La prima volta (seconda parte)
di
Paolatrav
genere
gay
Con la sua lingua in gola e la mano stretta attorno al suo cazzo duro, ancora celato ai miei occhi dai pantaloni, mi sentivo sciogliere e mi rimbombavano in testa le sue parole: ”sai che sei davvero carina?”. Nessuno si era mai rivolto a me, fino a quel momento, al femminile, nonostante il mio aspetto fisico tutt’altro che mascolino. Per la prima volta percepii chiaramente il piacere di sentirmi apprezzata e desiderata. L’idea di sentirmi desiderata come femmina, le sue parole, la sua foga e la sua passione, testimoniate anche da quel cazzo durissimo che sentivo sotto i jeans, mi misero in uno stato di esaltazione pazzesca. Lui era Marco, il ragazzo che, in fondo, anche se me l’ero sempre voluto nascondere, desideravo da tempo. Ed eravamo soli, appartati dove nessuno poteva vederci, mentre lui mi desiderava e mi baciava con tanto ardore….
Non resistetti, ed iniziai a partecipare più attivamente mentre alcuni gemiti uscivano dalla mia bocca: ”oh Marco mi fai impazzire….”. Lui si staccò da me, mi sorrise e mi chiese: “è la prima volta che lo fai con un maschio?” Io guardandolo fisso negli occhi, finalmente senza il pudore di abbassare lo sguardo, annuii: “si Marco, è la prima volta, ma ti desidero da tanto tempo”. Istintivamente mentre parlavo gli stringevo ancora più forte il cazzo da sopra i pantaloni, come avessi timore di perdere quel contatto. Lui mi sorrise e mi disse: “non temere, adesso te lo faccio conoscere meglio”.
Tolsi la mano dal suo inguine e Marco si apri la cerniera, abbassando le mutande quel tanto che bastava per far uscire fuori il suo cazzo: bello, grosso, nodoso……ne rimasi affascinata, il mio non era neppure paragonabile a quel gioiello! Una bella verga chiara ma nodosa, con una cappella violacea molto accentuata che ne rappresentava l’irresistibile apice.
MI riprese la mano con la quale lo avevo fino a quel momento toccato sopra i jeans e me l’avvicinò alla bocca: “leccala e insalivala un po' altrimenti mi fai male”. Io eseguii senza neanche rifletterci, avevo il cuore in gola, e sentivo un gran caldo, ma ero anche eccitato come mai mi era successo prima. Dopo averla leccata un po' lui, impaziente, me la riportò verso il suo inguine e, per la prima volta, presi in mano un cazzo che non era il mio. Come era grosso! E quanto era caldo e duro!
“Ti piace Poletta?” mi sentii chiedere….
Io istintivamente iniziai a masturbarlo lentamente mentre, ormai priva di qualunque pudore gli confermavo: “Marco è bellissimo! E quanto è caldo e duro!”
Lui riprese a limonarmi con insistenza mentre io lo masturbavo lentamente con voglia e desiderio.
“Sei brava Paoletta…..me l’immaginavo da tempo che lo volevi” Oddio…se ne era proprio accorto, lo sapeva bene che lo desideravo e forse non aspettava altro che l’occasione giusta per ghermire la preda. Mi resi conto che ero stata troppo trasparente, troppo evidenti i miei sguardi e le mie attenzioni per lui. Ma ormai cosa dovevo rimediare? Nulla, tanto più che in quel momento si stavano finalmente avverando le fantasie inconsce che, evidentemente, cullavo da tempo.
“Ahi Paoletta mi fai male così! Non è abbastanza lubrificata la tua mano.” Come un automa, senza pensare alle conseguenze, tolsi la mano dal suo cazzo caldissimo e me la portai verso la bocca per leccarla. Appena avvicinai la mano percepii distintamente l’odore del suo cazzo. Un odore che mi entrò nel cervello provocando un cortocircuito, un odore di maschio che mi fece completamente perdere la ragione. Leccai la mano annusandola e strusciandomela fra bocca e naso, l’odore di cazzo era nitido e irresistibile. Pensai a quelle femmine dei video e convenni che era impossibile resistere a quella tentazione.
Un pensiero mi balenò all’improvviso nella testa: calarmi verso il suo inguine per assaggiare il frutto del mio desiderio. Ma mi trattenni, con la mano ben insalivata ripresi a masturbarlo e a farlo godere. Gemeva e mi faceva i complimenti, mi diceva che ero bravissima, che si vedeva che mi piaceva il cazzo.
Forse aveva ragione lui, non mi ero mai interessato troppo alle ragazze e l’unica attrazione di un certo tipo che avevo provato, almeno fino a quel momento, era per lui. Improvvisamente mi era tutto più chiaro: l’attrazione che provavo per quei video davanti ai quali mi masturbavo nella segretezza della mia cameretta era per quei grossi cazzi che sparivano nelle bocche affamate di quelle giovani ragazze. Mi immedesimavo in loro, non nel maschio che le ingozzava a volte anche brutalmente.
Lui continuava a limonarmi sempre più profondamente, io lo masturbavo sempre più forte, ma la voglia di risentire quell’odore era tanta….
MI staccai a fatica dalla sua bocca per dirgli: “ti faccio male Marco? Vuoi che insalivi ancora la mano?” Lui mi guardò un po' stralunato, non riusciva a capire bene cosa gli stessi proponendo anche perché non si era lamentato di nulla stavolta.
Alla fine dovette comprendere il vero senso delle mie parole perché mi fece un sorriso e mi disse: “puoi fare di meglio Paoletta, insalivami direttamente il cazzo, lo so che lo vuoi”.
Lo guardai un attimo, senza proferire parola, lui mi mise una mano dieto la nuca e lentamente mi spinse verso il suo inguine, trovandomi docile ad assecondare il suo volere. Appena giunsi a 10-20 cm dalla sua cappella viola percepii distintamente l’inconfondibile odore di cazzo che, anche se solo annusato dalla mia mano, mi aveva già fatto evaporare il cervello.
Con il cuore in gola tirai fuori la lingua e lo leccai in punta. Quando lo sentii gemere presi coraggio e iniziai a prenderlo in bocca e a succhiarlo, cercando di imitare le scene che avevo visto in rete. Era bello ma volevo riempirmi le narici del suo odore, volevo sentire l’essenza del maschio. Quindi ripresi a leccarlo, stavolta dalla cappella fino alla base, e anche sulle palle dove l’odore di maschio era altrettanto intenso.
Leccavo e me lo strusciavo in faccia, soprattutto fra le labbra e il naso.
Vedermi così voglioso lo fece divenire più aggressivo e iniziò a impartirmi ordini: “prendilo in bocca” oppure “leccami le palle” o “adesso ingoialo”, fino ad aggiungere a tali richieste imperative anche qualche parola forte che però non percepii come offensiva, intento com’ero a donargli tutto il piacere che quel maschio meritava.
Sentirlo gemere e godere era per me la cosa più importante, era ciò che desideravo più di ogni altra cosa. Quindi se oltre a Paoletta mi chiamava anche troietta oppure succhiacazzi non ne ero turbato perché ero certo che le sue espressioni fossero la manifestazione del piacere che gli stavo donando.
Stavo facendo il mio primo pompino. Ne ero travolto, ma sembrava non volessi altro che quel bel cazzo in bocca e, anzi, cercavo di prenderlo fino a quasi rimanerne soffocato. MI piaceva tutto di quel gesto: l’incipiente sottomissione, il donare piacere, il sapore e l’odore dei quel cazzo bellissimo
Quando mi staccai dal suo cazzo per dirgli: “Marco è bellissimo, te lo rifarò ogni volta che vorrai”lui perse completamente il controllo e spingendomi il cazzo fin quasi in gola iniziò gemere forte dicendo ”vengo troietta vengooooo…”
Non resistetti, ed iniziai a partecipare più attivamente mentre alcuni gemiti uscivano dalla mia bocca: ”oh Marco mi fai impazzire….”. Lui si staccò da me, mi sorrise e mi chiese: “è la prima volta che lo fai con un maschio?” Io guardandolo fisso negli occhi, finalmente senza il pudore di abbassare lo sguardo, annuii: “si Marco, è la prima volta, ma ti desidero da tanto tempo”. Istintivamente mentre parlavo gli stringevo ancora più forte il cazzo da sopra i pantaloni, come avessi timore di perdere quel contatto. Lui mi sorrise e mi disse: “non temere, adesso te lo faccio conoscere meglio”.
Tolsi la mano dal suo inguine e Marco si apri la cerniera, abbassando le mutande quel tanto che bastava per far uscire fuori il suo cazzo: bello, grosso, nodoso……ne rimasi affascinata, il mio non era neppure paragonabile a quel gioiello! Una bella verga chiara ma nodosa, con una cappella violacea molto accentuata che ne rappresentava l’irresistibile apice.
MI riprese la mano con la quale lo avevo fino a quel momento toccato sopra i jeans e me l’avvicinò alla bocca: “leccala e insalivala un po' altrimenti mi fai male”. Io eseguii senza neanche rifletterci, avevo il cuore in gola, e sentivo un gran caldo, ma ero anche eccitato come mai mi era successo prima. Dopo averla leccata un po' lui, impaziente, me la riportò verso il suo inguine e, per la prima volta, presi in mano un cazzo che non era il mio. Come era grosso! E quanto era caldo e duro!
“Ti piace Poletta?” mi sentii chiedere….
Io istintivamente iniziai a masturbarlo lentamente mentre, ormai priva di qualunque pudore gli confermavo: “Marco è bellissimo! E quanto è caldo e duro!”
Lui riprese a limonarmi con insistenza mentre io lo masturbavo lentamente con voglia e desiderio.
“Sei brava Paoletta…..me l’immaginavo da tempo che lo volevi” Oddio…se ne era proprio accorto, lo sapeva bene che lo desideravo e forse non aspettava altro che l’occasione giusta per ghermire la preda. Mi resi conto che ero stata troppo trasparente, troppo evidenti i miei sguardi e le mie attenzioni per lui. Ma ormai cosa dovevo rimediare? Nulla, tanto più che in quel momento si stavano finalmente avverando le fantasie inconsce che, evidentemente, cullavo da tempo.
“Ahi Paoletta mi fai male così! Non è abbastanza lubrificata la tua mano.” Come un automa, senza pensare alle conseguenze, tolsi la mano dal suo cazzo caldissimo e me la portai verso la bocca per leccarla. Appena avvicinai la mano percepii distintamente l’odore del suo cazzo. Un odore che mi entrò nel cervello provocando un cortocircuito, un odore di maschio che mi fece completamente perdere la ragione. Leccai la mano annusandola e strusciandomela fra bocca e naso, l’odore di cazzo era nitido e irresistibile. Pensai a quelle femmine dei video e convenni che era impossibile resistere a quella tentazione.
Un pensiero mi balenò all’improvviso nella testa: calarmi verso il suo inguine per assaggiare il frutto del mio desiderio. Ma mi trattenni, con la mano ben insalivata ripresi a masturbarlo e a farlo godere. Gemeva e mi faceva i complimenti, mi diceva che ero bravissima, che si vedeva che mi piaceva il cazzo.
Forse aveva ragione lui, non mi ero mai interessato troppo alle ragazze e l’unica attrazione di un certo tipo che avevo provato, almeno fino a quel momento, era per lui. Improvvisamente mi era tutto più chiaro: l’attrazione che provavo per quei video davanti ai quali mi masturbavo nella segretezza della mia cameretta era per quei grossi cazzi che sparivano nelle bocche affamate di quelle giovani ragazze. Mi immedesimavo in loro, non nel maschio che le ingozzava a volte anche brutalmente.
Lui continuava a limonarmi sempre più profondamente, io lo masturbavo sempre più forte, ma la voglia di risentire quell’odore era tanta….
MI staccai a fatica dalla sua bocca per dirgli: “ti faccio male Marco? Vuoi che insalivi ancora la mano?” Lui mi guardò un po' stralunato, non riusciva a capire bene cosa gli stessi proponendo anche perché non si era lamentato di nulla stavolta.
Alla fine dovette comprendere il vero senso delle mie parole perché mi fece un sorriso e mi disse: “puoi fare di meglio Paoletta, insalivami direttamente il cazzo, lo so che lo vuoi”.
Lo guardai un attimo, senza proferire parola, lui mi mise una mano dieto la nuca e lentamente mi spinse verso il suo inguine, trovandomi docile ad assecondare il suo volere. Appena giunsi a 10-20 cm dalla sua cappella viola percepii distintamente l’inconfondibile odore di cazzo che, anche se solo annusato dalla mia mano, mi aveva già fatto evaporare il cervello.
Con il cuore in gola tirai fuori la lingua e lo leccai in punta. Quando lo sentii gemere presi coraggio e iniziai a prenderlo in bocca e a succhiarlo, cercando di imitare le scene che avevo visto in rete. Era bello ma volevo riempirmi le narici del suo odore, volevo sentire l’essenza del maschio. Quindi ripresi a leccarlo, stavolta dalla cappella fino alla base, e anche sulle palle dove l’odore di maschio era altrettanto intenso.
Leccavo e me lo strusciavo in faccia, soprattutto fra le labbra e il naso.
Vedermi così voglioso lo fece divenire più aggressivo e iniziò a impartirmi ordini: “prendilo in bocca” oppure “leccami le palle” o “adesso ingoialo”, fino ad aggiungere a tali richieste imperative anche qualche parola forte che però non percepii come offensiva, intento com’ero a donargli tutto il piacere che quel maschio meritava.
Sentirlo gemere e godere era per me la cosa più importante, era ciò che desideravo più di ogni altra cosa. Quindi se oltre a Paoletta mi chiamava anche troietta oppure succhiacazzi non ne ero turbato perché ero certo che le sue espressioni fossero la manifestazione del piacere che gli stavo donando.
Stavo facendo il mio primo pompino. Ne ero travolto, ma sembrava non volessi altro che quel bel cazzo in bocca e, anzi, cercavo di prenderlo fino a quasi rimanerne soffocato. MI piaceva tutto di quel gesto: l’incipiente sottomissione, il donare piacere, il sapore e l’odore dei quel cazzo bellissimo
Quando mi staccai dal suo cazzo per dirgli: “Marco è bellissimo, te lo rifarò ogni volta che vorrai”lui perse completamente il controllo e spingendomi il cazzo fin quasi in gola iniziò gemere forte dicendo ”vengo troietta vengooooo…”
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