Sudore - capitolo 1
di
Luisa Damore
genere
sentimentali
La ragione cercava di tenermi a bada, ma la pelle aveva già deciso.
Sera d’agosto, odore di mare e asfalto caldo, brividi che risalivano contro ogni logica. Camminavo piano, una mela verde nella mano — croccante, dolce al punto giusto — e un cane randagio che mi seguiva per pochi passi come se avesse capito tutto senza bisogno di parole.
I ricordi facevano rumore di conchiglie nella testa: il primo sguardo, le mani che non si toccano ma si riconoscono, quel desiderio che non ti chiede il permesso.
Dentro, un fuoco che non brucia: arde, illumina. E la fantasia che disegna strade nuove dove prima c’erano solo mappe.
Mi dissi a bassa voce: “Ricordati chi sei quando nessuno ti guarda.”
Il sudore scendeva lieve dalle tempie: segno che qualcosa era già cominciato, prima ancora di incontrarci davvero. L’attesa era una stanza aperta: vuota e immensa.
E lì, in quel vuoto pieno, ho capito che l’inizio non è mai un passo: è un respiro.
Sera d’agosto, odore di mare e asfalto caldo, brividi che risalivano contro ogni logica. Camminavo piano, una mela verde nella mano — croccante, dolce al punto giusto — e un cane randagio che mi seguiva per pochi passi come se avesse capito tutto senza bisogno di parole.
I ricordi facevano rumore di conchiglie nella testa: il primo sguardo, le mani che non si toccano ma si riconoscono, quel desiderio che non ti chiede il permesso.
Dentro, un fuoco che non brucia: arde, illumina. E la fantasia che disegna strade nuove dove prima c’erano solo mappe.
Mi dissi a bassa voce: “Ricordati chi sei quando nessuno ti guarda.”
Il sudore scendeva lieve dalle tempie: segno che qualcosa era già cominciato, prima ancora di incontrarci davvero. L’attesa era una stanza aperta: vuota e immensa.
E lì, in quel vuoto pieno, ho capito che l’inizio non è mai un passo: è un respiro.
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5.5
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