Il regalo di nonna
di
Vita Vissuta
genere
incesti
Carissimi lettori e lettrici spero che non troviate noiosi i miei racconti ma la verità a volte non è eccitante come la fantasia dove capriole e amplissi da supereroe la fanno da padrone.
Volevo dividere questa storia in due parti per non farla troppo lunga ma ho pensato che leggerla tutto d'un fiato sia la cosa migliore, buona lettura.
IL REGALO DI NONNA
Quello che ho raccontato fin'ora è stato il prologo di quello che successe prima del mio compleanno che cadde l'ultimo venerdì del mese di maggio
Sapete, certe date non si scordano mai.
Festeggiammo la sera a casa con i miei genitori e mia sorella che ha due anni meno di me, le tre zie con I due rispettivi mariti perché una è zitella ancora oggi, le cugine, i cugini e immancabilmente nonno e la mia amata nonna.
Tutti parenti da parte di mamma perché da parte di papà c'è solo un fratello,che ha messo su famiglia in Friuli, perché da piccoli sono stati lasciati in orfanotrofio.
La cena andò alla grande mangiammo e bevemmo e gli adulti ci diedero dentro anche con il vino. Ci divertimmo tra giochi e balli nel cortile di casa grazie anche alla temperatura gradevole dell'estate che era alle porte.
Dopo la festa poco alla volta andarono tutti a casa, solo i nonni restarono finché mamma e nonna non finirono di riordinare.
Prima di andarsene nonno mi diede 50 mila lire che per me erano tantissimi soldi e nonna mi chiese se l'indomani volevo accompagnarla nei frutteti per vedere se gli operai stavano procedendo nei lavori e quando mi diede il solito bacino sulla guancia prima di andarsene, sottovoce mi disse di vestirmi bene.
Il pomeriggio seguente andai da lei col mio "ciao", jeans neri e camicia beige della Ralph Lauren erano il mio abbigliamento
Suonai e dall'altra parte rispose lei al citofono chiedendomi di attenderla un attimo che sarebbe arrivata direttamente con la macchina.
Quando il cancello si aprì parcheggiai al suo interno il motorino, nonna uscì con la sua Panda 4x4 nuova e aspettò che salissi dal lato passeggero.
Lo spettacolo che si presentò quando aprii lo sportello lo ricordo ancora oggi.
Voglio ricordare ai lettori che nonna aveva all'epoca 62 anni assomigliava sia di fisico che di fisionomia all'attrice americana Juliet Miller ma con i capelli color sale e pepe....una gran figa per intenderci, vestita con una gonna in pelle nera e un maglioncino di cotone a mezze maniche color panna con scollatura a V che si perdeva nel solco del suo seno.
Salii e il suo profumo mi avvolse dentro l'abitacolo.
Mi chiese se ero pronto e ridendo sotto i baffi gli dissi che l'abbigliamento non mi sbrava consono per i frutteti, anche lei rise sorniona.
Si avviò veramente verso le campagne e non capivo cosa avesse in mente.
Arrivò al pescheto della valle e parlò con le donne che stavano diradando i frutti poi sali in macchina e si diresse verso gli albicocchi a qualche chilometro di distanza dove un gruppo di altre donne pulivano il terreno sottostanze e gli operai potavano i succhioni.
Salutò anche loro e andammo via.
Io confuso seguivo con attenzione i suoi spostamenti in silenzio fino a che non fu lei a parlare.
Mi disse che non era convinta del regalo che mi aveva promesso arrancando scuse ed io per non farla sentire in imbarazzo gli dissi che se non se la sentiva me ne sarei fatto una ragione.
Avevamo ancora una tappa da fare, Andammo a trovare una sua amica e socia della cooperativa agraria, confabulavano sul mercato ortofrutticolo di Genova mentre io con la delusione nell'anima cercavo di togliermi dalla testa il pensiero di quello che mi ero perso.
Al che nonna chiese all'amica se poteva fare un paio di telefonate. La prima fu a nonno e disse che sarebbe rientrata concluso l'affare, la seconda a mio papà dicendogli di non stare in pensiero per me.
Salutò con una serie di tre baci l'amica e salimmo in macchina.
Entrò in autostrada direzione Genova e per non far notare la mia delusione cominciai a chiedere cosa dovevamo fare al mercato ortofrutticolo.
Lei con una smorfia di sorriso mi rispose che era arrivato il momento per me di prendere in mano la situazione e imparare a gestirla rimanendo sul vago e chiudendo il discorso
Confuso!!? Peggio, ingenuo all'inverosimile...Chi poteva sapere cosa riservava la testa di quella donna? Quali stratagemmi avesse ideato e cosa avesse in mente?
Arrivammo nella hall dell'albergo e dalla confidenza che c'era si intuiva che era una cliente conosciuta.
Mi presentò a loro dicendo che ero il nipote e che probabilmente in futuro mi sarei occupato io degli affari al mercato.
Nonna mi spiegò che con la sua amica alloggiavano spesso in quell'albergo nella stagione della raccolta per vendere la frutta ai grossisti.
Gli diedero le chiavi di una singola e una suite e prendemmo l'ascensore.
Nonna entro nella singola disfò il letto andò nel bagno mise in disordine alcuni asciugamani richiuse e salimmo al piano superiore nell'altra stanza .
Appena entrata nonna si trasformò.
Lanciò i tacchi e mi mise le braccia al collo spingendomi contro la parete dell'ingresso.
Appiccicò la sua bocca sulle mie labbra, infilò la lingua contro la mia che cominciò a baciami con foga e passione.
Si slacciò la gonna e la fece cadere in fondo ai piedi e staccandosi dal bacio giusto una frazione di secondo sfilò la maglia e la lanciò.
Poi sempre tenendomi serrato alla parete prese a slacciarmi i bottoni dei pantaloni facendoli scendere fino alle ginocchia e sbottonò la camicia lasciandomi a petto nudo con le maniche che mi bloccavano i polsi
Si staccò facendomi respirare, baciava e leccava il collo e giù arrivando a inginocchiarsi ai miei piedi.
Alzò lo sguardo e nei sui occhi da pantera vidi il fuoco e la voglia si cazzo repressa.
L' intimo che indossava era stupendo.
Non erano le solite mutande di pizzo che gli avevo visto qualche volta, ma un perizoma di raso nero che copriva a malapena il taglio della sua figa e un filo che spariva tra le belle chiappe con un reggiseno di pizzo e raso abbinato che stentava a rinchiudere quei globi perfetti facendo fare capolino ai capezzoli che sparavano dritti e turgidi.
Nonna infilò le dita nell'elastico degli slip e tirando verso il basso il mio cazzo teso impediva la discesa, quindi infilò direttamente la mano e lo impugnò estraendolo del tutto, lo imboccò afferrandomi per le chiappe, giocava con la lingua sulla punta della cappella per poi imboccare nuovamente l'asta fino a metà, faceva colare la saliva per poi risucchiare tutto e ritornare a lavorarsi la cappella facendola schioccare tra le sue labbra. Lo prese con la mano e guardandomi lo stringeva e lo scappellava per poi sputarci sopra e riprendere la saliva in bocca.
La presi con dolcezza per la collottola mentre avevo ancora i polsini della camicia che mi intralciavano i movimenti e lei si alzò.
Con i piedi mi sfilai prima una scarpa e poi l'altra mentre la lingua riprese a giocare con la sua scambiandoci la saliva.
Scalciando ritmicamente con le gambe lanciai pantaloni e mutande. Lei mi liberò della camicia lasciandola a terra all'ingresso e restai completamente nudo.
Le appoggiai il cazzo duro sul triangolo di stoffa e glie lo feci finire in mezzo alle gambe stusciandolo tra le coscie.
La girai e col cazzo tra le chiappe, la spingevo in direzione del letto, gli slacciai il reggiseno che cadde sul pavimento, gli presi le tette tra le mani e spingendola col mio petto la feci inginocchiare a novanta gradi sul materasso.
Girò il viso verso di me mordendosi il labbro inferiore si leggeva sul suo volto la voglia repressa di essere scopata.
Gli sfilai il perizzoma, lo portai al naso e mi stordii col profumo acre di umori che già conoscevo, al che mi sistemai in ginocchio sul pavimento e dopo aver aspirato per bene il suo odore direttamente dalla fonte sprofondai la mia faccia nella sua vagina aperta e grondante di umori.
Leccai appiattendo la lingua nella sua figa, proprio sullo spacco per poi spingerela piu che potevo in fondo al buco per tornare a succhiare le labbra e risalire fino al buco stretto del culo mentre la porcellina di nonna da sotto si pizzicava il clitoride gonfio e si infilava il dito medio tutto dentro la vagina che cominciava a schiumare.
Arrivò il momento.
Il cazzo era al massimo del suo turgore e la cappella mi stava scoppiando.
Mi alzai e lo strusciai per la prima volta nella mia vita contro le labbra di una fica. La sua fica.
Lo appoggiai sul taglio e infilai la solo la cappella dentro
Ne sentii un calore intenso e uscii.
Lo misi dentro e uscii ancora.
Stavo godendo di questo gioco ma quando posizionai ancora la punta al suo interno nonna spinse indietro e fece penetrare il cazzo fino alla radice.
Con una voce gutturale mi impose di scoparla.
Da quel momento non eravamo più nonna e nipote, ma un ragazzo che doveva soddisfare una donna vogliosa.
Un connubio perfetto, lei aveva orgasmi a ripetizione quando la cominciai a pistonare il membro all'interno della figa fradicia.
La mia inesperienza però mi stava tradendo ma lei, donna esperta, sentì le prime vibrazioni del cazzo e porto il busto avanti, si girò scendendo dal letto e cambiò posizione
Avevo voglia di esplodere e glie lo dissi a gran voce.
Mi fece sedere sul una poltrona in pelle situata a fianco del letto e si inginocchiò a gambe larghe sopra di me infilandosi il cazzo grondante dei suoi umori ancora nella passera.
Presi le tette a due mani succhiando uno alla volta i capezzoli che ballonzolavano al ritmo della cavalcata che aveva preso nonna. Ero allo stremo, e lei stessa stava per esplodere.
Ancora due colpi e le venni dentro con schizzi che colpirono il suo utero e lei all'unisono butto la testa all'indietro strozzando in gola i gemiti del suo orgasmo.
Si buttò su me, io steso sulla poltrona braccia e gambe divaricate e lei sconvolta con la faccia appoggiata alla mia guancia.
Servirono almeno cinque minuti per riprendersi e nel frattempo la mente cominciava a connettere su quello che era successo.
Avevo un sorriso da ebete e lei sollevando la testa mi guardo complimentandosi con un "bravo".
Si era fatte le venti e nonna ordinò una cena in camera.
Nel frattempo facemmo un bagno nella grande jacuzzi scambiandoci baci e coccole e nonna continuava a tenermi il membro sempre in tensione con giochini di bocca e di mani.
Io facevo altrettanto, ci fermammo solo quando al telefono annunciarono l'arrivo carrello con la cena.
Mangiammo in accappatoi frutti di mare e vino bianco e appena finimmo le presi la mano e la accompagnai al letto.
Gli aprii l'accappatoio e feci altrettanto col mio.
La coricai supina, mi misi tra le sue gambe e cominciai a succhiargli il clitoride infilando due dita dentro di lei.
Sapevo ormai che quello era il suo punto debole e quando ebbe il primo forte orgasmo mi portai in ginocchio tra le sue tette facendomi fare una bella spagnola. Lei leccava la cappella e gli sputò sopra un paio di volte e tra una leccata e l'altra mi implorava di chiavarla ancora come una puttana.
Scesi e gli presi le caviglie alzandogli le gambe e gli piantai il cazzo dentro la fica. La scopai con forza facendogli sobbalzare le tette che si teneva con le mani. Continuai per almeno dieci minuti in quella posizione e ebbe un secondo orgasmi. Gli lasciai le caviglie e lei piegò le ginocchia inarcando la schiena senza tirare fuori il cazzo.
La scopai con tutto il vigore e la forza che mi era rimasta in corpo fino a che sentii montare l'orgasmo. Cominciò a urlare e piccoli schizzi dalla sua figa colavano sul cazzo e spuzzavano sul mio ventre.
In quel momento con un paio di colpi ben assestati gli sborrai nuovamente tutto dentro.
Rimasi immobile in quella posizione. Ero distrutto ma felice. Tirai fuori il cazzo che aveva perso un minimo di vigore e la mia sborra si riversò sul lenzuolo ormai fradicio.
Nonna soddisfatta e anch'essa felice mi accolse con un abbraccio tra le sue tette e ci baciammo con un bellissimo lingua in bocca.
Ci addormentammo così e la mattina seguente dopo una bella doccia insieme con baci coccole e toccatine varie andammo a fare una bella colazione e ci incamminiamo verso casa.
Volevo dividere questa storia in due parti per non farla troppo lunga ma ho pensato che leggerla tutto d'un fiato sia la cosa migliore, buona lettura.
IL REGALO DI NONNA
Quello che ho raccontato fin'ora è stato il prologo di quello che successe prima del mio compleanno che cadde l'ultimo venerdì del mese di maggio
Sapete, certe date non si scordano mai.
Festeggiammo la sera a casa con i miei genitori e mia sorella che ha due anni meno di me, le tre zie con I due rispettivi mariti perché una è zitella ancora oggi, le cugine, i cugini e immancabilmente nonno e la mia amata nonna.
Tutti parenti da parte di mamma perché da parte di papà c'è solo un fratello,che ha messo su famiglia in Friuli, perché da piccoli sono stati lasciati in orfanotrofio.
La cena andò alla grande mangiammo e bevemmo e gli adulti ci diedero dentro anche con il vino. Ci divertimmo tra giochi e balli nel cortile di casa grazie anche alla temperatura gradevole dell'estate che era alle porte.
Dopo la festa poco alla volta andarono tutti a casa, solo i nonni restarono finché mamma e nonna non finirono di riordinare.
Prima di andarsene nonno mi diede 50 mila lire che per me erano tantissimi soldi e nonna mi chiese se l'indomani volevo accompagnarla nei frutteti per vedere se gli operai stavano procedendo nei lavori e quando mi diede il solito bacino sulla guancia prima di andarsene, sottovoce mi disse di vestirmi bene.
Il pomeriggio seguente andai da lei col mio "ciao", jeans neri e camicia beige della Ralph Lauren erano il mio abbigliamento
Suonai e dall'altra parte rispose lei al citofono chiedendomi di attenderla un attimo che sarebbe arrivata direttamente con la macchina.
Quando il cancello si aprì parcheggiai al suo interno il motorino, nonna uscì con la sua Panda 4x4 nuova e aspettò che salissi dal lato passeggero.
Lo spettacolo che si presentò quando aprii lo sportello lo ricordo ancora oggi.
Voglio ricordare ai lettori che nonna aveva all'epoca 62 anni assomigliava sia di fisico che di fisionomia all'attrice americana Juliet Miller ma con i capelli color sale e pepe....una gran figa per intenderci, vestita con una gonna in pelle nera e un maglioncino di cotone a mezze maniche color panna con scollatura a V che si perdeva nel solco del suo seno.
Salii e il suo profumo mi avvolse dentro l'abitacolo.
Mi chiese se ero pronto e ridendo sotto i baffi gli dissi che l'abbigliamento non mi sbrava consono per i frutteti, anche lei rise sorniona.
Si avviò veramente verso le campagne e non capivo cosa avesse in mente.
Arrivò al pescheto della valle e parlò con le donne che stavano diradando i frutti poi sali in macchina e si diresse verso gli albicocchi a qualche chilometro di distanza dove un gruppo di altre donne pulivano il terreno sottostanze e gli operai potavano i succhioni.
Salutò anche loro e andammo via.
Io confuso seguivo con attenzione i suoi spostamenti in silenzio fino a che non fu lei a parlare.
Mi disse che non era convinta del regalo che mi aveva promesso arrancando scuse ed io per non farla sentire in imbarazzo gli dissi che se non se la sentiva me ne sarei fatto una ragione.
Avevamo ancora una tappa da fare, Andammo a trovare una sua amica e socia della cooperativa agraria, confabulavano sul mercato ortofrutticolo di Genova mentre io con la delusione nell'anima cercavo di togliermi dalla testa il pensiero di quello che mi ero perso.
Al che nonna chiese all'amica se poteva fare un paio di telefonate. La prima fu a nonno e disse che sarebbe rientrata concluso l'affare, la seconda a mio papà dicendogli di non stare in pensiero per me.
Salutò con una serie di tre baci l'amica e salimmo in macchina.
Entrò in autostrada direzione Genova e per non far notare la mia delusione cominciai a chiedere cosa dovevamo fare al mercato ortofrutticolo.
Lei con una smorfia di sorriso mi rispose che era arrivato il momento per me di prendere in mano la situazione e imparare a gestirla rimanendo sul vago e chiudendo il discorso
Confuso!!? Peggio, ingenuo all'inverosimile...Chi poteva sapere cosa riservava la testa di quella donna? Quali stratagemmi avesse ideato e cosa avesse in mente?
Arrivammo nella hall dell'albergo e dalla confidenza che c'era si intuiva che era una cliente conosciuta.
Mi presentò a loro dicendo che ero il nipote e che probabilmente in futuro mi sarei occupato io degli affari al mercato.
Nonna mi spiegò che con la sua amica alloggiavano spesso in quell'albergo nella stagione della raccolta per vendere la frutta ai grossisti.
Gli diedero le chiavi di una singola e una suite e prendemmo l'ascensore.
Nonna entro nella singola disfò il letto andò nel bagno mise in disordine alcuni asciugamani richiuse e salimmo al piano superiore nell'altra stanza .
Appena entrata nonna si trasformò.
Lanciò i tacchi e mi mise le braccia al collo spingendomi contro la parete dell'ingresso.
Appiccicò la sua bocca sulle mie labbra, infilò la lingua contro la mia che cominciò a baciami con foga e passione.
Si slacciò la gonna e la fece cadere in fondo ai piedi e staccandosi dal bacio giusto una frazione di secondo sfilò la maglia e la lanciò.
Poi sempre tenendomi serrato alla parete prese a slacciarmi i bottoni dei pantaloni facendoli scendere fino alle ginocchia e sbottonò la camicia lasciandomi a petto nudo con le maniche che mi bloccavano i polsi
Si staccò facendomi respirare, baciava e leccava il collo e giù arrivando a inginocchiarsi ai miei piedi.
Alzò lo sguardo e nei sui occhi da pantera vidi il fuoco e la voglia si cazzo repressa.
L' intimo che indossava era stupendo.
Non erano le solite mutande di pizzo che gli avevo visto qualche volta, ma un perizoma di raso nero che copriva a malapena il taglio della sua figa e un filo che spariva tra le belle chiappe con un reggiseno di pizzo e raso abbinato che stentava a rinchiudere quei globi perfetti facendo fare capolino ai capezzoli che sparavano dritti e turgidi.
Nonna infilò le dita nell'elastico degli slip e tirando verso il basso il mio cazzo teso impediva la discesa, quindi infilò direttamente la mano e lo impugnò estraendolo del tutto, lo imboccò afferrandomi per le chiappe, giocava con la lingua sulla punta della cappella per poi imboccare nuovamente l'asta fino a metà, faceva colare la saliva per poi risucchiare tutto e ritornare a lavorarsi la cappella facendola schioccare tra le sue labbra. Lo prese con la mano e guardandomi lo stringeva e lo scappellava per poi sputarci sopra e riprendere la saliva in bocca.
La presi con dolcezza per la collottola mentre avevo ancora i polsini della camicia che mi intralciavano i movimenti e lei si alzò.
Con i piedi mi sfilai prima una scarpa e poi l'altra mentre la lingua riprese a giocare con la sua scambiandoci la saliva.
Scalciando ritmicamente con le gambe lanciai pantaloni e mutande. Lei mi liberò della camicia lasciandola a terra all'ingresso e restai completamente nudo.
Le appoggiai il cazzo duro sul triangolo di stoffa e glie lo feci finire in mezzo alle gambe stusciandolo tra le coscie.
La girai e col cazzo tra le chiappe, la spingevo in direzione del letto, gli slacciai il reggiseno che cadde sul pavimento, gli presi le tette tra le mani e spingendola col mio petto la feci inginocchiare a novanta gradi sul materasso.
Girò il viso verso di me mordendosi il labbro inferiore si leggeva sul suo volto la voglia repressa di essere scopata.
Gli sfilai il perizzoma, lo portai al naso e mi stordii col profumo acre di umori che già conoscevo, al che mi sistemai in ginocchio sul pavimento e dopo aver aspirato per bene il suo odore direttamente dalla fonte sprofondai la mia faccia nella sua vagina aperta e grondante di umori.
Leccai appiattendo la lingua nella sua figa, proprio sullo spacco per poi spingerela piu che potevo in fondo al buco per tornare a succhiare le labbra e risalire fino al buco stretto del culo mentre la porcellina di nonna da sotto si pizzicava il clitoride gonfio e si infilava il dito medio tutto dentro la vagina che cominciava a schiumare.
Arrivò il momento.
Il cazzo era al massimo del suo turgore e la cappella mi stava scoppiando.
Mi alzai e lo strusciai per la prima volta nella mia vita contro le labbra di una fica. La sua fica.
Lo appoggiai sul taglio e infilai la solo la cappella dentro
Ne sentii un calore intenso e uscii.
Lo misi dentro e uscii ancora.
Stavo godendo di questo gioco ma quando posizionai ancora la punta al suo interno nonna spinse indietro e fece penetrare il cazzo fino alla radice.
Con una voce gutturale mi impose di scoparla.
Da quel momento non eravamo più nonna e nipote, ma un ragazzo che doveva soddisfare una donna vogliosa.
Un connubio perfetto, lei aveva orgasmi a ripetizione quando la cominciai a pistonare il membro all'interno della figa fradicia.
La mia inesperienza però mi stava tradendo ma lei, donna esperta, sentì le prime vibrazioni del cazzo e porto il busto avanti, si girò scendendo dal letto e cambiò posizione
Avevo voglia di esplodere e glie lo dissi a gran voce.
Mi fece sedere sul una poltrona in pelle situata a fianco del letto e si inginocchiò a gambe larghe sopra di me infilandosi il cazzo grondante dei suoi umori ancora nella passera.
Presi le tette a due mani succhiando uno alla volta i capezzoli che ballonzolavano al ritmo della cavalcata che aveva preso nonna. Ero allo stremo, e lei stessa stava per esplodere.
Ancora due colpi e le venni dentro con schizzi che colpirono il suo utero e lei all'unisono butto la testa all'indietro strozzando in gola i gemiti del suo orgasmo.
Si buttò su me, io steso sulla poltrona braccia e gambe divaricate e lei sconvolta con la faccia appoggiata alla mia guancia.
Servirono almeno cinque minuti per riprendersi e nel frattempo la mente cominciava a connettere su quello che era successo.
Avevo un sorriso da ebete e lei sollevando la testa mi guardo complimentandosi con un "bravo".
Si era fatte le venti e nonna ordinò una cena in camera.
Nel frattempo facemmo un bagno nella grande jacuzzi scambiandoci baci e coccole e nonna continuava a tenermi il membro sempre in tensione con giochini di bocca e di mani.
Io facevo altrettanto, ci fermammo solo quando al telefono annunciarono l'arrivo carrello con la cena.
Mangiammo in accappatoi frutti di mare e vino bianco e appena finimmo le presi la mano e la accompagnai al letto.
Gli aprii l'accappatoio e feci altrettanto col mio.
La coricai supina, mi misi tra le sue gambe e cominciai a succhiargli il clitoride infilando due dita dentro di lei.
Sapevo ormai che quello era il suo punto debole e quando ebbe il primo forte orgasmo mi portai in ginocchio tra le sue tette facendomi fare una bella spagnola. Lei leccava la cappella e gli sputò sopra un paio di volte e tra una leccata e l'altra mi implorava di chiavarla ancora come una puttana.
Scesi e gli presi le caviglie alzandogli le gambe e gli piantai il cazzo dentro la fica. La scopai con forza facendogli sobbalzare le tette che si teneva con le mani. Continuai per almeno dieci minuti in quella posizione e ebbe un secondo orgasmi. Gli lasciai le caviglie e lei piegò le ginocchia inarcando la schiena senza tirare fuori il cazzo.
La scopai con tutto il vigore e la forza che mi era rimasta in corpo fino a che sentii montare l'orgasmo. Cominciò a urlare e piccoli schizzi dalla sua figa colavano sul cazzo e spuzzavano sul mio ventre.
In quel momento con un paio di colpi ben assestati gli sborrai nuovamente tutto dentro.
Rimasi immobile in quella posizione. Ero distrutto ma felice. Tirai fuori il cazzo che aveva perso un minimo di vigore e la mia sborra si riversò sul lenzuolo ormai fradicio.
Nonna soddisfatta e anch'essa felice mi accolse con un abbraccio tra le sue tette e ci baciammo con un bellissimo lingua in bocca.
Ci addormentammo così e la mattina seguente dopo una bella doccia insieme con baci coccole e toccatine varie andammo a fare una bella colazione e ci incamminiamo verso casa.
4
voti
voti
valutazione
6.8
6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La prima volta....di nonna
Commenti dei lettori al racconto erotico