We di fuoco a Roma

di
genere
trio

Mi chiamo Sofia e non vedevo l’ora di partire per questo viaggio a Roma con Luca, il mio amante. Dopo mesi di riunioni interminabili e stress da ufficio, questo weekend prometteva di essere una boccata d’aria fresca. Luca era lì per una riunione di lavoro sabato pomeriggio, ma io l’ho accompagnato solo per il piacere di stare con lui, senza impegni lavorativi. Lui, con il suo fascino discreto e il suo modo di guardarmi che mi fa sciogliere, aveva prenotato un B&B con spa per rendere il tutto più piacevole. Un gesto che mi ha fatto sorridere, sapendo che il lavoro sarebbe stato l’ultima cosa nella nostra mente.
Siamo arrivati a Roma sabato mattina, e grazie al check-in automatico abbiamo avuto accesso alla nostra stanza nel B&B già alle 14. La camera era splendida, in una dependance del B&B, con un letto king-size e un bagno moderno dotato di una doccia enorme con un sedile integrato. Appena entrati, l’atmosfera si è fatta subito elettrica. Luca mi ha attirato a sé, le sue mani sul mio sedere mentre ci baciavamo con passione sotto l’acqua della doccia. Il suo cazzo era già duro, e io non ho resistito: l’ho stretto in mano, sentendo il desiderio crescere, la pelle calda e pulsante contro il mio palmo. Mi sono seduta sul sedile della doccia, gambe aperte, e l’ho guidato dentro di me. La sua cappella gonfia mi ha strappato un gemito di piacere, riempiendomi con una lentezza deliziosa che mi ha fatto inarcare la schiena. Mi ha scopata con colpi vigorosi, le sue mani sulle mie tette, stringendo i capezzoli turgidi, le nostre lingue intrecciate in un bacio famelico. Sono venuta urlando, senza trattenermi, il corpo scosso da ondate di piacere mentre lui mi riempiva con un orgasmo intenso, il suo seme caldo che si mescolava al mio desiderio. Ci siamo guardati, sorridendo, e abbiamo finito di lavarci abbracciati, sapendo che il weekend era solo all’inizio.
Dopo la doccia, Luca si è preparato per la riunione, che sarebbe iniziata alle 16 e sarebbe durata fino alle 19. Io, libera da impegni, ho deciso di approfittare del pomeriggio per esplorare Roma con calma. Con il sole che scaldava le strade, mi sono persa tra i negozi di Via del Corso, alla ricerca di qualcosa di speciale per stuzzicare Luca quella sera. Ho scelto un intimo audace: un reggiseno push-up in pizzo nero che esaltava le mie curve, un perizoma coordinato che sfiorava la pelle in modo provocante, lasciando poco all’immaginazione, e autoreggenti setose che accarezzavano le mie cosce come una promessa di piacere. Per completare, un paio di décolleté rosse con tacco 12, eleganti ma audaci, che allungavano le mie gambe e mi facevano sentire irresistibilmente sexy. Sopra, un abito nero semplice ma aderente, con uno scollo discreto che suggeriva senza rivelare – un equilibrio perfetto tra eleganza e seduzione.
La sera, dopo che Luca è tornato dalla riunione, ci siamo diretti a un ristorante nel cuore di Roma, un locale elegante in Trastevere con tavoli all’aperto illuminati da luci soffuse. I tacchi clicchettavano sul selciato mentre camminavo al fianco di Luca, sentendo il pizzo sfregare contro la mia pelle sensibile, un costante promemoria del mio segreto. Abbiamo ordinato due cocktail, serviti da un cameriere che ha attirato subito la nostra attenzione. Si è presentato come Marco, un uomo sulla trentina, alto, con capelli scuri mossi e un sorriso malizioso. Indossava una camicia bianca che lasciava intravedere un fisico scolpito, e i suoi occhi castani sembravano non staccarsi da me, scorrendo sul mio abito come una carezza invisibile. Io e Luca abbiamo scherzato sul suo fascino mentre sorseggiavamo i drink, ma ho notato che Marco ricambiava i miei sguardi ogni volta che passava vicino al nostro tavolo, facendomi accelerare il battito.
Durante la cena, abbiamo optato per una bottiglia di vino rosso, che Marco ci ha consigliato e servito con un atteggiamento sempre più confidenziale, le sue dita che sfioravano accidentalmente le mie mentre versava. “Se continuate così, il prossimo giro ve lo offro io,” ha detto ridendo, e Luca ha ribattuto che con un cameriere così non avremmo smesso di ordinare. L’aria si stava caricando di una tensione sottile, elettrica, che mi faceva formicolare la pelle sotto l’intimo. A un certo punto, sono andata in bagno, i tacchi che echeggiavano nel corridoio, e con la coda dell’occhio ho visto Marco seguirmi con lo sguardo. Mentre uscivo, me lo sono trovato davanti, appoggiato al muro con quel sorriso che diceva tutto. “Ti va un altro drink? Questo lo offro io,” ha detto, sfiorandomi il braccio, il suo tocco che inviava scintille di desiderio dritto al mio centro. Ho sorriso, sentendo un brivido, e ho accettato.
Tornata al tavolo, Marco è arrivato con tre cocktail, uno anche per sé. Si è seduto con noi, visto che il locale si stava svuotando. Abbiamo chiacchierato, e il suo sguardo continuava a scivolare sullo scollo del mio vestito, facendomi immaginare le sue mani lì. Io, dal canto mio, non potevo fare a meno di notare il modo in cui la sua camicia si tendeva sui muscoli del petto, desiderando di strappargliela via. Luca, sempre attento, ha colto l’atmosfera e ha lasciato che il gioco continuasse, i suoi occhi che brillavano di eccitazione complice. Quando il ristorante ha chiuso, Marco ci ha proposto di portarci una bottiglia di liquore al nostro B&B, qualcosa di speciale dalla sua riserva personale, in cambio di una sigaretta. Non abbiamo esitato ad accettare, il mio corpo già fremente all’idea.
Nella hall del B&B, un’area comune accogliente con divanetti, una cucina a disposizione degli ospiti e un angolo bar dove si poteva bere qualcosa la sera, Marco è arrivato con la bottiglia di liquore e dei bicchieri. Abbiamo chiacchierato, bevuto e riso, l’atmosfera sempre più carica, il vino e i cocktail che mi facevano sentire audace e desiderosa. Ho tolto il reggiseno prima del suo arrivo, sentendo i capezzoli indurirsi contro il tessuto dell’abito, e Marco l’ha notato subito, commentando con un sorrisetto che mi ero “messa comoda”. “Tu non sei stanco dopo il lavoro?” gli ho chiesto, provocandolo, la voce bassa e seducente. “Basta una doccia veloce per ricaricarmi,” ha risposto, con un tono che non lasciava dubbi, i suoi occhi che divoravano le mie curve. “Puoi usare la nostra, se vuoi,” ho detto, e Luca ha annuito con un sorriso complice, la sua mano che sfiorava la mia coscia sotto il tavolo.
Siamo entrati in stanza, e Marco è andato in bagno, lasciando la porta socchiusa. Ho intravisto il suo corpo mentre si spogliava: pelle abbronzata, muscoli definiti, un tatuaggio che gli attraversava il fianco, facendomi mordere il labbro per l’anticipazione. È uscito con solo un asciugamano intorno alla vita, e l’atmosfera è esplosa. Mi sono sdraiata sul letto, l’abito sollevato appena sopra le autoreggenti, rivelando il pizzo nero che incorniciava le mie cosce, i tacchi 12 ancora ai piedi, un simbolo della mia audacia. Luca già mi leccava con passione, la sua lingua che danzava sul mio clitoride bagnato, una mano sulla mia tetta e l’altra che mi teneva i fianchi. Marco si è avvicinato, lasciando cadere l’asciugamano, rivelando il suo cazzo eretto, spesso e invitante. Mi ha baciato, un bacio profondo e possessivo, e io ho toccato il suo petto scolpito, scendendo con la mano fino al suo membro, accarezzandolo lentamente mentre gemevamo nella bocca l’uno dell’altra. Luca si è alzato, si è spogliato e mi ha penetrata con forza, il suo cazzo che scivolava dentro di me con facilità, facendomi inarcare. Ho attirato Marco verso di me, prendendoglielo in bocca, succhiando avidamente mentre Luca mi scopava, il sapore salato sulla mia lingua che mi faceva impazzire.
Poi, Luca si è fermato, e Marco ha preso il suo posto, penetrandomi con colpi decisi mentre Luca gli guidava i fianchi, le sue mani che esploravano il mio corpo. Mi hanno presa in tutte le posizioni: Marco mi ha girata a pecora, scopandomi da dietro con spinte potenti che mi facevano gemere forte, il pizzo del perizoma spostato di lato, mentre leccavo Luca, la mia bocca piena del suo sapore; poi mi sono messa sopra Luca, cavalcandolo con foga, il mio seno che rimbalzava, le autoreggenti che sfregavano contro la sua pelle, mentre Marco mi toccava e mi baciava il collo, le sue labbra calde che mi mandavano in estasi. L’eccitazione è salita quando Marco ha iniziato a giocare con il mio culo, infilando un dito lubrificato, preparandomi con movimenti circolari che mi facevano tremare di piacere anticipato. Ho gemuto forte, implorando di più, e presto il suo cazzo ha sostituito il dito, penetrandomi analmente mentre Luca continuava a scoparmi la vagina. La doppia penetrazione mi ha fatto perdere la testa: sentivo i loro cazzi sfregare dentro di me, riempiendomi completamente, un’onda di piacere che si infrangeva su di me senza sosta. Ho raggiunto orgasmi ripetuti, uno dopo l’altro, urlando di piacere, il corpo che tremava in un’estasi continua, le autoreggenti e i tacchi 12 che amplificavano la sensazione di essere posseduta, il pizzo bagnato che sfregava contro la mia pelle in fiamme. I loro gemiti si mescolavano ai miei, mani ovunque, corpi sudati che si intrecciavano in un turbine di desiderio puro.
Alla fine, si sono alternati, venendo entrambi su di me – schizzi caldi sul mio seno e sul viso – mentre le nostre mani e bocche si intrecciavano in un caos di piacere, leccando e baciando ogni goccia. Ci siamo puliti a vicenda, ridendo e scambiandoci sguardi complici, il mio corpo ancora fremente, i tacchi e le autoreggenti ancora al loro posto, simboli di una notte sfrenata.
Marco ci ha salutato, ringraziandoci per la serata indimenticabile, e noi abbiamo fatto lo stesso, scambiandoci i numeri nel caso fossimo tornati in zona. Ma la notte non era finita: io e Luca abbiamo continuato a scopare forte per ore, esausti ma insaziabili, riprendendo appena svegli la mattina con un’altra sessione intensa. È stato un viaggio che non dimenticherò mai… altro che riunione!!
scritto il
2025-10-07
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