La luce di Luna
di
GuessWhoIs
genere
tradimenti
Simone è di sicuro un bel ragazzo, con un fisico discreto, tatuaggi che gli decorano le braccia come un diario segreto. I capelli castani, sempre un po’ in disordine, e un sorriso caldo che mette chiunque a suo agio. È gentile, forse troppo, sempre pronto a fare un passo indietro per gli altri. Con Luna, la sua ragazza, è premuroso, attento, ma a letto manca di quella scintilla selvaggia. È dolce, ma non domina, non comanda, e anche se Luna non lo dice, a volte vorrebbe che lui la afferrasse con più foga, che la facesse sentire desiderata senza mezze misure. Luna, a proposito, è una bomba. Capelli ricci che sembrano vivi, un fisico che toglie il fiato: curve perfette, gambe lunghe e tornite, piedi così belli da sembrare un’ossessione. Ma il suo vero potere è lo sguardo. Occhi che inchiodano, che fanno crollare chiunque. Sa di avere questo effetto, ma non lo sbandiera. Con Simone è felice, o almeno ci prova, ma sotto la superficie c’è un vuoto, un desiderio di qualcosa di più crudo, più intenso.
In vacanza con loro c’erano due amici, Luca, uno dei più grandi amici di Simone e la ormai fidanzata storica, Sara. Luca, è più alto dell’amico, circa 1,85, muscoloso, con tatuaggi che urlano ribellione. È rude, schietto, non gli importa di piacere a tutti. Ha un fascino grezzo, di quelli che ti colpiscono dritto allo stomaco. Con Luna c’è sempre stata una tensione, un gioco di sguardi che nessuno dei due ha mai voluto ammettere. Negli anni, Luna ha cercato di ignorarlo, di dirsi che era solo l’amico di Simone, ma ogni volta che Luca la guarda, il suo corpo tradisce quel che la mente nega.
Sara, la ragazza di Luca, è un fuoco che brucia veloce come tutte le ragazze spagnole. Bella, con un sorriso che cattura e una risata che riempie la stanza, ma la sua gelosia è un coltello sempre sguainato. È ossessiva, vede pericoli ovunque, soprattutto in Luna. Non sopporta quando Luna si veste troppo bene, quando i suoi outfit attirano gli occhi di tutti. Sara non lo dice apertamente, ma il suo fastidio è una nuvola nera che segue il gruppo.
Simone e Luna sono insieme da tre anni. Lui la tratta come una principessa, ma a volte Luna si chiede se sia troppo perfetto, troppo prevedibile. A letto, il sesso è buono, ma manca quella passione che la travolge, quella forza che Luna brama in silenzio. Non lo dice, perché non vuole ferirlo, ma il suo desiderio represso si vede nei suoi occhi.
Luca e Sara sono una coppia più turbolenta. Lui è il tipo che non si lega facilmente, ma Sara lo tiene al guinzaglio, o almeno ci prova. La loro relazione è un misto di fuoco e litigi, con Sara che si infuria per un niente: un’occhiata sbagliata, un commento di troppo, o Luna che semplicemente esiste. Luca sembra quasi divertito dalla gelosia di Sara, ma non la placa mai del tutto. Con Luna, però, c’è un’energia nascosta, un’attrazione che ribolle sotto la superficie.
L’estate è un forno, e i quattro amici sono diretti A Palma de Mallorca, dove hanno affittato una villa sul mare. Sull’aereo, un volo low-cost con sedili stretti, l’aria è densa di attesa per la vacanza. Simone, seduto vicino al finestrino, si è addormentato con le cuffie nelle orecchie, la testa appoggiata al vetro. Luna è al centro, mezza addormentata, con Luca alla sua sinistra. Sara, dall’altra parte del corridoio, sfoglia una rivista, ma i suoi occhi saettano verso Luna ogni tanto, come per controllarla.
Luna, in lcon dei pantaloncini e una maglietta larga, si stiracchia, togliendosi le sneakers. I suoi piedi, perfetti, con le unghie smaltate di rosso, si allungano nello spazio tra i sedili. Senza pensarci troppo, li appoggia vicino a Luca, sfiorandogli quasi la gamba. È un gesto innocente, o almeno così sembra. Luca la guarda, un sopracciglio alzato, un sorrisetto che dice tutto e niente. “Comoda?” mormora, la voce bassa, quasi un ringhio.
Luna sorride, un misto di sfida e gioco. “Molto,” risponde, muovendo appena le dita dei piedi, come se stesse giocando con il fuoco. Lo sguardo di Luca si incupisce, si sofferma sui suoi piedi, poi risale lento, troppo lento, fino ai suoi occhi. È un momento breve, ma carico, come se l’aria tra loro si fosse incendiata. Luna sente un brivido, ma non si tira indietro. Sa che dovrebbe, sa che Simone è a un metro da lei, che Sara potrebbe girarsi da un momento all’altro. Ma quel brivido, quel gioco pericoloso, è troppo eccitante.
Sara si volta, come se avesse sentito qualcosa. “Luca, mi passi una bottiglietta d’acqua?” chiede, con un tono che sembra più un ordine. Luca annuisce, spezzando il momento, ma prima di alzarsi, il suo sguardo torna su Luna per un istante.
Appena arrivati decidono anche se hanno poco tempo di fare una scappata veloce al mare, giusto per non perdere le prime ore della vacanza, si accontentano della spiaggia vicina alla loro casa e si godono il fresco dell’acqua e la tranquillità di quella zona non troppo frequentata, ne approfittano anche per decidere cosa avrebbero fatto alla sera, una spesa veloce con cena a casa, sarebbero andati a bere qualcosa e poi avrebbero deciso cosa fare in base ai locali che avrebbero trovato. Finita una semplice cena a base di pesce, cucinata da Simone, i 4 decidono di prepararsi per poi uscire, dandosi appuntamento dopo una mezz’oretta. Chiusi in camera Simone provò a baciare il collo di Luna, che però dopo un iniziale apprezzamento lo respinse, dicendo che avevano troppo poco tempo. Una volta preparati, si trovarono tutti in salotto. Si era deciso per un dress code semplice, in teoria. In teoria perchè Luna non lo rispettò. Camicia bianca sotto a un body di pizzo, gonna bianca, scarpe nere con i tacco. Il look lasciò leggermente tutti interdetti. Il primo fu Simone che già in camera provò a convincerla, senza risultati, a cambiarsi. Poi Sara e Luca.
Sara, appena guarda Luna e stringe le labbra, il fastidio evidente nei suoi occhi. “Cazzo, sembri pronta per un red carpet,” dice, con un tono che vuole apparire scherzoso ma trasuda acidità.
Luna sorride, un sorriso da predatrice, mentre si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Grazie, tesoro,” risponde, la voce dolce ma con un pizzico di provocazione. Si muove con una grazia che sembra calcolata, i tacchi che ticchettano sul pavimento, il vestito che si solleva appena mentre si china per prendere la borsa. Ogni movimento è un’arma, e lei lo sa.
Luca, che è stato l’ultimo a uscire dalla camera e vederla, si ferma per un istante. I suoi occhi la percorrono, lenti, dalla scollatura ai tacchi, soffermandosi sulle gambe e sui piedi. “Porca puttana,” mormora, così piano che solo Luna lo sente. Lei lo guarda, un sopracciglio alzato, un sorriso che dice tutto. Simone, ignaro, le mette un braccio intorno alla vita, dandole un bacio sulla tempia. “Sei uno spettacolo,” le dice, e Luna sorride, ma i suoi occhi sono su Luca.
Sara lo nota. Stringe il braccio di Luca, le unghie che si conficcano nella sua pelle. “Andiamo, no?” dice, la voce tagliente. Luca annuisce, ma il suo sguardo non lascia Luna, e lei non distoglie il suo. È un gioco pericoloso, e la serata al bar sta per diventare il loro campo di battaglia.
Arrivati al bar Simone è il primo a sedersi, con il suo solito sorriso rilassato, la camicia di lino bianca che si apre leggermente sul petto, mostrando i tatuaggi. Ordina una birra, appoggiandosi allo schienale della sedia come se il mondo fosse suo. “Cazzo, che figata sto posto,” dice, guardando il mare, poi Luna, con occhi pieni. Lei gli sorride, ma il suo sguardo è altrove.
Sara si siede accanto a Luca, i jeans attillati che le stringono il culo, il top nero che mette in risalto le spalle abbronzate. Ha un’aria sexy, ma il suo sorriso è teso. Il modo in cui Luna è entrata nel bar, con quel look che sembra urlare “guardatemi” e il fatto che ogni ragazzo e tante delle ragazze presenti nel bar si siano girati verso di lei peggiora il tutto. Ogni passo di Luna, con quei tacchi alti che ticchettano sul legno, attira occhi da ogni angolo. Sara stringe il bicchiere di mojito che ha appena ordinato, le unghie che tamburellano sul vetro, il suo fastidio che ribolle. “Sempre a fare la diva, cazzo,” mormora sottovoce, pensando che nessuno la senta, ma Luna sembra cogliere il commento e le lancia un sorrisetto che è puro veleno.
Luna è un fottuto terremoto. Il suo top aderente le fascia il corpo come una seconda pelle, la scollatura profonda che lascia intravedere il solco tra i seni, l’orlo che si ferma a metà coscia, mostrando le gambe lunghe, tornite, abbronzate. I tacchi neri, lucidi fanno sembrare i suoi piedi un’arma letale. Si siede di fronte a Luca, accavallando le gambe con un movimento lento, deliberato, la gonna che si solleva appena, rivelando un accenno di coscia. I suoi capelli ricci le cadono sulle spalle, selvaggi, e i suoi occhi brillano sotto le luci al neon, un misto di sfida e desiderio. Sa esattamente cosa sta facendo.
Luca, seduto di fronte a lei, è una bomba a orologeria. La maglietta nera gli fascia i muscoli, i tatuaggi che spuntano dal colletto e dalle maniche, i pantaloni cargo grigi che gli danno un’aria da ribelle. Tiene una birra in mano, ma i suoi occhi sono incollati a Luna. Quando lei si è seduta, il suo sguardo è scivolato lento, troppo lento, dalla scollatura ai tacchi, soffermandosi sulle gambe e sui piedi. “Porca puttana,” si dice dentro di se. Luna sembra quasi capirlo e gli risponde con un sorrisetto, un sopracciglio alzato, come a dire: “Fai qualcosa, se hai il coraggio.”
La serata scorre tra risate, alcol e chiacchiere. Simone racconta una storia stupida su un viaggio in Spagna, e Sara che sta esagerando con i neuroni finge di ascoltare, ma i suoi occhi saettano verso Luna ogni pochi secondi, come se volesse tenerla sotto controllo. Luna, però, è in un altro mondo. Sorseggia un gin tonic, il ghiaccio che tintinna nel bicchiere. Sfila il piede destro dal tacco, si muove sotto il tavolo. È un gesto lento, calcolato, come un predatore che studia la preda. Sfiora la gamba di Luca, appena sopra la caviglia, il contatto così leggero che potrebbe sembrare un errore. Ma non lo è.
Luca si irrigidisce, il bicchiere a mezz’aria. La guarda, gli occhi che si incupiscono, un misto di rabbia e desiderio. “Che cazzo fai?” sembra dire. Luna sorride, distoglie lo sguardo e non risponde, non con le parole. Il suo piede risale, lento, lungo il polpaccio di Luca, le dita smaltate che sfiorano la pelle attraverso il tessuto dei pantaloni. È una carezza, ma è anche una sfida. Lo sguardo innocente mentre commenta l storia di Simone, il suo fidanzato, mentre beve un sorso del suo drink, la lingua la cerca e le labbra che si chiudono attorno alla cannuccia in un modo che è puro teatro. Il suo piede si ferma appena sopra il ginocchio di Luca, premendo leggermente, e lui stringe la mascella, le nocche bianche intorno al bicchiere.
“Cazzo, smettila,” pensa tra sé e sé Luca, tradito dal modo in cui il suo corpo si tende verso di lei, come se ogni muscolo volesse rispondere al suo tocco. Luna sorride, un sorriso che è puro fuoco, e spinge il piede più in alto, sfiorando l’interno della sua coscia. È un gioco pericoloso, e lei lo sa. Simone è a un metro da lei, che ride con un tizio al tavolo accanto, ignaro. Sara, dall’altra parte, sta raccontando qualcosa, ma i suoi occhi saettano verso Luna, come se sentisse che qualcosa non va.
Il suo piede si muove ancora, un tocco leggero ma deliberato, fermandosi a pochi centimetri dal suo cazzo. Luca inspira bruscamente, il suo respiro che si spezza. Luna ride piano, un suono che è quasi un gemito, e ritira il piede, ma solo per un momento. Lo appoggia di nuovo, questa volta con più pressione, le dita che si muovono lente, come se stesse tracciando un cerchio sul cazzo dell’amico del suo ragazzo. Luca serra i denti, il suo sguardo che la trapassa, pieno di un fuoco che non può nascondere.
Sara si gira verso Luca per chiedergli conferma di ciò che lei stava raccontando, Luca annuì quasi infastidito mentre il piede iniziava un vero e proprio massaggio. La voce tagliente di Sara a quel punto sembrò risvegliarlo da quel sogno, rimproverandolo della poca partecipazione. Luca si ricompone, appoggiando la birra sul tavolo con un gesto troppo controllato. Luna, dal canto suo, accavalla le gambe con un movimento lento, lasciando che la gonna si sollevi appena, mostrando più pelle di quanto dovrebbe. Sorride a Sara, un sorriso che sembra innocente ma è un cazzo di coltello. “Rilassati, Sara dai, lascialo un po’ in paceee,” dice, la voce mielosa, mentre il suo piede sfiora di nuovo Luca, un tocco rapido ma sufficiente a fargli stringere il pugno sotto il tavolo. La tensione aumenta ulteriormente quando il gruppo si alza per ballare. Luna diventa il centro della scena. Si muove sulla pista, i fianchi che ondeggiano al ritmo della musica, la gonna che si solleva appena a ogni passo, i tacchi che la fanno sembrare una dea. Ogni movimento è calcolato, ogni sguardo un’arma. Luca la segue con gli occhi, incapace di distoglierli, anche mentre Sara gli sta incollata, le braccia intorno al suo collo. La lingua di sarà cerca quella di luca, il suo bacino si muove contro il suo cazzo e sente la risposta, il problema è che quell’erezione non è per lei. Il suo sguardo è fisso su Luna, che si gira e lo guarda dritto negli occhi, un sorriso che è pura provocazione. Simone, che stava ballando con Luna, decide che è il tempo per l’ennesimo drink, lascia Luna sola e si dirige verso il bar. Il problema è che Luna, sola sulla pista, è un magnete. I suoi movimenti sono fluidi, ipnotici, ogni passo un invito. Non passa inosservata, e non vuole farlo. Un ragazzo si avvicina, emergendo dalla folla come un’ombra. È alto, almeno 1,90, mulatto, con una pelle che brilla sotto le luci al neon, un fisico scolpito che si intravede sotto una maglietta bianca aderente. Si muove con sicurezza, come uno che sa di non passare inosservato. Lei lo ha visto avvicinarsi ma ha deciso che stasera le va di giocare, e si gira. Lui si piazza dietro di lei, e inizia a ballare.Si china vicino al suo orecchio, “Balli da sola?” le chiede con voce profonda.
Luna si gira e gli risponde “per ora”, la voce un sussurro provocante, mentre continua a muoversi. Non si ferma, non si tira indietro. Il ragazzo sorride, i loro corpi sono sempre più a contatto. È un gioco, e Luna è maestra in questo. Il suo vestito si solleva leggermente mentre si muove, mostrando l’inizio delle cosce e il ragazzo non può fare a meno di notarlo. “Cazzo, sei assurda,” dice, la voce bassa, mentre le sue mani si posano leggere sui fianchi di lei, un tocco che è più una domanda che una certezza.
Luna non si sottrae, ma non si abbandona del tutto. Sa che Luca la sta guardando, sente i suoi occhi che la bruciano da lontano. Si gira appena, i suoi ricci che le sfiorano il viso, e incontra lo sguardo di Luca, ancora intrappolato da Sara, che ora lo sta baciando con più forza, come se volesse cancellare ogni pensiero dalla sua testa. Luna sorride, un sorriso da predatrice, e prende le mani del ragazzo e le passa su tutto il suo corpo, facendone poi fermare una sul suo collo e facendo tornare verso il basso l’altra, che scivola appena più in basso sui suoi fianchi, il suo corpo che si muove in sincronia con il suo. È un gioco pericoloso, e lei lo adora. Il calore del ragazzo dietro di lei, la musica che le pulsa nelle vene, e lo sguardo di Luca che la trapassa: è tutto un cazzo di carburante per il fuoco che le brucia dentro. Luna si fa forse trasportare troppo, si gira e lo bacia, davanti a tutti, un bacio come quelli che sperava potesse darle Simone, ma che forse Simone non poteva darle. Prese il ragazzo per mano e si diresse verso i bagni, e lo face guardando Luca dritto negli occhi. Lui non poteva lasciarla andare così, guardò Sara e le disse “non dovevi andare in bagno? Andiamo ora?” Lei acconsentì e si diressero anche loro. Lei entrò nel bagno delle ragazze e lui si mise a cercare Luna. Non la trovò dentro al bagno dei ragazzi e non poteva entrare in quello delle ragazze, decise di provare a guardare nella zona circostante, i bagni erano all’aperto quindi si mise a cercare in mezzo a quella specie di giardino. Tra alcune coppie che parlavano, alcune persone collassate, ad un certo punto il vestito bianco di Luna attirò la sua attenzione. Era seduta sulle gambe di quel ragazzo, si stavano baciando. Luca si avvicinò deciso a porre fine a quel gioco ma appena fu vicino Luna lo vide, “finalmente, quanto ci hai messo” disse lei. “Ti presento Luca” aggiunse, “bella coincidenza eh, si chiama anche lui Luca” senza mai togliere lo sguardo dagli occhi dell’amico del suo ragazzo. Il ragazzo Mulatto a quel punto chiese “questo è il fidanzato di cui parlavi?” Lei si alzò, si diresse verso Luca e lo baciò in bocca, lasciandolo interdetto. “Si, è il mio ragazzo, ora torniamo dentro” disse salutando con un gesto della mano il ragazzo mulatto. Diede un altro bacio a Luca e poi si avviarono verso l’interno. Prima di arrivare verso la zona dei bagni però Luca la prese per mano e la sbatte contro un muro e iniziò a baciarla. Aspettavano entrambi quel momento da quando erano in aereo, le mani di Luca correvano su tutto il suo corpo come se non sapessero cosa desideravano di più di lei, lei invece usava solo la vicinanza dei due corpi per sentire la sua erezione crescere. “Sei una troia” disse luca staccandosi da lei, per poi baciarla ancora, “non puoi fare queste cose cazzo”. Lei non rispondeva, si limitava a godere della passione del momento. La mano sinistra di Luca a quel punto prese coraggio e affondò sotto alla gonna li Luna. Luca smise immediatamente di baciarla, si staccò e la guardò negli occhi, lei sorrise, provando a baciarlo di nuovo ma lui si tirò indietro, con sguardo severo. La mano di Luca aveva trovato Luna completamente bagnata e senza mutande. Il sorriso di Luna si spezzò, si avvicinò a lui e guardandolo con area colpevole e con un tono provocante disse “ops, credo di averle dimenticate dall’altro Luca, se vuoi le vado a prendere” “Sei una troia” fu l’unica risposta, pronunciata nello stesso istante in cui due dita iniziarono a massaggiarle il clitoride. Ricominciarono a baciarsi almeno finché Luna non si staccò per dire a Luca con voce ansimante “la tua fidanzatina dietro di te mi sa che ti sta cercando”. Luca si girò e vide Sara all’uscita dal bagno che si guardava intorno, si staccò da Luna e si leccò le dita. “Sappi che non mi scappi” si girò e si incamminò verso la sua ragazza. “dalle un bacio, così assaggia anche lei” disse Luna, accendendo un nuovo fuoco dentro di lui, che però si limitò a lanciarle un’occhiataccia. La serata al locale proseguì tra il bere e la tensione, verso le 5 di mattina Simone esausto convinse gli altri ad andare a casa. Si misero in macchina e nel giro di 15 minuti arrivarono a casa. Sara era quella messa peggio, essendo quella che regge meno l’alcol crollò subito sul letto senza neanche struccarsi. Luna e Simone, in cucina si baciano contro il bancone. “Quanto eri bella stasera, ti guardavano tutti cazzo” se non fossi così morto per il viaggio e per oggi vorrei scoparti, facciamo domani?” Luna non ci rimase neanche male, non era Simone il suo obiettivo stasera, lo liquidò con un bacio senza neanche rispondere. Prese un bicchiere d’acqua e prese il cellulare in mano, sul quale lesse un messaggio da un numero sconosciuto che diceva “Sei una dea” e la testa andò all’altro Luca, il ragazzo mulatto, e si ricordò di avergli dato il suo numero. Luna aveva ancora addosso quei vestiti che l’avevano resa la regina della serata, quel body che fascia il corpo come un guanto, i tacchi alti che ticchettano sul pavimento di piastrelle mentre si muove. Non si è tolta niente, né il vestito né i tacchi, come se sapesse che la notte è appena iniziata. È a quel punto che Luca finalmente entra in cucina, lei si appoggia al bancone, le mani sul bordo di marmo freddo, poi, con un movimento lento, da troia consumata, si solleva e si siede sul piano, le gambe accavallate, il vestito che si alza quel tanto da mostrare le cosce, lisce come seta. I capelli ricci le cadono sul viso, e i suoi occhi brillano sotto la luce fioca della lampada, un misto di “vieni a prendermi” e “fottiti”.
Luca a contrario suo si era spogliato, era a torso nudo, i tatuaggi che sembrano vivi sotto la luce, i boxer neri che gli pendono bassi, lasciando intravedere la V dell’inguine. Chiude la porta con un gesto secco, il clic che suona come un colpo di pistola. “Sei una troia” dice, la voce bassa, incazzata, ma con quel tremore che tradisce quanto sia eccitato. Si avvicina, i muscoli tesi, ogni passo che dice che non si tirerà indietro.
Luna sorride, un sorriso da chi sa di avere il controllo.
Sposta una gamba, lasciando che il vestito si alzi ancora, ricordandogli che non ha le mutande, che è pronta, bagnata, come l’ha lasciata prima. Luca si ferma a un passo, i suoi occhi che la scopano già, dalla scollatura ai tacchi, fermandosi dove il vestito non copre più niente. “Sei una troia” ripete, ma la sua voce è spezzata, il desiderio che gli scorre nelle vene come benzina.
Non c’è più tempo per nulla, Luca la raggiunge in un secondo, le mani che le afferrano i fianchi, tirandola verso il bordo del bancone. Luna geme, mentre lui le spalanca le gambe, la gonna ormai non copre più nulla. “Cazzo, guardati, sei fradicia,” dice, le dita che scivolano tra le sue cosce, trovandola così bagnata che quasi gli scappa un gemito. Luna ride, mentre gli avvolge le gambe intorno, i tacchi che gli graffiano la schiena. La mano di lei si infila nei boxer di Luca, trovandolo duro come una pietra, iniziando una lenta sega mentre lo guarda negli occhi. Ora le parole sono superflue, ci sono solo respiri affannosi. Luca è al limite, abbassa leggermente i boxer, liberando un cazzo grosso, con vene spesse che pulsano sotto la pelle, la cappella larga, ben definita, un cazzo che sembra fatto per essere adorato. “Dio” scappò sottovoce a Luna, compiacendo il ragazzo, “Altro che quello di Simone…” ansima, stringendolo, sentendo ogni vena, ogni centimetro che la fa tremare solo a toccarlo.
Luca non parla più. La bacia come se volesse mangiarla, le labbra che si scontrano, la lingua che le invade la bocca, un bacio sporco. Le sue mani sono ovunque, una che le strappa il body dalla spalla, lasciando un seno nudo, il capezzolo duro che lui succhia subito, mordendo forte. Le toglie il vestito ancora di più, mentre Luna gli tira giù i boxer, liberando quel cazzo perfetto, le vene in risalto, la cappella bagnata che brilla sotto la luce. “Scopami, cazzo, ora,” ordina Luna, guidandolo dentro di sé con una mano, l’altra che gli graffia il petto, lasciando strisce rosse sui tatuaggi.
Luca la penetra con una spinta che la fa urlare, il bancone che trema, Luna geme forte, troppo forte, e un bicchiere di vino sul bancone cade, frantumandosi sul pavimento con un botto che squarcia il silenzio. “Cazzo, fai piano,” dice Luna, ma lui non si ferma, non può. Il cazzo di Luca la riempie, grosso, duro, così diverso dal pisello nella media di Simone, ogni spinta che la fa tremare, il bancone che scricchiola come se stesse per crollare. “Cazzo, fai piano è troppo grosso,” geme Luna, “non sono abituata” la voce spezzata, mentre si aggrappa a lui, le unghie che gli scavano la schiena, i tacchi che sbattono contro il marmo. Luca le tappa la bocca con una mano, anche se quelle parole lo hanno fatto eccitare ancora di più sentirla denigrare il suo migliore amico mentre la scopa lo sta facendo impazzire,“Zitta, troia, o svegliamo quei due,” dice, ma il suo ritmo è una cazzo di furia, ogni colpo più profondo, più violento, il suo cazzo che la spacca, le vene che pulsano dentro di lei, la cappella che colpisce punti che la fanno vedere le stelle. Una bottiglia d’olio si rovescia, mentre a Luna scappa un gemito, lui le tappa istintivamente la bocca. “Devi stare zitta cazzo”
Il rumore è troppo. Luca si ferma, il respiro pesante, il cazzo ancora dentro di lei, gli occhi che saettano verso la porta. “Cazzo, Luna,” dice, la voce bassa, incazzata. Luna, ansimante, il seno nudo, i vestiti in terra. “Perchè ti fermi?” Chiede lei, Luca non ci pensa due volte. Le afferra i capelli, tirando forte, strappandole un gemito che è metà dolore, metà piacere. “Fuori, ora, troia,” dice, trascinandola giù dal bancone. Luna inciampa sui tacchi, ma non protesta, il fuoco che le brucia dentro è troppo forte.
Escono sul patio, il cemento freddo sotto i piedi nudi di Luca, i tacchi di Luna che ticchettano fino a quando non arrivano sull’erba bagnata. Il mare è un ruggito lontano, le stelle sopra di loro uno spettacolo che nessuno dei due noterà mai. Luca la sbatte praticamente di faccia contro il muro “Sei una stronza, mi rovinerai,” dice, trovandola ancora bagnata, ancora pronta. “Non sembra ti dispiaccia, guarda questo cazzo,” risponde Luna, la voce un gemito, mentre lo afferra, sentendo di nuovo quel mostro, le vene spesse, la cappella larga che sembra fatta per farla urlare. “Scopami, Luca, cazzo, fallo,” ansima, e lui non se lo fa ripetere. La scopa lì, da dietro, all’aperto, il cazzo che la riempie, grosso, duro, ogni spinta un’esplosione di piacere sporco. Luna si morde il labbro fino a farsi male, i gemiti soffocati dal vento, mentre Luca le tiene i fianchi, il ritmo animalesco, il suo cazzo che la scopa come se volesse distruggerla. Si sentono solo i loro versi nella notte. In quel momento ci sono solo loro. O quasi. Perché in realtà Simone non dorme più. Un rumore, forse il bicchiere che si è rotto in cucina, forse un gemito di troppo o forse l’istinto che gli urla che qualcosa non va, lo tira giù dal letto. Barcolla verso il salotto, dove Sara è svenuta sul divano, il vino rosso che ha macchiato il pavimento. Non vede Luna, non vede Luca. Un gemito, un suono che non dovrebbe esserci, lo spinge verso la porta a vetri del patio, socchiusa. Si ferma, guarda fuori, vede tutto.
Luna è contro il muro, le gambe spalancate, i tacchi che brillano sotto la luna. Luca la sta scopando, il suo cazzo enorme che entra ed esce da lei con una forza che sembra volerla spezzare. Simone si blocca, il cuore che gli esplode nel petto, ma non è rabbia. È un calore che gli sale dal cazzo, un’erezione che gli tende i pantaloncini come non gli è mai successo. “Cazzo,” mormora, gli occhi incollati al cazzo di Luca che sbatte dentro Luna con un ritmo che lo fa restare a bocca aperta. Vede il momento in cui lui lo tira fuori e glielo fa leccare, vede quando la fa sdraiare sul lettino e ricomincia a scoparla. È un cazzo che fa sembrare il suo un cazzo piccolo, e invece di incazzarsi, Simone si ritrova a stringersi il cazzo attraverso i pantaloncini, duro come una pietra, eccitato come non mai. Vede Luna, la sua Luna, che si contorce, che geme come una troia, che si lascia scopare in un modo che lui non ha mai osato. “Cazzo, è fottutamente grosso” sussurra tra sé, “e lei è così bella” la voce strozzata, mentre la sua mano scivola nelle mutande, stringendo il suo cazzo, più piccolo, meno impressionante, ma duro da far male.
Luna geme troppo forte, un suono che squarcia la notte, e Luca le tappa la bocca con una mano. “Zitta, cazzo, o ci sentono,” dice, ma non rallenta, la scopa con una furia che la fa tremare.Luna ansima, la voce spezzata, mentre si aggrappa a lui, le unghie che gli graffiano la schiena, lui le morde il collo, i tacchi che scivolano sull’erba. Simone, nascosto nell’ombra della porta, guarda, ipnotizzato. Quel cazzo, con le vene che pulsano, la cappella che brilla sotto la luna, è un cazzo di spettacolo. Vede Luna che si inarca, il seno nudo che sobbalza, e si tocca più forte, il suo cazzo che pulsa al ritmo di quello che vede. È sbagliato, lo sa, ma il suo corpo non gli dà retta. “Cazzo, Luca, la stai distruggendo,” mormora tra sé, la voce un sussurro, mentre si morde il labbro, eccitato come mai prima.
Luca spinge più forte, il muretto che trema, un vaso di terracotta che cade sull’erba con un tonfo. Luna ride mentre gli morde la mano che le tappa la bocca. “Scopami più forte, cazzo,” dice, Luca la guarda, le ordina di aprire la bocca e dopo aver sputato la bacia. Solo a quel punto Luca obbedisce, il suo cazzo che la martella colpisce in profondità. Simone vede tutto, vede il modo in cui Luna si lascia andare, vede il cazzo di Luca che la riempie, e cazzo, non riesce a smettere di toccarsi, la mano che si muove veloce, il suo cazzo che gli fa male da quanto è duro.
Luna viene con un gemito che non riesce a soffocare, il corpo che trema, le gambe che si stringono intorno a Luca. “Cazzo, sì,” ansima, mentre Luca la segue, un grugnito basso, animalesco, il suo cazzo che si svuota dentro di lei, che la riempie, calda, abbondante, che cola lungo le sue cosce quando lui si tira indietro, il cazzo ancora duro, lucido di lei e della sua sborra, le vene in risalto, la cappella che brilla. Simone, dalla porta, viene nella sua mano, un orgasmo silenzioso, sporco, la sborra che gocciola anche in terra, il respiro che gli si spezza. Vede Luna raccogliere la sborra di Luca che scivola lungo le gambe e portarsela alla bocca, vede il modo in cui lei si appoggia al muretto, ansimante, e cazzo, è la cosa più eccitante che abbia mai visto. Il cazzo di Luca, ancora lì, grosso, pulsante, è un’immagine che gli si stampa nella testa. Vede i due avvicinarsi e baciarsi, con una passione che non riesce neanche a spiegarsi, prima di vedere Luna raccogliere di nuovo la sbarra che cola e pulire con la lingua anche quella. Non fa in tempo a realizzare ciò che ha visto che si ritrova a dover scappare in camera, vedendo Luca che si dirige verso l’ingresso. Si butta a letto e decide di far finta di nulla.
In vacanza con loro c’erano due amici, Luca, uno dei più grandi amici di Simone e la ormai fidanzata storica, Sara. Luca, è più alto dell’amico, circa 1,85, muscoloso, con tatuaggi che urlano ribellione. È rude, schietto, non gli importa di piacere a tutti. Ha un fascino grezzo, di quelli che ti colpiscono dritto allo stomaco. Con Luna c’è sempre stata una tensione, un gioco di sguardi che nessuno dei due ha mai voluto ammettere. Negli anni, Luna ha cercato di ignorarlo, di dirsi che era solo l’amico di Simone, ma ogni volta che Luca la guarda, il suo corpo tradisce quel che la mente nega.
Sara, la ragazza di Luca, è un fuoco che brucia veloce come tutte le ragazze spagnole. Bella, con un sorriso che cattura e una risata che riempie la stanza, ma la sua gelosia è un coltello sempre sguainato. È ossessiva, vede pericoli ovunque, soprattutto in Luna. Non sopporta quando Luna si veste troppo bene, quando i suoi outfit attirano gli occhi di tutti. Sara non lo dice apertamente, ma il suo fastidio è una nuvola nera che segue il gruppo.
Simone e Luna sono insieme da tre anni. Lui la tratta come una principessa, ma a volte Luna si chiede se sia troppo perfetto, troppo prevedibile. A letto, il sesso è buono, ma manca quella passione che la travolge, quella forza che Luna brama in silenzio. Non lo dice, perché non vuole ferirlo, ma il suo desiderio represso si vede nei suoi occhi.
Luca e Sara sono una coppia più turbolenta. Lui è il tipo che non si lega facilmente, ma Sara lo tiene al guinzaglio, o almeno ci prova. La loro relazione è un misto di fuoco e litigi, con Sara che si infuria per un niente: un’occhiata sbagliata, un commento di troppo, o Luna che semplicemente esiste. Luca sembra quasi divertito dalla gelosia di Sara, ma non la placa mai del tutto. Con Luna, però, c’è un’energia nascosta, un’attrazione che ribolle sotto la superficie.
L’estate è un forno, e i quattro amici sono diretti A Palma de Mallorca, dove hanno affittato una villa sul mare. Sull’aereo, un volo low-cost con sedili stretti, l’aria è densa di attesa per la vacanza. Simone, seduto vicino al finestrino, si è addormentato con le cuffie nelle orecchie, la testa appoggiata al vetro. Luna è al centro, mezza addormentata, con Luca alla sua sinistra. Sara, dall’altra parte del corridoio, sfoglia una rivista, ma i suoi occhi saettano verso Luna ogni tanto, come per controllarla.
Luna, in lcon dei pantaloncini e una maglietta larga, si stiracchia, togliendosi le sneakers. I suoi piedi, perfetti, con le unghie smaltate di rosso, si allungano nello spazio tra i sedili. Senza pensarci troppo, li appoggia vicino a Luca, sfiorandogli quasi la gamba. È un gesto innocente, o almeno così sembra. Luca la guarda, un sopracciglio alzato, un sorrisetto che dice tutto e niente. “Comoda?” mormora, la voce bassa, quasi un ringhio.
Luna sorride, un misto di sfida e gioco. “Molto,” risponde, muovendo appena le dita dei piedi, come se stesse giocando con il fuoco. Lo sguardo di Luca si incupisce, si sofferma sui suoi piedi, poi risale lento, troppo lento, fino ai suoi occhi. È un momento breve, ma carico, come se l’aria tra loro si fosse incendiata. Luna sente un brivido, ma non si tira indietro. Sa che dovrebbe, sa che Simone è a un metro da lei, che Sara potrebbe girarsi da un momento all’altro. Ma quel brivido, quel gioco pericoloso, è troppo eccitante.
Sara si volta, come se avesse sentito qualcosa. “Luca, mi passi una bottiglietta d’acqua?” chiede, con un tono che sembra più un ordine. Luca annuisce, spezzando il momento, ma prima di alzarsi, il suo sguardo torna su Luna per un istante.
Appena arrivati decidono anche se hanno poco tempo di fare una scappata veloce al mare, giusto per non perdere le prime ore della vacanza, si accontentano della spiaggia vicina alla loro casa e si godono il fresco dell’acqua e la tranquillità di quella zona non troppo frequentata, ne approfittano anche per decidere cosa avrebbero fatto alla sera, una spesa veloce con cena a casa, sarebbero andati a bere qualcosa e poi avrebbero deciso cosa fare in base ai locali che avrebbero trovato. Finita una semplice cena a base di pesce, cucinata da Simone, i 4 decidono di prepararsi per poi uscire, dandosi appuntamento dopo una mezz’oretta. Chiusi in camera Simone provò a baciare il collo di Luna, che però dopo un iniziale apprezzamento lo respinse, dicendo che avevano troppo poco tempo. Una volta preparati, si trovarono tutti in salotto. Si era deciso per un dress code semplice, in teoria. In teoria perchè Luna non lo rispettò. Camicia bianca sotto a un body di pizzo, gonna bianca, scarpe nere con i tacco. Il look lasciò leggermente tutti interdetti. Il primo fu Simone che già in camera provò a convincerla, senza risultati, a cambiarsi. Poi Sara e Luca.
Sara, appena guarda Luna e stringe le labbra, il fastidio evidente nei suoi occhi. “Cazzo, sembri pronta per un red carpet,” dice, con un tono che vuole apparire scherzoso ma trasuda acidità.
Luna sorride, un sorriso da predatrice, mentre si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Grazie, tesoro,” risponde, la voce dolce ma con un pizzico di provocazione. Si muove con una grazia che sembra calcolata, i tacchi che ticchettano sul pavimento, il vestito che si solleva appena mentre si china per prendere la borsa. Ogni movimento è un’arma, e lei lo sa.
Luca, che è stato l’ultimo a uscire dalla camera e vederla, si ferma per un istante. I suoi occhi la percorrono, lenti, dalla scollatura ai tacchi, soffermandosi sulle gambe e sui piedi. “Porca puttana,” mormora, così piano che solo Luna lo sente. Lei lo guarda, un sopracciglio alzato, un sorriso che dice tutto. Simone, ignaro, le mette un braccio intorno alla vita, dandole un bacio sulla tempia. “Sei uno spettacolo,” le dice, e Luna sorride, ma i suoi occhi sono su Luca.
Sara lo nota. Stringe il braccio di Luca, le unghie che si conficcano nella sua pelle. “Andiamo, no?” dice, la voce tagliente. Luca annuisce, ma il suo sguardo non lascia Luna, e lei non distoglie il suo. È un gioco pericoloso, e la serata al bar sta per diventare il loro campo di battaglia.
Arrivati al bar Simone è il primo a sedersi, con il suo solito sorriso rilassato, la camicia di lino bianca che si apre leggermente sul petto, mostrando i tatuaggi. Ordina una birra, appoggiandosi allo schienale della sedia come se il mondo fosse suo. “Cazzo, che figata sto posto,” dice, guardando il mare, poi Luna, con occhi pieni. Lei gli sorride, ma il suo sguardo è altrove.
Sara si siede accanto a Luca, i jeans attillati che le stringono il culo, il top nero che mette in risalto le spalle abbronzate. Ha un’aria sexy, ma il suo sorriso è teso. Il modo in cui Luna è entrata nel bar, con quel look che sembra urlare “guardatemi” e il fatto che ogni ragazzo e tante delle ragazze presenti nel bar si siano girati verso di lei peggiora il tutto. Ogni passo di Luna, con quei tacchi alti che ticchettano sul legno, attira occhi da ogni angolo. Sara stringe il bicchiere di mojito che ha appena ordinato, le unghie che tamburellano sul vetro, il suo fastidio che ribolle. “Sempre a fare la diva, cazzo,” mormora sottovoce, pensando che nessuno la senta, ma Luna sembra cogliere il commento e le lancia un sorrisetto che è puro veleno.
Luna è un fottuto terremoto. Il suo top aderente le fascia il corpo come una seconda pelle, la scollatura profonda che lascia intravedere il solco tra i seni, l’orlo che si ferma a metà coscia, mostrando le gambe lunghe, tornite, abbronzate. I tacchi neri, lucidi fanno sembrare i suoi piedi un’arma letale. Si siede di fronte a Luca, accavallando le gambe con un movimento lento, deliberato, la gonna che si solleva appena, rivelando un accenno di coscia. I suoi capelli ricci le cadono sulle spalle, selvaggi, e i suoi occhi brillano sotto le luci al neon, un misto di sfida e desiderio. Sa esattamente cosa sta facendo.
Luca, seduto di fronte a lei, è una bomba a orologeria. La maglietta nera gli fascia i muscoli, i tatuaggi che spuntano dal colletto e dalle maniche, i pantaloni cargo grigi che gli danno un’aria da ribelle. Tiene una birra in mano, ma i suoi occhi sono incollati a Luna. Quando lei si è seduta, il suo sguardo è scivolato lento, troppo lento, dalla scollatura ai tacchi, soffermandosi sulle gambe e sui piedi. “Porca puttana,” si dice dentro di se. Luna sembra quasi capirlo e gli risponde con un sorrisetto, un sopracciglio alzato, come a dire: “Fai qualcosa, se hai il coraggio.”
La serata scorre tra risate, alcol e chiacchiere. Simone racconta una storia stupida su un viaggio in Spagna, e Sara che sta esagerando con i neuroni finge di ascoltare, ma i suoi occhi saettano verso Luna ogni pochi secondi, come se volesse tenerla sotto controllo. Luna, però, è in un altro mondo. Sorseggia un gin tonic, il ghiaccio che tintinna nel bicchiere. Sfila il piede destro dal tacco, si muove sotto il tavolo. È un gesto lento, calcolato, come un predatore che studia la preda. Sfiora la gamba di Luca, appena sopra la caviglia, il contatto così leggero che potrebbe sembrare un errore. Ma non lo è.
Luca si irrigidisce, il bicchiere a mezz’aria. La guarda, gli occhi che si incupiscono, un misto di rabbia e desiderio. “Che cazzo fai?” sembra dire. Luna sorride, distoglie lo sguardo e non risponde, non con le parole. Il suo piede risale, lento, lungo il polpaccio di Luca, le dita smaltate che sfiorano la pelle attraverso il tessuto dei pantaloni. È una carezza, ma è anche una sfida. Lo sguardo innocente mentre commenta l storia di Simone, il suo fidanzato, mentre beve un sorso del suo drink, la lingua la cerca e le labbra che si chiudono attorno alla cannuccia in un modo che è puro teatro. Il suo piede si ferma appena sopra il ginocchio di Luca, premendo leggermente, e lui stringe la mascella, le nocche bianche intorno al bicchiere.
“Cazzo, smettila,” pensa tra sé e sé Luca, tradito dal modo in cui il suo corpo si tende verso di lei, come se ogni muscolo volesse rispondere al suo tocco. Luna sorride, un sorriso che è puro fuoco, e spinge il piede più in alto, sfiorando l’interno della sua coscia. È un gioco pericoloso, e lei lo sa. Simone è a un metro da lei, che ride con un tizio al tavolo accanto, ignaro. Sara, dall’altra parte, sta raccontando qualcosa, ma i suoi occhi saettano verso Luna, come se sentisse che qualcosa non va.
Il suo piede si muove ancora, un tocco leggero ma deliberato, fermandosi a pochi centimetri dal suo cazzo. Luca inspira bruscamente, il suo respiro che si spezza. Luna ride piano, un suono che è quasi un gemito, e ritira il piede, ma solo per un momento. Lo appoggia di nuovo, questa volta con più pressione, le dita che si muovono lente, come se stesse tracciando un cerchio sul cazzo dell’amico del suo ragazzo. Luca serra i denti, il suo sguardo che la trapassa, pieno di un fuoco che non può nascondere.
Sara si gira verso Luca per chiedergli conferma di ciò che lei stava raccontando, Luca annuì quasi infastidito mentre il piede iniziava un vero e proprio massaggio. La voce tagliente di Sara a quel punto sembrò risvegliarlo da quel sogno, rimproverandolo della poca partecipazione. Luca si ricompone, appoggiando la birra sul tavolo con un gesto troppo controllato. Luna, dal canto suo, accavalla le gambe con un movimento lento, lasciando che la gonna si sollevi appena, mostrando più pelle di quanto dovrebbe. Sorride a Sara, un sorriso che sembra innocente ma è un cazzo di coltello. “Rilassati, Sara dai, lascialo un po’ in paceee,” dice, la voce mielosa, mentre il suo piede sfiora di nuovo Luca, un tocco rapido ma sufficiente a fargli stringere il pugno sotto il tavolo. La tensione aumenta ulteriormente quando il gruppo si alza per ballare. Luna diventa il centro della scena. Si muove sulla pista, i fianchi che ondeggiano al ritmo della musica, la gonna che si solleva appena a ogni passo, i tacchi che la fanno sembrare una dea. Ogni movimento è calcolato, ogni sguardo un’arma. Luca la segue con gli occhi, incapace di distoglierli, anche mentre Sara gli sta incollata, le braccia intorno al suo collo. La lingua di sarà cerca quella di luca, il suo bacino si muove contro il suo cazzo e sente la risposta, il problema è che quell’erezione non è per lei. Il suo sguardo è fisso su Luna, che si gira e lo guarda dritto negli occhi, un sorriso che è pura provocazione. Simone, che stava ballando con Luna, decide che è il tempo per l’ennesimo drink, lascia Luna sola e si dirige verso il bar. Il problema è che Luna, sola sulla pista, è un magnete. I suoi movimenti sono fluidi, ipnotici, ogni passo un invito. Non passa inosservata, e non vuole farlo. Un ragazzo si avvicina, emergendo dalla folla come un’ombra. È alto, almeno 1,90, mulatto, con una pelle che brilla sotto le luci al neon, un fisico scolpito che si intravede sotto una maglietta bianca aderente. Si muove con sicurezza, come uno che sa di non passare inosservato. Lei lo ha visto avvicinarsi ma ha deciso che stasera le va di giocare, e si gira. Lui si piazza dietro di lei, e inizia a ballare.Si china vicino al suo orecchio, “Balli da sola?” le chiede con voce profonda.
Luna si gira e gli risponde “per ora”, la voce un sussurro provocante, mentre continua a muoversi. Non si ferma, non si tira indietro. Il ragazzo sorride, i loro corpi sono sempre più a contatto. È un gioco, e Luna è maestra in questo. Il suo vestito si solleva leggermente mentre si muove, mostrando l’inizio delle cosce e il ragazzo non può fare a meno di notarlo. “Cazzo, sei assurda,” dice, la voce bassa, mentre le sue mani si posano leggere sui fianchi di lei, un tocco che è più una domanda che una certezza.
Luna non si sottrae, ma non si abbandona del tutto. Sa che Luca la sta guardando, sente i suoi occhi che la bruciano da lontano. Si gira appena, i suoi ricci che le sfiorano il viso, e incontra lo sguardo di Luca, ancora intrappolato da Sara, che ora lo sta baciando con più forza, come se volesse cancellare ogni pensiero dalla sua testa. Luna sorride, un sorriso da predatrice, e prende le mani del ragazzo e le passa su tutto il suo corpo, facendone poi fermare una sul suo collo e facendo tornare verso il basso l’altra, che scivola appena più in basso sui suoi fianchi, il suo corpo che si muove in sincronia con il suo. È un gioco pericoloso, e lei lo adora. Il calore del ragazzo dietro di lei, la musica che le pulsa nelle vene, e lo sguardo di Luca che la trapassa: è tutto un cazzo di carburante per il fuoco che le brucia dentro. Luna si fa forse trasportare troppo, si gira e lo bacia, davanti a tutti, un bacio come quelli che sperava potesse darle Simone, ma che forse Simone non poteva darle. Prese il ragazzo per mano e si diresse verso i bagni, e lo face guardando Luca dritto negli occhi. Lui non poteva lasciarla andare così, guardò Sara e le disse “non dovevi andare in bagno? Andiamo ora?” Lei acconsentì e si diressero anche loro. Lei entrò nel bagno delle ragazze e lui si mise a cercare Luna. Non la trovò dentro al bagno dei ragazzi e non poteva entrare in quello delle ragazze, decise di provare a guardare nella zona circostante, i bagni erano all’aperto quindi si mise a cercare in mezzo a quella specie di giardino. Tra alcune coppie che parlavano, alcune persone collassate, ad un certo punto il vestito bianco di Luna attirò la sua attenzione. Era seduta sulle gambe di quel ragazzo, si stavano baciando. Luca si avvicinò deciso a porre fine a quel gioco ma appena fu vicino Luna lo vide, “finalmente, quanto ci hai messo” disse lei. “Ti presento Luca” aggiunse, “bella coincidenza eh, si chiama anche lui Luca” senza mai togliere lo sguardo dagli occhi dell’amico del suo ragazzo. Il ragazzo Mulatto a quel punto chiese “questo è il fidanzato di cui parlavi?” Lei si alzò, si diresse verso Luca e lo baciò in bocca, lasciandolo interdetto. “Si, è il mio ragazzo, ora torniamo dentro” disse salutando con un gesto della mano il ragazzo mulatto. Diede un altro bacio a Luca e poi si avviarono verso l’interno. Prima di arrivare verso la zona dei bagni però Luca la prese per mano e la sbatte contro un muro e iniziò a baciarla. Aspettavano entrambi quel momento da quando erano in aereo, le mani di Luca correvano su tutto il suo corpo come se non sapessero cosa desideravano di più di lei, lei invece usava solo la vicinanza dei due corpi per sentire la sua erezione crescere. “Sei una troia” disse luca staccandosi da lei, per poi baciarla ancora, “non puoi fare queste cose cazzo”. Lei non rispondeva, si limitava a godere della passione del momento. La mano sinistra di Luca a quel punto prese coraggio e affondò sotto alla gonna li Luna. Luca smise immediatamente di baciarla, si staccò e la guardò negli occhi, lei sorrise, provando a baciarlo di nuovo ma lui si tirò indietro, con sguardo severo. La mano di Luca aveva trovato Luna completamente bagnata e senza mutande. Il sorriso di Luna si spezzò, si avvicinò a lui e guardandolo con area colpevole e con un tono provocante disse “ops, credo di averle dimenticate dall’altro Luca, se vuoi le vado a prendere” “Sei una troia” fu l’unica risposta, pronunciata nello stesso istante in cui due dita iniziarono a massaggiarle il clitoride. Ricominciarono a baciarsi almeno finché Luna non si staccò per dire a Luca con voce ansimante “la tua fidanzatina dietro di te mi sa che ti sta cercando”. Luca si girò e vide Sara all’uscita dal bagno che si guardava intorno, si staccò da Luna e si leccò le dita. “Sappi che non mi scappi” si girò e si incamminò verso la sua ragazza. “dalle un bacio, così assaggia anche lei” disse Luna, accendendo un nuovo fuoco dentro di lui, che però si limitò a lanciarle un’occhiataccia. La serata al locale proseguì tra il bere e la tensione, verso le 5 di mattina Simone esausto convinse gli altri ad andare a casa. Si misero in macchina e nel giro di 15 minuti arrivarono a casa. Sara era quella messa peggio, essendo quella che regge meno l’alcol crollò subito sul letto senza neanche struccarsi. Luna e Simone, in cucina si baciano contro il bancone. “Quanto eri bella stasera, ti guardavano tutti cazzo” se non fossi così morto per il viaggio e per oggi vorrei scoparti, facciamo domani?” Luna non ci rimase neanche male, non era Simone il suo obiettivo stasera, lo liquidò con un bacio senza neanche rispondere. Prese un bicchiere d’acqua e prese il cellulare in mano, sul quale lesse un messaggio da un numero sconosciuto che diceva “Sei una dea” e la testa andò all’altro Luca, il ragazzo mulatto, e si ricordò di avergli dato il suo numero. Luna aveva ancora addosso quei vestiti che l’avevano resa la regina della serata, quel body che fascia il corpo come un guanto, i tacchi alti che ticchettano sul pavimento di piastrelle mentre si muove. Non si è tolta niente, né il vestito né i tacchi, come se sapesse che la notte è appena iniziata. È a quel punto che Luca finalmente entra in cucina, lei si appoggia al bancone, le mani sul bordo di marmo freddo, poi, con un movimento lento, da troia consumata, si solleva e si siede sul piano, le gambe accavallate, il vestito che si alza quel tanto da mostrare le cosce, lisce come seta. I capelli ricci le cadono sul viso, e i suoi occhi brillano sotto la luce fioca della lampada, un misto di “vieni a prendermi” e “fottiti”.
Luca a contrario suo si era spogliato, era a torso nudo, i tatuaggi che sembrano vivi sotto la luce, i boxer neri che gli pendono bassi, lasciando intravedere la V dell’inguine. Chiude la porta con un gesto secco, il clic che suona come un colpo di pistola. “Sei una troia” dice, la voce bassa, incazzata, ma con quel tremore che tradisce quanto sia eccitato. Si avvicina, i muscoli tesi, ogni passo che dice che non si tirerà indietro.
Luna sorride, un sorriso da chi sa di avere il controllo.
Sposta una gamba, lasciando che il vestito si alzi ancora, ricordandogli che non ha le mutande, che è pronta, bagnata, come l’ha lasciata prima. Luca si ferma a un passo, i suoi occhi che la scopano già, dalla scollatura ai tacchi, fermandosi dove il vestito non copre più niente. “Sei una troia” ripete, ma la sua voce è spezzata, il desiderio che gli scorre nelle vene come benzina.
Non c’è più tempo per nulla, Luca la raggiunge in un secondo, le mani che le afferrano i fianchi, tirandola verso il bordo del bancone. Luna geme, mentre lui le spalanca le gambe, la gonna ormai non copre più nulla. “Cazzo, guardati, sei fradicia,” dice, le dita che scivolano tra le sue cosce, trovandola così bagnata che quasi gli scappa un gemito. Luna ride, mentre gli avvolge le gambe intorno, i tacchi che gli graffiano la schiena. La mano di lei si infila nei boxer di Luca, trovandolo duro come una pietra, iniziando una lenta sega mentre lo guarda negli occhi. Ora le parole sono superflue, ci sono solo respiri affannosi. Luca è al limite, abbassa leggermente i boxer, liberando un cazzo grosso, con vene spesse che pulsano sotto la pelle, la cappella larga, ben definita, un cazzo che sembra fatto per essere adorato. “Dio” scappò sottovoce a Luna, compiacendo il ragazzo, “Altro che quello di Simone…” ansima, stringendolo, sentendo ogni vena, ogni centimetro che la fa tremare solo a toccarlo.
Luca non parla più. La bacia come se volesse mangiarla, le labbra che si scontrano, la lingua che le invade la bocca, un bacio sporco. Le sue mani sono ovunque, una che le strappa il body dalla spalla, lasciando un seno nudo, il capezzolo duro che lui succhia subito, mordendo forte. Le toglie il vestito ancora di più, mentre Luna gli tira giù i boxer, liberando quel cazzo perfetto, le vene in risalto, la cappella bagnata che brilla sotto la luce. “Scopami, cazzo, ora,” ordina Luna, guidandolo dentro di sé con una mano, l’altra che gli graffia il petto, lasciando strisce rosse sui tatuaggi.
Luca la penetra con una spinta che la fa urlare, il bancone che trema, Luna geme forte, troppo forte, e un bicchiere di vino sul bancone cade, frantumandosi sul pavimento con un botto che squarcia il silenzio. “Cazzo, fai piano,” dice Luna, ma lui non si ferma, non può. Il cazzo di Luca la riempie, grosso, duro, così diverso dal pisello nella media di Simone, ogni spinta che la fa tremare, il bancone che scricchiola come se stesse per crollare. “Cazzo, fai piano è troppo grosso,” geme Luna, “non sono abituata” la voce spezzata, mentre si aggrappa a lui, le unghie che gli scavano la schiena, i tacchi che sbattono contro il marmo. Luca le tappa la bocca con una mano, anche se quelle parole lo hanno fatto eccitare ancora di più sentirla denigrare il suo migliore amico mentre la scopa lo sta facendo impazzire,“Zitta, troia, o svegliamo quei due,” dice, ma il suo ritmo è una cazzo di furia, ogni colpo più profondo, più violento, il suo cazzo che la spacca, le vene che pulsano dentro di lei, la cappella che colpisce punti che la fanno vedere le stelle. Una bottiglia d’olio si rovescia, mentre a Luna scappa un gemito, lui le tappa istintivamente la bocca. “Devi stare zitta cazzo”
Il rumore è troppo. Luca si ferma, il respiro pesante, il cazzo ancora dentro di lei, gli occhi che saettano verso la porta. “Cazzo, Luna,” dice, la voce bassa, incazzata. Luna, ansimante, il seno nudo, i vestiti in terra. “Perchè ti fermi?” Chiede lei, Luca non ci pensa due volte. Le afferra i capelli, tirando forte, strappandole un gemito che è metà dolore, metà piacere. “Fuori, ora, troia,” dice, trascinandola giù dal bancone. Luna inciampa sui tacchi, ma non protesta, il fuoco che le brucia dentro è troppo forte.
Escono sul patio, il cemento freddo sotto i piedi nudi di Luca, i tacchi di Luna che ticchettano fino a quando non arrivano sull’erba bagnata. Il mare è un ruggito lontano, le stelle sopra di loro uno spettacolo che nessuno dei due noterà mai. Luca la sbatte praticamente di faccia contro il muro “Sei una stronza, mi rovinerai,” dice, trovandola ancora bagnata, ancora pronta. “Non sembra ti dispiaccia, guarda questo cazzo,” risponde Luna, la voce un gemito, mentre lo afferra, sentendo di nuovo quel mostro, le vene spesse, la cappella larga che sembra fatta per farla urlare. “Scopami, Luca, cazzo, fallo,” ansima, e lui non se lo fa ripetere. La scopa lì, da dietro, all’aperto, il cazzo che la riempie, grosso, duro, ogni spinta un’esplosione di piacere sporco. Luna si morde il labbro fino a farsi male, i gemiti soffocati dal vento, mentre Luca le tiene i fianchi, il ritmo animalesco, il suo cazzo che la scopa come se volesse distruggerla. Si sentono solo i loro versi nella notte. In quel momento ci sono solo loro. O quasi. Perché in realtà Simone non dorme più. Un rumore, forse il bicchiere che si è rotto in cucina, forse un gemito di troppo o forse l’istinto che gli urla che qualcosa non va, lo tira giù dal letto. Barcolla verso il salotto, dove Sara è svenuta sul divano, il vino rosso che ha macchiato il pavimento. Non vede Luna, non vede Luca. Un gemito, un suono che non dovrebbe esserci, lo spinge verso la porta a vetri del patio, socchiusa. Si ferma, guarda fuori, vede tutto.
Luna è contro il muro, le gambe spalancate, i tacchi che brillano sotto la luna. Luca la sta scopando, il suo cazzo enorme che entra ed esce da lei con una forza che sembra volerla spezzare. Simone si blocca, il cuore che gli esplode nel petto, ma non è rabbia. È un calore che gli sale dal cazzo, un’erezione che gli tende i pantaloncini come non gli è mai successo. “Cazzo,” mormora, gli occhi incollati al cazzo di Luca che sbatte dentro Luna con un ritmo che lo fa restare a bocca aperta. Vede il momento in cui lui lo tira fuori e glielo fa leccare, vede quando la fa sdraiare sul lettino e ricomincia a scoparla. È un cazzo che fa sembrare il suo un cazzo piccolo, e invece di incazzarsi, Simone si ritrova a stringersi il cazzo attraverso i pantaloncini, duro come una pietra, eccitato come non mai. Vede Luna, la sua Luna, che si contorce, che geme come una troia, che si lascia scopare in un modo che lui non ha mai osato. “Cazzo, è fottutamente grosso” sussurra tra sé, “e lei è così bella” la voce strozzata, mentre la sua mano scivola nelle mutande, stringendo il suo cazzo, più piccolo, meno impressionante, ma duro da far male.
Luna geme troppo forte, un suono che squarcia la notte, e Luca le tappa la bocca con una mano. “Zitta, cazzo, o ci sentono,” dice, ma non rallenta, la scopa con una furia che la fa tremare.Luna ansima, la voce spezzata, mentre si aggrappa a lui, le unghie che gli graffiano la schiena, lui le morde il collo, i tacchi che scivolano sull’erba. Simone, nascosto nell’ombra della porta, guarda, ipnotizzato. Quel cazzo, con le vene che pulsano, la cappella che brilla sotto la luna, è un cazzo di spettacolo. Vede Luna che si inarca, il seno nudo che sobbalza, e si tocca più forte, il suo cazzo che pulsa al ritmo di quello che vede. È sbagliato, lo sa, ma il suo corpo non gli dà retta. “Cazzo, Luca, la stai distruggendo,” mormora tra sé, la voce un sussurro, mentre si morde il labbro, eccitato come mai prima.
Luca spinge più forte, il muretto che trema, un vaso di terracotta che cade sull’erba con un tonfo. Luna ride mentre gli morde la mano che le tappa la bocca. “Scopami più forte, cazzo,” dice, Luca la guarda, le ordina di aprire la bocca e dopo aver sputato la bacia. Solo a quel punto Luca obbedisce, il suo cazzo che la martella colpisce in profondità. Simone vede tutto, vede il modo in cui Luna si lascia andare, vede il cazzo di Luca che la riempie, e cazzo, non riesce a smettere di toccarsi, la mano che si muove veloce, il suo cazzo che gli fa male da quanto è duro.
Luna viene con un gemito che non riesce a soffocare, il corpo che trema, le gambe che si stringono intorno a Luca. “Cazzo, sì,” ansima, mentre Luca la segue, un grugnito basso, animalesco, il suo cazzo che si svuota dentro di lei, che la riempie, calda, abbondante, che cola lungo le sue cosce quando lui si tira indietro, il cazzo ancora duro, lucido di lei e della sua sborra, le vene in risalto, la cappella che brilla. Simone, dalla porta, viene nella sua mano, un orgasmo silenzioso, sporco, la sborra che gocciola anche in terra, il respiro che gli si spezza. Vede Luna raccogliere la sborra di Luca che scivola lungo le gambe e portarsela alla bocca, vede il modo in cui lei si appoggia al muretto, ansimante, e cazzo, è la cosa più eccitante che abbia mai visto. Il cazzo di Luca, ancora lì, grosso, pulsante, è un’immagine che gli si stampa nella testa. Vede i due avvicinarsi e baciarsi, con una passione che non riesce neanche a spiegarsi, prima di vedere Luna raccogliere di nuovo la sbarra che cola e pulire con la lingua anche quella. Non fa in tempo a realizzare ciò che ha visto che si ritrova a dover scappare in camera, vedendo Luca che si dirige verso l’ingresso. Si butta a letto e decide di far finta di nulla.
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