Anziano tuttofare dotatissimo
di
Giovaneputtanella
genere
gay
Era un caldo pomeriggio di agosto e l'azienda dove avevo acquistato il nuovo divano mi telefona che avrebbero consegnato tre giorni dopo ma che avrebbero usato un corriere perché ad agosto non avevano personale per poterlo portare direttamente su a casa. Dovevo però smaltire il vecchio divano per cui dal terzo piano senza ascensore l'avrei messo in fondo in attesa del servizio ritiro ingombranti. Però ero solo e non sarei riuscito a portarlo giù. Da tempo fantasticavo su un signore sulla settantina molto prestante che in paese era un po' un tuttofare. Lo incrociai per strada e gli chiesi se poteva darmi una mano con il divano, ovviamente pagando il disturbo. Si rese disponibile e fissammo per quello stesso giorno alle 19. Rientrato a casa la mia testa cominciò a farsi un filmino su di lui e l'eccitazione mi prese. Ero piuttosto sicuro così a pelle che doveva essere un gran porco, a volte quando frequentavo un locale vicino, mi guardava con un espressione che sembrava volesse dire "come ti farei volentieri" ma non potevo essere certo. Così prima delle 19 ossia prima che arrivasse per il divano, indossai dei pantaloncini in cotone leggero, senza nulla sotto e una t-shirt, infradito. Misi un velo di smalto trasparente opaco sui piedini giusto per inviargli un evidente segnale. Arrivò puntuale. Lo feci accomodare e gli offrii una bibita. Ci sedemmo per bere e fare due chiacchiere. Notai che guardava insistentemente i miei piedini mentre sorseggiava la bevanda. Presi coraggio e gli chiesi "ti piacciono"? Lui poso' il bicchiere sul tavolino e rispose "fammeli vedere meglio" e allungando una mano mi prese una caviglia. Io ho caviglie molto sottili più da donna che da uomo. Appoggio' il mio piede sulla sua gamba e poi anche l'altro. Mi stavo eccitando da morire. Le sue mani iniziarono a carezzare le mie estremità, erano ruvide tipiche di chi lavora con le mani. Poi spostandosi un pochino più indietro sul divano appoggiò un mio piede sulla patta dei suoi pantaloni strusciandolo sopra, in pochi secondi potevo sentire sotto le mie dita che il suo palo si era indurito. Mi guardò soddisfatto e si tirò giù la lampo facendo uscire la sua cappella dalle mutande. Che maiale pensai! Con tutti e due i miei piedini iniziai a segarlo lentamente, lui sputo' tra le mie dita per ridurre l'attrito. Aveva un gran bel cazzo per la sua età! Avevo voglia di succhiarglielo tutto così mi piegai in avanti e tenendogli il bastone tra le dita cominciai un pompino e con i piedini lo segavo. Lui mi teneva la testa e me la spingeva in modo da non farmi respirare. La cosa mi piaceva moltissimo, ho una vena molto masochista. Dopo diverse pompate disse deciso "alzati, spogliati e montani sopra". Ubbidii come una serva. Mi prese per le chiappe e mi tirò due bei ceffoni sonori, poi mi tirò a se così che il suo cazzo adesso era proprio tra le mie chiappe. Si sputo' sulle dita e iniziò ad esplorare il mio buchetto. Prima un dito poi due infine tre. Erano ruvide ma quel leggero tormento mi spinse a baciarlo in bocca. La sua lingua esperta attorcigliava la mia. Prese la sua mazza e spinse la cappella contro il mio buchetto che iniziò ad allargarsi. Dio mio che cappella gonfia! Quando mi fu dentro cominciò a pompare e in certi momenti mi rendevo conto di sentire le sue palle pelose attaccate al mio buco. Io ansimavo a bocca aperta e lui ci ha sputato diverse volte poi mi ha stretto le mani al collo e con sguardo depravato e violento mi ha detto "ti stupro fino a che non svieni". Le sue mani strette al collo e il suo cazzo che mi impalava era tutto ciò che desideravo. Si divertiva a soffocarmi poi quando capiva che non respiravo davvero più un istante prima di farmi perdere i sensi lasciava la presa. Sbrodolai senza neanche toccarmi. Usò il mio latte per umettatmi ancora di più il buco ormai allargato. Mi fece alzare, mi mise a pecorina sul divano con una gamba sullo schienale. Ero aperto che sentivo l'aria entrarmi dentro. In un attimo era di nuovo dentro di me. Con la sua cintura intorno al collo mi teneva come una cavalla e nel mentre che tirava indietro con forza il mio collo spingeva la sua verga tutta dentro fino alle palle. Ero assolutamente la sua schiava! Mi soffocò diverse volte, mi tremavano le gambe in quella posizione ma volevo non finisse mai. Dopo una decina di colpi da farmi arrivare la sua cappella nello stomaco con un grugnito lungo e rauco mi riempi la pancia di sborra incandescente. Non ne spreco' nemmeno una goccia me l'aveva scaricata tutta dentro. Mi lasciò andare dalla presa e mi accasciai sul divano di fianco, il mio culetto era aperto e sentivo colare il suo nettare sulla gamba. Lui con un fazzoletto si pulii. "Vatti a lavare che c'è da portar via questo divano" disse. Mi alzai indolenzito dal mio buco continuava a sgorgare sborra. Andai in bagno. Quando tornai mi chiese "quando lo consegnano quello nuovo"? Mercoledì risposi. "Allora mercoledì fatti trovare con smalto rosso sui piedi, calze velate nere, un vestitino corto, rossetto rosso e truccati perché voglio rinnovare il divano"! Ovviamente ero felicissimo, sapevo che da quel giorno mi avrebbe sfondato almeno una volta la settimana e così fu. Sono diventata la sua troia e spesso mi sculaccia il culetto talmente forte che mi rimangono i segni per giorni. Ha detto che ha un amico che vorrebbe usarmi. Secondo voi ho accettato?
CONTINUA CON LA PARTE DUE intitolata DUE ANZIANI DEPRAVATI
CONTINUA CON LA PARTE DUE intitolata DUE ANZIANI DEPRAVATI
1
5
voti
voti
valutazione
5.7
5.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Due anziani depravati
Commenti dei lettori al racconto erotico