Scopata dal maestro di tennis
di
Ladyam
genere
confessioni
SCOPATA DAL MAESTRO DI TENNIS
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Quella mattina avevo lezione all’università per cui arrivai al circolo tennis intorno alle 13:00, quando tutti erano già andati via.
Tutti tranne il mio maestro al quale avevo inviato un messaggio: arrivo intorno all’una, ti trovo?
Era lì ad aspettarmi, un po' contrariato: “Perché questo ritardo?”, mi chiese venendomi incontro.
“L’università, avevo una lezione importante…”, gli risposi ammiccando.
“Mi cambio e vengo subito”, gli dissi mentre entravo nello spogliatoio.
Mi tolsi tutto, anche il reggiseno e gli slip, e indossai la maglietta bianca, il mio gonnellino a plissè e la fascetta per trattenere i miei lunghi capelli.
Cominciammo la lezione, i primi palleggi di riscaldamento.
“Sbagli la posizione del busto!”, mi disse venendo verso di me.
“Le ginocchia! Così…questo è il movimento che devi fare”, mi diceva mentre, dietro di me, con le mani mi spingeva sui fianchi.
Il contatto col suo corpo mi eccitava, per cui gli chiesi di spiegarmi meglio il movimento…
Restammo per qualche minuto incollati, io arretravo col mio culo in cerca del suo cazzo, che sentivo già gonfio.
Quando riprendemmo a fare gli scambi e andavo a raccogliere le palline mi chinavo dando il culo alla rete, così che lui potesse vedermi senza slip.
Al termine della lezione ci incrociammo all’uscita dal campo: “Io vado a cambiarmi, vorrei farmi anche una doccia: sai se funziona? Puoi dare un’occhiata?”, gli chiesi ammiccante.
Entrammo nello spogliatoio, e mentre il maestro dava un’occhiata alla doccia io mi spogliai e rimasi in piedi nuda a guardarlo: “Allora, la posso usare? Funziona?”, gli chiesi con fare noncurante.
Lui si gira, mi guarda, si avvicina, comincia ad accarezzarmi le tette: “Penso che dovrai rinunciare, perché l’acqua calda non esce…”
Le sue mani dalle tette, dai capezzoli scendono giù verso la mia fica, già bagnata e non di sudore.
Allargo le gambe e le sue dita penetrano dentro.
“Mmmm….scopami dai…”, dico vogliosa.
Lui caccia il suo uccello, già rigido.
Mi inginocchio davanti a lui, lo prendo in mano, lo sego un po' e poi lo metto in bocca per leccarlo a dovere, mentre lui mi strizza i capezzoli.
“Dai, vatti a mettere sulla panchina, non abbiamo molto tempo”, mi dice spingendomi verso il muro.
Appoggio le mani sulla panchina, allargo le gambe, lui mi viene dietro, con una mano mi allarga la fica e con l’altra indirizza il suo cazzo dentro, e comincia a spingere.
Quando il suo cazzo è tutto dentro lo sento addossarsi a me; con le mani mi afferra le tette, mi stringe i capezzoli.
Io gemo di piacere mentre con una mano mi vado ad accarezzare la fica.
Lo sento aumentare il ritmo, ansima, io sono eccitata come una troia in calore, mi masturbo con veemenza, e mentre il suo cazzo continua a spingere vengo mugolando di piacere.
Ancheggio e mentre sto ancora godendo sento il suo sperma invadermi la fica.
“No, cazzo!”, lo sento urlare mentre estrae il cazzo dalla mia fica e me lo appoggia sul culo.
Sento ancora la sua sborra uscire e posarsi sul mio culo.
Con la mano vado a raccoglierla e a portarmela in bocca per leccarla.
Mi giro, mi siedo sulla panchina, afferro il suo cazzo ancora pulsante e lo metto in bocca.
Lo lecco con voracità per ingoiare tutta la sborra che ancora lentamente esce fuori.
Da fuori arrivano alcune voci: lui si ritrae velocemente, si ricompone, scatta fuori dallo spogliatoio mentre io prendo a rivestirmi.
Poco dopo lo sento parlare con un’altra allieva.
Ho rimesso i miei abiti, la borsa è sistemata, la mia racchetta è nella sua custodia, esco dallo spogliatoio e mi avvio verso il parcheggio: “Ci vediamo martedì allora!”, dico con voce innocente al maestro salutandolo con la mano.
Lui fa finta di non avermi sentito né visto: è tutto occupato a parlare con la nuova allieva…
Il giorno dopo avevo un appuntamento col professore di diritto penale: sarebbe venuto a prendermi per portarmi a Imperia, per trascorrere un fine settimana nella sua vecchia casa al mare.
La prospettiva mi eccitava non poco: era un uomo molto affascinante, molto più grande di me, e io ero davvero elettrizzata all’idea di poter scopare con lui…perché tanto avremmo di certo finito per scopare…
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