Un ragazzo "sfacciato"

-Vorrei fare l’amore con tua moglie- Questa proposta affronto, non mi da fastidio, mi ispira un sorriso affettuoso nei confronti di chi corre un rischio del genere, solo perché viene da un ragazzo che vedevo spesso, che non sapevo chi fosse. -Non mi conosci, mi affronti in questo modo, cosa ti aspetti se non due calci nel sedere- -Prenderei anche mille calci se fosse il prezzo da pagare- -Da quanto tempo non succhi più il seno di tua madre- -Non è tanto, ora ci pensa papà a farlo- -Lasciamo perdere, come se non me lo avessi detto, ora ti saluto, devo andare- -Ciao grazie per avermi ascoltato, il desiderio mi resta- Come ci rifletto sento uno strano movimento nelle mutande, quasi mi pento di aver trattato male quel ragazzo, fatico a toglierlo dalla mente. Poi il lavoro mi distoglie e dimentico tutto. Quando torno a casa la sera, come al solito saluto Daria mia moglie, la vedo appena diversa -Cosa ti è successo?- -Nulla- insisto, cede alla mia richiesta, racconta che un ragazzo spesso la segue, stamattina mi ha detto che vuole fare l’amore con me. Mi faccio descrivere il ragazzo, corrispondeva esattamente, racconto l’episodio della mattina, cerco di essere dolce con lei, confessa che gli ha risposto male, che si è pentita e che quella proposta le ha causato un turbamento, come fosse eccitata. Rispondo che anch’io ho avuto la stessa reazione, poi silenzio, forse i nostri pensieri si dirigevano in spazi comuni, quel ragazzo aveva qualcosa di inspiegabile che ce li faceva confluire in un unica direzione. La notte è trascorsa letteralmente in bianco, non abbiamo chiuso occhio, l’intento era uno solo fare l’amore tra di noi pensando al ragazzo, Daria era scatenata, io di più. La mattina siamo andati al lavoro disfatti fisicamente, non avevamo un goccio di energia. Quel ragazzino imberbe aveva colto nel segno, magari era una sua strategia, non eravamo convinti perché troppo giovane, non lo ritenevamo in grado di arrivare a tanto. Non vedevamo l’ora di incontrarlo ancora, speranza esaudita, ci aspettava sotto -Buongiorno- -Ciao- rispondiamo insieme -Vado a scuola, ho cambiato strada per incontrarvi- -Ascolta dicci il tuo nome- -Eros- -Bello ed augurante il tuo nome- risponde Daria. -Eros noi andiamo al lavoro, alle 18 siamo a casa, vieni, prendiamo un te insieme e parliamo di tutto- -Grazie ci vediamo stasera- Alle dieci nella pausa caffè mi telefona Daria -Amò sono tutta bagnata, non vedo l’ora che arrivi stasera- -Ho dovuto farmi una sega- -Stronzo la sborra è mia non la sprecare- Finalmente siamo tornati a casa, Eros ci aspettava, siamo andati sopra, siamo entrati subito in camera, senza parlare ci siamo spogliati, Daria l’ha tirato subito a se -Dai scopami fammi morire- Ad essere sinceri pensavo avesse il cazzo più grande, invece era quasi come il mio, la voglia di trasgredire era tanta, qualsiasi cazzo andava bene. Stantuffava con energia, Daria gemeva mi stringeva la mano, avevano le bocche attaccate, fino all’urlo liberatorio del loro orgasmo. Sono andato giù per vedere quello spettacolo, qualche rivolo di sborra stava per colare sul lenzuolo, sono intervenuto con la lingua, si sono distaccati, ho pulito la figa, poi sono passato al cazzo di Eros. Daria ha voluto che la scopassi subito, altro orgasmo, altra sborrata.
-Devo andare, mamma mi ha chiesto di tornare prima delle 19,30 non vorrei insospettirla- -Vai pure e grazie, quando vuoi torna, noi abbiamo il sabato e la domenica liberi- -Verrò sicuramente, grazie, è stato bellissimo- In fondo un ragazzo normale, aveva solo la sfacciataggine di mostrare quello che era, forse questo ci ha colpiti. Per noi era un impulso notevole a riaccendere la nostra sessualità. Non è più venuto, sulla strada fingeva di non conoscerci, almeno questo, la discrezione per noi era sufficiente.
Un episodio che ricordiamo volentieri io e Daria che ci ha dato lo sprone a riprovarci con qualche altro ragazzo.