Il piacere negato

di
genere
dominazione

Era tardi, quasi mezzanotte, quando ricevesti l’ordine.
Un messaggio secco di Master Nero:
> “Spogliati. Ginocchia a terra. Mani dietro la schiena. Aspetta.”
Aspettare. La tua vera catena. Più stretta di qualsiasi corda. Più tagliente di qualsiasi frusta.
Quando Mistress Diamond entrò nella stanza, indossava solo i tacchi e uno sguardo di ghiaccio. Ti fissò dall’alto, la frusta già pronta nella sua mano guantata.
Master Nero ti camminò intorno come un boia, studiando la tua pelle d’oca, le cosce già umide.
> “Oggi la tua lezione sarà più dura.”
Ti legarono i polsi dietro la schiena, la corda stretta da farti sentire i battiti pulsare nelle mani.
Ti fecero stendere a pancia in su, gambe divaricate, le caviglie legate alle gambe della sedia di Master.
Indifesa. Offerta. Ma non libera.
Master Nero infilò due dita tra le tue labbra.
> “Assaggia quello che non potrai avere subito.”
Ti costrinse a succhiarle lente, finché non erano bagnate di saliva e umiliazione.
Poi le fece scorrere giù, tra le tue cosce.
Un tocco. Due. Tre. Ti fece sentire quanto fosse facile farti tremare. Ma non abbastanza da farti venire.
Mistress Diamond si chinò su di te. I suoi tacchi premevano sul tuo ventre.
> “Conti fino a cento. Se sbagli, la frusta parla.”
Le dita di Master entrarono ed uscirono. Entrarono ed uscirono. La punta di un vibratore freddo ti sfiorò.
Uno... due... tre...
La frusta cadeva a ogni sospiro troppo alto. Una striscia rossa sulla coscia. Un’altra sul seno.
Il dolore mescolato al piacere ti fece ansimare come una bestia.
Ma non era permesso.
Quaranta... cinquantuno... sessanta...
Ti sentivi vicina, un confine sottilissimo tra la ragione e l’abbandono.
> “Posso venire, Master?”
> “Posso venire, Mistress?”
> “NO.”
Il vibratore spinto più a fondo. La frusta sulle cosce già tese.
> “Questo non è tuo. È nostro.”
> Loro ridevano piano, soddisfatti del tuo tremore.
> Ogni scossa un inchino alla loro volontà.
> Ogni goccia di umiliazione un pegno della tua schiavitù.
Quando, alla fine, le lacrime ti colarono sul petto, Master Nero posò la mano sulla tua gola.
Un ordine, sussurrato come una condanna:
> “Ora. Vieni. E ringrazia.”
L’orgasmo arrivò come un fiume rotto. Ti strappò via un urlo soffocato dalla presa di Master sulla tua gola.
Mistress Diamond ti accarezzò solo quando fu finito tutto. Un colpo di frusta in più come firma finale.
Restasti lì, legata, nuda, sporca di piacere e gratitudine.
E capisti che nulla ti apparteneva.
Nemmeno le tue lacrime. Nemmeno il tuo respiro.
Nemmeno il tuo orgasmo.
scritto il
2025-07-05
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