva completamente ristrutturata ma bisognava dare una bella sistemata all’esterno, ecco perché portò Bernardo che poi rimase li tutta la settimana.
Io ero vestita con camicietta bianca e gonna a portafoglio stesso colore. Sotto l’immancabile reggicalze ci colore beige scarpe tacco 9 di colore beige, il cornuto tutina beige e sotto gabbietta, culotte, salvaslip e auroreggenti con calzini sopra.
Passamo una giornata piacevolissima, la confidenza con Franco aumentò che ad un certo punto il pomeriggio mentre il cornuto aiutava Bernardo a rassettare la cucina (lo avveo obbligato), io e Franco andammo a fare una passeggiata per il paese, ad un certo punto causa la strada presi una storta fortunatamente senza problemi e Franco mi aiutò in modo galante cingendomi per la vita e tenendomi stretta, poi mi diede la mano per assicurarsi che non perdessi più l’equilibrio, ci sedemmo su una panchina in un piccolo parco desolato e lui mi disse fammi vedere la caviglia…
Mi tolse la scarpa e iniziò a massaggiare la caviglia con molto tatto, nel mentre la gonna si era aperta e si poteva vedere le calze fino al ferretto del reggicalze, alchè Franco mi disse Carla sei una donna favolosa e non sembra affatto che hai 10 anni più di me.
La sua mano iniziò a salire verso la coscia, dissi a Franco cosa fai? Lui di tutta risposta volovo accertarmi che non hai preso una contrattura, scoppiammo a ridere mi alzai e nel rialzarmi lui mi abbracciò e mi baciò con la lingua cosa che io risposi con molta ardore…
Sentii il suo arnese indurirsi mi disse sentilo come pulsa per te, certo ho notato che Paolo li sotto non è messo bene gli ho detto fai silenzio per favore e non rovinare questo momento, da dietro mi strinse le chiappe e riiniziò a baciarmi…se era fatto quasi buio e gli dissi conviene andare nel mentre squillò il telefono ed era il cornuto che mi chiedeva se andava tutto bene risposi di si dicendogli che tra mezz’ora saremmo tornati. Franco mi guardò e mi disse ci vogliono 5 minuti ad arrivare a casa, gli dissi troviamo un posticino appartato voglio assaggiarti per bene…
Trovato il posticino mi abbassai gli slacciai i pantaloni e abbassato le mutande e finalmente ho visto quella bestia che aveva tra le gambe, inizia a mordere la cappella violacea e gonfia, facevo fatica a prenderlo per ciucciarlo iniziai a leccarlo come si fa con un cono gelato, gli dissi Franco voglio il tuo seme la tua sborra in gola allora forzò con veemenza il suo cazzo nella mia bocca ed entrò solo la cappella perché il suo cazzo dalla cappella in giù si allargava a dismisura, poco dopo Franco iniziò a grugnire e godere con i primi schizzi di sborra calda e densa che ingoiai con voracità fino all’ultima goccia.
Mi alzai e lo baciai lui non rifiutò il bacio anzi mi disse che buon sapore che hai.
Tornammo a casa e il cornuto mi chiese se andava tutto bene gli dissi del leggero infortunio mi baciò e immagino che senti il sapore agrodolce dello sperma di Franco, poi Franco disse a Bernardo di prendere del ghiaccio e di metterlo sulla caviglia dolorante, cosa che fece e notò senza dire una parola come ero conciata sotto immagino che avrà notato le mutandine bagnatissime cosa che non è sfuggita al cornuto.
Dopo cena tornammo a Roma, in auto io e Franco salimmo dietro cosi lo stesso poteva tenermi il ghiaccio sulla caviglia e nel mentre per tutto il viaggio mi accarezza le gambe fino ad arrivare all’inguine sentenso la mia fighetta pulsare.
continua
La domenica Franco ci invitò a pranzo nella sua casa a Tolfa, ci disse che c’era anche il suo tutto fare, Bernardo di origine indiane e che era il suo tuttofare.
Andammo a prenderli con la nostra auto, Franco abita all’eur vicino ospedale S.Eugenio, conoscemmo Bernardo un ragazzo di colore di circa 30 anni e parlava poco l’italiano, mi diede l’impressione di essere un pochino effemminato…
Partimmo e Franco iniziò a parlarci di questa casetta…che l’aveva completamente ristrutturata ma bisognava dare una bella sistemata all’esterno, ecco perché portò Bernardo che poi rimase li tutta la settimana.
Io ero vestita con camicietta bianca e gonna a portafoglio stesso colore. Sotto l’immancabile reggicalze ci colore beige scarpe tacco 9 di colore beige, il cornuto tutina beige e sotto gabbietta, culotte, salvaslip e auroreggenti con calzini sopra.
Passamo una giornata piacevolissima, la confidenza con Franco aumentò che ad un certo punto il pomeriggio mentre il cornuto aiutava Bernardo a rassettare la cucina (lo avveo obbligato), io e Franco andammo a fare una passeggiata per il paese, ad un certo punto causa la strada presi una storta fortunatamente senza problemi e Franco mi aiutò in modo galante cingendomi per la vita e tenendomi stretta, poi mi diede la mano per assicurarsi che non perdessi più l’equilibrio, ci sedemmo su una panchina in un piccolo parco desolato e lui mi disse fammi vedere la caviglia…
Mi tolse la scarpa e iniziò a massaggiare la caviglia con molto tatto, nel mentre la gonna si era aperta e si poteva vedere le calze fino al ferretto del reggicalze, alchè Franco mi disse Carla sei una donna favolosa e non sembra affatto che hai 10 anni più di me.
La sua mano iniziò a salire verso la coscia, dissi a Franco cosa fai? Lui di tutta risposta volovo accertarmi che non hai preso una contrattura, scoppiammo a ridere mi alzai e nel rialzarmi lui mi abbracciò e mi baciò con la lingua cosa che io risposi con molta ardore…
Sentii il suo arnese indurirsi mi disse sentilo come pulsa per te, certo ho notato che Paolo li sotto non è messo bene gli ho detto fai silenzio per favore e non rovinare questo momento, da dietro mi strinse le chiappe e riiniziò a baciarmi…se era fatto quasi buio e gli dissi conviene andare nel mentre squillò il telefono ed era il cornuto che mi chiedeva se andava tutto bene risposi di si dicendogli che tra mezz’ora saremmo tornati. Franco mi guardò e mi disse ci vogliono 5 minuti ad arrivare a casa, gli dissi troviamo un posticino appartato voglio assaggiarti per bene…
Trovato il posticino mi abbassai gli slacciai i pantaloni e abbassato le mutande e finalmente ho visto quella bestia che aveva tra le gambe, inizia a mordere la cappella violacea e gonfia, facevo fatica a prenderlo per ciucciarlo iniziai a leccarlo come si fa con un cono gelato, gli dissi Franco voglio il tuo seme la tua sborra in gola allora forzò con veemenza il suo cazzo nella mia bocca ed entrò solo la cappella perché il suo cazzo dalla cappella in giù si allargava a dismisura, poco dopo Franco iniziò a grugnire e godere con i primi schizzi di sborra calda e densa che ingoiai con voracità fino all’ultima goccia.
Mi alzai e lo baciai lui non rifiutò il bacio anzi mi disse che buon sapore che hai.
Tornammo a casa e il cornuto mi chiese se andava tutto bene gli dissi del leggero infortunio mi baciò e immagino che senti il sapore agrodolce dello sperma di Franco, poi Franco disse a Bernardo di prendere del ghiaccio e di metterlo sulla caviglia dolorante, cosa che fece e notò senza dire una parola come ero conciata sotto immagino che avrà notato le mutandine bagnatissime cosa che non è sfuggita al cornuto.
Dopo cena tornammo a Roma, in auto io e Franco salimmo dietro cosi lo stesso poteva tenermi il ghiaccio sulla caviglia e nel mentre per tutto il viaggio mi accarezza le gambe fino ad arrivare all’inguine sentenso la mia fighetta pulsare.
continua
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