La nuova vita di Giorgia 2
di
AnalSlave
genere
dominazione
Mi venne consegnata la divisa, se così poteva essere chiamata, per iniziare il mio nuovo lavoro.
Venni assegnata ad una particolare zona del locale chiamata prive. Qui clienti molto particolare ed esigenti si trovavano isolati dal resto del locale per via del tipo di servizio offerto. C'erano anche qui delle ballerine, che però si esibivano in abiti di latex indossando ball gag e intrattenendo gli spettatori tramite spettacoli molto più spinti del normale.
Mattia mi vide con indosso la mia nuova divisa: un sottile corpetto che lasciava liberi i seni coperti solo da copricapezzoli a forma di cuore e una minigonna di latex che lasciava scoperto il sedere e mettendo in bella mostra il sottile filo del tanga che indossavo. Nonostante i tacchi vertiginosi riuscivo a camminare senza molte difficoltà.
Dopo avermi squadrato il mio nuovo capo venne da me: "allora tutto ciò che dovrai fare è servire i drink ai clienti. Sicuramente ti faranno delle avance ma te sei libera di non dargli corda. Ovviamente se fornirai dei 'servizi extra' la tua paga sarà maggiore..."
Mi avvicinai alle poltrone con in mano il mio vassoio e porgendo gli alcolici ai clienti. Ad un tratto uno di loro mi chiamò in disparte ed io mi accucciai per ascoltare ciò che aveva da dirmi.
"Sei proprio una gran fica, perché non ci appartiamo un po' e ci facciamo gli affari nostri?". Aveva un modo di fare ripugnante ma mi costrinsi a sorridergli nel momento in cui i miei occhi scivolarono sulla tasca interna della sua giacca, dove le sue mani mi stavano mostrando una mazzetta di contanti.
Lo scortai in uno dei camerini dove mi disse solamente "cosa ti fai fare?". "Tutto... Al giusto compenso".
Prese dal taschino 500 euro, li appoggiò sul tavolino e mi disse di girarmi. Mi piegai a novanta e non feci in tempo a dirgli nulla che già mi aveva sputato sul buco del culo e spingeva con foga il suo cazzo per buttarmelo dentro. Mi squarciò l'ano con violenza e durò un tempo infinito. Quando mi sborrò dentro si tirò via lasciano un vuoto. Mi disse con sprezzo di inginocchiarmi e mi porse un bicchiere "ora falla uscire dal tuo culo e bevila tutta puttana". Così feci, mentre lui mi guardava soddisfatto.
Quando se ne andò ripresi fiato, mi sistemai ed usci da lì. Avevo il buco dolorante ma ero contenta di aver guadagnato così tanti soldi. Mattia mi venne incontro "ottimo lavoro, ma devi darmi la percentuale sul guadagno, altrimenti ti denuncio per prostituzione". Rimasi spiazzata dalla sua richiesta.
"A meno che tu non abbia altri metodi di pagamento". Mi scortò nel suo ufficio, dove ripeté lo stesso copione del giorno prima.
La sera tornai a casa col culo rotto, la gola gonfia e 500 euro.
Poteva andare peggio.
Venni assegnata ad una particolare zona del locale chiamata prive. Qui clienti molto particolare ed esigenti si trovavano isolati dal resto del locale per via del tipo di servizio offerto. C'erano anche qui delle ballerine, che però si esibivano in abiti di latex indossando ball gag e intrattenendo gli spettatori tramite spettacoli molto più spinti del normale.
Mattia mi vide con indosso la mia nuova divisa: un sottile corpetto che lasciava liberi i seni coperti solo da copricapezzoli a forma di cuore e una minigonna di latex che lasciava scoperto il sedere e mettendo in bella mostra il sottile filo del tanga che indossavo. Nonostante i tacchi vertiginosi riuscivo a camminare senza molte difficoltà.
Dopo avermi squadrato il mio nuovo capo venne da me: "allora tutto ciò che dovrai fare è servire i drink ai clienti. Sicuramente ti faranno delle avance ma te sei libera di non dargli corda. Ovviamente se fornirai dei 'servizi extra' la tua paga sarà maggiore..."
Mi avvicinai alle poltrone con in mano il mio vassoio e porgendo gli alcolici ai clienti. Ad un tratto uno di loro mi chiamò in disparte ed io mi accucciai per ascoltare ciò che aveva da dirmi.
"Sei proprio una gran fica, perché non ci appartiamo un po' e ci facciamo gli affari nostri?". Aveva un modo di fare ripugnante ma mi costrinsi a sorridergli nel momento in cui i miei occhi scivolarono sulla tasca interna della sua giacca, dove le sue mani mi stavano mostrando una mazzetta di contanti.
Lo scortai in uno dei camerini dove mi disse solamente "cosa ti fai fare?". "Tutto... Al giusto compenso".
Prese dal taschino 500 euro, li appoggiò sul tavolino e mi disse di girarmi. Mi piegai a novanta e non feci in tempo a dirgli nulla che già mi aveva sputato sul buco del culo e spingeva con foga il suo cazzo per buttarmelo dentro. Mi squarciò l'ano con violenza e durò un tempo infinito. Quando mi sborrò dentro si tirò via lasciano un vuoto. Mi disse con sprezzo di inginocchiarmi e mi porse un bicchiere "ora falla uscire dal tuo culo e bevila tutta puttana". Così feci, mentre lui mi guardava soddisfatto.
Quando se ne andò ripresi fiato, mi sistemai ed usci da lì. Avevo il buco dolorante ma ero contenta di aver guadagnato così tanti soldi. Mattia mi venne incontro "ottimo lavoro, ma devi darmi la percentuale sul guadagno, altrimenti ti denuncio per prostituzione". Rimasi spiazzata dalla sua richiesta.
"A meno che tu non abbia altri metodi di pagamento". Mi scortò nel suo ufficio, dove ripeté lo stesso copione del giorno prima.
La sera tornai a casa col culo rotto, la gola gonfia e 500 euro.
Poteva andare peggio.
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