Sequestrata e abusata in campagna (Finale dei due racconti precedenti)

di
genere
gay

Quando i due ebbero finito di stuprarmi come selvaggi, mi tolsero le corde che mi serravano le cosce e le caviglie andarono in sala lasciandomi distrutta e piena della loro sborra sul letto. Mi abbandonai sdraiandomi pancia in su e chiusi gli occhi, ero esausta. Dopo qualche minuto sentii Pietro che parlava al telefono all'inizio non capivo con chi o cosa dicesse poi prestando più attenzione udii "se ce la fai a venire sarebbe ok". Non prestai particolare attenzione. Mi alzai per andare in bagno ero tutta indolenzita. Entrai nella doccia e alcuni rigagnoli di sborra colarono lungo le cosce fino ai piedi. La sensazione era di avere il buco del culetto così largo che mi ci sarebbe entrata una lattina di Coca cola! Approfittai e inserii un pochino la doccetta così da lavarmi anche dentro. Dopo la doccia misi l'accappatoio e andai in sala. Loro stavano bevendo dell'acqua e mi porsero un bicchiere. Tragugiai d'un fiato perché avevo la gola secca. Pietro parlava delle vacanze ma dopo qualche minuto mi girava la testa. Pensai ad un calo di pressione poi non so cosa mi successe. Mi ripresi che ero su un materasso dentro qualcosa che sembrava un furgone in movimento, avevo del nastro sulla bocca polsi e caviglie bloccati sempre dal nastro. Ero intontita e impaurita. Che cavolo stava succedendo? Dove mi stavano portando? Avevo addosso l'accappatoio e basta. Dopo lunghissimi minuti e tante curve il mezzo si ferma. Sentivo persone parlottare. Provai a fare del rumore. Improvvisamente si aprì il portellone e riconobbi Pietro con altre due persone sconosciute, tutti all'incirca della stessa età di Pietro, uno particolarmente grasso. Mi guardarono e Pietro disse "eccola, da adesso è vostra, fatene ciò che volete". Non conoscevo quelle persone ed avevano facce poco rassicuranti. Tentai di dimenarmi ma senza alcun risultato. Uno di loro quello grasso mi prese per le caviglie e mi tirò verso sé, quando fui seduta sulla piattaforma del furgone mi prese in braccio. Mi guardava con gli occhi di un porco depravato intuii che mi sarebbe successo qualcosa di brutto. Mi portò in braccio vicino ad una baracca di cacciatori. Gli altri due seguivano. Arrivati all'ingresso mi appoggio' su un tavolaccio di legno. Gli altri due rimasero fuori e sentivo che armeggiavano qualcosa. Dentro il capanno notai un aggeggio che aveva un braccio di metallo che terminava con un fallo piuttosto lungo e largo. Era sicuramente qualcosa che usavano per giochi sessuali perché somigliava molto ad una fucking machine che avevo visto in un film hard. Il ciccione si tirò fuori l'uccello e iniziò a strusciarlo tra i miei piedini uniti perché avevo le caviglie strette dal nastro adesivo. "Che bello smalto rosso ti ci voglio schizzare puttana" disse con una vocina che non si addiceva alla stazza. Andò avanti qualche minuto sputando sui miei piedini. Intanto uno dei due fuori entrò e noncurante del ciccione prese quell'aggeggio e lo portò fuori. Il grassone aveva un cazzetto piccolo, dopo un pochino sentii che stava per venire e infatti il suo latte finì tra le mie dita. Mi lasciò li sopra e uscì. Entrarono i due, tagliarono il nastro alle caviglie e ai polsi tanto sapevano bene che non sarei potuta andare da nessuna parte, il posto era isolato e non c'era anima viva. Mi fecero alzare e mi portarono fuori. Per terra c'era il materasso che era nel furgone. Non potevo parlare avendo il nastro che mi tappava la bocca. Mi fecero sdraiare a pancia in su, mi tirarono su le gambe spalancandomele e con due funi mi legarono la caviglia sinistra al polso sinistro idem per l'altra gamba. Uno di loro prese quell'aggeggio e lo accese collegandolo ad una batteria per auto. L'asta metallica iniziò ad andare avanti e indietro lo stesso il fallo posto all'estremità. "Ti hanno mai sfondata con questo?" disse il ciccione. Feci di no con la testa, avevo paura mi facesse male perché mentre lo provava capii che c'erano diverse velocità. Quello che fino ad allora non aveva ancora detto o fatto niente mi mise una crema prima intorno al buchetto poi ci infilò due dita dentro, ebbi un sussulto, non volevo eccitarmi ma la situazione di totale schiavitù e impotenza, loro tre intorno io a gambe spalancate come una vittima sacrificale ebbi un erezione. "Ahhhh aveva ragione Pietro sei una troia masochista, vedrai che con noi ti diverti sai... l'ultima troietta come te che c'è capitata per le mani non l'hanno più trovata!". Non capivo se lo diceva per finta oppure era vero ed ebbi davvero paura. Il ciccione mi abboccò il fallo al buco e poi ne spinse un altro pezzo dentro. Era largo ed ebbi dei brividi lungo le cosce. L'aggeggio iniziò a pompare avanti e indietro prima lentamente e già mi sembrava di avere un palo di legno che mi trapanava poi più veloce e mi faceva sobbalzare, i miei piedini appuntiti cercavano invano un' appoggio inarcavo la schiena ad ogni pompata in avanti. Uno di loro mi strappò via il nastro dalla bocca "facci sentire come urli lurida cagna". Oddio dissi è enorme ohhhhh così mi ammazzate ahhhh... gemevo e godevo di quel tormento a momenti lo sentivo fino ai polmoni messa in quella posizione. Il ciccione era arrapatissimo ma anche gli altri infatti uno di loro mi fece girare la testa mettendosi seduto per terra e mi spinse a forza il cazzo duro in bocca fino alle palle, tenendomi così mi dava lo stesso ritmo in bocca e l'aggeggio nel culo. Sbavavo come un labrador, l'aggeggio adesso mi squassava velocemente e volevo schizzare ma non potevo toccarmi. Dopo pochissimo il tizio mi fece bere mezzo bicchiere di latte denso direttamente in gola. Tossii più volte mi ci affogava di sborra, fu il turno dell'altro, lui invece si mise in ginocchio davanti al mio viso e tenendomi le mani ai lati della testa mi scopava la bocca come fosse una fica. Ero piena di cazzo ovunque e all'improvviso sbrodolai come una fontana. "Guardate come sbrodola la signorina...le piace le piace...e così che ne dici ti piace di più?" Il ciccione aveva gli occhi fuori dalle orbite mise l'aggeggio al massimo, ogni colpo quasi mi spostava all'indietro avevo almeno 20 cm di lattice duro dentro le viscere, il tipo che avevo in bocca volle sborrare sulla mia faccia e me lo sparse dappertutto. Ormai urlavo di piacere e dolore, quel coso non smetteva ed io sentivo il mio buchetto devastato. Avevo gli occhi sbarrati la bocca aperta le cosce che tremavano sotto quei colpi artificiali. Il ciccione spense e tenendolo sempre dentro disse agli altri"che dite finiamo?" Gli fecero cenno di si col capo. Finalmente pensai. Mi sfilò senza tanta premura quel palo dal culo. Mi ci entrava tutta l'aria del mondo. Poggiai la schiena a terra tentando di rilassare le gambe, mi tagliarono le funi dalle caviglie e polsi. Guardando indietro scorsi un albero non tanto alto da un ramo pendeva una corda con un cappio. Non l'avevo visto arrivando verso il capanno, non c'era. Avevo la faccia imbrattata di sperma e chiesi un fazzoletto. "Non ti serve, tra poco non ti servirà più nulla". Atterrita li guardai tutti e guardai il cappio. Mi alzai in piedi e tentai di scappare ma il ciccione prontamente mi afferrava per un braccio e mi immobilizzava. Mi sollevò e mi porto' vicino all'albero. Un' altro mi mise il cappio intorno al collo e lo strinse un poco. Il ciccione mi rimise a terra e prese il telefonino, fece un numero e avvio' una videochiamata. Quello che mi aveva messo il cappio estrasse una pistola me la fece vedere e disse "adesso ci fai vedere come balli, mi raccomando impegnati". Nell'altra mano aveva la parte di corda che tirando mi avrebbe sollevata, appoggiò la pistola in terra e tirò la corda. Ero in punta di piedi con le mani provai ad allentare il cappio ma era impossibile. Tirò ancora e iniziai a dondolare con i piedini cercavo il terreno che non trovavo. Mi stavano impiccando nuda e torturata. "Dai balla, balla per aria puttana balla" disse l'aguzzino. Gli altri si stavano segando. Lacrime stavano scendendo dal mio viso, respiravo malissimo. D'un tratto allentò la corda e toccai terra, cercai di respirare. "Una pausa e poi gran finale" disse mentre il ciccione continuava a video riprendermi. Dal telefono una voce disse "ancora" e la corda tornò a tendersi ed io nuovamente in punta di piedi. Sembrerà assurdo ma da sola mi sono masturbata tante volte tenendomi qualcosa di stretto intorno al collo e così il mio cervello iniziò a fantasticare: immagina, questi tizi dopo averti abusata in tutti i buchi ti impiccano nuda finché non ciondoli morta. Ti tirano giù per poterti sborrare addosso un ultima volta e magari uno di loro ti stupra il culetto senza vita e ti viene dentro. Poi ti tirano nuovamente su a ciondolare mentre dal culetto un fiotto corre lungo le gambe e gocciola tra le dita dei tuoi piedini smaltati. L'indomani un cacciatore ti trova così. Si fa una sega pensando a chissà cosa e se ne va per non avere rogne. Il filmato della tua impiccagione viene messo in rete sul dark web e migliaia di persone si segano vedendo la tua agonia il tuo ciondolare nuda. Pensando a queste cose mentre ancora toccavo a malapena terra in punta di piedi ho iniziato a toccarmi e dopo un attimo ho schizzato peggio di una troia in calore, finisce l'orgasmo e mi tira su. Adesso posso lasciarmi andare. Chissà quanta gente sborrerà guardandomi. FINE
scritto il
2025-08-09
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