Racconto 1 - il ritorno della sorella
di
SMOKE82PR
genere
masturbazione
Ciao a tutti, le storie che vi scriverò sono relative al ritorno di mia sorella nella nostra città natale.
Io (Claudio) e mia sorella Lucrezia siamo completamente opposti, come cane e gatto. Quando stavamo ancora tutti insieme non perdevamo occasione per litigare fra noi. Lucrezia ha 12 anni in più di me e da piccoli non giocavamo molto insieme. Abbiamo sempre dormito nella stessa camera, fino a quando all’età di 25 anni Lucrezia andò a vivere col suo compagno a Mantova.
In quel periodo rimanemmo molto in contatto, sia via cellulare che via Whatsapp.
Lucrezia è, a detta di tutti, una bella ragazza cinquantenne: non è un tipo appariscente, ma ha ancora un corpo ben fatto e proporzionato.
Spesso girava per casa solo in intimo, con reggiseno e perizoma. Oppure, d’estate, indossava quegli abitini corti e trasparenti che lasciavano ben poco all’immaginazione.
Qualche volta l’avevo spiata al bagno. Aveva quel corpo stupendo (da giocatrice di pallavolo) che mi eccitava tanto. Le sue tette, una terza piena, erano belle, lisce, sode con due capezzoli rosa, sempre turgidi. La sua figa, che avevo intravisto solo di profilo, era delicata e bella pelosa, con peli ricci e neri. Mi eccitavo tantissimo e che sborrate facevo masturbandomi mentre la guardavo o annusavo il suo intimo.
Era una calda serata di luglio, ero nel mio giardino a godermi un po’ di fresco e mi arriva un messaggino via Whatsapp
“Ciao Cla, domani torno a Parma, mi potresti ospitare per un paio di notti?”
“Certo Lu non ci sono problemi, ma è successo qualcosa?”
“Domani ti spiego tutto, stai tranquillo che non è successo niente…bacio notte”
Non diedi molto peso, forse aveva del lavoro da sbrigare a Parma (Lei è Consulente del Lavoro).
Al mattino mi sveglia con un messaggio di Lucrezia sul cellulare.
“Arrivo alle 17:30 in stazione mi vieni a prendere. Bacio”
“Ok Lu tranquilla ci sarò”
Arrivai in stazione, guardai il tabellone degli orari e andai sul binario. Il treno stava arrivando, mi appoggiai alla colonna e la vidi scendere con tre valige enormi!!!
“Ciao Lu – andandole incontro – come stai????” e l’abbracciai forte a me. Lucrezia indossava una veste color ocra semitrasparente dove risaltava l’intimo (reggiseno e tanga) color carne.
“Bene fratellino – e mi stampò tre baci sulla guancia – anche tu vedo che stai bene sei molto tonico ragazzo mio!”
“Lu ma…ti devi trasferire? Avevi detto un paio di giorni…ha portato tre valige…spiegami un attimo…”
“Dai fratellino andiamo a casa e ti spiego tutto davanti a un bel bicchiere di vino” mentre parlava mi stampò una bella manata sul culo “Che bel culo ha messo su il mio fratellino!”
“Eh grazie…” presi due valige e andammo verso il parcheggio.
In pochi minuti arrivammo a casa dove mostrai la camera a Lucrezia.
Fini di sistemare e finalmente di sedemmo in giardino dove preparai due bicchieri e una bella bottiglia di vino bello ghiacciato.
Lucrezia si accese una camel blu 100’s e vederla avvolta nel fumo mi provocò una forte eccitazione.
“Vedi fratellino mollo quel pezzo di merda del mio compagno!!!” Tuonò Lucrezia.
“No no ferma un attimo…perché molli Giorgio scusami? Che è successo spiegami?”
“A Giorgio piace il cazzo, l’ho beccato col suo amante nel nostro letto, quindi basta ho chiuso ogni rapporto!!! Vederlo farsi scopare dal suo assistente mi ha sconvolta! Che schifo!!!! Sono due anni che scopiamo col conta gocce, se apri la mia valigia sembro una rappresentante della Valigia Rossa per quanti cazzi finti ho. Certo le corna gliene ho messe anche io, ma ora basta che ognuno faccia la sua vita!”
“Ok Lu ti capisco, tu qui puoi restare quanto vuoi, tanto vivo da solo quindi…ma hai trovato lavoro qui?”
“Certo – continuò Lu con una boccata di fumo – vado a lavorare nelle risorse umane di una nota azienda alimentare – disse ridendo – prova ad immaginare quale?”
“Spero Lu non dove lavoro io…spero…dimmelo ti prego…”
“Certo è l’azienda dove lavori tu caro il mio fratellino…”
“bene – sospirai – ma perché in tutto questo tempo non mi hai detto niente della tua situazione?”
“Claudio – con tono serioso – speravo di recuperare il tutto ma non ce l’ho fatta e quindi mi sono guardata intorno e ho trovato questa proposta e l’ho colta subito”
Io e Lu prendemmo i bicchieri, ci alzammo, brindammo e ci abbracciammo forte. Questa fu la scusa con la quale le palpai il culo ancora bello sodo.
“Oh fratellino che tocchi…è proprietà privata ricordatelo!!! Anche se ricordo che io e te qualche doccia insieme l’abbiamo fatta e ti ho beccato, tante volte, a masturbarti…quindi….”
“Si si mi ricordo…comunque sei una bella milfona, faranno a gara per corteggiarti!!! Ascolta va bene se prendiamo una pizza? Mi sono scordato di fare la spesa…”
“Certa va benissimo, per me una margherita – suonò il suo cellulare – Scusami devo rispondere”. E si allontanò.
Feci un cenno di intesa con lei, uscii e andai a prendere le pizze.
Mi eccitò moltissimo la situazione creata con Lucrezia, si erà mantenuta bene, sentire le sue tette sul mio torace mi diede una bella scarica di adrenalina ed eccitazione. “Che coglione Giorgio, ma d’altronde se gli piace il cazzo…non sa quello che si perde”
Tornai a casa con le pizze, entrai e non vidi Lucrezia, guardai in giardino e non c’era, rientrai in casa e la chiamai “Lu ci sei?”
“Si sono di sopra ho fatto una doccia, arrivo subito”.
Intanto iniziai a preparare il tavolo con le pizze, che misi in forno per tenerle calde.
“Eccomi scendo” dalla scala apparì Lucrezia con un paio di short bianchi e una canotta azzurra da cui risaltarono le sue belle tette.
La cena passò alla svelta finendo la bottiglia di vino bianco e una di birra. Per finire preparai il caffè e tirai fuori la bottiglia di limoncello dal frigor.
Dopo cena, mezzi ubriachi, ci mettemmo a vedere la tv sul divano. Lucrezia si sdraiò con la testa su un bracciolo appoggiando i piedi sulle mie gambe visto che ero seduto sul lato opposto. Accesi l’aria condizionata e notai subito come i capezzoli di Lucrezia diventarono belli turgidi. Gli short si alzarono fino a scoprire le cosce. Nel bel mezzo visi in primo piano una striscia di slip bianco che copriva la figa. Dai lati fuoriuscivano dei folti ciuffi di peli neri che davano un tocco davvero piccante alla scena.
Tutto quell’alcool bevuto sta facendo effetto, parlammo a vanvera dicendo cazzate.
Molto spesso i miei occhi si spostavano, dal guardare la tv, a guardare fra le sue cosce.
“Ma ti ricordi quando ti ho beccato il fumo???” dice ridendo Lucrezia
“Sei stata una stronza me lo ricordo ancora la suonata che mi fecero mamma e papà, cazzo che stronza che sei stata!
“E dai fratellino scusami…fumi ancora?”
“Si ogni tanto si…perché?”
“Dai facciamo su…”
“Come dai facciamo su??? Tu odiavi chi si faceva le canne…ora fai su?”
“Certo ho imparato molte cose a Mantova..tra cui fumare”
Andammo in giardino, posi a Lucrezia tutta la busta e iniziò a fare su. In pochi secondi aveva rollato una bella canna che accese. Il fumo che la investii fu un’altra scena che mi provocò molta eccitazione e un’erezione.
“Dai raccontami di te, hai news su Rebecca?”
“No, nel senso che è sempre la solita storia ci vediamo poco per via del lavoro, Lei vive a Milano e torna a Parma solo nei week…Ti dico la verità mi sta seccando questa situazione…”
“Porta pazienza fratellino dai vedrai che andrà tutto bene…” e scoppiò in una pazza risata.
“Che ridi scema – le dissi prendendo la canna – te sei matta!”
“Si molto ma ora torniamo in salotto, tra alcol e fumo non ce la faccio più”
Feci l’ultimo tiro e tornammo in salotto. Avevo ancora gli effetti dell’erezione vedendo il suo bel culo ondeggiare. Ci sedemmo come prima e cominciai a massaggiarle i piedi che poggiavano proprio sul mio cazzo duro. Lei si accorse subito della mia erezione, tanto più che indossavo una paio di pantaloncini corti.
“Ma sei eccitato? Sento che hai il pisello duro!!!”, disse ridendo a crepapelle.
“Ma che ne so, abbiamo bevuto cosi tanto e fumato che mi sono eccitato”, le risposi ridendo.
“Che scemo che sei, ora ti tocca andare in bagno a smanettarti, ahahahahah”, rideva e si divertiva. Non aveva mai parlato di cose intime cosi liberamente con me, forse l’alcol e il fumo l’avevano disinibita completamente. Decisi che avrei fatto lo stesso, provocandola un po’.
“Che palle, hai ragione, devo farmi una sega ora, peccato che tu ti scandalizzi se me la facevo qui sul divano. Voi donne siete fortunate visto che non sentite il bisogno di masturbarvi come noi”, la provocai.
“In primis non mi scandalizzo, non sono cosi bigotta come credi; e poi anche noi donne sentiamo l’esigenza di masturbarci e lo facciamo molto più spesso di quanto tu creda!!! Poi con Giorgio ho dovuto fare di necessità…virtù”.
Lucrezia si sedette a gambe aperte, sposto i pantaloncini e mi mostrò il suo slip bianco. Iniziò a toccarlo…”Vedi Claudio…sono molto eccitata…” scostò lo slip e iniziò a toccarsi…dal pelo nero saltò fuori una figa stupenda e bella bagnata. Le dita iniziarono a giocare col clito e Lucrezia iniziò ad ansimare…
Suonò il mio cellulare del lavoro che lasciai in giardino e andai a rispondere. Questioni di lavoro che mi portarono via un quanto d’ora abbondante.
Tornai e Lucrezia era addormentata, ma nel movimento, una spallina della canotta scivolò sulla spalla lasciando libera una tetta.
Scena bellissima, tirai fuori il cazzo e inizia a segarmi senza pietà cercando di non fare rumore…Interruppi la sega per avvicinarmi e toccare col dito il capezzolo…avrei voluto sborrarla quella tetta, anzi mi avrei voluto scoparmi mia sorella da tanto ero ingrifato…Lucrezia che si masturbava e la tetta mi provocarono una grande goduria fatta di quattro fiotti di sperma che caddero sul pavimento…
Pulii il tutto e andai a dormire lasciando Lucrezia sul divano.
Io (Claudio) e mia sorella Lucrezia siamo completamente opposti, come cane e gatto. Quando stavamo ancora tutti insieme non perdevamo occasione per litigare fra noi. Lucrezia ha 12 anni in più di me e da piccoli non giocavamo molto insieme. Abbiamo sempre dormito nella stessa camera, fino a quando all’età di 25 anni Lucrezia andò a vivere col suo compagno a Mantova.
In quel periodo rimanemmo molto in contatto, sia via cellulare che via Whatsapp.
Lucrezia è, a detta di tutti, una bella ragazza cinquantenne: non è un tipo appariscente, ma ha ancora un corpo ben fatto e proporzionato.
Spesso girava per casa solo in intimo, con reggiseno e perizoma. Oppure, d’estate, indossava quegli abitini corti e trasparenti che lasciavano ben poco all’immaginazione.
Qualche volta l’avevo spiata al bagno. Aveva quel corpo stupendo (da giocatrice di pallavolo) che mi eccitava tanto. Le sue tette, una terza piena, erano belle, lisce, sode con due capezzoli rosa, sempre turgidi. La sua figa, che avevo intravisto solo di profilo, era delicata e bella pelosa, con peli ricci e neri. Mi eccitavo tantissimo e che sborrate facevo masturbandomi mentre la guardavo o annusavo il suo intimo.
Era una calda serata di luglio, ero nel mio giardino a godermi un po’ di fresco e mi arriva un messaggino via Whatsapp
“Ciao Cla, domani torno a Parma, mi potresti ospitare per un paio di notti?”
“Certo Lu non ci sono problemi, ma è successo qualcosa?”
“Domani ti spiego tutto, stai tranquillo che non è successo niente…bacio notte”
Non diedi molto peso, forse aveva del lavoro da sbrigare a Parma (Lei è Consulente del Lavoro).
Al mattino mi sveglia con un messaggio di Lucrezia sul cellulare.
“Arrivo alle 17:30 in stazione mi vieni a prendere. Bacio”
“Ok Lu tranquilla ci sarò”
Arrivai in stazione, guardai il tabellone degli orari e andai sul binario. Il treno stava arrivando, mi appoggiai alla colonna e la vidi scendere con tre valige enormi!!!
“Ciao Lu – andandole incontro – come stai????” e l’abbracciai forte a me. Lucrezia indossava una veste color ocra semitrasparente dove risaltava l’intimo (reggiseno e tanga) color carne.
“Bene fratellino – e mi stampò tre baci sulla guancia – anche tu vedo che stai bene sei molto tonico ragazzo mio!”
“Lu ma…ti devi trasferire? Avevi detto un paio di giorni…ha portato tre valige…spiegami un attimo…”
“Dai fratellino andiamo a casa e ti spiego tutto davanti a un bel bicchiere di vino” mentre parlava mi stampò una bella manata sul culo “Che bel culo ha messo su il mio fratellino!”
“Eh grazie…” presi due valige e andammo verso il parcheggio.
In pochi minuti arrivammo a casa dove mostrai la camera a Lucrezia.
Fini di sistemare e finalmente di sedemmo in giardino dove preparai due bicchieri e una bella bottiglia di vino bello ghiacciato.
Lucrezia si accese una camel blu 100’s e vederla avvolta nel fumo mi provocò una forte eccitazione.
“Vedi fratellino mollo quel pezzo di merda del mio compagno!!!” Tuonò Lucrezia.
“No no ferma un attimo…perché molli Giorgio scusami? Che è successo spiegami?”
“A Giorgio piace il cazzo, l’ho beccato col suo amante nel nostro letto, quindi basta ho chiuso ogni rapporto!!! Vederlo farsi scopare dal suo assistente mi ha sconvolta! Che schifo!!!! Sono due anni che scopiamo col conta gocce, se apri la mia valigia sembro una rappresentante della Valigia Rossa per quanti cazzi finti ho. Certo le corna gliene ho messe anche io, ma ora basta che ognuno faccia la sua vita!”
“Ok Lu ti capisco, tu qui puoi restare quanto vuoi, tanto vivo da solo quindi…ma hai trovato lavoro qui?”
“Certo – continuò Lu con una boccata di fumo – vado a lavorare nelle risorse umane di una nota azienda alimentare – disse ridendo – prova ad immaginare quale?”
“Spero Lu non dove lavoro io…spero…dimmelo ti prego…”
“Certo è l’azienda dove lavori tu caro il mio fratellino…”
“bene – sospirai – ma perché in tutto questo tempo non mi hai detto niente della tua situazione?”
“Claudio – con tono serioso – speravo di recuperare il tutto ma non ce l’ho fatta e quindi mi sono guardata intorno e ho trovato questa proposta e l’ho colta subito”
Io e Lu prendemmo i bicchieri, ci alzammo, brindammo e ci abbracciammo forte. Questa fu la scusa con la quale le palpai il culo ancora bello sodo.
“Oh fratellino che tocchi…è proprietà privata ricordatelo!!! Anche se ricordo che io e te qualche doccia insieme l’abbiamo fatta e ti ho beccato, tante volte, a masturbarti…quindi….”
“Si si mi ricordo…comunque sei una bella milfona, faranno a gara per corteggiarti!!! Ascolta va bene se prendiamo una pizza? Mi sono scordato di fare la spesa…”
“Certa va benissimo, per me una margherita – suonò il suo cellulare – Scusami devo rispondere”. E si allontanò.
Feci un cenno di intesa con lei, uscii e andai a prendere le pizze.
Mi eccitò moltissimo la situazione creata con Lucrezia, si erà mantenuta bene, sentire le sue tette sul mio torace mi diede una bella scarica di adrenalina ed eccitazione. “Che coglione Giorgio, ma d’altronde se gli piace il cazzo…non sa quello che si perde”
Tornai a casa con le pizze, entrai e non vidi Lucrezia, guardai in giardino e non c’era, rientrai in casa e la chiamai “Lu ci sei?”
“Si sono di sopra ho fatto una doccia, arrivo subito”.
Intanto iniziai a preparare il tavolo con le pizze, che misi in forno per tenerle calde.
“Eccomi scendo” dalla scala apparì Lucrezia con un paio di short bianchi e una canotta azzurra da cui risaltarono le sue belle tette.
La cena passò alla svelta finendo la bottiglia di vino bianco e una di birra. Per finire preparai il caffè e tirai fuori la bottiglia di limoncello dal frigor.
Dopo cena, mezzi ubriachi, ci mettemmo a vedere la tv sul divano. Lucrezia si sdraiò con la testa su un bracciolo appoggiando i piedi sulle mie gambe visto che ero seduto sul lato opposto. Accesi l’aria condizionata e notai subito come i capezzoli di Lucrezia diventarono belli turgidi. Gli short si alzarono fino a scoprire le cosce. Nel bel mezzo visi in primo piano una striscia di slip bianco che copriva la figa. Dai lati fuoriuscivano dei folti ciuffi di peli neri che davano un tocco davvero piccante alla scena.
Tutto quell’alcool bevuto sta facendo effetto, parlammo a vanvera dicendo cazzate.
Molto spesso i miei occhi si spostavano, dal guardare la tv, a guardare fra le sue cosce.
“Ma ti ricordi quando ti ho beccato il fumo???” dice ridendo Lucrezia
“Sei stata una stronza me lo ricordo ancora la suonata che mi fecero mamma e papà, cazzo che stronza che sei stata!
“E dai fratellino scusami…fumi ancora?”
“Si ogni tanto si…perché?”
“Dai facciamo su…”
“Come dai facciamo su??? Tu odiavi chi si faceva le canne…ora fai su?”
“Certo ho imparato molte cose a Mantova..tra cui fumare”
Andammo in giardino, posi a Lucrezia tutta la busta e iniziò a fare su. In pochi secondi aveva rollato una bella canna che accese. Il fumo che la investii fu un’altra scena che mi provocò molta eccitazione e un’erezione.
“Dai raccontami di te, hai news su Rebecca?”
“No, nel senso che è sempre la solita storia ci vediamo poco per via del lavoro, Lei vive a Milano e torna a Parma solo nei week…Ti dico la verità mi sta seccando questa situazione…”
“Porta pazienza fratellino dai vedrai che andrà tutto bene…” e scoppiò in una pazza risata.
“Che ridi scema – le dissi prendendo la canna – te sei matta!”
“Si molto ma ora torniamo in salotto, tra alcol e fumo non ce la faccio più”
Feci l’ultimo tiro e tornammo in salotto. Avevo ancora gli effetti dell’erezione vedendo il suo bel culo ondeggiare. Ci sedemmo come prima e cominciai a massaggiarle i piedi che poggiavano proprio sul mio cazzo duro. Lei si accorse subito della mia erezione, tanto più che indossavo una paio di pantaloncini corti.
“Ma sei eccitato? Sento che hai il pisello duro!!!”, disse ridendo a crepapelle.
“Ma che ne so, abbiamo bevuto cosi tanto e fumato che mi sono eccitato”, le risposi ridendo.
“Che scemo che sei, ora ti tocca andare in bagno a smanettarti, ahahahahah”, rideva e si divertiva. Non aveva mai parlato di cose intime cosi liberamente con me, forse l’alcol e il fumo l’avevano disinibita completamente. Decisi che avrei fatto lo stesso, provocandola un po’.
“Che palle, hai ragione, devo farmi una sega ora, peccato che tu ti scandalizzi se me la facevo qui sul divano. Voi donne siete fortunate visto che non sentite il bisogno di masturbarvi come noi”, la provocai.
“In primis non mi scandalizzo, non sono cosi bigotta come credi; e poi anche noi donne sentiamo l’esigenza di masturbarci e lo facciamo molto più spesso di quanto tu creda!!! Poi con Giorgio ho dovuto fare di necessità…virtù”.
Lucrezia si sedette a gambe aperte, sposto i pantaloncini e mi mostrò il suo slip bianco. Iniziò a toccarlo…”Vedi Claudio…sono molto eccitata…” scostò lo slip e iniziò a toccarsi…dal pelo nero saltò fuori una figa stupenda e bella bagnata. Le dita iniziarono a giocare col clito e Lucrezia iniziò ad ansimare…
Suonò il mio cellulare del lavoro che lasciai in giardino e andai a rispondere. Questioni di lavoro che mi portarono via un quanto d’ora abbondante.
Tornai e Lucrezia era addormentata, ma nel movimento, una spallina della canotta scivolò sulla spalla lasciando libera una tetta.
Scena bellissima, tirai fuori il cazzo e inizia a segarmi senza pietà cercando di non fare rumore…Interruppi la sega per avvicinarmi e toccare col dito il capezzolo…avrei voluto sborrarla quella tetta, anzi mi avrei voluto scoparmi mia sorella da tanto ero ingrifato…Lucrezia che si masturbava e la tetta mi provocarono una grande goduria fatta di quattro fiotti di sperma che caddero sul pavimento…
Pulii il tutto e andai a dormire lasciando Lucrezia sul divano.
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