Seduzione sotto il tavolo
di
LadyRhodium
genere
feticismo
Sono venuta qui stasera per provare un nuovo ristorante.
Sono seduta schiena alla parete e la sala del ristorante è tutta davanti a me.
Noto un uomo distinto, seduto non poco distante da me, siede di profilo rispetto alla mia visuale.
La mia cena inizia.
Il mio modo di gustare le pietanze catalizza l’attenzione di tutti, mentre tu sembri esserne impassibile.
Dall’inizio della cena mi guardi, ma non solo nell’interezza della figura, attira la tua attenzione il mio movimento dei piedi sotto il tavolo. Più volte ti ho fatto distogliere lo sguardo dal movimento ondulatorio dei miei piedi facendo cadere il tovagliolo per terra.
Il tuo sguardo un pò imbarazzato si ferma nel mio, mentre il cameriere mi porge il tovagliolo.
Le mie décolleté nere sono la tua attrazione principale, i miei piedi avvolti in quel modello snello e affusolato ti fa girare ripetutamente e guardare rubando il dettaglio di quel tacco a spillo che ondeggia grazie al movimento della mia caviglia. La calza nera si allunga dalla scarpa.
Ti fisso e nel frattempo gusto il dessert. Lentamente faccio sfilare la scarpa che, per mio volere, penzola dondolando dalla punta del piede come un pendolo.
So che lo stai fissando, perché io fisso te mentre sei completamente catturato da quel movimento che ti ipnotizza.
Cade la scarpa e tu sussulti. Un uomo alto e grosso che si fa trascinare da questo gesto, voluto o non voluto cosa importa, l’importante è che la tua erezione cominci a tendere la patta dei pantaloni.
La tua visuale sul mio piede che sembra chiamarti è completamente a tua disposizione da sotto la tovaglia del tavolo. Nessun’altro sa di questo nostro momento erotico nascosto sotto il tavolo.
Mi accarezzo il piede, piegandomi per raccogliere la scarpa faccio una tappa sulla calza nera. La mia mano dolcemente passa sul collo del piede e arriva fino alle dita laccate di rosso.
La tua mano scivola dal tavolo alla patta dei pantaloni per sistemare un rigonfiamento che inizia a premere insistentemente.
Dopo un paio di passaggi raccolgo la scarpa e lentamente la indosso.
I nostri sguardi si incrociano.
Il mio labiale comunica “Prive!”
Mi alzo, poso il tovagliolo e mi dirigo ondeggiando verso la stanza accessibile solo a pochi.
Mi seguì senza esitare.
Mi faccio trovare seduta su un tavolo alto e ti intimo di leccarmi le scarpe.
Ti interrompo solo per farti aprire la cerniera di pantaloni e liberare l’erezione già vigorosa.
La osservo diventare marmorea, mentre mi togli la scarpa e inizi a leccare il piede con la calza ancora indosso.
Sfili le autoreggenti col mio benestare.
Io dispongo, tu agisci e io ti osservo fare solo quello che mi sta bene.
Inizi a leccare il piede e succhiare tutte le dita. Una ad una andando e tornando su tutte le dita metodico. Le sento bagnarsi al passaggio del ruvido della lingua, mentre mi massaggio i seni.
Ogni tanto osservo la tua erezione.
Ecco che le contrazioni del tuo membro, nell’assaporare l’alluce, si fanno più intense. I tuoi gemiti mi avvolgono le dita, la bocca semiaperta inizia ad emettere suoni più intensi. Ti fermi in un sospiro più profondo e il tuo membro si indurisce l’ultima volta prima di esplodere in una fontana bianca e densa che cola verso terra. Si sparge sul pavimento e qualche goccia si insinua nella scarpa.
Scendo dal ripiano.Indosso l'autoreggente e calzo la scarpa.
Mi dirigo verso la porta ed esco dal privé, lasciandoti in preda alla scia dell’orgasmo.
I miei tacchi risuonano nel corridoio. Sorriso compiaciuta e nelle scarpe porterò un po ' di questa serata.
Sono seduta schiena alla parete e la sala del ristorante è tutta davanti a me.
Noto un uomo distinto, seduto non poco distante da me, siede di profilo rispetto alla mia visuale.
La mia cena inizia.
Il mio modo di gustare le pietanze catalizza l’attenzione di tutti, mentre tu sembri esserne impassibile.
Dall’inizio della cena mi guardi, ma non solo nell’interezza della figura, attira la tua attenzione il mio movimento dei piedi sotto il tavolo. Più volte ti ho fatto distogliere lo sguardo dal movimento ondulatorio dei miei piedi facendo cadere il tovagliolo per terra.
Il tuo sguardo un pò imbarazzato si ferma nel mio, mentre il cameriere mi porge il tovagliolo.
Le mie décolleté nere sono la tua attrazione principale, i miei piedi avvolti in quel modello snello e affusolato ti fa girare ripetutamente e guardare rubando il dettaglio di quel tacco a spillo che ondeggia grazie al movimento della mia caviglia. La calza nera si allunga dalla scarpa.
Ti fisso e nel frattempo gusto il dessert. Lentamente faccio sfilare la scarpa che, per mio volere, penzola dondolando dalla punta del piede come un pendolo.
So che lo stai fissando, perché io fisso te mentre sei completamente catturato da quel movimento che ti ipnotizza.
Cade la scarpa e tu sussulti. Un uomo alto e grosso che si fa trascinare da questo gesto, voluto o non voluto cosa importa, l’importante è che la tua erezione cominci a tendere la patta dei pantaloni.
La tua visuale sul mio piede che sembra chiamarti è completamente a tua disposizione da sotto la tovaglia del tavolo. Nessun’altro sa di questo nostro momento erotico nascosto sotto il tavolo.
Mi accarezzo il piede, piegandomi per raccogliere la scarpa faccio una tappa sulla calza nera. La mia mano dolcemente passa sul collo del piede e arriva fino alle dita laccate di rosso.
La tua mano scivola dal tavolo alla patta dei pantaloni per sistemare un rigonfiamento che inizia a premere insistentemente.
Dopo un paio di passaggi raccolgo la scarpa e lentamente la indosso.
I nostri sguardi si incrociano.
Il mio labiale comunica “Prive!”
Mi alzo, poso il tovagliolo e mi dirigo ondeggiando verso la stanza accessibile solo a pochi.
Mi seguì senza esitare.
Mi faccio trovare seduta su un tavolo alto e ti intimo di leccarmi le scarpe.
Ti interrompo solo per farti aprire la cerniera di pantaloni e liberare l’erezione già vigorosa.
La osservo diventare marmorea, mentre mi togli la scarpa e inizi a leccare il piede con la calza ancora indosso.
Sfili le autoreggenti col mio benestare.
Io dispongo, tu agisci e io ti osservo fare solo quello che mi sta bene.
Inizi a leccare il piede e succhiare tutte le dita. Una ad una andando e tornando su tutte le dita metodico. Le sento bagnarsi al passaggio del ruvido della lingua, mentre mi massaggio i seni.
Ogni tanto osservo la tua erezione.
Ecco che le contrazioni del tuo membro, nell’assaporare l’alluce, si fanno più intense. I tuoi gemiti mi avvolgono le dita, la bocca semiaperta inizia ad emettere suoni più intensi. Ti fermi in un sospiro più profondo e il tuo membro si indurisce l’ultima volta prima di esplodere in una fontana bianca e densa che cola verso terra. Si sparge sul pavimento e qualche goccia si insinua nella scarpa.
Scendo dal ripiano.Indosso l'autoreggente e calzo la scarpa.
Mi dirigo verso la porta ed esco dal privé, lasciandoti in preda alla scia dell’orgasmo.
I miei tacchi risuonano nel corridoio. Sorriso compiaciuta e nelle scarpe porterò un po ' di questa serata.
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