Quando io e mio suocero riempimmo mia moglie
di
Machorny
genere
incesti
"Dobbiamo prenderci cura di lui".
Questo è quello che mia moglie Carmela mi disse parlando di ciò che avremmo fatto successivamente. Suo padre, Saverio, di 75 anni, era rimasto da poco vedovo dal suo secondo matrimonio. La madre di mia moglie era scomparsa quindici anni prima e Saverio si era risposato due anni dopo la sua morte. Negli ultimi anni, aveva affrontato diversi problemi di salute che l'avevano paralizzato dalle cosce in giù, non permettendogli neppure di poter stare in piedi. Una mattina, salutai Carmela e mio suocero e uscì di casa per andare in ufficio come ogni giorno. Entrai in auto e percorsi quasi un chilometro, quando mi resi conto di aver lasciato a casa la cartellina con la documentazione del contratto che avrebbe dovuto firmare un importante cliente. Scocciato da tutto questo, feci retro front e mi diressi nuovamente a casa. Badai bene a non suonare il campanello e aprii con il mio mazzo di chiavi. La mattina Carmela si occupava dell'igiene personale di suo padre e non avrei voluto darle noia nel correre ad aprirmi la porta. Appena entrato udii dei rantoli e mi precipitai nel salone. Non appena fui sull'uscio della porta, vidi. Carmela era senza pantaloni e slip, con la camicetta aperta e i due grossi seni che saltavano su e giù. Alle sue spalle, suo padre seduto sulla sua sedia a rotelle aveva i pantaloni abbassati alle ginocchia e la teneva per i fianchi mentre Carmela faceva su e giù sul suo grosso cazzo. Saverio era tutto sudato e Carmela non era da meno. Aveva un espressione persa nel piacere e gemeva come una cagna in calore. Rimasi li, immobile, eccitato come non mai e iniziai a toccarmi il cazzo che ormai era diventato duro come l'acciaio. Ad un tratto Carmela mi vide ed ebbe un sussulto mettendosi subito in piedi con un'espressione spaventata. Saverio la afferrò con forza dai fianchi rimettendola al suo posto e penetrandola fino in fondo tanto che mia moglie non pote' trattenere un gemito di piacere.
- Non potevo dirgli di no - disse Carmela continuando a saltare sul cazzo di suo padre.
- Lui, ha bisogno di me. E io... di lui -
Dopo aver ascoltato quelle parole, venni preso da un attacco d'ira che offuscò i miei pensieri. Tirai di forza Carmela verso di me e voltandola verso suo padre la feci inginocchiare di fronte a lui.
- Prendiglielo in bocca, puttana che non sei altro - le urlai, mentre iniziai a sbottonarmi i pantaloni. Carmela guardò negli occhi suo padre che aveva ancora l'erezione di un adolescente. Il suo cazzo sembrava di granito e la sua espressione compiaciuta mi fece aumentare la rabbia. Saverio afferrò la testa di sua figlia e la spinse verso il suo membro pulsante. Carmela lo prese in bocca e iniziò a spompinare il vecchio con una foga mai vista. Intanto io ormai libero dai miei vestiti, mi inginocchiai dietro di lei. Adesso avrei potuto fare ciò che da sempre Carmela mi aveva negato. Ora ne avevo il diritto. Sputai sulla mia cappella e senza pensarci su gliela schiaffai nel culo. Carmela urlò di dolore mentre il cazzo di suo padre le riempiva la bocca carnosa. L'afferrai per i capelli e iniziai a stantuffarle il culo. Ero convinto che in quel momento, mia moglie avrebbe voluto uccidermi per quanto stessi facendo ma ad un tratto mi ricredetti.
- Spaccamelo, squartamelo. Sono solo una troia e voglio che tu mi apra in due - Urlò Carmela, liberandosi del grosso membro di Saverio che eccitato da queste parole iniziò a sborrarle in bocca uno sperma giallognolo e denso.
Mentre continuavo a penetrare il culone di Carmela, strizzandole le tettone come ad una vacca da latte, lei bevve tutta la sborra di suo padre, non lasciandone neppure una goccia. Non appena ebbe finito, liberai il suo culo e la misi in ginocchio di fronte a me.
- Adesso succhialo a me, bocchinara. Svuotami i coglioni come hai fatto con tuo padre -
Carmela prese in bocca il mio cazzo con la maestranza di una pornostar. Succhiò le mie palle e mi fece sborrare in pochissimo tempo. Le riempì la bocca di sborra e dopo aver finito le iniziai a pisciare in bocca. Quella grande troia, bevve anche il mio piscio. Mentre mi puliva per bene la cappella, suo padre si alzò dalla sedia a rotelle e le infilò il cazzo nel culo. Quel vecchio porco fingeva da quasi due anni e nessuno di noi se ne era accorto. Carmela iniziò a gridare per via della vigorosità con cui suo padre le stava aprendo il culo. Intanto, io, mi ero messo sotto di lei e le riempii la fica con il mio cazzo. Succhiavo le sue grosse mammelle e le strizzavo fino a farle male. D'un tratto, fu lei a prendere iniziativa. Si staccò da entrambi posizionandoci ai suoi fianchi e iniziò a spompinarci in maniera alternata. Le sborrammo in bocca ancora una volta, e ancora una volta lei bevve con la sua bocca insaziabile di sborra. Ne era colma. La lasciammo sul pavimento, sporca di piscio e sperma con un'espressione da gran troia e andammo a farci una birra.
Questo è quello che mia moglie Carmela mi disse parlando di ciò che avremmo fatto successivamente. Suo padre, Saverio, di 75 anni, era rimasto da poco vedovo dal suo secondo matrimonio. La madre di mia moglie era scomparsa quindici anni prima e Saverio si era risposato due anni dopo la sua morte. Negli ultimi anni, aveva affrontato diversi problemi di salute che l'avevano paralizzato dalle cosce in giù, non permettendogli neppure di poter stare in piedi. Una mattina, salutai Carmela e mio suocero e uscì di casa per andare in ufficio come ogni giorno. Entrai in auto e percorsi quasi un chilometro, quando mi resi conto di aver lasciato a casa la cartellina con la documentazione del contratto che avrebbe dovuto firmare un importante cliente. Scocciato da tutto questo, feci retro front e mi diressi nuovamente a casa. Badai bene a non suonare il campanello e aprii con il mio mazzo di chiavi. La mattina Carmela si occupava dell'igiene personale di suo padre e non avrei voluto darle noia nel correre ad aprirmi la porta. Appena entrato udii dei rantoli e mi precipitai nel salone. Non appena fui sull'uscio della porta, vidi. Carmela era senza pantaloni e slip, con la camicetta aperta e i due grossi seni che saltavano su e giù. Alle sue spalle, suo padre seduto sulla sua sedia a rotelle aveva i pantaloni abbassati alle ginocchia e la teneva per i fianchi mentre Carmela faceva su e giù sul suo grosso cazzo. Saverio era tutto sudato e Carmela non era da meno. Aveva un espressione persa nel piacere e gemeva come una cagna in calore. Rimasi li, immobile, eccitato come non mai e iniziai a toccarmi il cazzo che ormai era diventato duro come l'acciaio. Ad un tratto Carmela mi vide ed ebbe un sussulto mettendosi subito in piedi con un'espressione spaventata. Saverio la afferrò con forza dai fianchi rimettendola al suo posto e penetrandola fino in fondo tanto che mia moglie non pote' trattenere un gemito di piacere.
- Non potevo dirgli di no - disse Carmela continuando a saltare sul cazzo di suo padre.
- Lui, ha bisogno di me. E io... di lui -
Dopo aver ascoltato quelle parole, venni preso da un attacco d'ira che offuscò i miei pensieri. Tirai di forza Carmela verso di me e voltandola verso suo padre la feci inginocchiare di fronte a lui.
- Prendiglielo in bocca, puttana che non sei altro - le urlai, mentre iniziai a sbottonarmi i pantaloni. Carmela guardò negli occhi suo padre che aveva ancora l'erezione di un adolescente. Il suo cazzo sembrava di granito e la sua espressione compiaciuta mi fece aumentare la rabbia. Saverio afferrò la testa di sua figlia e la spinse verso il suo membro pulsante. Carmela lo prese in bocca e iniziò a spompinare il vecchio con una foga mai vista. Intanto io ormai libero dai miei vestiti, mi inginocchiai dietro di lei. Adesso avrei potuto fare ciò che da sempre Carmela mi aveva negato. Ora ne avevo il diritto. Sputai sulla mia cappella e senza pensarci su gliela schiaffai nel culo. Carmela urlò di dolore mentre il cazzo di suo padre le riempiva la bocca carnosa. L'afferrai per i capelli e iniziai a stantuffarle il culo. Ero convinto che in quel momento, mia moglie avrebbe voluto uccidermi per quanto stessi facendo ma ad un tratto mi ricredetti.
- Spaccamelo, squartamelo. Sono solo una troia e voglio che tu mi apra in due - Urlò Carmela, liberandosi del grosso membro di Saverio che eccitato da queste parole iniziò a sborrarle in bocca uno sperma giallognolo e denso.
Mentre continuavo a penetrare il culone di Carmela, strizzandole le tettone come ad una vacca da latte, lei bevve tutta la sborra di suo padre, non lasciandone neppure una goccia. Non appena ebbe finito, liberai il suo culo e la misi in ginocchio di fronte a me.
- Adesso succhialo a me, bocchinara. Svuotami i coglioni come hai fatto con tuo padre -
Carmela prese in bocca il mio cazzo con la maestranza di una pornostar. Succhiò le mie palle e mi fece sborrare in pochissimo tempo. Le riempì la bocca di sborra e dopo aver finito le iniziai a pisciare in bocca. Quella grande troia, bevve anche il mio piscio. Mentre mi puliva per bene la cappella, suo padre si alzò dalla sedia a rotelle e le infilò il cazzo nel culo. Quel vecchio porco fingeva da quasi due anni e nessuno di noi se ne era accorto. Carmela iniziò a gridare per via della vigorosità con cui suo padre le stava aprendo il culo. Intanto, io, mi ero messo sotto di lei e le riempii la fica con il mio cazzo. Succhiavo le sue grosse mammelle e le strizzavo fino a farle male. D'un tratto, fu lei a prendere iniziativa. Si staccò da entrambi posizionandoci ai suoi fianchi e iniziò a spompinarci in maniera alternata. Le sborrammo in bocca ancora una volta, e ancora una volta lei bevve con la sua bocca insaziabile di sborra. Ne era colma. La lasciammo sul pavimento, sporca di piscio e sperma con un'espressione da gran troia e andammo a farci una birra.
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Commenti dei lettori al racconto erotico