Ho Tradito.

di
genere
tradimenti

Ci incontriamo solo il fine settimana a lavoro, energica, esuberante con i tuoi abbracci forti e sempre un pò troppo lunghi. Rientriamo dalle vacanze estive dove non ci siamo visti ne sentiti per più di un mese, mi stuzzichi raccontandomi le tue avventure, di quanti bei ragazzi hai incontrato, delle slinguazzate date ai tipi sconosciuti in discoteca mentre eri ubriaca, lasciando e creando appositamente il dubbio che le lingue non si siano fermate solo alle bocche. Tutti i racconti che iniziano con: ho incontrato un bel ragazzo finiscono con un sapessi … Millanta e lascia sottendere le peggio cose, mentre il suo sguardo mi fissa come per cercare un mio piccolo gesto di gelosia. Io impassibile come una fredda roccia cerco di continuare le mie battute ma dentro sto bruciando come la lava, non é la mia ragazza ma una parte sempre più crescente in me la vuole. Oggi dopo circa 36 giorni mi sei saltata in braccio per salutarmi, un abbraccio dato con tutta la tua forza, molto simile ad una presa di wrestling, inconsciamente ed in maniera del tutto casuale le do un bacio sul collo, veloce a stampo ed immediatamente il suo viso si scosta e mi fissa, uno sguardo lungo nessuno dice una parola ed alla fine smorza la situazione con un semplice

ti sono mancata vero?

Le ore a lavoro sono completamente tempestate dai suoi racconti, del bel moro che ci sapeva fare, il biondo tedesco, ed il gruppetto di diciottenni che uno alla volta avrebbe provato. Un po’ esagerati come racconti, soprattutto per una che dopo un coca rum si addormenta ed alle dieci e mezza di sera, solitamente dorme in pigiama sul divano. Il tutto correlato dall’album fotografico che ti sei fatta fare dalle tue amiche, le foto in costume che mostrano perfettamente il tuo fisico tonico e poi quella foto mostrata per “sbaglio” del tuo fondoschiena mentre sei inchinata a novanta ed il tutto tagliato in due da un sottile filo nero.
Scusa non me ne sono accorta colpa di quelle stupide…

Eppure sembra messa lì proprio apposta. La giornata termina, uno alla volta se ne vanno tutti attendo che si cambi per poi come al solito cambiarmi per ultimo per poi chiudere il locale. Esci ci salutiamo e te ne esci con:

Posso darti un abbraccio, mi sei mancato un sacco in questi giorni ?

Come quando sei arrivati mi salti in braccio, la mia bocca è nuovamente su quel collo ricolmo di profumo appena spruzzato, forte da bruciarmi il naso ma non abbastanza da evitare l’ennesimo ed del tutto inconscio bacio sul collo. Nessun scatto repentino nessun sguardo, anzi esclami oh si! Mente le tue braccia si stringono ancora più forte, ne do un altro e la sua bocca si avventa sul mio collo di collo. Cerco il tuo sguardo mentre la tua bocca poco alla volta si è spostata verso il mio mento, fisso il tuo sguardo arrossato mentre il tuo alito mi entra in bocca, un bacio atteso e desiderato da anni.

Non c’è la faccio più ad evitarla, a trattenermi, a ridurre sempre tutto ad una fantasia, l’animale che é in me vuole uscire, lentamente mentre la sua bocca cerca di risucchiare fin ultimo atomo del mio fiato mi avvicino al bordo dell stenza, mettendola letteralmente con le spalle al muro. Afferro e palpeggio quel fondoschiena intrappolato nei legins, i miei pollici si infilano sotto l’elastico e senza farla scappare da quella morsa faccio uscire le due natiche costrette, portandoli fino a meta della sua coscia, il suo sesso è esposto ma lontano dalla mia vista, mentre il muro mi aiuta a sorreggerla la mia mano destra scende su i miei pantaloni e libera quell’ammasso di vene gofie, gonfie da far quasi male. Come se fosse il martello di thor balza nel palmo della mia mano amica di mille avventure, impossibile da piegare e da placare lo faccio entrare in quella sconosciuta fessura umida. Mugugni incessanti mentre i suoi denti cercano di strappare il mio labbro inferiore, mi muovo entra ed esce, sento le mie palle essere poco alla volta sempre più umide e l’asta sempre più lubrificata. Dov’è finita l'insaziabile divoratrice di cazzi dei suoi racconti, l’irrefrenabile conquistatrice di bei maschioni? Qui davanti a me ho una semplice donna che si lamenta come un cane bastonato. Sento quell’irrefrenabile bisogno di finire, stringo i denti finché posso ma vengo presto invaso del irreversibile formicolio di onnipotenza e con colpi forti e decisi da lasciarla senza fiato riverso dentro di lei il frutto del mio orgasmo. Le faccio ritoccare terra con i piedi mentra la mia appendice scivola fuori da dentro di lei, la sua bocca finnalmente mi lascia respirare, rivedo finalmente il suo viso, occhi rossi e lucidi come se avesse appena terminato lungo pianto, le labbra leggermente divaricate e un fiatone che a tratti assomiglia più ad un singhiozzo. Ammiro finalmente il suo sesso liscio gonfio un po’ arrossato dal quele scendono delle lunghe lacrime biancastre fin ad arrivare su le sue cosce abbronzate. La salivazione aumenta il mio cervelo vuole solo succhiare e leccare quella figa, ma tutto viene immediatamente coperto da quei fastidiosi leghins, mi abbraccia e mi bacia e con la scusa che è tardissimo scappa via esclamando un ci vediamo domani e lanciandomi un bacio mentre si allontana. Io con i pantaloni calati mi siedo, lo fisso gonfio, con quella lunga vena che lo percorre in tutta la sua lunghezza, è ancora pieno e fiero, quel fugo in cima perde ancora qualche goccia mentre l’uomo ti di lei sull’asta iniziano ad asciugarsi.

sei fiero ? 20 anni di fedeltà, di rinunce a tentazioni buttati via cosi ?

Guardo l’ora incredulo di come sia volato il tempo, com’è possibile che sia trascorso cosi tanto in pocchi attimi, lo ricaccio nei pantaloni e corro a casa cercando di inventarmi una scusa per il ristardo, però con una inspiegabile voglio i tornare a lavoro l’indomani.
scritto il
2025-09-22
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