La prima volta....di nonna

di
genere
incesti

Carissimi lettori e lettrici rieccomi qua a raccontarvi le vicende della mia vita e precisamente come il seme dell'incesto era radicato nella mia famiglia all'oscuro di tutti.

IL REGALO DI NONNA...
Le vacanze dell'estate del '91 erano ormai un ricordo lontano.
Avevo finito il liceo agrario e passai gran parte dell'inverno a poltrire in casa come un orso. Avevo messo su anche qualche chilo ma non me ne preoccupavo perché lo avrei smaltito con l'arrivo della primavera.
Con nonna si era creato ancora di più un bel rapporto ma il desiderio comune che avevamo di quella fatidica notte  al mare non si era ancora avverato perché continuava a pensare e si sentiva in colpa.
Eravamo arrivati a confrontarci su molti discorsi, principalmente di sesso, ogni volta che eravamo soli e che ne avevamo l'opportunità.
Arrivò maggio e ricordo che a qualche settimana dal mio diciannovesimo compleanno mi chiese se avessi avuto una richiesta particolare per il regalo.
Gli chiesi se avesse voluto contribuire alle spese della mia patente visto che da parte avevo poco più della metà del denaro.
La mia cara nonna sorrise e mi strinse in un caldo abbraccio, si mise guancia a guancia e mi sussurrò in un orecchio che la patente me l'avrebbe pagata tutta lei ma....fece una pausa....non era quello il regalo che intendeva e lo disse stringendomi dolcemente il pacco che già con l'abbraccio aveva cambiato consistenza.
Gli agguantai le chiappe e risposi che se si trattava di un regalo speciale lo avrei accettato molto volentieri e mentre stavo per mettergli la lingua in bocca nonno aprì il portoncino in fondo alle scale.
Qualche giorno dopo mi chiamò per sapere se volessi andare con lei a controllare la fioritura dei frutteti e mentre camminavamo tra i filari di piante mi disse che non avrebbe voluto deludermi ma aveva ancora qualche dubbio e incertezze su quello che ci eravamo preposti.
Volevo sapere il perché di tutte quelle incertezze e cambi di idea e arrivati alla rimessa degli attrezzi ci sedemmo e cominciò a raccontare una vecchia storia.
Lei arrivava da una famiglia numerosa, erano sei sorelle e un fratello il padre morì subito dopo la seconda guerra e questo già lo sapevo.
Era la seconda delle sorelle e all'epoca aveva vent'anni, dopo di lei c'era il fratello di diciotto anni e poi le altre quattro più piccole tutti a una distanza di circa due anni di differenza. La sorella più grande aveva preso marito e aveva avuto un figlio di poco tempo e vivevano vicino casa loro.
Mi raccontò che alla fine degli anni '40, la vita non era facile, spesso, per guadagnare qualche soldo per campare la famiglia bisognava anche spostarsi di decine di chilometri a piedi. Lei e suo fratello vennero informati che cercavano mondine e braccianti nella Lomellina e per la stagione si dovettero trasferire per almeno tre mesi.
Il lavoro era pesante,lei lavorava tutto il giorno a schiena bassa con l'acqua alle ginocchia senza parlare delle zanzare che la divoravano, il fratello invece lavorava come bracciante all'interno della cascina.
Col guadagno di tutti e due sarebbero riusciti a tirare avanti per un bel periodo quindi non si persero di coraggio.
Li sistemarono in una soffitta con due vani nel primo c'era una stufa e un tavolo con delle casse che fungevano da sedie.
La seconda camera era piccola e polverosa con un letto poco più di una piazza quindi se volevano stare insieme dovevano adattarsi e condividerlo.
Le giornate erano lente e pesanto e la sera avevano appena le forze per mangiare qualcosa ma col passare delle settimane il lavoro sembrava diventare più leggero.
I due fratelli andavano molto d'accordo e la lontananza da casa lì fece unire ancora di più.
Nonna e Pietro (nome di fantasia) dividevano lo stesso letto e per stare un po più comodi dormivano uno di testa e uno di piedi.
Mi raccontò che più di una notte sentì il fratello masturbarsi e lei si eccitava tanto che quando lo sentiva venire schizzando sul pavimento lei si infilava la mano sotto il camicione da notte e si stuzzicava il clitoride e la figa ancora vergine.
Venne l'ultimo giorno di permanenza, tutti gli operai la sera erano invitati nella grande corte per festeggiare la fine della stagione lavorativa, il giorno dopo avrebbero riscosso le paghe che si prospettavano molto più alte del pattuito.
Si trovarono tutti con gli abiti buoni della domenica e tra balli cibo e ottimo vino delle langhe si festeggiò fino a mezzanotte che per un contadino era veramente tardi.
Andarono a coricarsi per l'ultima volta in quello scomodo letto ed erano tutti e due abbastanza ubriachi.
Qui nonna ebbe qualche dubbio su quello che accadde ma presi per buono quello che disse.
Ricordava di aver visto Pietro coricarsi nudo e lei invece di indossare il camicione da notte andò a letto con la sottoveste e si coricarono tutti e due a dormire nella stessa direzione.
Nonna girata di spalle e suo fratello Pietro rivolto verso di lei
Quando i fumi dell'alcool cominciarono ad affievolirsi nonna si sveglio sentendosi il cazzo duro del fratello appoggiato tra le chiappe del culo.
Lei fu subito in preda alla fregola,  glie lo impugno e cominciò a segarlo mentre con l'altra mano si sgrillettava la figa già umida.
Il fratello si svegliò e le chiese meravigliato e con la voce impastata cosa stesse facendo e nonna ritrasse la mano.
Il ragazzo che fin'ora aveva visto solo la figa nuda  delle sorelle fare pipi nei campi riprese la mano alla sorella e gli fece continuare la sega poi eccittato come un toro la mise supina e la prese per i polpacci scoprendo la figa pelosa e le salì sopra.
Lui con il cazzo non troppo lungo ma di una notevole larghezza gli punto la cappella nel taglio della figa lucida illuminata dalla lampada a petrolio e spinse come un animale il cazzo dentro facendola gridare dal dolore.
Nonna si dimenò per qualche secondo ma il cazzo dentro le stava dando una sensazione di piacere e quando il fratello si accorse che cominciava ad ansimare, con movimenti convulsi e grugniti la scopò fino a che non la riempi di sperma.
Nonna mi raccontò questo perché da allora, suo fratello si rifiutò d'avere qualsiasi tipo di rapporto con lei e la sua paura era che capitasse la stessa cosa con me.
Non feci altro che avvicinarmi a lei e abbracciarla più forte che potevo e baciarla con un lingua in bocca da togliere il fiato.
La misi con le spalle al muro e gli infilai una mano dentro alle mutande, la sentivo bagnata e avrei voluto possederla in quell'istante ma decisi di attendere ancora qualche giorno, ormai il mio compleanno era alle porte e non volevo rovinare un così bel momento come fece il fratello.
Nonna non me lo disse chiaramente ma feci due calcoli e da quelle che erano le mie informazioni fino quel momento, fu il primo rapporto di nonna e nonno la sposò che era al quarto mese di gravidanza.
Vuoi vedere che mamma è figlia di un incesto?
                             Continua.
scritto il
2025-09-21
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