Sandra e l'immaginazione

di
genere
etero

Sandra e l'immaginazione.
Sandra non sapeva come fare con quel vecchio.
Lui l’aveva cercata per condividere con lei certe informazioni.
Lei aveva fatto lo stesso, ma si rese conto che non era solo lavoro.
C’era altro, ma non capiva cosa.
Il vecchio era quasi calvo, aveva il ventre prominente. Aveva una camminata irregolare, dovuta forse ad una malformazione ad un piede.
Era forse un ricordo di qualcosa che era stato, lo si notava dal gonfiore delle spalle, ma tutto il resto stava sfiorendo.
O era già sfiorito.
Queste le osservazioni oggettive.
Perché allora lo sognava?
Perché nel sogno lei sperava che lui prendesse una iniziativa?
Perché lei gli si concedeva?
Perché a lui voleva dare qualcosa che non aveva mai concesso a nessun altro uomo che aveva avuto?
Si svegliava sentendo un dolore al sedere, come (si immaginava) se lui l’avesse penetrata e a chiederglielo fosse stata lei.
Si toccava, entrava con un dito e pensava a al vecchio, al suo sesso in movimento dentro di lei e alle sue mani sul suo seno, sul suo ventre, dentro il suo sesso.
Vide l’auto grigia del vecchio passare sotto casa sua, era un percorso obbligato per lui nel recarsi in ufficio.
Erano le 6 del mattino, sapeva che lui voleva lasciare quel lavoro e lei voleva sapere perché.
Perché i suoi sogni sarebbero dovuti finire.
Alle 7 era davanti l’ufficio.
Il parcheggio era vuoto.
Suono’ il campanello e lui apri’.
Stupito, ma come sempre, sorridente.






scritto il
2025-11-08
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