La mia paziente

di
genere
saffico

Mi chiamo Laura e sono una psicologa,
Stella sembrava la paziente piu facile, quasi 40 anni, dei problemi matrimoniali che molte coppie stanche prima o poi affrontano, piccoli problemi di insicurezza.
Era affascinante Stella, capelli color miele, occhi verdi e quel gesto che faceva sempre con le dita, quando portava i capelli dietro l'orecchio scoprendo il collo, fatto in automatico senza che se ne accorgesse, ma tremendamente sensuale. Abbiamo affrontato molte cose nel suo percorso ma la mia professionalità con lei piano piano stava vacillando; seduta dopo seduta notavo sempre di piu i dettagli dei suoi movimenti e del suo corpo, il modo di accavallare le gambe, le piccole rughe della fronte, quel modo di muovere la bocca carnosa quando faceva una smorfia o le veniva da piangere.
Nell'ultima seduta abbiamo parlato dei suoi problemi matrimoniali, col marito Andrea non stavano insieme sessualmente da un po, forse lui aveva un amante, si tormentava, e nel frattempo le era salita un insicurezza sul suo corpo, e sul fatto che fosse ancora desiderabile. Lo era, eccome se lo era, pensai spesso. Sapevo quanto fosse repressa sessualmente, e la nostra era diventata una connessione strana ultimamente. Forse troppo profonda rispetto a quello che sarebbe dovuta essere. Quella sera ero stata io a spostarle la seduta a causa di una riunione a studio che si era protratta oltre il dovuto. Venne a ridosso della cena. Non era vestita casual come al solito, con quei suoi look comodi ma curati. Indossava una gonna di velluto a coste marrone, e sopra un cardigan beige di lana a bottoni, con scollo a v. Il décolleté in vista mi faceva pensare che sotto avesse direttamente l'intimo, la curva dei seni era ben definita ammorbidita dalla lana, ai piedi stivali marroni alti e le calze nere. Mi salutò di slancio avvicinandosi in un abbraccio non troppo ricercato, quasi fugace, ma l'odore della vaniglia del suo profumo. mi rimase addosso.
Da cosa vuoi inziare oggi Stella ...
Si lascio cadere sul divanetto di fronte a me, la gonna si tirò indietro e scopriii che indossava delle parigine che le tenevano le cosce mezze nude.
Deglutiii, era bellissima, l'avrei presa li sul divanetto immediatamente.
Ritornai alla realtà quando mi accorsi che piangeva.
Guardami ... disse ... ero ad un aperitivo con Andrea, mi sono messa in tiro, ho messo queste stupide scarpe coi tacchi, non mi ha degnata di uno sguardo, è finita, non mi vuole più non mi desidera più.
Stai molto bene invece Stella ... mi uscì spontaneo, nemmeno me ne resi conto, la voce piu roca e carica del solito, ci guardammo, non mi aveva mai guardato cosi, forse aveva bevuto un po più del solito durante la serata che aveva caricato di aspettative, si alzò e la sua bocca era sulla mia. Il bacio fu dapprima esitante, cercava forse di capire se le piaceva, se non stesse facendo una sciocchezza, ma si scaldò subito quando sentì la mia mano scendere sui suoi fianchi e poi infilarsi sotto il cardigan, cercai subito quei seni che avevo immaginato tante volte, ne presi uno a piena mano mentre continuavo a baciarla, lo feci uscire dalla coppa del reggiseno e iniziai a tormentarle un capezzolo, sfregandolo tra le dita, un gemito soffocato le usci dalla bocca, le piaceva, mi tirò sul divanetto sopra di lei, bottone dopo bottone la liberai del cardigan, e poi del reggiseno. Aveva due tette meravigliose, piene, sode, i capezzoli dritti erano un invito che non potei rifiutare. Cominciai a leccarli con la lingua, li sentii indurirsi di più al mio tocco, Stella apprezzava, lo sentivo dal suo respiro carico, e dal ventre che saliva e scendeva piu veloce, li succhiai forte, mentre le stringevo le tette nelle mani, un nuovo gemito piu forte e sconnesso le usci dalla bocca. Volevo farla godere di piu, doveva godere di piu. Staccai una mano dal suo seno, tenendo l'altra a stimolarle un capezzolo, e la feci scivolare lungo una coscia, tremò involontariamente, la guardai cercando conferma
Continua... sussurrò eccitata. E continuai. Sfiorai il tessuto dello slip di pizzo nero, era fradicio, lo spostai quel che bastava e infilai due dita dentro di lei senza esitazione.
Urlò. Rabbia, eccitazione, voglia, c'era tutto. Allargò le gambe alzando di più la gonna, e mi lascio proseguire. Con il pollice le stimolavo il clitoride, mentre le dita entravano e uscivano, riempiendola ogni volta sempre piu profondamente.
Ancora ti prego... ansimava ... ancora, io mi beavo del piacere che le stavo dando, e mi bastava, roteavo le dita dentro di lei, le tendevo e le piegavo amplificando il suo piacere, iniziò a muovere il bacino verso la mia mano, i fianchi si muovevano frenetici, mise la sua mano sulla mia e mi guidò dove il piacere era piu forte, più intenso, la spinse come a volermi di piu dentro di lei, e accelerò il ritmo del bacino e della mia mano ...
Sto venendo urlò ... siiii eccomiiii e si lasciò andare, ma non avevo ancora finito con lei, sentii sulle mie dita il calore del suo umore, copioso, le gambe tremavano, le fermai abbassandomi sulla sua figa ancora bollente, e leccai ciò che sapeva di lei, attraverso il pizzo. Era ancora aperta esposta, invitante, il clitoride come un bocciolo turgido, fu il primo che ebbe la mia attenzione, picchiettandolo con la lingua la stimolai dove era ancora sensibile, facendo dei cerchiolini, solo dopo scesi lungo tutte le sue labbra, leccandola da giu a su, prima lentamente, per esplorare ed assaporare, poi piu velocemente, leccavo e succhiavo, non aveva mai smesso di essere fradicia, era in balia completa di quel piacere, che da tanto le mancava provare.
Non smettevo di leccarla, mi aiutai con le dita per aprirla di più ed entrai con la lingua, spingendola.
Non fermarti ora siii .... disse senza più respiro, e in pochi secondi un nuovo orgasmo la scosse piu forte di prima, tremò e si abbandonò esausta, lasciando cadere le gambe, mi misi seduta vicina a lei, accarezzandole una coscia dolcemente, e aspettando che il suo corpo tornasse calmo, in pace.
Nell'aria il silenzio misto all'odore di ciò che era appena successo, ci guardammo, mi sorrise. Niente ormai era come prima.

scritto il
2025-10-17
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