La mammografia: Succhiale ancora Doc
di
Machorny
genere
tradimenti
Come ogni anno, avevo prenotato la visita mammografia dal dottor Misani. Quella mattina ero un po' nervosa per via di una discussione con mio marito Alberto. Avevo scoperto sul suo cellulare, alcuni messaggi un po' spinti di una sua collega, e Alberto, come solitamente faceva, continuava a sminuirne la gravità. Mi ero sempre fidata della sua integrità morale e mi fidavo di lui, ma ultimamente avevo maturato dei dubbi sulla sua fedeltà. Del resto erano settimane che non mi sfiorava neppure con lo sguardo. Non sono di certo, la classica donna che riesce a far torcere il collo agli uomini per strada. Nonostante il mio metro e cinquantadue di altezza, però, possiedo un asso nella manica che non lascia indifferente l'altro sesso: due enormi meloni dell'ottava misura. Ma torniamo alla visita dal medico.
Entrata nello studio, mi accorsi che la segretaria non era nella guardiola della sala d'aspetto. La stanza era vuota. Nessun paziente. Ho pensato "probabilmente sarà in ferie".
- Buongiorno! - gridai a voce alta cercando di farmi udire da chiunque fosse stato in quell'ambulatorio. Ad un tratto qualcuno uscì dallo studio. Era un uomo sui sessantacinque anni, in camice bianco e dai capelli fortemente brizzolati. Non era certamente il dottor Misani.
- Buongiorno a lei - mi disse sorridendomi. - Si accomodi, prego-.
- Sono qui per una mammografia con il dottor Misani. Ho prenotato l'altro ieri. - dissi.
L'uomo fece un cenno con la testa facendomi capire si essere già stato informato.
Entrai nello studio e il dottore chiuse la porta a chiave. La cosa non mi sorprese, dato che nell'ambulatorio c'eravamo solo noi e qualcuno sarebbe potuto entrare nel corso della visita.
- Si tolga il golfino e si accomodi sul lettino, signora. Preparo l'occorrente e la raggiungo subito.-
Tolsi il maglione e rimasi in reggiseno. Mentre il dottore armeggiava con i guanti in lattice, lanciò uno sguardo alle mie due bombe e strabuzzò gli occhi. Non diedi tanto peso a quell'atteggiamento.
- Può togliersi il reggiseno - disse l'uomo, mentre, indossato i guanti, si avvicinò al lettino.
Quando fu vicino a me, aprì un tubetto di gel e lo spruzzò sulle mie tette. Il dottor Misani non ne aveva mai fatto uso e la cosa mi sorprese alquanto. In quel momento, provai un brivido di freddo e i miei capezzoli si inturgidirono immediatamente. Il dottore vi passò più volte il palmo della mano aumentandone la durezza. Ad un tratto esclamò: - Dovrei togliere i guanti per avere una maggiore percezione -
Io annuii. L'uomo iniziò a cospargermi il gel sulle tette. Le palleggiava con foga come a volerne cambiare la forma. Iniziai a provare piacere per quel contatto e mi accorsi che anche il dottore non era da meno, quando mi resi conto di un improvviso rigonfiamento nei suoi pantaloni.
- Lei è la signora...? - mi chiese, forse per percepire un tremolio nella mia voce, sintomo di un fremito di piacere.
- Giusy. Mi chiamo Giusy - risposi con voce flebile e strozzata.
Il dottore sorrise compiaciuto e continuò con più veemenza a strizzarmi le poppe. Si avvicinò ancora di più al lettino e accostò il suo cazzo al mio braccio. Era duro come il granito e qualcosa dentro di me, mi frenò dal togliere il braccio da quella scomoda posizione. Il mio respiro iniziò a farsi più pesante. Era da tempo che le mie tettone non venivano palpeggiate in quel modo, con quella voglia e quel desiderio di chi vorrebbe morderle e succhiarle fino allo sfinimento. Ormai ero certa. Quell'uomo voleva scoparmi li, su quel lettino. Era arrapato come un maiale e anche io inizia a percepire una imminente perdita dei miei freni inibitori. Lui si accorse di questo e guardandomi negli occhi sbottonò i suoi pantaloni e ne uscì una nerchia da paura. La mia libidine aveva raggiunto un livello impensabile. Avevo voglia di quel cazzo, della sua bocca che succhiava i miei capezzoloni. Presi il suo cazzo nella mia mano e iniziai a segarlo con forza. Lui mi guardò ancora negli occhi e fece un sorriso di compiacenza.
- Ti sei finalmente decisa a lasciarti andare. Sei una grandissima zoccola, solo che prima di oggi non lo sapevi -
Presi in bocca quel grosso cazzo e iniziai a spompinarlo con foga. Aveva un sapore di piscio e sperma, ma continuai a leccarlo e succhiarlo. Quel sapore mi eccitava ancora di più.
- Lo sa, quel cornuto di tuo marito, che la troia di sua moglie scopa con il dottore durante la mammografia? -
Più mi chiamava troia e più io mi eccitavo. Ormai ero succube del piacere. Non avevo più controllo.
- Voltati puttana! - urlò il dottore - Ti voglio a pecora, sporca tettona.
Mi misi a gattoni sul lettino e il dottore mi abbassò con forza i leggins scoprendo il mio culone. Ad un tratto sentii il suo grosso membro farsi strada nella mia fica e arrivare fino in fondo. Il dottore iniziò a stantuffarmi con forza facendomi gemere come una cagna. Non godevo così da tempo. L'uomo afferrò i miei meloni iniziando a strizzarli. Prese i miei capezzoli tra le dita e cominciò a tirarli per accompagnare il movimento di penetrazione. Mi stava sfondando la fica e ad ogni suo colpo, percepivo la nodosità del suo cazzone sulle pareti interne della mia vagina. Dopo quella chiavata, nessun cazzo sarebbe stato più all'altezza. Il dottore si fermò un secondo. Avvertii il rumore di uno sputo e un senso di improvvisa umidità nel mio ano. Subito dopo, dolore. Il grosso cazzo mi stava aprendo il culo. Non l'avevo mai preso in culo e il dolore inziale fu lancinante. Piano piano, il buco inziò ad allargarsi lasciando più spazio a quell'enorme bastone che ormai sentivo arrivarmi in pancia. Il dottore mia stava aprendo in due. Iniziai a sbavare per il piacere e con una mano mi misi un dito nella fica. Ero insaziabile e volevo che quel piacere potesse durare in eterno. Improvvisamente il ritmo delle sue vergate aumentò e avvertì un fiotto caldo riempirmi il culo.
-Voltati troia! Pulisci il mio cazzo. -
Mi girai e lo presi di nuovo in bocca. Era ancora straordinariamente duro e sembrava potesse continuare all'infinito. Lo presi tra le tettone e iniziai a masturbarlo. Le mie grandi tette sembravano fatte a posta per quel cazzo. Il dottore mi sborrò sulle poppe e iniziò a leccarle cospargendole di sperma e saliva.
Improvvisamente lui iniziò a rivestirsi.
Se brava essere rinsavito da una possessione demoniaca.
- Può rivestirsi - disse - Fisseremo un appuntamento per la prossima visita.
Lo guardai e iniziai a rivestirmi. Ero tutta sporca di sborra e faticai a infilarmi i pantaloni. Uscii dallo studio e vidi che si era popolato di pazienti in attesa della loro visita. Salutai con educazione e raggiunsi l'uscita. Proprio in quell'istante, vidi entrare il dottor Misani.
-Oh signora, deve scusarmi ma ho avuto problemi con l'auto. Venga venga, la visito immediatamente - disse il dottore riconoscendomi subito.
Tutta frastornata, non ebbi neppure il tempo di controbattere e lo seguii di nuovo nello studio. Appena entrati, il dottor Misani cambiò subito espressione.
- Antonio! Quante volte dovrò ancora ripeterti che non devi indossare il mio camice? Ti ho chiesto solo di informare i pazienti del mio ritardo e farli attendere il mio arrivo-.
Antonio abbassò il capo sconsolato, tolse il camice e uscì dallo studio. Ero completamente in confusione.
- Mi perdoni signora. Quell'uomo è mio fratello e purtroppo non ci sta più con la testa in seguito ad una forte depressione. Doveva solo intrattenere i pazienti e invece...-
- Ma no dottore - risposi compiaciuta - posso assicurarle che suo fratello ha perfettamente svolto il suo dovere.
Mi sedetti sul lettino e cominciò la vera visita mammografica.
Entrata nello studio, mi accorsi che la segretaria non era nella guardiola della sala d'aspetto. La stanza era vuota. Nessun paziente. Ho pensato "probabilmente sarà in ferie".
- Buongiorno! - gridai a voce alta cercando di farmi udire da chiunque fosse stato in quell'ambulatorio. Ad un tratto qualcuno uscì dallo studio. Era un uomo sui sessantacinque anni, in camice bianco e dai capelli fortemente brizzolati. Non era certamente il dottor Misani.
- Buongiorno a lei - mi disse sorridendomi. - Si accomodi, prego-.
- Sono qui per una mammografia con il dottor Misani. Ho prenotato l'altro ieri. - dissi.
L'uomo fece un cenno con la testa facendomi capire si essere già stato informato.
Entrai nello studio e il dottore chiuse la porta a chiave. La cosa non mi sorprese, dato che nell'ambulatorio c'eravamo solo noi e qualcuno sarebbe potuto entrare nel corso della visita.
- Si tolga il golfino e si accomodi sul lettino, signora. Preparo l'occorrente e la raggiungo subito.-
Tolsi il maglione e rimasi in reggiseno. Mentre il dottore armeggiava con i guanti in lattice, lanciò uno sguardo alle mie due bombe e strabuzzò gli occhi. Non diedi tanto peso a quell'atteggiamento.
- Può togliersi il reggiseno - disse l'uomo, mentre, indossato i guanti, si avvicinò al lettino.
Quando fu vicino a me, aprì un tubetto di gel e lo spruzzò sulle mie tette. Il dottor Misani non ne aveva mai fatto uso e la cosa mi sorprese alquanto. In quel momento, provai un brivido di freddo e i miei capezzoli si inturgidirono immediatamente. Il dottore vi passò più volte il palmo della mano aumentandone la durezza. Ad un tratto esclamò: - Dovrei togliere i guanti per avere una maggiore percezione -
Io annuii. L'uomo iniziò a cospargermi il gel sulle tette. Le palleggiava con foga come a volerne cambiare la forma. Iniziai a provare piacere per quel contatto e mi accorsi che anche il dottore non era da meno, quando mi resi conto di un improvviso rigonfiamento nei suoi pantaloni.
- Lei è la signora...? - mi chiese, forse per percepire un tremolio nella mia voce, sintomo di un fremito di piacere.
- Giusy. Mi chiamo Giusy - risposi con voce flebile e strozzata.
Il dottore sorrise compiaciuto e continuò con più veemenza a strizzarmi le poppe. Si avvicinò ancora di più al lettino e accostò il suo cazzo al mio braccio. Era duro come il granito e qualcosa dentro di me, mi frenò dal togliere il braccio da quella scomoda posizione. Il mio respiro iniziò a farsi più pesante. Era da tempo che le mie tettone non venivano palpeggiate in quel modo, con quella voglia e quel desiderio di chi vorrebbe morderle e succhiarle fino allo sfinimento. Ormai ero certa. Quell'uomo voleva scoparmi li, su quel lettino. Era arrapato come un maiale e anche io inizia a percepire una imminente perdita dei miei freni inibitori. Lui si accorse di questo e guardandomi negli occhi sbottonò i suoi pantaloni e ne uscì una nerchia da paura. La mia libidine aveva raggiunto un livello impensabile. Avevo voglia di quel cazzo, della sua bocca che succhiava i miei capezzoloni. Presi il suo cazzo nella mia mano e iniziai a segarlo con forza. Lui mi guardò ancora negli occhi e fece un sorriso di compiacenza.
- Ti sei finalmente decisa a lasciarti andare. Sei una grandissima zoccola, solo che prima di oggi non lo sapevi -
Presi in bocca quel grosso cazzo e iniziai a spompinarlo con foga. Aveva un sapore di piscio e sperma, ma continuai a leccarlo e succhiarlo. Quel sapore mi eccitava ancora di più.
- Lo sa, quel cornuto di tuo marito, che la troia di sua moglie scopa con il dottore durante la mammografia? -
Più mi chiamava troia e più io mi eccitavo. Ormai ero succube del piacere. Non avevo più controllo.
- Voltati puttana! - urlò il dottore - Ti voglio a pecora, sporca tettona.
Mi misi a gattoni sul lettino e il dottore mi abbassò con forza i leggins scoprendo il mio culone. Ad un tratto sentii il suo grosso membro farsi strada nella mia fica e arrivare fino in fondo. Il dottore iniziò a stantuffarmi con forza facendomi gemere come una cagna. Non godevo così da tempo. L'uomo afferrò i miei meloni iniziando a strizzarli. Prese i miei capezzoli tra le dita e cominciò a tirarli per accompagnare il movimento di penetrazione. Mi stava sfondando la fica e ad ogni suo colpo, percepivo la nodosità del suo cazzone sulle pareti interne della mia vagina. Dopo quella chiavata, nessun cazzo sarebbe stato più all'altezza. Il dottore si fermò un secondo. Avvertii il rumore di uno sputo e un senso di improvvisa umidità nel mio ano. Subito dopo, dolore. Il grosso cazzo mi stava aprendo il culo. Non l'avevo mai preso in culo e il dolore inziale fu lancinante. Piano piano, il buco inziò ad allargarsi lasciando più spazio a quell'enorme bastone che ormai sentivo arrivarmi in pancia. Il dottore mia stava aprendo in due. Iniziai a sbavare per il piacere e con una mano mi misi un dito nella fica. Ero insaziabile e volevo che quel piacere potesse durare in eterno. Improvvisamente il ritmo delle sue vergate aumentò e avvertì un fiotto caldo riempirmi il culo.
-Voltati troia! Pulisci il mio cazzo. -
Mi girai e lo presi di nuovo in bocca. Era ancora straordinariamente duro e sembrava potesse continuare all'infinito. Lo presi tra le tettone e iniziai a masturbarlo. Le mie grandi tette sembravano fatte a posta per quel cazzo. Il dottore mi sborrò sulle poppe e iniziò a leccarle cospargendole di sperma e saliva.
Improvvisamente lui iniziò a rivestirsi.
Se brava essere rinsavito da una possessione demoniaca.
- Può rivestirsi - disse - Fisseremo un appuntamento per la prossima visita.
Lo guardai e iniziai a rivestirmi. Ero tutta sporca di sborra e faticai a infilarmi i pantaloni. Uscii dallo studio e vidi che si era popolato di pazienti in attesa della loro visita. Salutai con educazione e raggiunsi l'uscita. Proprio in quell'istante, vidi entrare il dottor Misani.
-Oh signora, deve scusarmi ma ho avuto problemi con l'auto. Venga venga, la visito immediatamente - disse il dottore riconoscendomi subito.
Tutta frastornata, non ebbi neppure il tempo di controbattere e lo seguii di nuovo nello studio. Appena entrati, il dottor Misani cambiò subito espressione.
- Antonio! Quante volte dovrò ancora ripeterti che non devi indossare il mio camice? Ti ho chiesto solo di informare i pazienti del mio ritardo e farli attendere il mio arrivo-.
Antonio abbassò il capo sconsolato, tolse il camice e uscì dallo studio. Ero completamente in confusione.
- Mi perdoni signora. Quell'uomo è mio fratello e purtroppo non ci sta più con la testa in seguito ad una forte depressione. Doveva solo intrattenere i pazienti e invece...-
- Ma no dottore - risposi compiaciuta - posso assicurarle che suo fratello ha perfettamente svolto il suo dovere.
Mi sedetti sul lettino e cominciò la vera visita mammografica.
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