La prima volta (terza parte)
di
Paolatrav
genere
trans
Sentivo durissimo nella mia bocca il suo cazzo, sapevo cosa stava per succedere, lo avevo visto tante volte nei video hard che guardavo nella mia cameretta, e ne ero sempre rimasto affascinato. Non pensai neppure per un attimo di sottrarmi…volevo il suo sperma e lo desideravo in bocca! Quando venne fu bellissimo vederlo contrarsi mentre sentivo la sborra calda che mi invadeva la bocca e il suo sapore amarognolo che sembrava arrivarmi fin dentro le narici.
Continuai a tenere in bocca quel cazzo bellissimo, con le mani di Marco sulla testa che mi impedivano ogni movimento e infine decisi di ingoiare tutto…
Quando mi staccai dal suo cazzo e lo guardai in volto mi sembrò ancora più bello. Mi sorrideva dicendomi “non mi aspettavo tu ingoiassi tutto, sicura che è la prima volta?”. La domanda mi colse di sorpresa e mi indignò un po'. Come poteva pensare che mi fossi donato nello stesso modo ad un maschio diverso da lui? Tutta la passione e la voglia che ci avevo messo dipendevano dall’attrazione verso di lui, ne ero convinto, non sarei stato capace di farlo con altri. O forse no? Adesso che avevo provato come era bello e gratificante avere un cazzo in bocca, sarei stato attratto da tutti i maschi che conoscevo? Questo pensiero si appalesò nella mia mente e ne rimasi turbato. Trovai comunque la forza di rispondere sbrigativamente: “Marco, se mi sono lasciato andare così è perché mi piaci davvero tanto”. Lui mi sorrise nuovamente, mentre si stava ricomponendo, e prima di mettere l’auto in moto mi disse: “questa cosa resta fra noi, ok?”
Appena rientrato a casa, mi resi conto che non ero venuto; tuttavia, aver leccato e succhiato il cazzo di Marco, ingoiando il suo sperma, mi aveva gratificato come se avessi realmente avuto un orgasmo. Mi era piaciuto moltissimo essere considerata femmina, era stato emozionante sentirmi desiderata proprio perché femminile, liscia e aggraziata. Non mi ero mai toccato il culetto ma quella sera nel mio letto, prima di addormentarmi, mi eccitai così tanto nel ricordare quel pompino che avevo appena fatto al maschio che mi piaceva tanto, che pensai che una femmina deve donarsi completamente e dare al maschio la possibilità di penetrarla e di venirle dentro. A quei pensieri le mie dita si insinuarono dentro al mio culetto vergine, regalandomi emozioni e un piacere nuovo, che si concluse con la mia eiaculazione dopo pochi colpi di mano sul mio cazzetto duro.
Quello fu il primo di tanti incontri che ebbi con Marco, il fratello del mio compagno di scuola. Per nostra fortuna nessuno venne mai a conoscenza del rapporto speciale che avevamo. Le occasioni di incontro erano tante soprattutto a casa di Luca, dove Marco non mancava di riservarmi i suoi sguardi e i suoi sorrisi complici, quando nessuno ci osservava. Quando ne aveva occasioni, anzi, mi si strusciava addosso facendomi sentire il suo cazzo duro che mi faceva impazzire di desiderio.
I nostri incontri intimi avvenivano sempre nella sua auto, in posti appartati. Già al primo incontro successivo non ci fu bisogno di preamboli…lui aveva voglia di sbattermelo in bocca e io morivo dalla voglia di prenderlo. Le parole dolci del primo incontro e i baci appassionati con la lingua furono sostituiti da lunghi pompini e leccate di palle, per I quali andavo matto. Marco era sempre più eccitato e, probabilmente incoraggiato dalla mia mancata reazione, prese a rivolgermi parole sempre più forti che finivano per eccitare anche me. Non ero più la sua troietta, ma la sua troia, cagna e svuotapalle. Quando veniva, aveva preso il gusto un po' perverso di imbrattarmi la faccia sporcandomi tutto e rimandandomi a casa con evidenti macchie di sperma, che cercavo di nascondere e poi smacchiavo in bagno, prima di mettere i panni nel cesto dei vestiti sporchi. Le mie eiaculazioni, invece, avvenivano a casa mia, nel mio letto, ripensando e riassaporando i momenti passati insieme a lui.
Lui si rivolgeva a me sempre al femminile e cominciai pertanto a immedesimarmi nel ruolo, tanto da presentarmi, dopo i primi incontri, con la trousse dei trucchi di mia sorella, che utilizzai appena salito in auto e prima che lui si fermasse nel posto dove abitualmente ci appartavamo.
(Per rendere l’idea del completamento di questa trasformazione, anche mentale, d’ora in avanti mi esprimerò al femminile, così come mi sono sentita, completamente, da quella volta).
Avevo visto su youtube dei tutorial su come truccarsi e cercai di fare del mio meglio.
Il risultato fu grandioso perché Marco si eccitò così tanto che volle, per la prima volta, toccarmi il culo mentre io pompavo ingorda il suo cazzo.
Io ero, come al solito, in ginocchio sul sedile del passeggero e stavo chinata verso Marco che stava al posto di guida, i pantaloni e le mutande abbassate e il cazzo durissimo nella mia bocca. “Che fica che sei” mi disse mentre con la mano destra andò a cercare il mio culetto sporgente verso il finestrino del lato passeggero.
Quel suo tocco voglioso sul mio culetto, ancorché sopra i pantaloni, mi fece sussultare e gemere; ne fui sorpresa ma anche terribilmente eccitata. “Ti piace se ti tocco il culo, cagna?”. Feci uscire la sua cappella viola dalla mia bocca, per rispondergli senza neppure riflettere su ciò che gli avrei detto: “Toccami il culo Marco, ti prego…”. E così fu! Con la mano destra, si insinuò sotto i pantaloni e giunse fino al mio culetto liscio e tondo per poi percorrere, con le dita, tutto lo spacco fra le natiche. Era la prima volta che qualcuno mi toccava lì, era bellissimo, mi sentii così desiderata e apprezzata che iniziai a gemere di piacere.
Quando un dito si fermò al centro delle mie natiche e provò a entrarmi dentro io ero in estasi e gemevo davvero come una troietta. “Si Marco…si ….mi piace” gli dissi. Lui, incoraggiato ed eccitato dalla mia predisposizione mentale alla sodomia, non si fece problemi ad inserire il dito nel mio culetto iniziando a farmi un ditalino come fossi una vera femmina.
Quello che ancora non era mai avvenuto fra di noi si stava materializzando all’improvviso: l’essermi truccata per lui e aver assecondato la mia femminilità, lo avevano reso più attivo nel rapporto, fino a quel momento risoltosi sempre con i soliti, ancorché appaganti, pompini.
“Dimmi che lo vuoi nel culo” mi disse Marco.
Senza pensare a ciò che stavo per dire risposi solo con un “Si, Marco, ti prego!”.
Per Marco fu la goccia che fece traboccare il vaso: mentre con la mano destra continuava a ditalinarmi sotto i pantaloni, con la mano sinistra mi spinse la nuca in modo che mi ingozzassi del suo cazzo e prendessi direttamente in gola tutto il suo sperma.
Era stato bellissimo! Mai mi ero sentita femmina come in quel momento.
Stavolta all’orgasmo di Marco seguì un lungo silenzio.
Ci eravamo appena ricomposti e Marco stava per avviare il motore quando mi guardò e mi disse una cosa che ricorderò per sempre: “la prossima volta te lo voglio mettere nel culo”
Continuai a tenere in bocca quel cazzo bellissimo, con le mani di Marco sulla testa che mi impedivano ogni movimento e infine decisi di ingoiare tutto…
Quando mi staccai dal suo cazzo e lo guardai in volto mi sembrò ancora più bello. Mi sorrideva dicendomi “non mi aspettavo tu ingoiassi tutto, sicura che è la prima volta?”. La domanda mi colse di sorpresa e mi indignò un po'. Come poteva pensare che mi fossi donato nello stesso modo ad un maschio diverso da lui? Tutta la passione e la voglia che ci avevo messo dipendevano dall’attrazione verso di lui, ne ero convinto, non sarei stato capace di farlo con altri. O forse no? Adesso che avevo provato come era bello e gratificante avere un cazzo in bocca, sarei stato attratto da tutti i maschi che conoscevo? Questo pensiero si appalesò nella mia mente e ne rimasi turbato. Trovai comunque la forza di rispondere sbrigativamente: “Marco, se mi sono lasciato andare così è perché mi piaci davvero tanto”. Lui mi sorrise nuovamente, mentre si stava ricomponendo, e prima di mettere l’auto in moto mi disse: “questa cosa resta fra noi, ok?”
Appena rientrato a casa, mi resi conto che non ero venuto; tuttavia, aver leccato e succhiato il cazzo di Marco, ingoiando il suo sperma, mi aveva gratificato come se avessi realmente avuto un orgasmo. Mi era piaciuto moltissimo essere considerata femmina, era stato emozionante sentirmi desiderata proprio perché femminile, liscia e aggraziata. Non mi ero mai toccato il culetto ma quella sera nel mio letto, prima di addormentarmi, mi eccitai così tanto nel ricordare quel pompino che avevo appena fatto al maschio che mi piaceva tanto, che pensai che una femmina deve donarsi completamente e dare al maschio la possibilità di penetrarla e di venirle dentro. A quei pensieri le mie dita si insinuarono dentro al mio culetto vergine, regalandomi emozioni e un piacere nuovo, che si concluse con la mia eiaculazione dopo pochi colpi di mano sul mio cazzetto duro.
Quello fu il primo di tanti incontri che ebbi con Marco, il fratello del mio compagno di scuola. Per nostra fortuna nessuno venne mai a conoscenza del rapporto speciale che avevamo. Le occasioni di incontro erano tante soprattutto a casa di Luca, dove Marco non mancava di riservarmi i suoi sguardi e i suoi sorrisi complici, quando nessuno ci osservava. Quando ne aveva occasioni, anzi, mi si strusciava addosso facendomi sentire il suo cazzo duro che mi faceva impazzire di desiderio.
I nostri incontri intimi avvenivano sempre nella sua auto, in posti appartati. Già al primo incontro successivo non ci fu bisogno di preamboli…lui aveva voglia di sbattermelo in bocca e io morivo dalla voglia di prenderlo. Le parole dolci del primo incontro e i baci appassionati con la lingua furono sostituiti da lunghi pompini e leccate di palle, per I quali andavo matto. Marco era sempre più eccitato e, probabilmente incoraggiato dalla mia mancata reazione, prese a rivolgermi parole sempre più forti che finivano per eccitare anche me. Non ero più la sua troietta, ma la sua troia, cagna e svuotapalle. Quando veniva, aveva preso il gusto un po' perverso di imbrattarmi la faccia sporcandomi tutto e rimandandomi a casa con evidenti macchie di sperma, che cercavo di nascondere e poi smacchiavo in bagno, prima di mettere i panni nel cesto dei vestiti sporchi. Le mie eiaculazioni, invece, avvenivano a casa mia, nel mio letto, ripensando e riassaporando i momenti passati insieme a lui.
Lui si rivolgeva a me sempre al femminile e cominciai pertanto a immedesimarmi nel ruolo, tanto da presentarmi, dopo i primi incontri, con la trousse dei trucchi di mia sorella, che utilizzai appena salito in auto e prima che lui si fermasse nel posto dove abitualmente ci appartavamo.
(Per rendere l’idea del completamento di questa trasformazione, anche mentale, d’ora in avanti mi esprimerò al femminile, così come mi sono sentita, completamente, da quella volta).
Avevo visto su youtube dei tutorial su come truccarsi e cercai di fare del mio meglio.
Il risultato fu grandioso perché Marco si eccitò così tanto che volle, per la prima volta, toccarmi il culo mentre io pompavo ingorda il suo cazzo.
Io ero, come al solito, in ginocchio sul sedile del passeggero e stavo chinata verso Marco che stava al posto di guida, i pantaloni e le mutande abbassate e il cazzo durissimo nella mia bocca. “Che fica che sei” mi disse mentre con la mano destra andò a cercare il mio culetto sporgente verso il finestrino del lato passeggero.
Quel suo tocco voglioso sul mio culetto, ancorché sopra i pantaloni, mi fece sussultare e gemere; ne fui sorpresa ma anche terribilmente eccitata. “Ti piace se ti tocco il culo, cagna?”. Feci uscire la sua cappella viola dalla mia bocca, per rispondergli senza neppure riflettere su ciò che gli avrei detto: “Toccami il culo Marco, ti prego…”. E così fu! Con la mano destra, si insinuò sotto i pantaloni e giunse fino al mio culetto liscio e tondo per poi percorrere, con le dita, tutto lo spacco fra le natiche. Era la prima volta che qualcuno mi toccava lì, era bellissimo, mi sentii così desiderata e apprezzata che iniziai a gemere di piacere.
Quando un dito si fermò al centro delle mie natiche e provò a entrarmi dentro io ero in estasi e gemevo davvero come una troietta. “Si Marco…si ….mi piace” gli dissi. Lui, incoraggiato ed eccitato dalla mia predisposizione mentale alla sodomia, non si fece problemi ad inserire il dito nel mio culetto iniziando a farmi un ditalino come fossi una vera femmina.
Quello che ancora non era mai avvenuto fra di noi si stava materializzando all’improvviso: l’essermi truccata per lui e aver assecondato la mia femminilità, lo avevano reso più attivo nel rapporto, fino a quel momento risoltosi sempre con i soliti, ancorché appaganti, pompini.
“Dimmi che lo vuoi nel culo” mi disse Marco.
Senza pensare a ciò che stavo per dire risposi solo con un “Si, Marco, ti prego!”.
Per Marco fu la goccia che fece traboccare il vaso: mentre con la mano destra continuava a ditalinarmi sotto i pantaloni, con la mano sinistra mi spinse la nuca in modo che mi ingozzassi del suo cazzo e prendessi direttamente in gola tutto il suo sperma.
Era stato bellissimo! Mai mi ero sentita femmina come in quel momento.
Stavolta all’orgasmo di Marco seguì un lungo silenzio.
Ci eravamo appena ricomposti e Marco stava per avviare il motore quando mi guardò e mi disse una cosa che ricorderò per sempre: “la prossima volta te lo voglio mettere nel culo”
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