Giusy
          
            
              di
Rodriguez Peña
            
            
              genere
etero
            
          
        
        
          “La fede delle donne è come l’araba fenice che ci sia ciascun lo dice dove sia nessun lo sa” fa dire Mozart al suo personaggio Don Alfonso in “Così fan tutte” Giusy è l’incarnazione di questa frase. 40 anni, ottimamente portati, lunghe gambe affusolate, fondoschiena perfetto e seno prosperoso, la sua fama è dovuta ai suoi mini abiti molto succinti accompagnati da tacchi siderali. Sposata, da sempre insoddisfatta delle prestazioni sessuali del marito, si definisce bisessuale, e lo tradusce con uomini, possibilmente neri grossi e cazzuti, ma anche con donne che però, preferibilmente, devono essere dominanti, sadiche e spietate, abili nell’uso degli strumenti correttivi, la sua preferita, in questo campo, è Ranya un’iraniana trentenne a cui si sottomette senza se e senza ma.
Non monetizzava le sue prestazioni solo per quel poco di rispetto nei confronti del marito che ancora nutriva, se non altro per il fatto del molto denaro che lui cacciava per soddisfare le sue voglie, ma uno dei suoi sogni era diventare una puttana in servizio permanente effettivo.
Questa sera ha un appuntamento al buio con due uomini in una fabbrica abbandonata, Giusy raggiunge il luogo stabilito, si ritrova sola e al buio fuori da un capannone vestita con un top scollato che lasciava la schiena nuda, degli shorts di pelle a vita alta e stivali alla coscia con tacchi di 14 cm..
Spinge una porta ed entra nel capannone nella fioca luce cerca di capire dove è capitata, improvvisamente una mano enorme la afferra, intravede nell’oscurità un grande e grosso uomo di colore “spero che abbia un cazzo proporzionato” pensò.
Un altro di eguali dimensioni le si parò davanti, l’eccitazione di Giusy eta già alle stelle, iniziarono a palpeggiarla, contemporaneamente aprirono i pantaloni lei afferra i due membri “ stasera sarò felice” pensa, le cose non andranno esattamente in quel modo ma andiamo avanti: i due strapparono di dosso il top e i pantaloncini, la ammanettarono e la spinsero a quattro zampe sul pavimento.
Uno dei due si sfila la cintura dai pantaloni e frusta Giusy sul culo, aveva già sperimentato questa pratica ma solo con Ranya, i colpi inflitti da un uomo erano sicuramente più dolorosi “ basta vi prego, farò tutto .quello che volete!” “ Questo è quello che vogliamo vederti soffrire e implorare zoccola, perché solo una troia viene ad un appuntamento al buio in un posto come questo” . L’uomo che aveva di fronte le rifilò un sonoro ceffone, nel tempo che lei aprì la bocca il suo enorme uccello era infilato dentro, un altro ceffone la convinse a succhiare di buona lena quello che le stava dietro le dilata le natiche e inizia a esplorarle figa e culo, poi, anche lui. Improvvisamente le infila il cazzo nella figa senza alcun riguardo, lei cerca di urlare ma ha la bocca impegnata dal cazzo di quell’altro, pertanto le esce una specie di gemito soffocato.
L’uomo la stantuffa nella figa e lei comincia a trarne godimento, l'uomo di fronte estrae il cazzo dalla bocca “ hai esperienza come succhiacazzi, ne devi avere provati assai” “sì sono una brava pompinara ho fatto esperienza con molti maschi di tutte le età”.
Quello che le stava di fronte si sdraia a terra sulla schiena e Giusy viene obbligata a cavalcare il cazzo dopo poco l’altro le infila il suo nel culo “sì spaccatemi tutta, mi piace, cazzo se mi piace” “ non avevamo dubbi data la troia che sei” stantuffano finché ne hanno poi escono ed entrambi vengono in pieno volto a Giusy che ingoia con voluttà, entrambi, poi, le pisciano addosso inondandola di urina e riprendono a frustarla.
Giusy, a quel punto era sfinita dal dolore, ma non era ancora finita, i due presero qualcosa di metallico, forse un attrezzo da lavoro con la punta rotonda, e glielo infilarono nel culo, lei li implora di non smettere perché sta per venire e infatti, dopo qualche attimo, squirta bagnando il pavimento, viene costretta a ripulire con la lingua, facendola quasi vomitare.
I due le mostrarono delle chiavi, erano quelle della sua auto “se le rivuoi vieni dopodomani seta sempre qui, porteremo degli amici ci sarà da divertirsi,
Giusy si ritrova nuda, con o soli stivali indosso, coperta di urina e sperma, con il culo dolorante e senza un mezzo per tornare a casa.
“Se fossi stata una vera puttana almeno mi avrebbero pagato” aveva volutamente lasciato a casa il cellulare, non le restava che incamminarsi verso casa conciata come era approfittando del buio della notte e la strada era lunga.
        
        
        Non monetizzava le sue prestazioni solo per quel poco di rispetto nei confronti del marito che ancora nutriva, se non altro per il fatto del molto denaro che lui cacciava per soddisfare le sue voglie, ma uno dei suoi sogni era diventare una puttana in servizio permanente effettivo.
Questa sera ha un appuntamento al buio con due uomini in una fabbrica abbandonata, Giusy raggiunge il luogo stabilito, si ritrova sola e al buio fuori da un capannone vestita con un top scollato che lasciava la schiena nuda, degli shorts di pelle a vita alta e stivali alla coscia con tacchi di 14 cm..
Spinge una porta ed entra nel capannone nella fioca luce cerca di capire dove è capitata, improvvisamente una mano enorme la afferra, intravede nell’oscurità un grande e grosso uomo di colore “spero che abbia un cazzo proporzionato” pensò.
Un altro di eguali dimensioni le si parò davanti, l’eccitazione di Giusy eta già alle stelle, iniziarono a palpeggiarla, contemporaneamente aprirono i pantaloni lei afferra i due membri “ stasera sarò felice” pensa, le cose non andranno esattamente in quel modo ma andiamo avanti: i due strapparono di dosso il top e i pantaloncini, la ammanettarono e la spinsero a quattro zampe sul pavimento.
Uno dei due si sfila la cintura dai pantaloni e frusta Giusy sul culo, aveva già sperimentato questa pratica ma solo con Ranya, i colpi inflitti da un uomo erano sicuramente più dolorosi “ basta vi prego, farò tutto .quello che volete!” “ Questo è quello che vogliamo vederti soffrire e implorare zoccola, perché solo una troia viene ad un appuntamento al buio in un posto come questo” . L’uomo che aveva di fronte le rifilò un sonoro ceffone, nel tempo che lei aprì la bocca il suo enorme uccello era infilato dentro, un altro ceffone la convinse a succhiare di buona lena quello che le stava dietro le dilata le natiche e inizia a esplorarle figa e culo, poi, anche lui. Improvvisamente le infila il cazzo nella figa senza alcun riguardo, lei cerca di urlare ma ha la bocca impegnata dal cazzo di quell’altro, pertanto le esce una specie di gemito soffocato.
L’uomo la stantuffa nella figa e lei comincia a trarne godimento, l'uomo di fronte estrae il cazzo dalla bocca “ hai esperienza come succhiacazzi, ne devi avere provati assai” “sì sono una brava pompinara ho fatto esperienza con molti maschi di tutte le età”.
Quello che le stava di fronte si sdraia a terra sulla schiena e Giusy viene obbligata a cavalcare il cazzo dopo poco l’altro le infila il suo nel culo “sì spaccatemi tutta, mi piace, cazzo se mi piace” “ non avevamo dubbi data la troia che sei” stantuffano finché ne hanno poi escono ed entrambi vengono in pieno volto a Giusy che ingoia con voluttà, entrambi, poi, le pisciano addosso inondandola di urina e riprendono a frustarla.
Giusy, a quel punto era sfinita dal dolore, ma non era ancora finita, i due presero qualcosa di metallico, forse un attrezzo da lavoro con la punta rotonda, e glielo infilarono nel culo, lei li implora di non smettere perché sta per venire e infatti, dopo qualche attimo, squirta bagnando il pavimento, viene costretta a ripulire con la lingua, facendola quasi vomitare.
I due le mostrarono delle chiavi, erano quelle della sua auto “se le rivuoi vieni dopodomani seta sempre qui, porteremo degli amici ci sarà da divertirsi,
Giusy si ritrova nuda, con o soli stivali indosso, coperta di urina e sperma, con il culo dolorante e senza un mezzo per tornare a casa.
“Se fossi stata una vera puttana almeno mi avrebbero pagato” aveva volutamente lasciato a casa il cellulare, non le restava che incamminarsi verso casa conciata come era approfittando del buio della notte e la strada era lunga.
            
            
                                    4
                                  
voti
          voti
            
            valutazione
6.8
                      
        6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Moira, un vera cougar.
Commenti dei lettori al racconto erotico