Dulcis in fundo

di
genere
etero

Quella mattina ero andata in piscina di buon'ora per rilassarmi dopo le fatiche notturne e, dopo una nuotata vigorosa con la quale avevo scaricato le tensioni accumulate, mi ero addormentata sotto la palma del giardino.

Avevo lasciato la casa in totale disordine: la cucina era un vero campo di battaglia, la camera da letto completamente disfatta e il soggiorno non vi dico.

Il fatto è che non riuscivo a stare dietro alle faccende di casa.

Il lavoro mi assorbiva quasi totalmente, e mio marito, completamente negato per le faccende domestiche, era del tutto assente: si viveva insomma nel disordine più totale e nel caos più ingestibile.

Fu così che decidemmo di pubblicare un avviso per una governante, una collaboratrice domestica, per usare un termine più corretto.

"Fai tutto tu, cara, io non ho tempo".

Mio marito si era lavato tranquillamente le mani, come al solito e come se io non avessi un cazzo da fare!

Dormicchiavo allungata, nuda, placidamente, quando venni svegliata improvvisamente da uno scampanellio prolungato.

Ma chi cazzo era a quell'ora?...

Mi ero del tutto dimenticata che quel giorno avrei dovuto incontrare le persone interessate al posto di governante che avevo pubblicato.

Cazzo, cazzo!!

Ero sola in casa.

Mio marito sarebbe rientrato dal suo viaggio di lavoro solo il giorno dopo, e tutto ricadeva, ovviamente, sulle mie spalle.

E che rottura di scatole! Pensai innervosita.

Ero davvero seccata.

Ero praticamente nuda: le tette al vento e la fica ricoperta elegantemente da un cespuglio scuro e morbido.

Indossai la prima camicia che trovai, una gonnina e andai ad aprire.

Davanti a me si presentò un giovane aitante dalla pelle scura e dallo sguardo vivace.

Aveva risposto all’avviso, e si, aveva esperienza.

Era da oltre un anno che svolgeva quelle mansioni e sapeva anche cucinare, oltre che rassettare e tenere pulita una casa.

Ero un po' scettica, confesso, per cui lo misi subito alla prova.

Stetti a guardarlo per una mezz’ora mentre rifaceva i letti, puliva, e debbo dire che rimasi sorpresa dalla cura che metteva in ciò che faceva.

Si notava anche una certa dimestichezza, per cui l’impressione che ne stavo ricavando era positiva.

Decisi si saggiarne le qualità come cuoco.

Gli mostrai come era organizzata la cucina e gli dissi di preparare qualcosa, anche perchè l’ora di pranzo era arrivata.

Lo osservavo con curiosità.

Mi piaceva il ragazzo, aveva un chè di elegante, dote rara negli uomini.

Il profumo che si stava spandendo per l’ambiente era davvero buono, e quando ci sedemmo a tavola apprezzai molto ciò che aveva cucinato.

Parlammo un po' mentre mangiavamo.

Gli chiesi di lui.

Mi raccontò per sommi capi la sua storia.

Una storia interessante, fatta di viaggi avventurosi alla ricerca di un futuro migliore.

Il ragazzo mi piaceva sempre di più.

Senza che gli dicessi nulla iniziò a sparecchiare e a lavare i piatti.

Lo guardavo con interesse crescente, e ora anche con un certo desiderio.

Quando finì di lavare le stoviglie gli dissi che era arrivato il momento di scopare.

Si stava recando a prendere la scopa quando lo fermai per un braccio e gli dissi ammiccando: “Un altro tipo di scopata…”.

Il ragazzo era sveglio e capì al volo.

Un lampo furtivo gli illuminò lo sguardo e senza esitare cominciò ad accarezzarmi i seni.

Aveva le mani grandi e fu un piacere sentire i suoi poderosi massaggi sulle mie tette che, sempre, stupivano e stregavano gli uomini per la loro maestosità.

Si fiondò a baciarmi e succhiarmi i capezzoli come se non ci fosse un domani.

Mi spogliai, e, mentre mi toglievo la camicia e la gonna, gli dicevo che se voleva il posto doveva farmi godere in modo imprevedibile e sorprendente.

Si mise subito all’opera.

Mi spinse sul divano, mi allargò le gambe e cominciò a leccare e succhiare la mia fica con una voracità mai vista prima.

Andava in profondità prosciugandomi completamente.

Sentivo la sua lingua penetrarmi con gusto e violenza.

Mi bagnai in pochi secondi.

Quindi mi fece girare e, allargate le mie natiche con le sue mani possenti, prese a leccarmi il culo con una forza sorprendente.

Infilò la lingua ben dentro il mio culo rovistando nelle mie pieghe più profonde, e mentre leccava il culo, con le mani mi penetrava la fica.

Le sue lunghe dita mi facevano godere tanto che in poco tempo venni gemendo di piacere. Quindi mi sollevò di peso e mi fece sedere sul piano della cucina.

Mi guardò con sguardo assassino mentre si spogliava e metteva a nudo il suo splendido cazzo già duro e voglioso.

Con il suo membro, di proporzioni enormi debbo dire, mi penetrò la fica assestandomi due colpi forti e secchi.

Rimasi senza fiato, sfondata come mai mi era capitato prima.

Iniziò a spingere con decisione.

La mia fica godeva e si inumidiva in modo voluttuoso.

Mentre spingeva mi strizzava i capezzoli, facendo salire ulteriormente il mio godimento. Qualche minuto a quei ritmi vertiginosi e venni un’altra volta ansimando di piacere e contorcendomi come un'ossessa.

Quindi mi fece girare, mi dilatò il culo e cominciò a far penetrare la sua verga enorme nel mio buco posteriore.

Che dolore...che dolore, cazzo...ma che piacere, quando entrò.

Mi sentii piena e soddisfatta.

Urlavo dal dolore e dal piacere.

Spinse nel mio culo forsennatamente per un tempo imprecisato, mentre con le mani mi dilaniava la fica: io ero da tutt'altra parte con la mente, quando urlando di piacere venni un'altra volta, agitandomi come invasata.

Godevo come una troia assatanata.

Poi uscì, improvvisamente, mi prese vigorosamente per i capelli e mi spinse giù.

Gli presi il membro in bocca, enorme e duro come il marmo, per leccarlo avidamente.

Mi allontanò, mi fece alzare la testa, mi fece aprire la bocca, mi disse di cacciare la lingua e qualche secondo dopo mi esplose in bocca con una potenza incredibile.

Venni investita da un fiotto enorme, caldo e liscio di sperma che mi riempì la bocca e mi ricoprì il viso.

Continuò a sborrarmi in bocca per non so quanto tempo, facendomi ingoiare una quantità di sperma mai vista in vita mia.

Quando finalmente il suo cazzo esalò l’ultimo fiotto di sperma prese dal cassetto un cucchiaio e si mise a raccogliere lo sperma che avevo sul volto facendomelo ingoiare.

Lo feci con un piacere mai provato in precedenza e mi leccai le labbra quando l’ultima goccia finì nella mia bocca.

"Spero che la signora sia soddisfatta", mi disse mentre con le dita andava raccogliendo le ultime gocce di sborra per farmele leccare.

"Molto, ragazzo, molto - gli dissi guardandolo adorante e leccando voluttuosamente le sue dita sporche di sborra - e spero che tu sia sempre così solerte".

"Ci conti signora, ogni volta che vorrà. Ha gradito il dessert?"

"Decisamente. Dulcis in fundo", gli dissi leccandomi le labbra e gustando ancora il sapore della sua sborra che riempiva la mia bocca.

E poiché il suo cazzo era ancora duro lo afferrai con entrambe le mani e ripresi a leccarlo con una passione che non mi lasciava in pace.

"Sfondami ancora il culo, ti prego", gli dissi implorante.

Mi prese in braccio come se fossi un fuscello, mi portò in camera e mi lanciò sul letto.

"La troia viene subito accontentata", mi disse mentre mi faceva mettere a quattro zampe e mi allargava il culo con quelle sue mani a tenaglia.

Fremevo dal desiderio e dal piacere quando mi sentii invasa il culo da un palo fiammeggiante che me lo mise a ferro e fuoco.

Urlai disperata di piacere e di dolore.

Cazzo, cazzo!!!

Mi sentivo impalata come una strega del medioevo, con il culo in fiamme e la fica grondande di umori.

Mi masturbavo furiosamente mentre venivo inculata in profondità e venni di nuovo, ansimando come una pazza.

Lui continuava a spingere con forza, vorticosamente, fino a quando lo sentii irrigidirsi, fremere e il mio culo riempirsi di sborra calda.

Uscì rapidamente, mi afferrò brutalmente per i capelli, mi fece girare e finì di sborrarmi in bocca.

Era quello che speravo.

Ingoiavo estasiata tutto lo sperma che ancora fuoriusciva dal suo meraviglioso cazzo, leccando avidamente ogni goccia, fino a quando i fiotti cessarono.

A quel punto lui mi ficcò le dita nel culo alla ricerca della sborra che lentamente stava riuscendo, e mentre me le metteva in bocca mi diceva: "Ricaccia tutto, troia, e non lasciarci niente".

Non me lo feci ripetere.

Mi impegnai a far riuscire la sborra dal culo che lui raccolse con la mano, afferrai la sua mano e la leccai a lungo e avidamente fino a quando tutta la sborra finì nella mia bocca.

Ingoiai tutto guardandolo eccitata negli occhi, mentre lui, col cazzo sgonfio, si buttò soddisfatto sul letto.

Ma io ero ancora eccitata e continuai a baciare e leccare il suo cazzo, anche se sgonfio, fino a quando non fu lui ad allontanarmi perché doveva andare a pisciare.

"Lo voglio io", gli dissi pazza di desiderio.

Lo presi per mano, lo condussi in bagno, mi inginocchiai davanti a lui e aprii la bocca in attesa.

Qualche secondo e la mia bocca venne invasa dal suo piscio.

Lasciai che la mia bocca si riempisse, che il piscio cascasse giù per le mie tette, per terra, e quando il getto terminò ingoiai tutto con un piacere nuovo e satanico.

Ripresi in bocca avidamente il suo cazzo e continuai a leccarlo estasiata.

"Sei proprio una zoccola insaziabile", mi disse guardandomi mentre continuavo il mio pompino.

"Meriti di essere sfondata spesso, molto spesso, lurida puttana".

"Si, sfondami sempre, ogni volta che vuoi, riempimi, fammi godere come una vera troia - gli risposi decisa - e vedrai che andremo d'accordo".
scritto il
2025-07-13
5 5 1
visite
6
voti
valutazione
5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il premio alla firma
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.