Una vacca speciale nei pascoli trentini : un cazzo sulla chiappa e una mela di traverso nel culo
di
Mark92
genere
etero
Spesso un racconto erotico è frutto di pura fantasia ma nel caso della vaccona trentina ogni dettaglio che avete letto e che leggerete di seguito è accaduto veramente, ovviamente romanzato affinché sia più avvincente la narrazione. Se c’è una cosa che la Chiesa normalmente non accetta (almeno pubblicamente) è la pornografia e il desiderio di sesso sfrenato.
Ebbene la nostra Eme fa di questo la sua missione eppure continua ad essere sempre in prima fila, non solo nei banchi della chiesa, ma pure ad ogni iniziativa umanitaria, di beneficenza e a far da catechista alle nuove leve (chissà mai se insegnerà ai pargoli a pregare o a scopare!?).
La scorsa settimana durante il lavoro di consegna pasti agli anziani del paese bussò alla porta di una tale NATALINA di circa 87 anni. Quel giorno però in casa non c’era la signora anziana ma il figlio di 58 anni, MASSIMILIANO , con il nipote di 33 di cui sinceramente non conosco il nome.
Entrambi gli uomini erano stranamente ignari della troiaggine di Eme ma non impiegarono molto a conoscerla. Entrata in casa lasciò il cestino sul tavolo e cominciò a chiedere informazioni sullo stato di salute della signora Natalina; dopo circa 5 minuti di conversazione, non attirando interesse verso gli uomini, Eme si sentì umiliata e allora passò a fare lei la prima mossa. Si abbassò in avanti lasciando intravedere la parte alta del suo culone coperta da un sottilissimo perizoma, lasciando pancia e tette dondolare. Gli uomini si guardarono stupiti e dopo qualche istante di imbarazzo si fece avanti il nipote che sfiorandole le natiche le disse: “Scusa ma vesti sempre con questo intimo?”.
Eme rispose: “Spesso ma a volte non lo metto neanche, perché me lo chiedi?”
Il nipote: “Beh mi sembra un abbigliamento da troia e non mi dai l’idea di esserlo”
Eme: “Non spetta a me dire se sono o meno troia, giudicatelo voi” e si abbassò del tutto i pantaloni aderenti alle coscione allargandosi le chiappe a 90 gradi.
Massimiliano: “Dal tuo atteggiamento e dai tuoi buchi direi proprio che lo sei, se permetti ci divertiamo anche noi”.
Eme: “Volentieri, divertiamoci”.
Dopo circa mezz’ora di orgia, i due uomini non contenti decisero di proporre un giochino particolare; Eme accettò ma la situazione sfuggi di mano.
La misero con la panciona poggiata sul tavolo del cucinino e le braccia penzoloni legate alle gambe del tavolo, le caviglie anch’esse legate alle gambe del tavolo. Dopo averla inculata e sculacciata ripetutamente ed essere venuti sulle chiappe e sulla schiena passarono alle maniere forti forse non del tutto gradite dalla troia che urlò più volte pregandoli di liberarla. Presero il ferro per gestire la legna nel fuoco, lo arroventarono sui fornelli e gli marchiarono la chiappa destra con la forma di un cazzo; a giudicare dalle urla il dolore doveva essere stato veramente forte. Non contenti cominciarono a inserire nell’ano oggetti via via più grossi, come fosse una dispensa di cucina. Alla fine di questa avventura, Eme uscì dalla casa stravolta, si teneva a stento in piedi e ebbe forte dolore a sedersi in auto per guidare e tornò a casa con il culo farcito da una mela che non ne voleva sapere di uscire. Rimase in bagno più di un’ora nel tentativo di espellerla. Per qualche mese la troia girò con il marchio sulla chiappa fino a che, prima dell’estate, decise di rimuoverlo con un intervento di chirurgia estetica. La accompagnai io stesso in clinica a Feltre dove al termine dell’operazione, anziché pagare in contanti o con carte, saldò il debito con il medico in natura.
Ebbene la nostra Eme fa di questo la sua missione eppure continua ad essere sempre in prima fila, non solo nei banchi della chiesa, ma pure ad ogni iniziativa umanitaria, di beneficenza e a far da catechista alle nuove leve (chissà mai se insegnerà ai pargoli a pregare o a scopare!?).
La scorsa settimana durante il lavoro di consegna pasti agli anziani del paese bussò alla porta di una tale NATALINA di circa 87 anni. Quel giorno però in casa non c’era la signora anziana ma il figlio di 58 anni, MASSIMILIANO , con il nipote di 33 di cui sinceramente non conosco il nome.
Entrambi gli uomini erano stranamente ignari della troiaggine di Eme ma non impiegarono molto a conoscerla. Entrata in casa lasciò il cestino sul tavolo e cominciò a chiedere informazioni sullo stato di salute della signora Natalina; dopo circa 5 minuti di conversazione, non attirando interesse verso gli uomini, Eme si sentì umiliata e allora passò a fare lei la prima mossa. Si abbassò in avanti lasciando intravedere la parte alta del suo culone coperta da un sottilissimo perizoma, lasciando pancia e tette dondolare. Gli uomini si guardarono stupiti e dopo qualche istante di imbarazzo si fece avanti il nipote che sfiorandole le natiche le disse: “Scusa ma vesti sempre con questo intimo?”.
Eme rispose: “Spesso ma a volte non lo metto neanche, perché me lo chiedi?”
Il nipote: “Beh mi sembra un abbigliamento da troia e non mi dai l’idea di esserlo”
Eme: “Non spetta a me dire se sono o meno troia, giudicatelo voi” e si abbassò del tutto i pantaloni aderenti alle coscione allargandosi le chiappe a 90 gradi.
Massimiliano: “Dal tuo atteggiamento e dai tuoi buchi direi proprio che lo sei, se permetti ci divertiamo anche noi”.
Eme: “Volentieri, divertiamoci”.
Dopo circa mezz’ora di orgia, i due uomini non contenti decisero di proporre un giochino particolare; Eme accettò ma la situazione sfuggi di mano.
La misero con la panciona poggiata sul tavolo del cucinino e le braccia penzoloni legate alle gambe del tavolo, le caviglie anch’esse legate alle gambe del tavolo. Dopo averla inculata e sculacciata ripetutamente ed essere venuti sulle chiappe e sulla schiena passarono alle maniere forti forse non del tutto gradite dalla troia che urlò più volte pregandoli di liberarla. Presero il ferro per gestire la legna nel fuoco, lo arroventarono sui fornelli e gli marchiarono la chiappa destra con la forma di un cazzo; a giudicare dalle urla il dolore doveva essere stato veramente forte. Non contenti cominciarono a inserire nell’ano oggetti via via più grossi, come fosse una dispensa di cucina. Alla fine di questa avventura, Eme uscì dalla casa stravolta, si teneva a stento in piedi e ebbe forte dolore a sedersi in auto per guidare e tornò a casa con il culo farcito da una mela che non ne voleva sapere di uscire. Rimase in bagno più di un’ora nel tentativo di espellerla. Per qualche mese la troia girò con il marchio sulla chiappa fino a che, prima dell’estate, decise di rimuoverlo con un intervento di chirurgia estetica. La accompagnai io stesso in clinica a Feltre dove al termine dell’operazione, anziché pagare in contanti o con carte, saldò il debito con il medico in natura.
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