Io e Sara...
di
Thorn63
genere
trio
Eravamo giovani e sposati da appena pochi mesi. Io 27 anni, Lei, Sara, 22 anni, alta 1,65 per 48 kg, una bambolina, 2 tettine di 2^ misura con un chiodino per capezzolo, un culetto sodo ed una fighetta carnosa con un monte di venere ben pronunciato. Il sesso di certo non mancava sia per desiderio che per intensità ma quello che ci accadde non l’avremmo mai immaginato.
Ci trasferimmo in un piccolo condominio di appena 3 piani in cui vivevano 4 famiglie e un pensionato single. Il nostro appartamento era all’ultimo piano ed il pensionato era il nostro vicino di pianerottolo.
Dopo pochi mesi che oramai vivevamo lì, notai da parte del nostro dirimpettaio, Marco, un uomo di 67 anni, alto 1,75, gentile con tutti, bella presenza e che si teneva in forma andando a correre tutti i giorni, una certa attenzione nei confronti di Sara.
All’inizio ci ridevo sopra, poi col passare dei giorni iniziò a salirmi un po' di fastidio/rabbia e gelosia ed infine incredulo di me stesso iniziò a piacermi e inorgoglirmi, provocandomi anche eccitazione, il sapere che qualcuno desiderasse la mia Sara.
Una sera feci notare a Sara tali attenzioni da parte di Marco e mi confermò averle notate anche Lei confessandomi di trovarsi un po a disagio. Poi tra una battuta e una risata iniziammo con lo scherzarci su immaginando quel vecchio perverso intento a masturbarsi fantasticando su di Lei ma finimmo con l’eccitarci anche noi e facemmo del sesso molto sfrenato.
Da quella sera, quell’idea di Marco masturbarsi pensando a Sara ci stimolava e ci regalava delle gran scopate ma col passare dei giorni inconsciamente la Sua figura virtuale diveniva sempre più presente al punto che iniziammo a fantasticare scene di sesso con Lui.
Fummo così travolti da queste fantasie che confessai a Sara il mio reale desiderio di vederla sottomessa a Marco ma da parte Sua, per quanto incredula, mi confessò che seppure l’idea l’eccitava aveva paura a realizzarla per il timore e la vergogna dell’essere scoperti. Infine per mia fortuna riuscii a tranquillizzarla e la convinsi a provarci.
Convenimmo come primo passo di rafforzare l'amicizia con Marco così con scuse varie lo chiamavo per problemi in casa, da me creati ovviamente; iniziammo ad invitarlo a cena da noi e spesso lo chiamavo per una partita a carte o consumare una birra; al contempo pretesi da parte di Sara un abbigliamento alquanto succinto e sexy in sua presenza e di essere accondiscendente nei suoi confronti.
Ovviamente all’inizio ci fu un certo imbarazzo da parte sua che pian piano sparì e come mi auspicavo si fece sempre più audace. Gli sguardi, i complimenti, gli apprezzamenti verso Sara divenivano sempre più schietti e plateali e puntualmente trovavano la mia complicità. Sara viveva quei momenti di imbarazzo ed eccitazione con grande tensione cosa che poi scaricava a letto trasformandola in una gran troia.
Un giorno, Marco mi chiese di dargli una mano in casa sua. Approfittai dell’occasione di essere soli per parlare di Sara e si lasciò andare ad apprezzamenti anche spinti, allorché capii che era il momento giusto per giocare a carte scoperte cosi gli chiesi schiettamente se avrebbe avuto piacere a scoparsela.
A quella mia richiesta rimase esterrefatto e pensò ad uno scherzo ma dopo avergli confessato che era mio desiderio, quello di guardarla e sentirla godere tra le braccia di un altro e che anche Lei, seppur restia a realizzarla, lo desiderasse, ammise tutto il suo interesse e dopo una mattinata trascorsa a discuterne ci lasciammo con il mio impegno a organizzare il tutto.
Tornai a casa in uno stato di eccitazione pazzesca, il cazzo duro come mai che mi doleva nei pantaloni e non avevo proprio intenzione di perdere altri giorni.
Trovai Sara intenta a preparare la cena, l’afferrai e la spinsi con le spalle al muro, le bloccai i polsi dietro la schiena e baciandola e palpandola le infilai una mano dentro le mutandine e presi a sditalinarla con vemenza. Non so se per la mia brutalità o per altro ma subito il suo corpo rispose eccitato e quando capii che oramai era pronta, guardandola serio negli occhi, con voce ferma e imperativa gli dissi di prepararsi, rendersi desiderabile che avremmo fatto un aperitivo con Marco perché quella sera sarebbe stata sua.
A quelle parole lessi nei suoi occhi imbarazzo, incredulità, vergogna, paura e tanto altro e non proferì parola ma dai suoi respiri e dalla reazione del corpo percepii la sua totale accondiscendenza.
Giusto il tempo di avvisare Marco e la raggiunsi in bagno dove finita la doccia la trovai intenta a truccarsi. Le sfilai l’accappatoio lasciandola completamente nuda e iniziai a riprenderla col cellulare. Poi andammo in camera a scegliere l’abbigliamento, cosa che scelsi io: mutandine di pizzo bianco e nero, una camicetta beige scollata sul davanti dalla quale si evidenziavano i duri capezzoli per l’assenza del reggiseno, una minigonna a pieghe nera, calzettoni fino al ginocchio e scarpe con tacco 12 e ciliegina sulla torta un sexy collarino con un ciondolo raffigurante un cagnolino, che mi ero procurato proprio per l'occasione, a voler dimostrare la sua sottomissione ed il suo essere una “cagna”.
Quando ci incrociammo con Marco sul pianerottolo, rimase imbambolato e non riusciva a levarle gli occhi di dosso mentre Lei, imbarazzatissima, non riusciva a guardarlo in viso.
Giunti al locale scegliemmo il punto piu isolato possibile e ci sedemmo su un divanetto a mezza luna dove Lei sedette tra di noi.
Cercavamo di dissolvere la tensione che s’era creata con discorsi del tutto banali, aspettai che ci servissero in modo da non essere piu disturbati e finalmente ruppi gli indugi. Abbracciai Sara, che dall’uscita di casa non aveva spiccicato piu di due parole, e gli sussurrai se fosse pronta. Non ci fu risposta ma solo un sussulto allorché rivolto a Lui dissi: “Marco, sono felice di concederti mia moglie, sentiti libero di godertela liberamente perche anche Lei non vede l’ora di godersi quest’esperienza.”
Nel mentre dicevo questo, ci scambiammo un’occhiata compiacente e spinsi Sara verso di Lui che l’accolse tra le sue braccia. La prese per il mento e sfiorandole le labbra con le sue le sussurrò: “Hai sentito?” subito dopo la baciò e le labbra di Lei lentamente si schiusero permettendo alle loro lingue di trovarsi e si persero in un bacio intenso.
Notai del movimento sotto al tavolo e andai a guardare. Uno spettacolo stupendo, la mano di Lei sulla patta di Lui ad armeggiare sul cazzo mentre Lei con le gambe completamente divaricate e la mano di Lui dentro le sue mutandine che freneticamente la stava sditalinando. Fortunatamente avevo già iniziato a riprenderli dal bacio e conclusi con quella bellissima scena.
Restammo li, a girare quella scena porno, pochi minuti poi decidemmo di andare via. Mentre Marco era impegnato alla cassa, abbracciai Sara e gli chiesi come stesse. La sua risposta fu un bacio e un: “Ti Amo”.
Giunti a casa, si scatenarono scopando per diverse ore in ogni dove ed in ogni modo e malgrado avessi deciso che quella notte sarebbe stata solo la loro non riuscii a starmene fuori dai giochi. In un momento in cui Lei si impalava a smorzacandela su di Lui mi avvicinai da dietro e mi apprestai ad incularla. Appena si accorse della mia presenza provò a svincolarsi ma grazie alla complicità di Marco che la trattenne ci riuscii regalandole la prima doppia penetrazione della sua vita.
Continuammo a scoparla fino a crollare esausti e non ricordo quante volte io e Marco abbiamo goduto, di certo era piena del nostro sperma tra quello ingoiato e quello che le fuoriusciva dalla figa e dal culo.
Quella notte Sara divenne ufficialmente la nostra “puttana” soddisfatta e felice di accontentare ogni nostra fantasia e tutte le paure e le vergogne dei giorni precedenti svanirono nel nulla.
Sono graditi commenti e suggerimenti: thorn63@yahoo.it
Ci trasferimmo in un piccolo condominio di appena 3 piani in cui vivevano 4 famiglie e un pensionato single. Il nostro appartamento era all’ultimo piano ed il pensionato era il nostro vicino di pianerottolo.
Dopo pochi mesi che oramai vivevamo lì, notai da parte del nostro dirimpettaio, Marco, un uomo di 67 anni, alto 1,75, gentile con tutti, bella presenza e che si teneva in forma andando a correre tutti i giorni, una certa attenzione nei confronti di Sara.
All’inizio ci ridevo sopra, poi col passare dei giorni iniziò a salirmi un po' di fastidio/rabbia e gelosia ed infine incredulo di me stesso iniziò a piacermi e inorgoglirmi, provocandomi anche eccitazione, il sapere che qualcuno desiderasse la mia Sara.
Una sera feci notare a Sara tali attenzioni da parte di Marco e mi confermò averle notate anche Lei confessandomi di trovarsi un po a disagio. Poi tra una battuta e una risata iniziammo con lo scherzarci su immaginando quel vecchio perverso intento a masturbarsi fantasticando su di Lei ma finimmo con l’eccitarci anche noi e facemmo del sesso molto sfrenato.
Da quella sera, quell’idea di Marco masturbarsi pensando a Sara ci stimolava e ci regalava delle gran scopate ma col passare dei giorni inconsciamente la Sua figura virtuale diveniva sempre più presente al punto che iniziammo a fantasticare scene di sesso con Lui.
Fummo così travolti da queste fantasie che confessai a Sara il mio reale desiderio di vederla sottomessa a Marco ma da parte Sua, per quanto incredula, mi confessò che seppure l’idea l’eccitava aveva paura a realizzarla per il timore e la vergogna dell’essere scoperti. Infine per mia fortuna riuscii a tranquillizzarla e la convinsi a provarci.
Convenimmo come primo passo di rafforzare l'amicizia con Marco così con scuse varie lo chiamavo per problemi in casa, da me creati ovviamente; iniziammo ad invitarlo a cena da noi e spesso lo chiamavo per una partita a carte o consumare una birra; al contempo pretesi da parte di Sara un abbigliamento alquanto succinto e sexy in sua presenza e di essere accondiscendente nei suoi confronti.
Ovviamente all’inizio ci fu un certo imbarazzo da parte sua che pian piano sparì e come mi auspicavo si fece sempre più audace. Gli sguardi, i complimenti, gli apprezzamenti verso Sara divenivano sempre più schietti e plateali e puntualmente trovavano la mia complicità. Sara viveva quei momenti di imbarazzo ed eccitazione con grande tensione cosa che poi scaricava a letto trasformandola in una gran troia.
Un giorno, Marco mi chiese di dargli una mano in casa sua. Approfittai dell’occasione di essere soli per parlare di Sara e si lasciò andare ad apprezzamenti anche spinti, allorché capii che era il momento giusto per giocare a carte scoperte cosi gli chiesi schiettamente se avrebbe avuto piacere a scoparsela.
A quella mia richiesta rimase esterrefatto e pensò ad uno scherzo ma dopo avergli confessato che era mio desiderio, quello di guardarla e sentirla godere tra le braccia di un altro e che anche Lei, seppur restia a realizzarla, lo desiderasse, ammise tutto il suo interesse e dopo una mattinata trascorsa a discuterne ci lasciammo con il mio impegno a organizzare il tutto.
Tornai a casa in uno stato di eccitazione pazzesca, il cazzo duro come mai che mi doleva nei pantaloni e non avevo proprio intenzione di perdere altri giorni.
Trovai Sara intenta a preparare la cena, l’afferrai e la spinsi con le spalle al muro, le bloccai i polsi dietro la schiena e baciandola e palpandola le infilai una mano dentro le mutandine e presi a sditalinarla con vemenza. Non so se per la mia brutalità o per altro ma subito il suo corpo rispose eccitato e quando capii che oramai era pronta, guardandola serio negli occhi, con voce ferma e imperativa gli dissi di prepararsi, rendersi desiderabile che avremmo fatto un aperitivo con Marco perché quella sera sarebbe stata sua.
A quelle parole lessi nei suoi occhi imbarazzo, incredulità, vergogna, paura e tanto altro e non proferì parola ma dai suoi respiri e dalla reazione del corpo percepii la sua totale accondiscendenza.
Giusto il tempo di avvisare Marco e la raggiunsi in bagno dove finita la doccia la trovai intenta a truccarsi. Le sfilai l’accappatoio lasciandola completamente nuda e iniziai a riprenderla col cellulare. Poi andammo in camera a scegliere l’abbigliamento, cosa che scelsi io: mutandine di pizzo bianco e nero, una camicetta beige scollata sul davanti dalla quale si evidenziavano i duri capezzoli per l’assenza del reggiseno, una minigonna a pieghe nera, calzettoni fino al ginocchio e scarpe con tacco 12 e ciliegina sulla torta un sexy collarino con un ciondolo raffigurante un cagnolino, che mi ero procurato proprio per l'occasione, a voler dimostrare la sua sottomissione ed il suo essere una “cagna”.
Quando ci incrociammo con Marco sul pianerottolo, rimase imbambolato e non riusciva a levarle gli occhi di dosso mentre Lei, imbarazzatissima, non riusciva a guardarlo in viso.
Giunti al locale scegliemmo il punto piu isolato possibile e ci sedemmo su un divanetto a mezza luna dove Lei sedette tra di noi.
Cercavamo di dissolvere la tensione che s’era creata con discorsi del tutto banali, aspettai che ci servissero in modo da non essere piu disturbati e finalmente ruppi gli indugi. Abbracciai Sara, che dall’uscita di casa non aveva spiccicato piu di due parole, e gli sussurrai se fosse pronta. Non ci fu risposta ma solo un sussulto allorché rivolto a Lui dissi: “Marco, sono felice di concederti mia moglie, sentiti libero di godertela liberamente perche anche Lei non vede l’ora di godersi quest’esperienza.”
Nel mentre dicevo questo, ci scambiammo un’occhiata compiacente e spinsi Sara verso di Lui che l’accolse tra le sue braccia. La prese per il mento e sfiorandole le labbra con le sue le sussurrò: “Hai sentito?” subito dopo la baciò e le labbra di Lei lentamente si schiusero permettendo alle loro lingue di trovarsi e si persero in un bacio intenso.
Notai del movimento sotto al tavolo e andai a guardare. Uno spettacolo stupendo, la mano di Lei sulla patta di Lui ad armeggiare sul cazzo mentre Lei con le gambe completamente divaricate e la mano di Lui dentro le sue mutandine che freneticamente la stava sditalinando. Fortunatamente avevo già iniziato a riprenderli dal bacio e conclusi con quella bellissima scena.
Restammo li, a girare quella scena porno, pochi minuti poi decidemmo di andare via. Mentre Marco era impegnato alla cassa, abbracciai Sara e gli chiesi come stesse. La sua risposta fu un bacio e un: “Ti Amo”.
Giunti a casa, si scatenarono scopando per diverse ore in ogni dove ed in ogni modo e malgrado avessi deciso che quella notte sarebbe stata solo la loro non riuscii a starmene fuori dai giochi. In un momento in cui Lei si impalava a smorzacandela su di Lui mi avvicinai da dietro e mi apprestai ad incularla. Appena si accorse della mia presenza provò a svincolarsi ma grazie alla complicità di Marco che la trattenne ci riuscii regalandole la prima doppia penetrazione della sua vita.
Continuammo a scoparla fino a crollare esausti e non ricordo quante volte io e Marco abbiamo goduto, di certo era piena del nostro sperma tra quello ingoiato e quello che le fuoriusciva dalla figa e dal culo.
Quella notte Sara divenne ufficialmente la nostra “puttana” soddisfatta e felice di accontentare ogni nostra fantasia e tutte le paure e le vergogne dei giorni precedenti svanirono nel nulla.
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