Due anziani depravati
di
Giovaneputtanella
genere
gay
Intorno alle 15 suonarono il campanello. Sapevo che sarebbero arrivati perché la sera prima avevo ricevuto un messaggio su whatsapp che citava testualmente: " domani ore 15 vengo con il mio amico, preparati a dovere con un clistere di camomilla così che sei pulita, indossa una mini senza mutandine, autoreggenti a rete, sandali aperti con tacco 12 smalto mani e piedi rosso ciliegia, se trovi una parrucca castana tipo a caschetto indossala. Sopra una camicetta". Gli ordini erano chiari. La mini l'avevo così come lo smalto per unghie il resto ero andata ad acquistarlo dai cinesi. Ovviamente avevo provato il tutto prima per vedere come stavo e considerando che sono magra non ho peli ero una discreta troietta! Mi ero fatta circa un litro di clistere e poi ero rimasta digiuna così da essere vuota. Aprii la porta tutta agghindata. Entrarono in silenzio poi giunti in sala " lui è Pietro" disse il mio aguzzino. Gli tesi la mano e lui mi tirò verso se e mi baciò in bocca. L'inizio prometteva bene 🤤. Per cortesia chiesi se volevano qualcosa da bere, " no grazie disse Pietro andiamo al sodo, vedo che sei una discreta porca e da ciò che mi ha raccontato il mio amico anche sottomessa..." Abbassai lo sguardo sorridendo. Pietro si avvicinò a me girandomi di spalle e la sua mano passò veloce tra le mie chiappe, "wow che bel sedere sodo". Iniziavo ad eccitarmi, l'altro venne verso di me e mi baciò. Intanto Pietro si strusciava contro le mie chiappe facendomi sentire che era già in tiro. Probabilmente vista l'età apparente sui 65 aveva preso una pillolina blu. I due si trusciarono per qualche minuto baciandomi bocca e collo ed io con le mani toccavo i loro arnesi da sopra i pantaloni. "Andiamo in camera disse Pietro". Tempo di entrare e mi era già addosso. Mi tolse le scarpe e le gettò a terra, poi mi tirò su la mini in vita. L'altro si era già liberato dei pantaloni e delle mutande e mi strusciava la cappella sulla bocca e sul viso. Pietro spogliatosi anche lui mi aveva spalancato le gambe ed aveva ficcato la dura lingua carnosa dentro il mio buchetto. Quella lingua sembrava un serpente, entrava a fondo e mi donava sensazioni fortissime. Adesso il cazzo del primo era nella mia bocca che avida della sua cappella violacea succhiavo senza esitazioni. Dopo poco Pietro tenendomi spalancata per le caviglie indirizzo' il suo bastone sul mio buchetto e con un unica spinta mi prese, spinse ancora e sentii le sue palle contro le mie chiappe. Mi venne da urlare perché non mi aveva preparata granché ma non emisi nessun suono perché l'altro aveva affondato il suo cazzo fino in gola e mi teneva ferma per non farmi ritirare. Avevo le gambe divaricatissime quasi una spaccata e messa così ogni volta che Pietro affondava con forza mi sentivo aprire come una vera puttana! Pietro preso dall'eccitazione nel vedermi così, in balia dei suoi perversi desideri mi strappò letteralmente le autoreggenti e ne passò una all'amico.
Non perse tempo, me la mise intorno al collo e strinse. "Dimmi quanto devo stringere" disse a Pietro che pompava infoiato con occhi da stupratore. "Stringi, stringi, deve soffocare con il mio cazzo dentro, voglio sentire le contrazioni del suo culo mentre la strangoli". Sembrava impazzito, tentavo di far allentare la stretta dimenandomi e guardandoli con occhi supplichevoli ma in realtà non lo desideravo davvero e la cosa li eccitava ancora di più. "Stringi ancora ci siamo quasi..." disse Pietro e mi prese un alluce in bocca. La sua lingua lo succhiava e si infilava tra le dita facendomi vibrare. Stavo davvero svenendo non capivo più le loro voci ma sentivo solo quel palo nelle mie viscere che cattivo mi abusava senza nessun ritegno. "Sborroooooo troia sborroooooo" lo capii dal labiale e dall' espressione d'estasi di Pietro. Riuscii a sentire il calore della sua sborra viziosa e poi buio. Esatto ero svenuta. Quando mi ripresi ero a pecorina con diversi cuscini sotto la pancia, le cosce unite e legate con qualcosa che mi impediva di aprirle idem le caviglie. Le braccia aperte con i polsi assicurati da una parte all'altra del letto. Come crocifissa a pecorina. Non avevo più nulla addosso. Mi ripresi che Pietro era intento a darmi delle piccole frustate sulle piante dei piedi e sulle chiappe che sentivo calde. "Allora non ti abbiamo ammazzato piccola puttanella succhia cazzi" disse Pietro mentre l'altro ridendo "non è ancora detto, il pomeriggio non è ancora finito vero troia?" Sapevo che quando mi faceva una domanda pretendeva che rispondessi. Ero ancora frastornata e dissi semplicemente "si". Lui aggiunse "solo si? Non ci basta vero Pietro, ci devi supplicare di impiccarti a quella trave (sopra il letto c'era una grande trave portante) mentre ti torturiamo a nostro piacimento perché ci devi far sborrare tutto il pomeriggio!". Ubbidii e dissi"si desidero essere appesa per il collo e desidero solo farvi godere ". Pietro come l'altro aveva ancora il cazzo in tiro per cui pensai che avevo visto giusto, pilloline blu. Il mio pensiero fu interrotto da una serie di frustate sulle chiappe e di frasi tipo"voglio vederti spirare impiccata mentre ti riempio il culo". Fu l'altro a liberarmi i polsi a metterli dietro la mia schiena e legarli così stretti che mi facevano male. Poi mi tirò su lasciandomi in ginocchio e mise il cappio intorno al collo, fece arrivare la corda alla trave, tese la corda in modo che il cappio mi obbligasse a tenere la testa su e mi infilò tutto il cazzo in gola, l'altro raddoppiò la dose di cinghiate! Iniziai ad avere paura perché sembravano posseduti e non badavano a complimenti. Pietro mi infilò credo tre dita nel buchetto e le muoveva all'insù aprendomi di nuovo. "Dai adesso la ingroppo io questa vacca" disse a Pietro ed egli fece posto. Allentarono la corda ed io fui rimessa a pecorina con le braccia legate sempre dietro la schiena. Con le rozze mani mi aprì le chiappe allo spasimo punto' dritto e lo sentii entrare tutto! Mi venne spontaneo aprire la bocca e tirare fuori la lingua. "Te lo fa arrivare in gola vero? Dimmi dimmelo dove te lo senti" disse Pietro. "Lo sento oltre lo stomaco nel cervello, in gola" risposi con affanno. Mi distrusse. E poi ancora l'altro. Alla fine un fiume di latte usciva copioso Ma non potevo sapere che avevano in mente altro... CONTINUA con la terza parte SEQUESTRATA E ABUSATA IN CAMPAGNA
Non perse tempo, me la mise intorno al collo e strinse. "Dimmi quanto devo stringere" disse a Pietro che pompava infoiato con occhi da stupratore. "Stringi, stringi, deve soffocare con il mio cazzo dentro, voglio sentire le contrazioni del suo culo mentre la strangoli". Sembrava impazzito, tentavo di far allentare la stretta dimenandomi e guardandoli con occhi supplichevoli ma in realtà non lo desideravo davvero e la cosa li eccitava ancora di più. "Stringi ancora ci siamo quasi..." disse Pietro e mi prese un alluce in bocca. La sua lingua lo succhiava e si infilava tra le dita facendomi vibrare. Stavo davvero svenendo non capivo più le loro voci ma sentivo solo quel palo nelle mie viscere che cattivo mi abusava senza nessun ritegno. "Sborroooooo troia sborroooooo" lo capii dal labiale e dall' espressione d'estasi di Pietro. Riuscii a sentire il calore della sua sborra viziosa e poi buio. Esatto ero svenuta. Quando mi ripresi ero a pecorina con diversi cuscini sotto la pancia, le cosce unite e legate con qualcosa che mi impediva di aprirle idem le caviglie. Le braccia aperte con i polsi assicurati da una parte all'altra del letto. Come crocifissa a pecorina. Non avevo più nulla addosso. Mi ripresi che Pietro era intento a darmi delle piccole frustate sulle piante dei piedi e sulle chiappe che sentivo calde. "Allora non ti abbiamo ammazzato piccola puttanella succhia cazzi" disse Pietro mentre l'altro ridendo "non è ancora detto, il pomeriggio non è ancora finito vero troia?" Sapevo che quando mi faceva una domanda pretendeva che rispondessi. Ero ancora frastornata e dissi semplicemente "si". Lui aggiunse "solo si? Non ci basta vero Pietro, ci devi supplicare di impiccarti a quella trave (sopra il letto c'era una grande trave portante) mentre ti torturiamo a nostro piacimento perché ci devi far sborrare tutto il pomeriggio!". Ubbidii e dissi"si desidero essere appesa per il collo e desidero solo farvi godere ". Pietro come l'altro aveva ancora il cazzo in tiro per cui pensai che avevo visto giusto, pilloline blu. Il mio pensiero fu interrotto da una serie di frustate sulle chiappe e di frasi tipo"voglio vederti spirare impiccata mentre ti riempio il culo". Fu l'altro a liberarmi i polsi a metterli dietro la mia schiena e legarli così stretti che mi facevano male. Poi mi tirò su lasciandomi in ginocchio e mise il cappio intorno al collo, fece arrivare la corda alla trave, tese la corda in modo che il cappio mi obbligasse a tenere la testa su e mi infilò tutto il cazzo in gola, l'altro raddoppiò la dose di cinghiate! Iniziai ad avere paura perché sembravano posseduti e non badavano a complimenti. Pietro mi infilò credo tre dita nel buchetto e le muoveva all'insù aprendomi di nuovo. "Dai adesso la ingroppo io questa vacca" disse a Pietro ed egli fece posto. Allentarono la corda ed io fui rimessa a pecorina con le braccia legate sempre dietro la schiena. Con le rozze mani mi aprì le chiappe allo spasimo punto' dritto e lo sentii entrare tutto! Mi venne spontaneo aprire la bocca e tirare fuori la lingua. "Te lo fa arrivare in gola vero? Dimmi dimmelo dove te lo senti" disse Pietro. "Lo sento oltre lo stomaco nel cervello, in gola" risposi con affanno. Mi distrusse. E poi ancora l'altro. Alla fine un fiume di latte usciva copioso Ma non potevo sapere che avevano in mente altro... CONTINUA con la terza parte SEQUESTRATA E ABUSATA IN CAMPAGNA
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