Il giorno in cui sono diventata donna

Caro diario,
oggi ho trent’anni, ma certe emozioni restano scolpite nella pelle come cicatrici dolci. La mia prima volta, a diciott’anni, è ancora lì, viva dentro di me.
Ero nervosa da morire. Tremavo già mentre mi lasciavo baciare, le sue labbra morbide sulle mie, la lingua che si muoveva lenta e decisa. Ogni bacio scioglieva un po’ della paura che mi stringeva lo stomaco. Le sue mani esploravano con calma, passavano sulla schiena, poi sotto la maglietta… e il mio corpo rispondeva, caldo, curioso, eccitato. Sentivo i capezzoli indurirsi subito, quasi a tradirmi, e dentro di me cresceva una voglia nuova, impossibile da fermare.
Quando mi tolse i vestiti, provai vergogna e desiderio insieme. Mi coprii d’istinto, ma lui mi prese le mani e le baciò piano. Restai lì, nuda, con la pelle in fiamme sotto le sue carezze. Mi sfiorava ovunque, lentamente, come per assaggiarmi. Ricordo ancora la sua bocca sul mio seno, i brividi che mi correvano giù fino al ventre, il respiro che diventava corto e irregolare.
E poi il momento che aspettavo e temevo: entrare davvero. All’inizio fu una fitta secca, un dolore che mi fece gemere piano e stringere i denti. Ma subito dopo il mio corpo cedette, si aprì, e cominciai a sentire altro: calore, pienezza, piacere mescolato a paura. Ogni suo movimento mi scuoteva, le mani che mi stringevano i fianchi, il suo respiro vicino al mio orecchio. Non era perfetto, non era coordinato… ma era travolgente, e io non ero più la ragazzina di prima.
Quando finimmo, restai sdraiata con la testa sul suo petto, il cuore che correva ancora. Mi sentivo bagnata, stanca, viva. Gli occhi lucidi, le gambe che tremavano, il corpo che bruciava di emozioni che non avevo mai conosciuto.
Oggi, dopo anni e tante esperienze, so che quella prima volta non fu la più bella. Ma fu unica, irripetibile. L’inizio di tutto.

M. 💋