Io, Lia e Luca. 2° parte

di
genere
trio

Questo racconto è il secondo capitolo di
"Io, Lia e Luca al matrimonio" .
Prima di leggere questo racconto che segue è necessario leggere il primo capitolo, per poterne capire le dinamiche.

Il bar era affollato, ma al tavolo regnava un silenzio imbarazzante. Io giravo il bicchiere della birra su se stesso, evitando lo sguardo degli altri due. Luca fissava il suo bicchiere come se contenesse le risposte a tutte le domande dell'universo.
"Allora...rompo il ghiaccio" iniziò Lia, arrossendo visibilmente mentre giocherellava con i capelli. "Quella notte... al matrimonio..."
Io tossii improvvisamente, quasi soffocandomi con un sorso di birra. "Non penso che... voglio dire... è successo e basta, no?"
Luca annuì rapidamente, le orecchie rosse come peperoni. "Sì, certo, una cosa... normale tra amici."
Ma gli sguardi che si incrociavano e subito sfuggivano raccontavano una storia diversa, piena di tensioni non risolte e desideri repressi, i sorrisi timidi che tradiscono l'eccitazione ancora viva nel ricordare quella notte di trasgressione.
Ho voluto creare questo incontro al bar per parlare dell'accaduto superando situazioni di imbarazzo quando ci saremmo incontrati le volte successive.
Rispondendo poi a Luca dissi " beh oddio, non proprio una cosa normale tra amici" mettendomi a ridere quasi per smorzare la tensione... anche Lia e Luca risero; il seno di Lia ballava nella abbondante scollatura del vestito che la fasciava fino a metà coscia, libera senza calze.
Le risate liberatorie sciolsero finalmente la tensione che gravava sul tavolo. Mi passai una mano sul viso, ancora sorridendo, mentre Lia si asciugava una lacrima di divertimento.
"Hai ragione," ammise Luca scuotendo la testa, "non è stato proprio normale. Ma è stato... incredibile, posso dirlo sicuramente."
Lia abbassò lo sguardo sul suo drink, un sorriso malizioso che le illuminava il viso. "Non ho mai... fatto certe cose prima, ma sicuramente era una cosa sulla quale alcune volte avevo fantasticato." La sua voce si fece più bassa, quasi un sussurro. "Non credo di aver mai goduto così tanto."
Lia aggiunse con lo sguardo basso e le guance rosse "E se vi dicessi che a volte ci penso ancora? La notte, quando sono sola nel letto..."
Luca si schiarì la voce, improvvisamente serio. "Anch'io. Non riesco a smettere di pensare a quella notte, a te nuda..."
Il silenzio che seguì non era più imbarazzato, ma carico di elettricità. Io guardai prima Lia, poi Luca, prima di parlare a voce bassa: "E se... facessimo un bis prima o poi?"
I loro respiri si fecero più pesanti, mentre sotto il tavolo le ginocchia si sfioravano in un linguaggio segreto.
Luca fissava Lia con occhi pieni di desiderio. "Me lo stai chiedendo davvero? Cosa pensi che ti risponda? Lia è un sogno vivente, guarda che figa pazzesca! Da quella sera al matrimonio, ed è passato più di un mese, mi sego ogni santo giorno pensando alla nostra serata e guardando le sue foto sui social..."
Lia arrossì violentemente, ma invece di vergognarsi si mise a sedere più dritta, spingendo consapevolmente il suo seno generoso verso l'alto; come sempre il suo corpo non indossava abiti che castigassero la sua bellezza e le sue forme, al contrario le esponeva sempre con orgoglio. "Davvero guardi le mie foto mentre ti masturbi, Luca?" La sua voce era un misto di sorpresa e eccitazione.
Sorrisi lentamente, passando un braccio attorno alle spalle di Lia in un gesto possessivo. "Anch'io lo faccio, amore. Cristo, a volte ci masturbiamo insieme al telefono, parlando di te mentre lo facciamo."
Luca si morse il labbro fino a sentire dolore, gli occhi fissi sul seno di Lia che si sollevava con ogni respiro affannoso. "E adesso? Cosa facciamo adesso che abbiamo detto tutto questo? Io non posso pensare ad un 'prima o poi' come dici tu Rick, io sto impazzendo ora..."
"Potremmo andare da me," propose sempre Luca, la voce già roca per l'eccitazione. "Ho una bottiglia di whisky pregiato e un letto king size. E questa volta nessun matrimonio di mezzo a interromperci."
Un sorriso galvanizzato si aprì in tutti e tre, i fianchi di Lia sfiorarono prima me e poi Luca, un contatto elettrizzante che fece rabbrividire tutti e tre con una pacca di Luca sulla coscia di Lia.
Proprio mentre ci alzavamo per andare via, Simone e Paolo apparvero all'ingresso del bar con grandi sorrisi. "Ehi, dove scappate così di fretta?" esclamò Simone abbracciando Marco.
Paolo fissava già Lia con quel suo sguardo famelico che lei conosceva troppo bene. "Lia, sei sempre più splendida," disse mentre le baciava la guancia, gli occhi che le scendevano sulla scollatura.
Simone si unì ai complimenti: "Quel vestito ti sta da dio, ha ragione Paolo." La sua mano le sfiorò la schiena in un gesto che sembrava casuale ma non lo era.
Lia arrossì visibilmente, incrociando le gambe nel tentativo di coprirsi. "Grazie ragazzi, siete troppo gentili."
Io e Luca scambiammo un'occhiata di frustrazione, costretti ad accettare l'invito a bere qualcosa per non insospettire gli amici. Ci sedemmo nuovamente, i corpi tesi come archi. Lia che si sistema il vestito con imbarazzo.
Mentre la conversazione procedeva tra battute superficiali e sguardi distratti, Paolo non poté fare a meno di commentare l'attenzione che Lia attirava. "Quel povero cameriere sembrava ipnotizzato dal tuo décolleté," osservò con tono divertito, "sta dimenticando persino di servire gli altri clienti."
Simone annuì con complicità, gli occhi che scendevano sulla scollatura di Lia. "Del resto è difficile non notare una donna così affascinante," aggiunse, "quel vestito mette in risalto le tue curve in modo... irresistibile."
Lia sentì il calore salirle alle guance, le braccia che si strinsero istintivamente a coprire il seno mentre un tremore le percorreva la schiena. "Vi prego, smettetela, mi mettete in imbarazzo..." sussurrò, consapevole dello sguardo del cameriere che continuava a posarsi sulla sua scollatura come una carezza indesiderata anche ora che era lontano.
Io ero a metà strada tra il divertito, l'eccitato e l'infastidito, mentre Luca osservava la scena con espressione torva, il desiderio che si trasformava in fastidio anche per lui.
Lia che si spostò sul bordo della sedia, il vestito che si tendereva sul petto con ogni suo movimento.
Quando feci finta di ricevere una telefonata e Luca si allontanò per salutare un conoscente, l'atmosfera cambiò immediatamente.
Simone e Paolo non persero tempo. "Quel vestito dovrebbero vietartelo per legge," esordì Simone fissando il seno di Lia, "è una distrazione pubblica."
Paolo si aggiustò i pantaloni sotto il tavolo. "Mamma mia Lia, come fai a camminare per strada vestita così? Se fossi il tuo uomo non ti farei uscire di casa così conciata."
Lia sentì un'onda di calore percorrerle il corpo, le gambe che si strinsero sotto il tavolo. "Ragazzi, state esagerando..." protestò debolmente, ma il petto si allargò comunque sotto i loro sguardi famelici.
Simone abbassò la voce: "Scommetto che non porti nemmeno il reggiseno, vero? Si vede tutto così... perfettamente."
Lei respirò più profondamente facendo oscillare il seno, mentre i due uomini la divorarono con gli occhi;
"Non porto il reggiseno..." confessò Lia con voce un po' tremula, "...quasi mai. Il mio seno non ne ha bisogno, anche se è abbondante." Un sorriso civettuoso le sfiorò le labbra. "Non l'avevo nemmeno al matrimonio, quando voi due non mi avete persa di vista un solo istante."
Paolo emise un suono roco, quasi soffocato. "Dio santo... quindi tutto quel movimento durante il ballo era... completamente libero?" Le sue mani si strinsero attorno al bicchiere.
Simone si schiarì la gola, visibilmente affascinato. "Adesso capisco perché non riuscivo a smettere di guardarti quella sera. Ogni tuo passo era... ipnotico."
Lia si lasciò sfuggire una risatina, consapevole del potere che esercitava su di loro. "Forse mi piace sentirmi... libera," sussurrò, lasciando la frase in sospeso e sorridendo.
Luca tornò al tavolo e Lia si alzò per andare in bagno, i tre uomini rimasero ipnotizzati dal suo incedere. Il vestito aderente modellava ogni curva del suo corpo, le cosce che si sfioravano con un leggero fruscio di stoffa, il seno che ondeggiava libero con ogni passo. Io ancora fuori dal locale, osservavo la scena attraverso la vetrata con evidente eccitazione.
Simone non resistette: "Luca, dimmi la verità... con tutta questa intimità che avete, non ti è mai capitato di vederla... più scoperta?"
Paolo si sporse in avanti: "Sì, racconta... qualcosa avrai visto!"
Luca sorrise maliziosamente: "Allora... al mare l'ho vista in bikini. Cazzo, quelle tette sono così grosse che quando si sdraia le vedi spalancarsi ai lati come due montagne. E quel culo... Dio, quando si china in spiaggia per prendere l'asciugamano, ti verrebbe voglia di affondarle la faccia tra le natiche."
Luca continuò, il viso illuminato da un sorriso complice: "In spiaggia è uno spettacolo che attira sguardi da ogni direzione. I vecchi si dimenticano persino di giocare a carte pur di seguirla con lo sguardo quando cammina, e i ragazzini - quelli appena sbocciati - rimangono a bocca aperta, confusi da quel corpo che non sanno ancora come gestire. Una volta ho sentito un gruppo di uomini maturi commentare senza peli sulla lingua: dicevano che con quelle tette così prosperose e quel sedere alto e sodo, sembrava fatta apposta per essere scopata in ogni posizione. Un altro aggiunse che avrebbe voluto vederla bagnata, con il costume attillato che si incollava su ogni curva, lasciando poco all'immaginazione. E lei, sapete? Sembra quasi compiacersi di quell'attenzione, muovendosi con una lentezza voluttuosa che è una tortura per chi la guarda."
Simone si strofinò la bocca con il dorso della mano, gli occhi lucidi: "Cazzo, la prossima estate dobbiamo assolutamente organizzarci per andare al mare con voi. Vederla in costume sarebbe un sogno che si avvera."
Paolo non riusciva più a nascondere la sua erezione, la mano che premeva contro il tessuto dei pantaloni: "Già... immaginala bagnata dopo il bagno, con quel bikini che le si incolla sulla figa e quelle tettone che scivolano quasi fuori dal reggiseno..." La sua voce si fece più roca: "Scommetto che quando cammina sulla sabbia, il culo si muove in modo da far impazzire chiunque."
Luca sorrise compiaciuto: "Vi assicuro che lo spettacolo vale ogni secondo. A volte si mette a stendersi a pancia in giù e slaccia il reggiseno... lasciando immaginare cosa ci sia sotto... vi racconto una cosa: una volta Rick era a fare il bagno, si è fermato un venditore ambulante di colore che avrà avuto forse 20 anni, e le faceva provare delle collane... sta di fatto che ha avuto una grossa erezione che non riusciva a nascondere."
Paolo scoppiò a ridere, la mano che non smetteva di massaggiarsi l'erezione: "Cazzo, pure un venditore ambulante! Ma allora fa impazzire veramente tutti!"
Simone si sporse in avanti, il respiro affannato: "Aspetta, aspetta... quindi questo ragazzo di colore si è fatto un'erezione così evidente da non riuscire a nasconderla? E Lia cosa faceva intanto?"
Luca sorrise maliziosamente: "Lei faceva finta di niente, ma quando il tipo le metteva le collane al collo, si inarcava in modo da sfiorarlo con le tette. Poi quando siamo andati via mi ha detto: 'Impossibile non accorgersene, aveva il pisello gigantesco che quasi usciva da quei pantaloncini larghi'."
Paolo gemette quasi: "Dio santo... e tu non gli hai detto niente di più a lei?"

Lia tornò dal bagno con un'andatura sinuosa, il vestito che sembrava aderire ancora più strettamente al suo corpo. I suoi occhi si posarono sui tre uomini che la fissavano con intensità animalesca.
"Ehi ragazzi, tutto okay?" chiese con voce melodiosa, un sorriso civettuolo che le solcava le labbra. "Che ho? Mi sono sporcata il vestito?"
Paolo deglutì a fatica: "No, è che... sei semplicemente splendida stasera."
Simone aggiunse con voce roca: "Quel vestito ti sta... divinamente."
Ma gli sguardi di Lia scivolarono più in basso, notando immediatamente le evidenti erezioni che deformavano i pantaloni dei due uomini. Un rossore improvviso le colorò le guance, le mani che si agitavano nervosamente..
Io rientrai con il telefono ancora in mano. "Scusate il ritardo, quella telefonata si è prolungata più del previsto."
I tre si raddrizzarono bruscamente sulle sedie, cercando di nascondere le loro evidenti erezioni. Lia sorrise imbarazzata, distogliendo lo sguardo dalle loro braghe tese.
"Tutto bene, Rick," disse Luca con voce leggermente tremula. "Stavamo solo... conversando."
Paolo si aggiustò la posizione sulla sedia, cercando di coprire la sua eccitazione con le mani. Simone tossicchiò, il volto ancora arrossato.
Io guardai l'orologio con preoccupazione: "Ragazzi, mi dispiace ma dobbiamo proprio andare, siamo in ritardo."
Paolo si avvicinò per salutare Lia, la sua mano che scivolò insistentemente sulla sua schiena fino a sfiorarle le natiche. "È stato un piacere... rivederti," sussurrò con voce carica di intenzione.
Simone, non volendo essere da meno, le strinse la mano lasciando che le dita le premessero contro il fianco, pericolosamente vicino al seno. "Spero di rivederti presto," mormorò, lo sguardo fisso sul suo décolleté.
Lia si irrigidì visibilmente, un'imbarazzata smorfia che le contraeva le labbra, ma tra le sue cosce una calda umidità iniziava a impregnare la biancheria, tradendo la sua eccitazione nonostante il disagio.
Io che già mi dirigevo verso l'uscita senza notare i contatti inappropriati, mentre Lia rimane immobile, combattuta tra il fastidio e il piacere che le scorre nelle vene.
Appena la porta del locale si chiuse alle nostre spalle, un silenzio carico di tensione ci avvolse per lunghi secondi. Poi Lia scoppiò, la voce roca dall'eccitazione: "Ragazzi... sono eccitatissima, non riesco nemmeno a camminare normalmente. Le mie mutande sono completamente fradice, sento questo caldo umido che mi scende lungo le cosce. Quei due... Paolo quando mi ha salutato mi ha praticamente palpato il culo, le sue dita che spingevano sul tessuto. E Simone con quella scusa della mano sul fianco che mi sfiorava il seno... Ma è stato prima, quando ero sola con loro... Le domande che mi facevano: 'Quanto sono grandi esattamente le tue tette?', 'Ti piace quando gli uomini non riescono toglierti gli occhi di dosso?', 'Quante volte ti sei fatta palpare su un autobus?'. E le battute... 'Con quel vestito dovresti entrare in un convento per le tentazioni che provochi'.
E il peggio è che... cazzo... il peggio è che mentre fingevo di essere imbarazzata, la mia figa pulsava così forte che temevo si sentisse. Adesso ho bisogno di voi, subito, non reggo più questa tensione."
Appena ci sedemmo nell'auto, l'atmosfera divenne subito pesante, carica di un'elettricità sessuale quasi tangibile. Dopo appena un centinaio di metri, Luca non resistette più e con voce roca e impaziente disse: "Rick, accosta. Adesso." Comprendendo immediatamente, parcheggiai in una stradina laterale buia, il suo respiro che già si faceva affannoso. "Lia, vieni dietro con me," ordinò Luca aprendo il portiere posteriore, le mani che tremavano leggermente dall'eccitazione.
Nel frattempo ripartii.
Non appena Lia scivolò sul sedile posteriore, Luca la afferrò con un gesto brutale, attirandola a sé in un bacio profondo e disperato. Le loro lingue si incontrarono in una danza selvaggia, i denti che si urtavano nella fretta, i gemiti soffocati che riempivano l'abitacolo. Le mani di Luca già le strappavano il vestito dalle spalle, mentre quelle di Lia gli sbottonavano freneticamente i pantaloni.
Dal sedile anteriore, sistemai lentamente lo specchietto retrovisore per avere la visuale perfetta, gli occhi che mi brillavano nel buio mentre osservavo la scena. "Dio... continuate," una mano che già si sfregava sull'erezione che mi deformava i pantaloni. Lia si staccò dal bacio per un istante, il respiro affannoso, le labbra gonfie e lucide: "
"Non fermatevi... per favore, continuate," implorai dall'anteriore, la voce roca mentre regolavo ulteriormente lo specchietto per non perdere nemmeno un dettaglio.
Luca obbedì immediatamente, riaffondando la lingua nella bocca di Lia con furore. Le sue mani le sollevarono la gonna, le dita che affondarono nell'umidità che impregnava le sue mutandine. "Cazzo Lia... sei completamente bagnata," gemette contro le sue labbra, scostandole via con gesto la biancheria intima.
Lia gettò la testa all'indietro con un grido soffocato quando le dita di Luca le penetrarono profondamente, il suo corpo che si inarcò contro il sedile in un'onda di piacere. "Sì... proprio lì... non smettere," ansimò, le unghie che gli graffiavano la schiena attraverso la camicia.
Accelerai attraverso le strade secondarie, evitando il traffico principale per arrivare più in fretta a destinazione. Nel sedile posteriore, Luca aveva finalmente liberato il magnifico seno di Lia dalla scollatura, le sue labbra che si chiudevano avidamente attorno a un capezzolo già eretto e sensibile. "Dio Luca... sì, continua così," gemette Lia, le dita che si intrecciarono nei suoi capelli spingendogli la testa più forte contro il petto.
Luca alternava leccate lente e profonde con succhiate violente che lasciavano segni rossastri sulla pelle pallida, mentre una mano continuava a massaggiarle la figa bagnata . "Sei così dolce qui," mormorò tra un bacio e l'altro, "voglio sentire il tuo sapore in gola tutto il giorno."
Dall'anteriore non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo specchietto. "Falla gemere più forte... voglio sentire quanto le piace quel tua bocca sulle sue tettone." La mano destra tornò ad accarezzare l'erezione mentre con la sinistra guidavo attraverso le curve.
Lia iniziò a muovere i fianchi in sincronia con le lingue di Luca, un ritmo ipnotico che faceva oscillare l'auto. "Sto per venire... continua non fermarti..." ansimò, il viso contratto in un'espressione di estremo piacere mentre Luca infilò nuovamente due dita dentro di lei con un movimento secco, sentendola contrarsi immediatamente attorno alle sue dita. Continuava a succhiarle il seno come un uomo morente di sete, lasciando l'intero seno coperto di segni rossi e saliva. "Cazzo... Luca... non posso smettere!" gridò, le dita che si aggrappavano al sedile come artigli.
I fluidi caldi inondarono le dita di Luca che continuava a penetrarla profondamente, sentendo le sue pareti vaginali contrarsi violentemente attorno alle sue dita. "Guarda come viene questa troietta," Luca contro il suo seno, aumentando la velocità delle dita dentro di lei. "Sta schizzando dappertutto come una puttana in calore."
Io dall'anteriore frenai bruscamente, parcheggiando davanti al cancello di casa di Luca. "Dio, l'ho sentita venire anche da qui,"
Lia si sistemò frettolosamente il vestito, cercando di coprire vanamente il seno sinistro che era quasi completamente fuori dal vestito. "Nonostante l'orgasmo... non vedo l'ora di continuare dentro," sussurrò con voce ancora roca dall'eccitazione, aggiustandosi la gonna che era salita fino a mostrare le mutandine strappate.
Mentre scendevamo dall'auto, i loro vestiti erano in evidente disordine. I capelli di Lia erano completamente scompigliati, il rossetto sfumato oltre il contorno delle labbra, e il vestito così tirato da mostrare chiaramente le forme del suo sedere. Proprio in quel momento, il signor Carlo, un vicino oltre i 70 anni del terzo piano, uscì dal portone con il suo bassotto al guinzaglio.
"Buonasera Luca," disse l'uomo, gli occhi che si allargarono leggermente mentre osservava la scena imbarazzante. Il suo sguardo scivolò ovviamente sul seno quasi nudo di Lia e sulle sue gambe scoperte, prima di tornare rapidamente sul viso di Luca. Il cane annusò l'aria, dirigendosi verso le gambe di Lia.
Luca cercò di apparire il più normale possibile, nonostante la camicia spiegazzata e i pantaloni slacciati. "Buonasera signor Carlo, tutto bene?" rispose, mettendosi istintivamente tra l'anziano e Lia mentre lei cercava goffamente di coprirsi il seno con le braccia.
Appena la pesante porta del portone si chiuse alle nostre spalle, tutti e tre scoppiammo in una risata soffocata. "Avete visto la faccia del vecchio?" sussurrai premendo Lia contro il muro del corridoio. "Pensava di aver visto tutto nella vita, ma tre persone insieme... questo gli ha fatto aprire gli occhi."
Luca si sistemò i pantaloni mentre un sorriso compiaciuto gli illuminava il viso. "Il signor Carlo mi guardava come se avessi due teste... ma il suo sguardo su di te, Lia..." Le sue dita le sollevarono il mento. "Stava morendo dalla voglia di unirsi a noi, nonostante i suoi oltre settant'anni."
Lia ridacchiò, lasciando che le scoprissi finalmente il seno completamente. "Mi è sono bagnata di nuovo quando mi ha fissata... quel vecchietto che mi guardava come una troia." Si strinse al mio corpo, sentendo l erezione premere contro il suo ventre.
Le affondai la lingua in bocca con un bacio profondo, le mani che le sollevavano la gonna.

Appena varcata la soglia di casa, Lia si liberò del vestito con un gesto teatrale, lasciandolo cadere sul pavimento. Le sue tettone piene e sode saltarono fuori imperiose, i capezzoli già duri e eretti per l'eccitazione. L'unico indumento che le rimaneva era un perizoma di pizzo nero così ridotto che appena copriva il suo sesso, lasciando completamente scoperte le natiche.

"Finalmente sola con i miei due stalloni," sussurrò con voce roca, facendo oscillare i fianchi in un lento movimento seducente mentre si avvicinava a loro. Le sue mammelle ondeggiavano ad ogni passo, i capezzoli che sfioravano l'aria come in una sfida.

Si inginocchiò sul tappeto del soggiorno, il perizoma così stretto da scomparire tra le labbra carnose. "È tutta la sera che aspetto di sentire i vostri cazzi in gola," ansimò, afferrando contemporaneamente le loro erezioni con mani esperte. La sua bocca si chiuse avidamente sul mio cazzo mentre le dita continuavano a massaggiare quello di Luca, alternando succhiate profonde a leccate lunghe e lente lungo tutta l'asta.
Lia alternava la bocca tra i due cazzi con ritmo frenetico, le labbra che si stringevano attorno alle aste pulsanti. "Cazzo quanto sono duri," gemette tra una succhiata e l'altra, la saliva che le colava dal mento mentre prendeva in profondità il mio. Poi si girava verso Luca, ingoiandone il membro fino alla base con un gemito soffocato.
Le sue mani non smettevano mai di lavorare, stringendo e massaggiando quello che la sua bocca non poteva raggiungere. Il perizoma era ormai completamente inzuppato, trasparente per l'umidità che trasudava dal suo corpo eccitato. "Non resisto... mi sta uscendo tutto dalla figa," ansimò, le cosce che si stringevano involontariamente mentre un nuovo fiotto di piacere la faceva tremare.
Le afferrai i capelli, guidandole il movimento sulla sua erezione. "Continua troia, voglio venirti in bocca e guardarti ingoiare tutto," i fianchi che spingevano in avanti per penetrare più profondamente la sua gola.

Luca intanto le palpeggiava il seno con forza, pizzicandole i capezzoli già durissimi. "E dopo la bocca ti riempiamo anche quella figa bagnata," promise, premendo la punta del suo cazzo contro le sue labbra gonfie.
Lia si strappò via il perizoma fradicio con gesto impaziente. "Adesso, vi voglio dentro subito!" gridò, montando a cavalcioni su Luca. Quando il suo cazzone le entrò completamente nella figa, un urlo animalesco le sfuggì dalle labbra: "Cazzo sì! Riempimi tutta, cazzo come mi piace!"
Poi si girò verso di me con occhi lucidi di piacere, afferrandomi per un braccio. "Rick, inculami mentre Luca mi scopa, voglio la doppia penetrazione come quella sera del matrimonio!" Il suo corpo ondeggiava già sul cazzo di Luca, le tettone che rimbalzavano a ogni sua spinta.
Mi avvicinai dietro di lei, le mani che le afferrarono i fianchi mentre guidavo la mia erezione verso il suo buco del culo stretto. "Cazzo si, proprio come quella volta," ansimai, spingendo lentamente dentro mentre sentivo Luca che già la scopava vigorosamente davanti.
Lia urlò di nuovo quando la penetrai completamente, il suo corpo stretto tra le nostre due erezioni. "Sì! Riempitemi tutta, non fermatevi cazzo!" gemette, le dita che si aggrappavano alle spalle di Luca mentre io iniziavo a muovermi in un ritmo sincronizzato con lui.
"Cazzo Rick, mi stai spaccando il culo che male..." gemette Lia tra i denti, le unghie che si conficcarono nelle spalle di Luca. "Ma non fermarti, cazzo, lo voglio tutto! Da quella notte non faccio che sognare questa doppia penetrazione!"
Il suo corpo si contorceva tra le nostre spinte, il dolore che si mescolava al piacere in un mix esplosivo. Luca la scopava forte davanti mentre io, le aprivo il culo con determinazione.
"Cosa pensate di me?" ansimò improvvisamente Lia, la testa che cadeva all'indietro. "Penserete che sono una troia!" Un gemito lungo le sfuggì quando entrambi raggiungemmo un punto profondo dentro di lei, le lacrime che le rigavano il viso miste al sudore.
"Pensiamo che sei una bomba sexy," ansimai io, Rick, affondando più profondamente nel suo culo stretto. "E scopi da fare impazzire."
"Sei la porca più eccitante che abbia mai scopato," ringhiò Luca, affondando il suo cazzo fino alle palle nella figa bagnatissima di Lia. Le sue mani le stringevano i fianchi con forza, lasciando segni rossi sulla pelle sudata.
Io continuai a muovermi nel suo culo stretto, sentendo ogni suo muscolo contrarsi attorno a me. "E ci piace un casino che tu sia così," aggiunsi, schiaffeggiandole le natiche mentre aumentavo il ritmo. "Una vera troia da doppia penetrazione."
Lia urlò quando entrambi la penetrammo più profondamente, il suo corpo che tremava tra le nostre prese. "Sì! Sono la vostra troia! La vostra puttana da sfondare in due buchi!" gemette, la voce roca per il piacere e la fatica.

Luca continuò a baciare Lia con feroce passione, la sua lingua che esplorava ogni angolo della sua bocca mentre le mani le strizzavano le tettone con rinnovato vigore. Le sue dita affondavano nella carne morbida, lasciando segni rossastri sul seno sudata.
Io intensificai i colpi nel suo culo, ogni schiaffo che risuonava nella stanza insieme ai nostri gemiti. "Prendi tutto, troia del cazzo," ringhiai, sentendo il suo buco contrarsi attorno al mio cazzo. Le mie palle sbattevano ritmicamente contro la sua pelle, il sudore che univa i nostri corpi.
Lia ruppe il bacio con un urlo soffocato, la testa che si piegava all'indietro in estasi. "Cazzo, non fermatevi! Sono vicina!" gridò, il suo corpo che iniziava a tremare in modo incontrollabile tra le nostre spinte sincronizzate.
Afferrai i capelli di Lia tirandoli all'indietro mentre spingevo ancora più forte nel suo culo, sentendo le sue contrazioni diventare incontrollabili. Luca le strattonava i fianchi con forza animalesca, il suo cazzo che martellava dentro di lei senza pietà.
"Siiii aspettavo da mesi questoooo," urlò Lia, il corpo scosso da spasmi violenti. "Siiii cazzoooooo!" Il suo grido si trasformò in un gemito prolungato quando l'orgasmo la travolse completamente.
Sentendo le sue contrazioni così intense, non riuscii a trattenermi e sborrai nel suo culo con un ringhio profondo, riempiendola completamente. Luca continuò a scoparla per altri minuti prima di raggiungere a sua volta il suo orgasmo, il suo sperma che si mescolò al mio dentro di lei.

I nostri corpi esausti crollarono sul divano, il respiro affannoso e il sudore che ci univa. "Cazzo," mormorai, "era da mesi che non facevamo una scopata così pazzesca!"

Mi svegliai sul grande divano ancora impregnato del nostro odore, trovando il posto accanto vuoto. Dal corridoio provenivano suoni inequivocabili - gemiti soffocati e il rumore umido di corpi che si univano.
Li trovai nella camera da letto, illuminati solo dalla luce lunare. Lia era a quattro zampe sul letto, le tettone che oscillavano ritmicamente mentre Luca la scopava da dietro con colpi profondi. Il suo cazzo scompariva completamente dentro di lei ad ogni spinta.
"Ah cazzo Luca... così... non fermarti..." ansimava Lia, le mani che afferravano le lenzuola. I suoi capelli erano appiccicati al viso sudato, il corpo che rispondeva ad ogni penetrazione con un'ondata di piacere.
Mi appoggiai allo stipite della porta, il mio cazzo già di nuovo duro mentre osservavo lo spettacolo. Luca le afferrò i fianchi con più forza, aumentando il ritmo. "Sei così stretta, troia, ancora bagnata della nostra sborra."
"Non sono stretta, sei tu che sei dannatamente grosso!" gridò Lia, la voce roca dal piacere. "E mi piace da matti! Come mi scopi Luca... mamma mia quanto mi fai godere!"
Le sue parole si trasformarono in un urlo quando Luca affondò ancora più profondamente, le mani che le stringevano i fianchi con forza possessiva. Le tettone di Lia oscillavano selvaggiamente ad ogni potente spinta, il sudore che le faceva luccicare alla luce della luna.
"Sei la mia troia personale," urlò Luca, il respiro affannoso. "Ti apro come voglio io, puttana."

Dal mio posto sulla porta, potevo vedere come il corpo di Lia si inarcava in estasi, completamente dominata dal piacere che Luca le stava infliggendo. I suoi gemiti si facevano sempre più acuti, segno che si stava avvicinando all'orgasmo.
Vedevo l'estremo godimento sul volto di Lia, la bocca semiaperta in un gemito continuo, gli occhi chiusi in concentrazione puramente sensuale, sembrava in un'altra dimensione.

"oohhh... sì... cazzo sì... non smettereeeeh... ti pregoooooh.." Le sue parole si trasformano in un miagolio lungo e tremulo, la schiena che si inarca in modo quasi innaturale mentre le dita artigliano le lenzuola con forza disperata. I suoi occhi si rovesciano all'indietro mostrando solo il bianco, la bocca semiaperta in una smorfia di estremo piacere mentre un fiotto caldo le inonda le cosce interne. Il suo corpo viene scosso da spasmi violenti e incontrollabili, i muscoli vaginali che si stringono in modo convulso attorno all'asta di Luca come piccole ventose affamate. Le sue unghie lasciano solchi sul materasso, i capelli bagnati di sudore le si attaccano al viso in ciocce disordinate. Ogni miagolio che le esce dalla gola sembra più acuto del precedente, un suono primitivo e animalesco che riempie la stanza insieme al rumore umido dei loro corpi che si uniscono. Le sue tette oscillano freneticamente ad ogni potente spinta, i capezzoli durissimi che sfiorano le lenzuola bagnate. Un tremore percorre tutto il suo essere dalle dita dei piedi contratte fino alla punta dei capelli, mentre l'orgasmo la travolge in onde successive di puro piacere incontrollabile.

Lei è venuta, ma Luca la fa subito girare e si mette in piedi sul letto uscendo dalla sua figa stretta con un suono umido e distintivo.

"Ecco prendi tutta la mia sborra, porca!" Le dice Luca afferrandosi il cazzo con forza, mentre il primo potente schizzo di seme caldo e denso le schizza violentemente sulla guancia sinistra, colandole lentamente lungo la linea della mascella. Lia spalanca gli occhi in un misto di sorpresa e piacere, la bocca che si apre in un oh silenzioso mentre la lingua carnosa e rosa viene estesa completamente in attesa. Il secondo getto più abbondante le imbratta completamente la lingua protesa, riempiendole la cavità orale con il sapore salato e caratteristico dello sperma, mentre gocce bianche e calde le colano dal mento sul collo sudato. "Mmh sì, dammi tutto cazzo," geme lei con voce roca, la lingua che si muove lentamente per raccogliere ogni stilla preziosa. Altri tre schizzi potenti e consecutivi le sbattono sulle tettone nude e sudate, creando disegni biancastri e irregolari sulla pelle arrossata, con gocce che colano lentamente lungo i fianchi del seno per accumularsi sui capezzoli duri e sensibili. Le sue mani si alzano istintivamente ad accarezzare le proprie tette imbrattate, le dita che si intingono nello sperma ancora caldo per poi portarle alla bocca con un'espressione di pura lussuria.

Dalla mia posizione nascosta dietro la porta semiaperta, osservo la scena mentre le mie mani si muovono freneticamente sul mio cazzo già durissimo.

Il mio respiro diventa affannoso e irregolare mentre fisso Lia che si impasta le tettone con il seme di Luca, le sue dita che lavorano i capezzoli con movimenti circolari mentre sorride beata al suo amante. "Mi hai letteralmente sfondata, cazzo," dice lei con voce roca e soddisfatta, la lingua che esce per leccarsi le labbra ancora sporche di sperma. Sento un tremore iniziare dalle mie palle e salire lungo la schiena, le mie dita che stringono più forte la base del cazzo mentre il primo getto caldo di sborra esce violentemente per schizzare silenziosamente contro lo stipite della porta. Continuo a segarmi freneticamente mentre altri cinque schizzi potenti seguono il primo, il mio seme che cola lungo la cornice di legno in rivoli biancastri e trasparenti, le gambe che iniziano a tremare per l'intensità dell'orgasmo. L'odore della mia stessa sborra si mescola a quello già presente nella stanza mentre osservo Luca che si china per baciarla e soppesare le tette di Lia, completando il quadro di libidine che mi ha fatto esplodere senza che nemmeno si accorgessero della mia presenza.

Torno sul divano e dopo mezz'oretta, fingendo un leggero disorientamento, stiracchiandomi come se fossi appena uscito da un sonno profondo:

"Ragazzi? Dove siete?" chiamo con voce ancora velata di sonno, muovendomi verso la camera da letto. Li trovo abbracciati nudi sotto le lenzuola, i loro corpi ancora lucidi di sudore e tracce di sborra asciutta. "Amore, dobbiamo andare, non possiamo roschiare si faccia mattina e di incrociare qualcuno che ci conosce" dico svegliandoli delicatamente, cercando di non mostrare che conosco ogni dettaglio di quello che hanno appena fatto. Lia si sveglia per prima, i suoi occhi ancora pesanti di piacere, mentre Luca si stira soddisfatto. Ci scambiamo frettolosi saluti mentre mi dirigo verso l'uscita, ma proprio mentre sto per varcare la porta, vedo Lia attirare Luca in un bacio profondo e passionale, le loro lingue che si incontrano in una danza intima che tradisce la loro recente intimità e desiderio.

Scendo le scale, il profumo del loro sesso ancora impregnato nelle mie narici. Salgo in macchina accanto a Lia che sorride, i suoi capelli ancora disordinati e il rossore del sesso evidente sul collo. Ogni semaforo rosso mi sembra un pericolo, immaginando cosa direbbero i nostri conoscenti se ci vedessero in questo stato. Arriviamo finalmente a casa e lei si dirige direttamente verso il bagno, mentre io aspetto qualche minuto prima di seguirla.
La doccia emette un vapore caldo che appanna i vetri della cabina, dove Lia sta già insaponando il suo corpo che si intravede.
"Mi raggiungi?" mi chiede con voce seducente mentre l'acqua le scorre lungo la schiena, cancellando le ultime tracce del suo incontro con Luca. Entro nella cabina sentendo il calore dell'acqua mescolarsi all'eccitazione che già mi pervade, le mie mani che iniziano ad accarezzare i suoi fianchi ancora umidi.
Le mie dita scivolano tra le sue natiche mentre la bacio con possessività, il mio cazzo che già si indurisce contro la sua coscia. Lei geme contro le mie labbra, il sapone che crea schiume bianche sui nostri corpi che si uniscono sotto il getto caldo dell'acqua;
"Luca mi ha scopata di nuovo mentre dormivi sul divano," sussurra con voce roca e provocatoria avvicinando le labbra al mio orecchio, "ho goduto come una cagna in calore quando mi ha sfondata con quel cazzo duro, sentivo ogni centimetro che mi riempiva la figa già dolorante dal primo round." Le sue mani mi guidano verso i suoi seni mentre continua a parlare con tono sempre più eccitato: "Poi mi ha sborrato in bocca e l'ho ingoiato tutto, sentendo il suo seme caldo scendermi in gola mentre continuava a venirmi addosso sulle tue tettone, imbrattandole completamente mentre io le accarezzavo guardando la sua espressione soddisfatta." Il suo respiro diventa affannoso mentre le mie dita stringono con più forza i suoi capezzoli, il mio cazzo che preme con insistenza tra le sue natiche bagnate. "Sono venuta almeno tre volte, con lui" continua con un gemito, "e l'ultima volta ho urlato così forte che mi sono preoccupata potessi svegliarti, ma tu continuavi a russare beatamente mentre io prendevo tutto il suo cazzo e la sua sborra."

Scopammo in doccia, rapida e intensa, un turbine di passione dove il mio cazzo l'aveva penetrata con furia contro il muro freddo delle piastrelle, i nostri corpi che si scontravano sotto il getto d'acqua mentre lei raggiungeva l'orgasmo quasi immediatamente, seguita pochi secondi dopo dal mio potente schizzo di sborra che le riempiva la figa ancora palpitante. Rimasi dentro di lei per lunghi momenti, sentendo le sue contrazioni interne mentre il mio seme caldo iniziava lentamente a fuoriuscire, i nostri corpi incollati dal piacere e dalla stanchezza. Quando finalmente ci separammo, l'acqua aveva ormai lavato via ogni traccia dei nostri amplessi, e ci dirigemmo verso il letto mentre l'orologio segnava quasi le tre del mattino.
"Rick, io sono innamoratissima di te," sussurrò improvvisamente al buio, la sua voce tremante di insicurezza, "tu cosa pensi di me dopo questa serata? Io ho paura del tuo parere, di quello che potresti pensare di me dopo tutto quello che è successo."
La strinsi più forte a me, sentendo il suo cuore battere veloce contro il mio petto. "Amore, non avere paura," iniziai a dirle con voce calma e rassicurante, "è stata una serata pazzesca, ma sappi che sono stato proprio io il promotore di tutto, sin dalla sera del matrimonio," continuai, accarezzandole i capelli ancora umidi. "Mi aveva eccitato da matti vederti così desiderata dentro il bar da quei tre, specialmente quando capivo che Luca li aizzava a desiderarti, osservando come i loro occhi ti divoravano mentre camminavi verso il bagno." La mia voce si fece più roca mentre continuavo: "E poi in macchina, quando ti sei fatta toccare da lui mentre guidavo... cazzo, sono quasi uscito di strada dal piacere di vederti baciarlo con quella passione, le tue mani che già gli sbottonavano i pantaloni." Feci una pausa, sentendo il mio cazzo ricominciare a indurirsi al solo ricordo. "Ma niente mi ha fatto impazzire come la doppia penetrazione," sussurrai contro la sua pelle, "vederti prendere due cazzi contemporaneamente, con quella espressione di estasi mentre venivi riempita da entrambi i lati... e poi ti confesso una cosa: non sono riuscito a resistere, mi sono segato furiosamente mentre vi guardavo dalla dietro la porta mentre scopavate da soli, vi ho visti." Le strinsi la mano, guidandola verso la mia erezione già palpabile. "Sei la donna più eccitante che abbia mai conosciuto, e ogni tua azione di stasera ha solo alimentato il mio desiderio per te."
Andiamo a letto e lì le mie mani iniziano a esplorare ogni centimetro del suo corpo mentre continuo a sussurrarle all'orecchio, il mio dito che ora scivola tra le sue cosce umide. "E adesso sento che la tua figa è di nuovo bagnata mentre racconto tutto questo, vero? Sei eccitata all'idea che io abbia guardato ogni secondo del tuo essere scopata come una troia, che mi sia segato vedendo un altro uomo possederti in modi che nemmeno io avevo mai osato." Il mio secondo dito finalmente trova l'ingresso della sua fica già pronta, entrando lentamente mentre un lungo gemito le sfugge dalle labbra.
"Non riesco proprio a credere che tu ci abbia spiato mentre scopavamo," sussurra Lia con voce roca e piena di stupore, la sua mano che accelera il ritmo lungo la mia asta già durissima. Sento le sue unghie graffiarmi delicatamente le palle mentre continua a parlare, il suo respiro che si fa sempre più affannoso: "E adesso sono di nuovo completamente fradicia, senti come mi cola la figa solo al pensiero che tu abbia guardato tutto... voglio scoparti proprio ora, sentire il tuo cazzo dentro di me mentre ti racconto ogni dettaglio di quando Luca mi prendeva." La sua mano sinistra inizia a massaggiare le mie palle con movimenti circolari precisi, il pollice che preme con insistenza sull'uretra mentre le sue labbra si avvicinano al mio collo per mordicchiare la pelle. "Quindi ti eccita davvero tanto avermi vista al centro dell'attenzione al bar," continua con un tono sempre più provocatorio, "desiderata dai tuoi amici mentre camminavo verso il bagno facendo oscillare il culo e le mie tettone... e soprattutto ti è piaciuto da morire vedermi scopare da sola con il tuo grande amico, vero? Vedermi gemere sotto di lui mentre gli graffiavo la schiena, implorandolo di scoparmi più forte?"

Le sue dita iniziano a concentrarsi sulla punta del mio cazzo, strofinando il glande...

CONTINUA
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riccardottantadue@gmail.com
scritto il
2025-10-22
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