Primo appuntamento
          
            
              di
Nicolò 
            
            
              genere
etero
            
          
        
        
          Mi chiamo Nicolò e ho 20 anni, frequento ingegneria meccanica al secondo anno.
In classe siamo (come ci si può aspettare) un numero importante di rilevanza maschile, le ragazze si possono contare sulle dita di una mano. Mi erano bastati pochi giorni di lezione per notare la più bella tra loro, riccia bionda non tanto alta (il giusto per il mio metro e ottantatre), due occhi stupendi, di quel marrone chiaro che al sole ero sicuro diventassero verdi, due guance piene che le arrotondano e simpatizzano il viso, due magnifici seni proporzionati per il fisico e una vita stretta che le accentuava le curve rendendola molto ma molto desiderabile. In un anno non riuscì neanche a parlarle, non sapevo il suo nome e quasi neanche il suono della sua voce. Quest’anno invece cambiò tutto, Eleonora, è poco più grande di me, iniziammo a scriverci su instagram, parlare in università e a sederci vicini a lezione, finché un mercoledì sera decisi di portarla in un parco in centro, e li cambiò tutto.
Mercoledì:
Camminiamo, ridiamo molto, parliamo di cose importanti e ci teniamo la mano, va tutto a meraviglia, finché ad un certo punto decidiamo di fermarci e sederci:
scegliamo un muretto, io mi metto a gambe incrociate, e lei invece le tiene a penzoloni, perchè ha una gonnellina abbastanza attillata e non può fare diversamente.
Sto desiderando solo te, ho in mente le tue labbra il mio desiderio è di baciarti, mi alzo, mi sto mettendo di fronte a te… cerco di avvicinarmi e tu mi guardi con fare sospetto, non capisco se posso permettermi di fare quello che voglio fare; Ti chiedo della tua libreria (so che leggi tanto) e inizi a parlarmene, io annuisco e rimugino sul cosa dire per risultare attraente, manteniamo il contatto visivo. Dopo qualche minuto mi permetto di mettere una mano interno coscia, piano piano dolcemente inizio a farti dei grattini; non vedo un dissenso nei tuoi occhi e mi avvicino sempre di più. Sono a pochi centimetri dalla tua bocca, ti chiedo sotto voce se posso baciarti e tu come un leggero soffio di vento mi raggiungi le orecchie con un desideroso si...Le labbra umide, il contatto tanto atteso, istantaneamente mi fanno esplodere il cuore, dopo qualche secondo ci tocchiamo con la lingua, inizia una danza molto lenta nelle nostre bocche, la mia mano finisce sui tuoi fianchi e tu mi afferri il maglioncino all’altezza della nuca; In un tratto mi ritrovo con il pene che batte forte nelle mutande dei pantaloni, lui più di me sa quanto aspettava questo momento.
Ci sediamo su una panchina, lei gambe incrociate io decisamente no… Fa particolarmente freddo ed utilizzo questa scusa per mettere la mano interno coscia. Siamo tremendamente eccitati, mi stai raccontando che sei una ragazza che squirta, io ascolto e penso al peggio. Guardi l’orologio, segna le 23:11 è molto tardi... la mia mano continua imperterrita a salire, finché sento che con il mignolo non ti sfioro la figa; muovo dolcemente su e giù con la mano, e continuiamo a guardarci negli occhi… ad un tratto ti alzi, tutta la mia eccitazione cala, penso che sia arrivata l’ora di andare, poi ti vedo di fronte a me che ti avvicini, alzi leggermente la gonna e ti siedi a cavalcioni su di me, nessuno ci guarda.
Ti limono potentissima, le nostre lingue premono l’una contro l’altra, ti strizzo il culo, non passa neanche un secondo che la mia mano destra si fionda sotto la tua figa, sei tutta bagnata ti sento, c’è la mutanda però capisco che sei umida… strofino, cerco il clitoride e ti sento ansimare… sono eccitatissimo. Cerco l’inizio della mutanda per spostarla, ma tu brillantemente mi ricordi ridendo che siamo alla seconda uscita, ridiamo entrambi, sento l’odore della tua figa sulla mia mano. Ci alziamo per tornare alla macchina e ho le mutande completamente bagnate.
Giovedì:
Entro in classe con te mano nella mano, ripenso insistentemente a ieri sera, e a giudicare dal tuo sguardo anche tu fai lo stesso… l’aula non è troppo piena, ci sediamo comunque sul fondo senza aver vicino nessuno. Il professore di analisi 2 inizia subito a scrivere alla lavagna.
Mi tiri qualche sguardo, io sorrido, ti fisso negli occhi e mi mordo un labbro, facciamo qualche minuto a seguire poi iniziamo a sentire il bisogno di contatto… stiamo mano nella mano per la prima mezzora, poi sposto la destra nel tuo interno coscia, perchè con la sinistra devo scrivere. Nell’arco di mezzora quella mano sale, fino ed arrivare al cavallo dei pantaloni, molto delicatamente, come per non farti capire le mie vere intenzioni, inizio a strofinare il mignolo nel punto più interno delle tue gambe. Non sono sicuro di star toccando il punto giusto, hai dei baggy, ma a giudicare dal tuo sguardo ti sta piacendo, fai finta di scrivere e di capire, cerchi di mantenere uno sguardo serio, cerchi anche gli occhi del professore, osservi le altre persone nell’aula e pensi alla follia che stai vivendo; sono tremendamente eccitato, ho paura che ci scoprano, mi guardi, con gli occhi più arrapati che avessi mai visto, e penso a quanto tu stia godendo. Finisce la lezione, e finisce il divertimento.
Sabato:
Mi porti al parco, prendiamo uno spiazzo d’erba a ridosso di un importante muro, abbiamo praticamente due lati coperti da esso e gli altri due danno su una passatoia percorsa dalle persone, stendo una stuoia per terra così da sdraiarci , partiamo tranquilli, tiri fuori delle carte e iniziamo a giocare, parliamo molto e ci baciamo molto.
Tu dai le spalle alla passatoia, quindi nessuno oltre me ti vede da davanti, tutte le persone che passano ti vedono solo la schiena, sguardi intensi e baci sentiti, la mia mano si avvicina al tuo interno coscia, ti accarezzo, ti palpo, finché non arrivo alla zip. La tensione è alta, le persone passano e l’intimità è poca… ti sbottoni il pantalone e mi mostri le tue mutandine, il tessuto è leggero, mi lascia intravedere la forma delle tue labbra, l’eccitazione è alta, leggo a fatica una scritta che ti copre la parte più interessante: “all you can eat” il mio unico desiderio ora è fiondarmi li con la lingua e assaggiarti tutta, ma la situazione è troppo rischiosa anche solo per toccarti…
Dopo un paio di orette decidiamo di alzarci e tornare alla macchina, l’ho lasciata in un parcheggio sotterraneo a pagamento (l’obbiettivo era trovare qualcosa di appartato nel caso in cui fosse andata bene l’uscita) alla luce di questo il nostro unico desiderio ora è di fiondarci in macchina con le migliori intenzioni. Ben presto capisco che non è possibile fare niente… c’è una guardia che visiona le telecamere, e un continuo via vai di macchine, è difficile eliminare quel pensiero dalla testa.
Partiamo, qualche minuto in strada e tu mi regali la speranza più bella che potessi desiderare; Con una applicazione per vedere la posizione dei telefoni noti che i tuoi genitori sono al centro commerciale, la distanza della tua casa a loro è importante, la distanza da noi a casa tua invece è qualche isolato…
Saliamo quasi correndo, non partiamo subito, mi mostri la casa, il tuo cagnolino briciola e mi offri un bicchiere di acqua. Sono in camera tua, mi dici di aspettarti che devi andare un attimo in bagno; socchiudi la porta, lasci uno spiraglio di speranza, non mi permetto di entrare ne di guardarti, mi mordo un labbro e penso a quanto sono pervertito, sento il tintinnio della tua pipì.
Esci, ti avvicini a me e ci baciamo, la luce della camera è spenta, sono le 18:30 all’incirca, il sole sta calando e il momento sta arrivando.
Mi siedo sul letto, sono all’altezza dei tuoi seni, ti slaccio il reggiseno e delicatamente ti solletico le costole, afferro prima la sinistra e poi dolcemente la destra, le ho esattamente difronte a me, sono bellissime e perfette come sospettavo, ti lecco il capezzolo di una e nel mentre pizzico l’altro, alterno cosi’ finché non mi levo anche io la maglietta.
Ti sdraio sul tuo letto, li calo con forza i pantaloni e arrivo alle mutandine tanto desiderate, non mi sembra vero, ti bacio, ti bacio sul collo, ti bacio i capezzoli, scendo scendo dolcemente e arrivo alle mutande… solletico con la lingua delicatamente i due interni cosca finché finalmente non arrivo alla tua figa, sentivo l’odore ancora dai pantaloni levati, raccolgo più saliva possibile e stampo la lingua direttamente sulla scritta, tu fai un gemito e io inizio a strusciare, pochi secondi e sporto con la mano la mutanda, non ho mai avuto così tanto desiderio di leccarla… muovo la lingua sul clitoride fino a scendere, entro delicatamente e aspiro, sei bagnata, buonissima.
Mi rialzo, ti levo le mutande e mi rifiondo a leccartela, aumento di intensità, ti sento ansimare, allungo la mano sinistra sul tuo seno destro e inizio a strizzare, sfrego quei millimetri di barba sul clitoride, salgo, scendo, tanto da strusciare anche il naso, la lingua mi preme sull’interno della tua figa, non mi sembra vero. Mi rialzo, avvicino le dita partendo dalle ginocchia, sento un brivido, bagno bene il medio e l’anulare e con decisione entro, inizio una danza costante e decisa, su giu su giu, tu ti mordi le dita e tieni gli occhi chiusi, io ho tempo di ammirare la tua bellezza. Estraggo le dita pregne di te, le avvicino lentamente alla tua bocca e con un movimento deciso ti assaggi, sento che il mio pene pulsa insistentemente nelle mutande. Ti prendo a forza e ti sposto sul letto, mi sdraio accanto a te e con decisione afferro le tue cosce, l’unica cosa che desidero ora e averti seduta sulla mia faccia; non mi sembra vero ho la tua figa sbattuta in bocca, mi sento completamente inerme con il tuo peso addosso, la mia lingua si muove all’impazzata e nel mentre mi godo la visuale, vedo la tua vita stringersi fino alla venuta dei tuoi magnifici seni, li afferro con decisione e ti infilo la lingua il più profondo possibile.
Ti giro, ora ho il tuo culo, struscio la barba con più forza possibile, mi sento completamente dominato da te; tu cerchi di sdraiarti ma io ti rialzo, ti metto dritta sempre reggendoti i seni, e sento di poterti leccare tutta, infatti non esito neanche un secondo nel leccarti l’ano, lo sento piccolino, ci giro intorno con la lingua poi cerco di entrarci, è stretto e utilizzo tutta la mia forza per spingere dentro la lingua, continuiamo così per qualche minuto, finché non sento la tua mano che mi sfiora le mutande, mi slacci i pantaloni e inizi a baciarmi all’altezza della cintura, un brivido mi percorre tutto il corpo, io soffro molto il solletico in quella zona, sento il pene che sta esplodendo, ti aiuto ad abbassarmi i pantaloni e dopo qualche secondo percepisco il caldo della tua bocca avvolgermi completamente, stiamo facendo un sessantanove.
Dura poco, non riesco a godere e farti godere nello stesso momento, ho desiderato talmente tanto questo momento che voglio regalarti la migliore esperienza possibile, da sdraiato ti giro e ti avvicini a me, ci baciamo a lungo finché non decido di strusciare la punta del mio pene sulla tua vagina bagnata, io non mi aspetto niente, non ho neanche portato i preservativi sono gia contento cosi il mio dovere l’ho fatto; appoggio la mia punta sul tuo buco e inaspettatamente ti siedi, sono completamente incredulo e estasiato dal momento, non ci credo che tu lo abbia fatto veramente! Inizi a salire e scendere lentamente, ti sento ansimare e mi scappa un gemito anche a me, non l’ho mai fatto senza preservativo; duriamo qualche minuto in questa posizione finché di forza non ti giro e ti sdraio di schiena, te la lecco velocemente giusto per bagnarti bene e riinizio a scoparti, aumento decisamente l’intensità e sento che lo apprezzi, continui ad orgasmare ad un ritmo sempre più veloce finché non ti sbatto quasi con tutta la forza; ti afferro il collo, stringo sempre di più sui lati, ti guardo negli occhi e penso a quanto sono fortunato, mi abbasso, ti bacio, e ricomincio a penetrarti, mi muovo velocissimo sento che i tuoi gemiti vanno a tempo, i miei movimenti sono precisi, esco quasi completamente e rientro fino in fondo, sento il pene avvolto completamente e al caldo, stiamo godendo tantissimo.
Ti giro, affondi la testa tra i cuscini e mi dai il culo, la posizione a pecora migliore che avessi mai visto, ti ho li completamente esposta con la figa quasi posta in dono; ti lecco, sfioro l’ano, mi bagno la punta e ricomincio a penetrarti, dentro fuori, dentro fuori all’unisono, ti metto le mani sul culo e le utilizzo per spingerti verso di me con tutta la forza che ho, sento il tuo godere soffocato nel cuscino. Suona il campanello. Mi fermo di colpo, ti rialzi alla velocità della luce e inizi a vestirti, io mi infilo a fatica i pantaloni e indosso la felpa senza neanche la maglietta sotto, ti vedo partire in corridoio per aprire il portoncino (per fortuna avevi lasciato le chiavi nella porta), sento tua mamma che ti saluta, e tu che rispondi soltanto “c’è Nicolò” torni in camera come un fulmine e cerchi il reggiseno, io rimango immobile non so a cosa andrò in contro, cerco solo di tornare lucido.
“Ciao e tu? Chi sei” “Buonasera sono Nicolò un amico di Eleonora” mi avvicino e le stringo la mano pregna e bagnata di figa, “Ahhh ho sentito molto parlare di te, la Ele mi ha raccontato… comunque io sono Anastasia, la mamma” è un piacere conoscerla, rispondo, siamo saliti un attimo perché sua figlia voleva mostrarmi la casa e offrirmi un bicchiere d’acqua (avevamo lasciato la luce della cucina accesa), “mamma ora andiamo perché mi accompagna a lavoro, scusaci ma dobbiamo andare” è stato un piacere averla conosciuta, continuo io, e ci avviamo alle scale.
Scendiamo correndo, increduli, estasiati e completamente eccitati, non doveva succedere quello che è successo ma è stato incredibile, usciamo dal palazzo, ci baciamo e ci incamminiamo alla macchina, realizzo che ho lasciato la maglietta in camera e il letto completamente disfato, ridiamo.
        
        
        In classe siamo (come ci si può aspettare) un numero importante di rilevanza maschile, le ragazze si possono contare sulle dita di una mano. Mi erano bastati pochi giorni di lezione per notare la più bella tra loro, riccia bionda non tanto alta (il giusto per il mio metro e ottantatre), due occhi stupendi, di quel marrone chiaro che al sole ero sicuro diventassero verdi, due guance piene che le arrotondano e simpatizzano il viso, due magnifici seni proporzionati per il fisico e una vita stretta che le accentuava le curve rendendola molto ma molto desiderabile. In un anno non riuscì neanche a parlarle, non sapevo il suo nome e quasi neanche il suono della sua voce. Quest’anno invece cambiò tutto, Eleonora, è poco più grande di me, iniziammo a scriverci su instagram, parlare in università e a sederci vicini a lezione, finché un mercoledì sera decisi di portarla in un parco in centro, e li cambiò tutto.
Mercoledì:
Camminiamo, ridiamo molto, parliamo di cose importanti e ci teniamo la mano, va tutto a meraviglia, finché ad un certo punto decidiamo di fermarci e sederci:
scegliamo un muretto, io mi metto a gambe incrociate, e lei invece le tiene a penzoloni, perchè ha una gonnellina abbastanza attillata e non può fare diversamente.
Sto desiderando solo te, ho in mente le tue labbra il mio desiderio è di baciarti, mi alzo, mi sto mettendo di fronte a te… cerco di avvicinarmi e tu mi guardi con fare sospetto, non capisco se posso permettermi di fare quello che voglio fare; Ti chiedo della tua libreria (so che leggi tanto) e inizi a parlarmene, io annuisco e rimugino sul cosa dire per risultare attraente, manteniamo il contatto visivo. Dopo qualche minuto mi permetto di mettere una mano interno coscia, piano piano dolcemente inizio a farti dei grattini; non vedo un dissenso nei tuoi occhi e mi avvicino sempre di più. Sono a pochi centimetri dalla tua bocca, ti chiedo sotto voce se posso baciarti e tu come un leggero soffio di vento mi raggiungi le orecchie con un desideroso si...Le labbra umide, il contatto tanto atteso, istantaneamente mi fanno esplodere il cuore, dopo qualche secondo ci tocchiamo con la lingua, inizia una danza molto lenta nelle nostre bocche, la mia mano finisce sui tuoi fianchi e tu mi afferri il maglioncino all’altezza della nuca; In un tratto mi ritrovo con il pene che batte forte nelle mutande dei pantaloni, lui più di me sa quanto aspettava questo momento.
Ci sediamo su una panchina, lei gambe incrociate io decisamente no… Fa particolarmente freddo ed utilizzo questa scusa per mettere la mano interno coscia. Siamo tremendamente eccitati, mi stai raccontando che sei una ragazza che squirta, io ascolto e penso al peggio. Guardi l’orologio, segna le 23:11 è molto tardi... la mia mano continua imperterrita a salire, finché sento che con il mignolo non ti sfioro la figa; muovo dolcemente su e giù con la mano, e continuiamo a guardarci negli occhi… ad un tratto ti alzi, tutta la mia eccitazione cala, penso che sia arrivata l’ora di andare, poi ti vedo di fronte a me che ti avvicini, alzi leggermente la gonna e ti siedi a cavalcioni su di me, nessuno ci guarda.
Ti limono potentissima, le nostre lingue premono l’una contro l’altra, ti strizzo il culo, non passa neanche un secondo che la mia mano destra si fionda sotto la tua figa, sei tutta bagnata ti sento, c’è la mutanda però capisco che sei umida… strofino, cerco il clitoride e ti sento ansimare… sono eccitatissimo. Cerco l’inizio della mutanda per spostarla, ma tu brillantemente mi ricordi ridendo che siamo alla seconda uscita, ridiamo entrambi, sento l’odore della tua figa sulla mia mano. Ci alziamo per tornare alla macchina e ho le mutande completamente bagnate.
Giovedì:
Entro in classe con te mano nella mano, ripenso insistentemente a ieri sera, e a giudicare dal tuo sguardo anche tu fai lo stesso… l’aula non è troppo piena, ci sediamo comunque sul fondo senza aver vicino nessuno. Il professore di analisi 2 inizia subito a scrivere alla lavagna.
Mi tiri qualche sguardo, io sorrido, ti fisso negli occhi e mi mordo un labbro, facciamo qualche minuto a seguire poi iniziamo a sentire il bisogno di contatto… stiamo mano nella mano per la prima mezzora, poi sposto la destra nel tuo interno coscia, perchè con la sinistra devo scrivere. Nell’arco di mezzora quella mano sale, fino ed arrivare al cavallo dei pantaloni, molto delicatamente, come per non farti capire le mie vere intenzioni, inizio a strofinare il mignolo nel punto più interno delle tue gambe. Non sono sicuro di star toccando il punto giusto, hai dei baggy, ma a giudicare dal tuo sguardo ti sta piacendo, fai finta di scrivere e di capire, cerchi di mantenere uno sguardo serio, cerchi anche gli occhi del professore, osservi le altre persone nell’aula e pensi alla follia che stai vivendo; sono tremendamente eccitato, ho paura che ci scoprano, mi guardi, con gli occhi più arrapati che avessi mai visto, e penso a quanto tu stia godendo. Finisce la lezione, e finisce il divertimento.
Sabato:
Mi porti al parco, prendiamo uno spiazzo d’erba a ridosso di un importante muro, abbiamo praticamente due lati coperti da esso e gli altri due danno su una passatoia percorsa dalle persone, stendo una stuoia per terra così da sdraiarci , partiamo tranquilli, tiri fuori delle carte e iniziamo a giocare, parliamo molto e ci baciamo molto.
Tu dai le spalle alla passatoia, quindi nessuno oltre me ti vede da davanti, tutte le persone che passano ti vedono solo la schiena, sguardi intensi e baci sentiti, la mia mano si avvicina al tuo interno coscia, ti accarezzo, ti palpo, finché non arrivo alla zip. La tensione è alta, le persone passano e l’intimità è poca… ti sbottoni il pantalone e mi mostri le tue mutandine, il tessuto è leggero, mi lascia intravedere la forma delle tue labbra, l’eccitazione è alta, leggo a fatica una scritta che ti copre la parte più interessante: “all you can eat” il mio unico desiderio ora è fiondarmi li con la lingua e assaggiarti tutta, ma la situazione è troppo rischiosa anche solo per toccarti…
Dopo un paio di orette decidiamo di alzarci e tornare alla macchina, l’ho lasciata in un parcheggio sotterraneo a pagamento (l’obbiettivo era trovare qualcosa di appartato nel caso in cui fosse andata bene l’uscita) alla luce di questo il nostro unico desiderio ora è di fiondarci in macchina con le migliori intenzioni. Ben presto capisco che non è possibile fare niente… c’è una guardia che visiona le telecamere, e un continuo via vai di macchine, è difficile eliminare quel pensiero dalla testa.
Partiamo, qualche minuto in strada e tu mi regali la speranza più bella che potessi desiderare; Con una applicazione per vedere la posizione dei telefoni noti che i tuoi genitori sono al centro commerciale, la distanza della tua casa a loro è importante, la distanza da noi a casa tua invece è qualche isolato…
Saliamo quasi correndo, non partiamo subito, mi mostri la casa, il tuo cagnolino briciola e mi offri un bicchiere di acqua. Sono in camera tua, mi dici di aspettarti che devi andare un attimo in bagno; socchiudi la porta, lasci uno spiraglio di speranza, non mi permetto di entrare ne di guardarti, mi mordo un labbro e penso a quanto sono pervertito, sento il tintinnio della tua pipì.
Esci, ti avvicini a me e ci baciamo, la luce della camera è spenta, sono le 18:30 all’incirca, il sole sta calando e il momento sta arrivando.
Mi siedo sul letto, sono all’altezza dei tuoi seni, ti slaccio il reggiseno e delicatamente ti solletico le costole, afferro prima la sinistra e poi dolcemente la destra, le ho esattamente difronte a me, sono bellissime e perfette come sospettavo, ti lecco il capezzolo di una e nel mentre pizzico l’altro, alterno cosi’ finché non mi levo anche io la maglietta.
Ti sdraio sul tuo letto, li calo con forza i pantaloni e arrivo alle mutandine tanto desiderate, non mi sembra vero, ti bacio, ti bacio sul collo, ti bacio i capezzoli, scendo scendo dolcemente e arrivo alle mutande… solletico con la lingua delicatamente i due interni cosca finché finalmente non arrivo alla tua figa, sentivo l’odore ancora dai pantaloni levati, raccolgo più saliva possibile e stampo la lingua direttamente sulla scritta, tu fai un gemito e io inizio a strusciare, pochi secondi e sporto con la mano la mutanda, non ho mai avuto così tanto desiderio di leccarla… muovo la lingua sul clitoride fino a scendere, entro delicatamente e aspiro, sei bagnata, buonissima.
Mi rialzo, ti levo le mutande e mi rifiondo a leccartela, aumento di intensità, ti sento ansimare, allungo la mano sinistra sul tuo seno destro e inizio a strizzare, sfrego quei millimetri di barba sul clitoride, salgo, scendo, tanto da strusciare anche il naso, la lingua mi preme sull’interno della tua figa, non mi sembra vero. Mi rialzo, avvicino le dita partendo dalle ginocchia, sento un brivido, bagno bene il medio e l’anulare e con decisione entro, inizio una danza costante e decisa, su giu su giu, tu ti mordi le dita e tieni gli occhi chiusi, io ho tempo di ammirare la tua bellezza. Estraggo le dita pregne di te, le avvicino lentamente alla tua bocca e con un movimento deciso ti assaggi, sento che il mio pene pulsa insistentemente nelle mutande. Ti prendo a forza e ti sposto sul letto, mi sdraio accanto a te e con decisione afferro le tue cosce, l’unica cosa che desidero ora e averti seduta sulla mia faccia; non mi sembra vero ho la tua figa sbattuta in bocca, mi sento completamente inerme con il tuo peso addosso, la mia lingua si muove all’impazzata e nel mentre mi godo la visuale, vedo la tua vita stringersi fino alla venuta dei tuoi magnifici seni, li afferro con decisione e ti infilo la lingua il più profondo possibile.
Ti giro, ora ho il tuo culo, struscio la barba con più forza possibile, mi sento completamente dominato da te; tu cerchi di sdraiarti ma io ti rialzo, ti metto dritta sempre reggendoti i seni, e sento di poterti leccare tutta, infatti non esito neanche un secondo nel leccarti l’ano, lo sento piccolino, ci giro intorno con la lingua poi cerco di entrarci, è stretto e utilizzo tutta la mia forza per spingere dentro la lingua, continuiamo così per qualche minuto, finché non sento la tua mano che mi sfiora le mutande, mi slacci i pantaloni e inizi a baciarmi all’altezza della cintura, un brivido mi percorre tutto il corpo, io soffro molto il solletico in quella zona, sento il pene che sta esplodendo, ti aiuto ad abbassarmi i pantaloni e dopo qualche secondo percepisco il caldo della tua bocca avvolgermi completamente, stiamo facendo un sessantanove.
Dura poco, non riesco a godere e farti godere nello stesso momento, ho desiderato talmente tanto questo momento che voglio regalarti la migliore esperienza possibile, da sdraiato ti giro e ti avvicini a me, ci baciamo a lungo finché non decido di strusciare la punta del mio pene sulla tua vagina bagnata, io non mi aspetto niente, non ho neanche portato i preservativi sono gia contento cosi il mio dovere l’ho fatto; appoggio la mia punta sul tuo buco e inaspettatamente ti siedi, sono completamente incredulo e estasiato dal momento, non ci credo che tu lo abbia fatto veramente! Inizi a salire e scendere lentamente, ti sento ansimare e mi scappa un gemito anche a me, non l’ho mai fatto senza preservativo; duriamo qualche minuto in questa posizione finché di forza non ti giro e ti sdraio di schiena, te la lecco velocemente giusto per bagnarti bene e riinizio a scoparti, aumento decisamente l’intensità e sento che lo apprezzi, continui ad orgasmare ad un ritmo sempre più veloce finché non ti sbatto quasi con tutta la forza; ti afferro il collo, stringo sempre di più sui lati, ti guardo negli occhi e penso a quanto sono fortunato, mi abbasso, ti bacio, e ricomincio a penetrarti, mi muovo velocissimo sento che i tuoi gemiti vanno a tempo, i miei movimenti sono precisi, esco quasi completamente e rientro fino in fondo, sento il pene avvolto completamente e al caldo, stiamo godendo tantissimo.
Ti giro, affondi la testa tra i cuscini e mi dai il culo, la posizione a pecora migliore che avessi mai visto, ti ho li completamente esposta con la figa quasi posta in dono; ti lecco, sfioro l’ano, mi bagno la punta e ricomincio a penetrarti, dentro fuori, dentro fuori all’unisono, ti metto le mani sul culo e le utilizzo per spingerti verso di me con tutta la forza che ho, sento il tuo godere soffocato nel cuscino. Suona il campanello. Mi fermo di colpo, ti rialzi alla velocità della luce e inizi a vestirti, io mi infilo a fatica i pantaloni e indosso la felpa senza neanche la maglietta sotto, ti vedo partire in corridoio per aprire il portoncino (per fortuna avevi lasciato le chiavi nella porta), sento tua mamma che ti saluta, e tu che rispondi soltanto “c’è Nicolò” torni in camera come un fulmine e cerchi il reggiseno, io rimango immobile non so a cosa andrò in contro, cerco solo di tornare lucido.
“Ciao e tu? Chi sei” “Buonasera sono Nicolò un amico di Eleonora” mi avvicino e le stringo la mano pregna e bagnata di figa, “Ahhh ho sentito molto parlare di te, la Ele mi ha raccontato… comunque io sono Anastasia, la mamma” è un piacere conoscerla, rispondo, siamo saliti un attimo perché sua figlia voleva mostrarmi la casa e offrirmi un bicchiere d’acqua (avevamo lasciato la luce della cucina accesa), “mamma ora andiamo perché mi accompagna a lavoro, scusaci ma dobbiamo andare” è stato un piacere averla conosciuta, continuo io, e ci avviamo alle scale.
Scendiamo correndo, increduli, estasiati e completamente eccitati, non doveva succedere quello che è successo ma è stato incredibile, usciamo dal palazzo, ci baciamo e ci incamminiamo alla macchina, realizzo che ho lasciato la maglietta in camera e il letto completamente disfato, ridiamo.
            
            
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