La dissolutezza - Episodio 2 - Aurora e Lucia
di
Aniara
genere
saffico
Lucia decide di stabilirsi nella stanza d'albergo dove accoglie i suoi clienti, per quanto squallida e piccola è la sua reggia, lì si sente finalmente libera, al rientro ammira soddisfatta allo specchio il suo tautaggio, "peccatrice". Si fa un selfie a seno nudo in cui il tatuaggio è in bella evidenza, apre WhatsApp, trova il contatto di Aurora allega la foto... rimane indecisa col dito sul send per qualche minuto, poi invia.
Ci rimane male quando vede il singolo segno di spunta che indica un messaggio non consegnato. Il silenzio di Aurora è assordante. Ci riprova, dettagliando la sua notte di ribellione, il brivido della stanza d'albergo, il cazzo nel culo e il potere che ha sentito. Ma ogni volta che preme invio, i suoi messaggi subiscono lo stesso destino, sigola spunta, messaggio non consegnato. Così decide di aprire la pagina OnlyFan di Aurora, quella pagina dove aveva passato ora a masturbarsi, sperando di trovare un nuovo post, uno sguardo nella nella vita di quella che ormai era diventata un'ossessione. Ma tutto ciò che trova è un messaggio che sembra uno schiaffo: "Temporaneamente chiuso". È come se Aurora l'avesse abbandonata, lasciandola sola nella dissolutezza in cui si era gettata.
Aurora
La notizia del licenziamento di Aurora raggiunse i media nazionali. Era l'argomento del giorno, la sua pagina OnlyFan è inondata di iscrizioni. La sua mail una miriade di messaggi, famose case di produzione film porno le offrono contratti.
Troppo per Aurora che decide di prendersi una pausa dal mondo digitale e si ritira a Berlino, la città dove cominciò il suo viaggio verso la dissolutezza, quando ci andò come studentessa Erasmus senza un soldo e per permettersi il soggiorno nella capitale tedesca la notte si vendeva in un Sauna Club, un bordello. Berlino una città che sussurra di edonismo e liberazione.
Nel cuore della città, ritrova il Sauna Club, sempre lì, l'insegna ammodernata. Le luci al neon fuori dal club pulsano con un ritmo che coincide con il battito cardiaco erratico di Aurora. Ha bisogno di sentirsi viva, di soffocare il dolore del rimpianto e il peso della sua nuova notorietà che avrebbe volentieri rifuggiato.
Entra e si reca dritta nell'ufficio. I suoi occhi si adattano alla luce fioca e nota una figura in un angolo, un uomo con un sigaro e un sorriso complice. Gustav, colui che le aveva promesso un lavoro nei suoi giorni di Erasmus. Lo stesso che le aveva insegnato l'arte della seduzione e il mestiere del piacere. Si avvicina ancheggiando, l'eco dei suoi tacchi sulle piastrelle è una dichiarazione d'intenti. Lo sguardo dell'uomo percorre il suo corpo, il suo sorriso si allarga alla vista della donna che è diventata. "Ti mancava la vita da puttana, cara?" chiede, la sua voce è un rombo che le manda un brivido giù per la schiena.
Tre mesi passano, Aurora lavora senza sosta al bordello. Ogni giorno si confonde con il successivo, un ciclo senza fine di carne e denaro. Non tocca il suo telefono, lo schermo nero è un silenzioso sentinella della vita che ha lasciato dietro di sé. I sussurri delle voci dei suoi studenti e le eco dei corridoi di San Sebastiano sembrano un lontano ricordo. Ma ogni notte, quando le luci sono spente e i clienti sono tornati a casa, pensa a Lucia, la sua dolce, innocente studentessa nei cui occhi c'era promessa di qualcosa di più.
Una notte, dopo un'altra estenuante giornata in cui il suo corpo era stato posseduto da tanti sconosciuti, Aurora prende in mano il tele fono, la mano tremante, lo accende. Il dispositivo si anima con una sinfonia di messaggi e notifiche. Il suo WhatsApp è un caos di ronzii e bip, ognuno un promemoria del mondo che è andato avanti senza di lei. Mentre scorre tra i numerosi messaggi, i suoi occhi cadono su un nome—Lucia.
Apre la chat. Lì, trova un arazzo di confessioni quotidiane di Lucia, foto oscene, ogni messaggio più crudo e intenso dell'ultimo, ogni foto un nuovo tatuaggio. Il dolore, la rabbia e la confusione della ragazza sono esposti, in netto contrasto con la patina raffinata della sua ex studentessa. Aurora legge i suoi messaggi con un crescente senso di responsabilità, il petto le si stringe mentre realizza l'impatto profondo che le sue azioni hanno avuto su Lucia.
Lucia
Tre mesi di vendersi a estranei e gli appuntamenti quasi quotidiani allo studio dei tatuaggi hanno trasformato il corpo di Lucia in una tela di ribellione. La sua pelle è adornata di tatuaggi che raccontano una storia di amore, perdita e dell'influenza di Aurora. Versi della "Divina Commedia" di Dante si intrecciano con immagini di donne nude, ogni tratto d'inchiostro una dichiarazione della sua nuova sessualità. La suqllida stanza d'albergo che chiama casa è testimone della sua discesa in una vita di piacere e dolore, la borsetta piena dei soldi guadagnati dai suoi incontri.
I suoi lobi delle orecchie sono allargati con anelli d'acciaio di circa un centimetro di diametro. Il suo naso è trafitto da vari piercing che brillano alla luce delle candele, la sua lingua è adornata con una perla d'argento che rotola. I suoi capezzoli sono trafitti da anelli. Il suo ombelico sfoggia un piercing con un diamante che le ammicca dallo specchio mentre si veste per il suo prossimo appuntamento.
Il messaggio di Aurora era arrivato come una luce nel buio. "Raggiungimi a Berlino," diceva semplicemente. Le parole avevano riecheggiato nella mente di Lucia, un richiamo a cui non poteva resistere. Aveva impacchettato i suoi miseri averi e comprato un biglietto in contanti con i soldi guadagnati dalle sue avventure notturne.
A Berlino Lucia si sistema in una bettola dello stesso squallore di quella che aveva lasciato, in un quartiere a luci rosse, proprio sopra un sexy shop. Lucia si sistema in stanza, posa la piccola valigia e scende a far visita al sexy shop. All'interno, le luci sono soffuse e la musica è un basso pulsante che corrisponde al battito del suo cuore. Gli scaffali sono pieni di capi che sussurrano desiderio e ribellione, uno più audace dell'altro. Ne sceglie uno nero succinto, il cui tessuto è così fino da essere praticamente trasparente. È il tipo di vestito che farebbe inorridire le suore di San Sebastiano, ma a Lucia non importa. Lo prova, il tessuto le accarezza il corpo. È perfetto: una dichiarazione di guerra contro l'ipocrisia del padre e il mondo soffocante di San Sebastiano. Sta per recarsi alla cassa quando passa davanti allo scaffale dei dilos. L'assortimento è quasi comico nella sua varietà, ma sono i plug anali ad attirare la sua attenzione. L'idea la eccita, la fa sentire più potente che mai. Ne sceglie uno, un grosso plug argentato con una bottone luccicante.
Tornata nella stanza del motel e si spoglia. Ammira allo specchio le sue forme nude, quel corpo, quei tatuaggi esplorati da tanti estranei senza nome. Prend il tubetto del lubrificante e lo spalma sul plug. Lentamente, preme il plug contro il suo buco stretto, sentendo il cedimento del suo corpo che inizia ad accettare l'intrusione. Ansima mentre gli scivola dentro, la pressione è intensa e scomoda, ma si rifiuta di lasciarsi scoraggiare. Con un'ultima spinta, il plug è dentro, annidato comodamente contro di lei, il bottone luccica alla luce. Ora è vestita per la battaglia, armata del simbolo della sua ribellione e del nuovo potere che le deriva dalla consapevolezza di avere il controllo dei propri desideri.
Manda un messaggio ad Aurora, "Sono a Berlino", la risposta arriva dopo pochi secondi con l'indirizzo e il suggerimento di prendere un taxi.
Lentamente indossa il vestito appena acquistato al sexy shop, le aderisce come una seconda pelle, senza lasciare nulla all'immaginazione. La scollatura profonda rivela il suo ampio décolleté, ma il tessuto è così sottile che il resto del magnifico seno è comunque ben visibile. davanti le si vede il triangolino nero del perizoma, mentre da dietro il gioiello del plug anale è ben visibile e preme contro la stoffa trasparente del vestito attillato. Tacchi a spillo neri, il suo trucco è scuro e fumoso, con gli occhi rivestiti di kajal che li fanno sembrare quasi predatori.
Lucia sente un brivido attraversarla, un misto di eccitazione e nervosismo. il bisogno di vedere Aurora, di stare con lei, cresce dentro la ragazza. Fa un respiro profondo, lasciando che il velo e l'acciaio dentro il culo la avvolgano, e si dirige verso la notte. Dallo specchietto il tassista non le stacca gli occhi di dosso, Ormai è abituata all'attenzione, al potere che le dà. Tiene alta la testa, giunti a destinazione il tassista le propone un pompino invece di farle pagare la corsa... Lucia per quanto giovane le risponde da puttana navigata avendo capito subito i desideri del tassista. "Un pompino e mi dai 100 euro..." il tassista accetta, Lucia passa dal sedile posteriore a quello anteriore, il cazzo del tassista è già fuori, lo prende in bocca, le bastano pochi minuti per farlo venire, ingoia lo sperma e si prende i cento euro. I tacchi a spillo ticchettano sul marciapiede con una sicurezza che non sapeva di avere. Quando raggiunge la porta, si prende un momento per comporsi, poi preme il campanello. L'attesa è interminabile, ogni secondo diventa un'eternità. La porta si apre e Aurora è in piedi davanti a lei, una visione in un kimono rosso trasparente. Il tessuto aderisce alle sue curve come l'abbraccio di un amante, non lasciando quasi nulla all'immaginazione. Gli occhi di Lucia si allargano alla vista delle aureole di Aurora che fanno capolino dalla scollatura, in netto contrasto con l'abbigliamento severo e professionale con cui aveva sempre visto la sua insegnante. Anche gli occhi di Aurora si allargano, ma non per la lussuria, o forse non solo per la lussuria, C'è un guizzo di qualcos'altro, sorpresa e forse anche preoccupazione, la ricordava con la casta divisa di San Sebastiano in classe, ora si ritrova davanti una ragazza vestita da puttana e con tatuaggi osceni e dissacranti.
Lucia e Aurora si guardano negli occhi, un tempo interminabile, Lucia si avvicina , Aurora le prende il volto con le mani e l'attira a sé dandole un bacio dolcissimo.
Quando Aurora si stacca Lucia rimane imbambolata, non sa se piangere o ridere per l'emozione. "La tua bocca sa di sperma" "Ho appena fatto un pompino al tassista che mi ha portato qui..."
Aurora ride di gusto, "Vieni, accomodati sul divano", dice con voce bassa e liscia come il velluto. Fa cenno al divano rosso che domina la stanza, mentre alcune candele proiettano una luce tenue e inquitante. Lucia entra, Aurora la osserva mentre ancheggia verso il divano e non può fare a meno di notare il bottone del plug, sulla sua bocca compare un sorriso malizioso. L'aria è densa di profumo di sandalo. Aurora si muove con grazia, i suoi fianchi ondeggiano mentre si dirige verso un elegante carrello da bar. Versa due generose dosi di whisky in bicchieri di cristallo, il cui liquido ambrato scintilla nella penombra. Poi, con mano abile, rolla una canna, la carta scricchiola mentre la sigilla con la lingua. La accende e la stanza si riempie dell'odore dolce e pungente dell'erba. "Dimmi", dice Aurora, cercando gli occhi di Lucia. "Che cosa è successo? È vero quello che mi hai scritto nei messaggi... che fai la puttana?" Le parole escono dalla bocca di Lucia, una confessione avvolta da rabbia e dolore. Racconta ad Aurora della discussione con suo padre, della sua ipocrisia messa a nudo. Racconta del suo disperato bisogno di denaro, degli incontri che sono seguiti, ognuno più degradante e allo stesso tempo liberatorio del precedente. Parla della squallida stanza d'albergo e degli uomini, i cui volti sono una macchia di lussuria e bisogno. E infine, confessa la sua rabbia, il suo desiderio di fare del male al padre come lui ne ha fatto ad Aurora. Lo sguardo di Aurora non lascia mai il viso di Lucia mentre ascolta, il fumo della canna che le due donne si passano ad ogni tiro si arriccia intorno a loro come un serpente nell'aria. Aurora fa un tiro profondo, trattenendolo nei polmoni prima di espirare un pennacchio che si mescola ai fumi del whisky. "E cosa farai adesso?" chiede, con gli occhi scuri di comprensione. Lucia guarda Aurora, con il petto gonfio del peso della sua confessione. "Ora sono una puttana", dice, le parole le escono con un misto di sfida e disperazione. "Mi sento sporca, ma... mi piace...". Beve un sorso di whisky, il bruciore è una gradita distrazione dal tumulto di emozioni che si agita dentro di lei. "E voglio continuare a farlo", aggiunge, con voce bassa ma ferma. "Inoltre, in una notte guadagno duemila euro". Gli occhi di Aurora si allargano alla rivelazione di Lucia, ma non distoglie lo sguardo. Anzi, tira una lunga boccata dallo spinello, la cui punta si illumina di rosso mentre inspira profondamente. Espira una nuvola di fumo che li avvolge, riconoscendo in silenzio la gravità delle parole di Lucia. "E Petrarca? E Dante?", chiede, la sua voce è un basso rantolo. "Avevi un talento straordinario per la letteratura, Lucia. Troppo per sprecarlo per strada." Lo sguardo della donna indugia sulla scollatura di Lucia, mentre il whisky che ha in mano sembra bruciare con la stessa intensità del desiderio nei suoi occhi. Lucia sente una vampata di calore salire lungo il collo, il calore dello sguardo di Aurora è avvolgente. Sa cosa sta pensando Aurora, cosa sta provando. E lo vuole anche lei. "Oh, con me ho sempre i miei libri e poi... Puoi darmi lezioni private", dice, le parole le escono di getto. "Pagherò... tutto quello che vuoi." Il sorriso di Aurora si allarga, un luccichio complice nei suoi occhi. "Davvero?" fa le fusa, avvicinandosi di più. Il suo piede sinistro, ornato da una cavigliera d'argento che brilla alla luce delle candele, sfiora il petto di Lucia. Lucia sussulta, il tocco è elettrico. Poi, senza dire una parola, Aurora appoggia il piede direttamente sul seno di Lucia, e la pressione le provoca un leggero inarcamento della schiena. "Fammi vedere", dice Aurora, questa volta la voce è autoritaria. Gli occhi di Lucia non lasciano mai quelli di Aurora mentre raggiunge il piede della sua insegnante. Il profumo di Aurora le riempie il naso, una miscela inebriante di gelsomino e sandalo che sembra inebriarla. Traccia l'arco delicato con la lingua, sentendo la morbidezza della pelle di Aurora, il calore del suo corpo. Ogni dito del piede è un capolavoro in miniatura e Lucia li venera uno per uno, muovendo la bocca con una riverenza quasi religiosa.
Aurora osserva, con un'espressione illeggibile. L'unico suono nella stanza è il bagnato della lingua di Lucia. Gli occhi di Lucia si chiudono mentre prende in bocca l'intero piede di Aurora, facendo roteare la lingua come un intenditore che assapora un vino pregiato. Incoraggiata dalla mancanza di proteste di Aurora, Lucia passa all'altro piede. Le sue mani tremano leggermente mentre solleva la gamba di Aurora, i muscoli delle sue cosce sono tesi e sodi sotto i suoi polpastrelli. Le dita dei piedi di Aurora si arricciano leggermente al contatto, ma non fa alcuna mossa per fermare Lucia. Anzi, beve un altro sorso di whisky, il cui liquido ambrato brilla alla luce delle candele.
Gli occhi di Aurora non lasciano mai il viso di Lucia mentre sente la morbidezza della lingua di Lucia scivolare in mezzo alle dita dei suoi piedi. È una sensazione strana ed eccitante allo stesso tempo, che le ricorda le dinamiche di potere che si sono spostate così drammaticamente tra loro. Mette da parte il bicchiere. Con un gesto del polso, scioglie il nodo della cintura del kimono, lasciando che la stoffa si allenti per rivelare il corpo nudo sotto di essa. Alla vista Gli occhi di Lucia si allargano, la sua bocca è ancora avvolta dal piede di Aurora. Si prende un momento per apprezzare la vista, il modo in cui i seni di Aurora spuntano come un frutto maturo, la macchia scura di peli all'apice delle gambe un netto contrasto con la sua pelle chiara. La vista è così erotica, così proibita, che Lucia sente il proprio desiderio aumentare, mentre il plug dentro di lei le provoca un delizioso dolore in tutto il corpo.
Lentamente, quasi con riverenza, Lucia lascia il piede di Aurora e sposta le sue attenzioni sulla gamba. La sua lingua traccia un percorso caldo e umido sul polpaccio, il sapore della pelle è inebriante.
La pelle di Aurora è liscia, i suoi muscoli sono tesi per l'attesa, mentre Lucia si sposta più in alto. La piega del kimono di Aurora si allarga a ogni bacio, rivelando la morbida e sinuosa distesa dell'interno coscia.Quando Lucia raggiunge la figa, si ferma, con il respiro caldo e affannoso. Il sesso di Aurora è una visione, nudo e spelndete, il rosa della sua figa luccica alla luce delle candele, Lucia vede l'eccitazione di Aurora, la figa è gonfia e bagnata. Si lecca le labbra, sentendo il calore del desiderio di Aurora, il cui profumo aleggia nell'aria .Ma prima che Lucia possa fare il passo successivo, Aurora la sorprende prendendo l'iniziativa. Con una forza sorprendente, la mano di Aurora avvolge la nuca di Lucia e la guida delicatamente ma con fermezza verso il punto in cui vuole la sua bocca: la figa. Lucia sussulta, il profumo delle figa di Aurora le riempie le narici, . È un momento di puro e semplice potere e Lucia non può fare a meno di sottomettersi.
La sua lingua sfreccia fuori, all'inizio timida, ma presto diventa più audace quando i gemiti di Aurora riempiono la stanza. Esplora le pieghe morbide e umide, il sapore dell'eccitazione della sua insegnante è diverso da qualsiasi altra cosa abbia mai provato prima. È un mix inebriante di dolcezza e muschio, un sapore che sembra parlare direttamente all'anima di Lucia. Le gambe di Aurora si aprono di più, dando a Lucia pieno accesso ai suoi segreti più intimi.La viscosità della figa di Aurora ricopre la lingua di Lucia che scava più a fondo, i suoi movimenti guidati dall'istinto e da un disperato bisogno di piacere. Trova il clitoride di Aurora, una piccola perla di piacere già ingrossata e sensibile al tatto. Lo circonda con la punta della lingua, sentendo il corpo di Aurora teso e tremante sopra di lei. Ogni colpetto manda una scossa di elettricità nel corpo di Aurora, facendole vibrare i fianchi e arricciare le dita dei piedi. Con un'elegante rotazione dei fianchi, Aurora si gira a pancia in giù, con il sedere in aria, una richiesta di attenzione che Lucia non può ignorare. Il kimono cade completamente, lasciandola nuda ed esposta, con la stoffa rossa che le si raccoglie intorno come un sudario dismesso. La vista è così erotica, così imponente, che Lucia sente il proprio desiderio salire ancora di più. Si avvicina di più, il naso sfiora le pieghe umide di Aurora e l'odore dell'eccitazione della sua insegnante travolge i suoi sensi.
Il culo di Aurora è un'opera d'arte, rotondo e sodo, che implora di essere toccata. Lucia non resiste alla tentazione e allunga le mani per afferrare la carne morbida delle natiche, la pelle è calda al tatto, i muscoli fremono leggermente mentre le mani di Lucia la esplorano. Sente Aurora tendersi, poi rilassarsi quando la sua lingua attaca a leccare avidamente il buco del culo, e il gemito sommesso che le sfugge dalle labbra è una sinfonia di desiderio e di necessità.
Ma improvvisamente Aurora si alza in piedi, lasciando Lucia con la lingua ancora di fuori, "Andiamo nel mio studio, proprio oggi ho deciso di riaprire la mia pagina OnlyFan e voglio farlo con uno spettacolo dal vivo...". le candele proiettano ombre sul suo magnifico corpo nudo, creando una danza ipnotica di luci e ombre. Lo studio è in netto contrasto con il resto dell'appartamento: pareti bianche, luce forte, un grande letto con lenzuola di seta e una telecamera professionale montatata su treppiedi. Aurora dice: “Faremo un capolavoro”, con un sorriso malizioso sulle labbra. Apre un cassetto e tira fuori una maschera di pizzo nero con un bordo di piume. "Puoi indossare questa, se ti fa sentire più a tuo agio così non ti riconosceranno".
Ma Lucia scuote la testa, con gli occhi che bruciano di un nuovo fuoco. "Non voglio nascondermi", dice, con voce ferma nonostante il tremito nel petto. "Voglio che mi veda. Voglio che sappia che non mi ha spezzato." Aurora solleva un sopracciglio, la maschera le penzola dalla punta delle dita. "Va bene, se è questo è quello che desideri", dice, la sua voce è un mormorio basso che fa correre un brivido lungo la schiena di Lucia. Mette da parte la maschera e le si avvicina, con i seni che le sfiornao il petto. "Assicuriamoci che sia pronta per la tua performance, allora.
Aurora preme un tasto su un telecomando e dà il via alla diretta, abbraccia Lucia e la bacia, le mani si spostano sul sedere e con la mano destra impugna il bottone del plug. Con un leggero strattone, lo estrae e l'improvviso vuoto fa sussultare Lucia. Gli occhi di Aurora si allargano alla vista del plug, non se laspettava così grosso, e un sorriso le si posa sulle labbra. "Questa ragazza è stata cattivella..." dice Aurora guardando la telecamera e infilandosi il plug in bocca. Prima che Lucia possa rispondere, getta il plug e bacia Lucia, la bacia profondamente e la sua lingua esplora ogni angolo della bocca di Lucia. Lucia sussulta, il sapore del whisky di Aurora e il lieve sentore di fumo sono un cocktail inebriante che le arriva dritto alla testa. Le mani di Aurora scendono verso la figa di Lucia. "Sei così bagnata", mormora Aurora, con gli occhi scuri di desiderio. "Vediamo se sei pronta per il prossimo passo".
Aurora gira Lucia e la spinge con la faccia sui morbidi cuscini del letto. Le allarga le gambe. Le mani di Aurora sono ovunque, accarezzano, stuzzicano, spingono Lucia sempre più al limite.
Le lecca la figa, poi, senza preavviso, la lingua di Aurora viene sostituita da qualcosa di molto più grande: un dildo, liscio e freddo dentro la figa calda e gonfia di Lucia. Lucia Sussulta quando Aurora lo spinge dentro, riempiendola completamente. La sensazione è travolgente, la pressione aumenta mentre Aurora muove il dildo dentro e fuori. Ma Aurora non ha ancora finito. Con una mano raggiunge il culo di Lucia e le sue dita lo sondano delicatamente fino a trovare la stretta fessura del suo ano.
Il culo di Lucia si muove, "Sei così impaziente", dice Aurora, la sua voce è un sussurro seducente. Con una Aurora mano move il dildo dentro e fuori la figa mentre la lingua traccia la pelle sensibile intorno al buco del culo. La sensazione è meravigliosa: sporca, decadente e assolutamente deliziosa.
Al centro della sua stanza, un uomo osserva, con gli occhi incollati alla scena che si svolge davanti a lui. Il cazzo di Antonio è duro come una roccia. il senso di colpa è dimenticato di fronte all'esibizione di sua figlia. Quello che vede gli fa ribollire il sangue con un misto di rabbia ed eccitazione.
Guarda la lingua di Aurora che si immerge nel culo di Lucia, i cui gemiti di piacere riecheggiano nella stanza. È troppo per lui da sopportare e tira fuori il cazzo dai pantaloni del pigiama accarezzandolo furiosamente mentre guarda fisso il monitor. Il tradimento è una coltellata al petto, ma la vista del culo di Lucia in aria, che implora per averne di più, è troppo allettante per resistere. Aurora sembra percepire la sua presenza, i suoi occhi incontrano i suoi nello specchio sopra il letto. C'è una sfida, una promessa di ciò che verrà. Lucia, persa in una nebbia di piacere, rimane beatamente inconsapevole, il suo corpo si muove a tempo con le attenzioni di Aurora. La tensione nella stanza è palpabile, qualcosa di tangibile che sembra avvolgersi intorno a loro come un serpente, stringendosi a ogni spinta della lingua di Aurora. E quando Lucia grida, il suo corpo convulso in un potente orgasmo, le pareti dell'appartamento sembrano tremare per la sua forza. Aurora si stacca, con un sorriso malvagio e trionfante.
"Molto Bene", dice, la sua voce è un ringhio basso che sembra risuonare attraverso le ossa di Lucia. Con mani abili, Aurora lega Lucia al letto, con gli arti divaricati, le sciarpe di seta che le mordono la pelle quanto basta per ricordarle il suo nuovo ruolo. Il cuore di Lucia batte forte quando Aurora si avvicina alla telecamera, il suo corpo nudo testimonia il potere che esercita. Gli occhi di Aurora brillano "Esploreremo i tuoi limiti, tesoro mio. Mi dirai tutto ciò che vuoi, tutto ciò di cui hai bisogno. E io te lo darò.
"Il primo tocco della frusta sulla pelle di Lucia è come un fulmine, una puntura acuta che la fa sussultare. Gli occhi di Aurora non si staccano mai dai suoi, osservando il gioco di dolore e piacere che le attraversa i lineamenti. "Ancora? Aurora lo chiede, la punta della frusta traccia una linea di fuoco sul petto di Lucia. "Sì" "I colpi si susseguono più veloci e più forti, ognuno dei quali è un'agonia deliziosa che le fa scorrere ondate di piacere nel corpo. La mano di Aurora è implacabile, il ritmo della frusta è una sinfonia di dolore che Lucia non sapeva di poter desiderare. Aurora le sussurra all'orecchio, la sua voce è una seducente sinfonia di oscurità. "Sei mia", dice, con il respiro caldo sul collo di Lucia. "Mi appartieni. E Farai tutto quello che ti dico, vero?
"Sì... sono tua" Lucia ansima, il suo corpo si inarca mentre la mano di Aurora si muove tra le sue gambe e le sue dita trovano il clitoride gonfio di Lucia. La telecamera riprende, catturando ogni momento. Il dolore è un marchio, che si conficca nella sua anima, rivendicandola come propria di Aurora. E quando Aurora si china per baciarla, Lucia sa di aver trovato il suo rifugio in questo mondo di peccato e piacere. Antonio osserva dall'ombra, la sua mano si muove a tempo dei colpi di Aurora. È disgustato da ciò che vede, ma il suo cazzo duro racconta una storia diversa. Il suo senso di colpa è dimenticato nella nebbia della sua lussuria, la sua mente è un tumulto di rabbia e desiderio.
Mentre la mano di Aurora si muove più velocemente, i gemiti di Lucia diventano più forti, riempiendo la stanza con una sinfonia di piacere e dolore. E da qualche parte, in fondo alla sua mente, Lucia sa di aver vinto. L'ipocrisia di suo padre è stata messa a nudo, e lei ha trovato il potere che ha sempre desiderato tra le braccia della donna che ha sempre amato. Con un ultimo, dolcissimo colpo, Lucia viene, il suo corpo trema per la forza dell'orgasmo. Aurora si stacca, con gli occhi che brillano di soddisfazione. "Sei un talento naturale", dice, la sua voce è un mormorio basso che sembra risuonare nella stanza. "Lo spettacolo è finito, puttanella."
Nude esauste ma felici Aurora e Lucia tornano sul divano, con un altro giro di whyskey e un'altra canna.
Il whisky brucia nella gola di Lucia, il calore si diffonde nel suo corpo come un fuoco liquido. Si appoggia ad Aurora, la sua nudità è una dichiarazione di resa e accettazione.
Aurora controlla dal suo cellulare il flusso interminabile di abbonati al suo sito che hanno pegato per vedere lo spettacolo, quando improvvisamente sgrana gli occhi e mostra il telefono a Lucia: "Tuo padre", dice Aurora, con la voce che sembra una fusa gentile, "Cosa vuoi dire?" Lucia chiede, con la voce che trema leggermente. Il sorriso di Aurora è una cosa bellissima, un movimento delle labbra che parla di oscuri segreti e desideri nascosti. "La diretta che abbiamo fatto", dice lei, con gli occhi che brillano di malizia, "tuo paadre ha pagato per vederla. Ha visto la sua dolce e innocente figlia fare la puttana davanti al mondo intero".
La rivelazione fa esplodere un lampo di rabbia in Lucia, ma viene subito superata dal brivido di sapere di averlo ferito nel modo più profondo possibile. Getta indietro la testa e ride, con un suono selvaggio e libero. "Può guardare", dice, con la voce piena di dispetto. Il whisky scioglie la lingua di Lucia, che confessa ad Aurora la sua rabbia e il suo dolore. Le racconta delle innumerevoli notti trascorse a letto, ascoltando i suoni soffocati delle indulgenze notturne del padre, la cui facciata religiosa si sgretolava a ogni grugnito e gemito. La mano di Aurora le accarezza i capelli, un tocco gentile che placa l'animo straziato di Lucia.
"Ho una proposta per te" dice Aurora. Un mio cliente, il direttore di un albergo di lusso, mi ha accennato che stanno cercando ragazze per il servizio in camera con... certi talenti”. Gli occhi di Lucia si allargano, la prospettiva è eccitante e terrificante al tempo stesso. "Che cosa vuoi dire?" chiede, con la voce che le trema. Aurora sorride, con un luccichio consapevole negli occhi. "Ha detto che molti degli ospiti dell'hotel sono uomini d'affari che cercano un po' di relax". Mi ha offerto un posto di lavoro, ma ho declinato, ma forse a te può interessare". Fa scorrere la mano sulla coscia nuda di Lucia e il suo tocco infiamma la pelle di Lucia. "È un'occasione per lavorare nel lusso, tesoro, e tenere nascosta la tua vera natura agli occhi indiscreti del mondo". L'idea è allettante, una miscela di rispettabilità e dissolutezza troppo allettante per potervi resistere. Lucia annuisce, la sua voce è un sussurro roco. "Lo farò", dice, la sua decisione è presa. "Sarò una puttana con l'uniforme da cameriera". Aurora ride, un suono basso e gutturale che fa correre un brivido lungo la schiena di Lucia. "Sarai la migliore ragazza del servizio in camera che l'hotel abbia mai visto".
Ci rimane male quando vede il singolo segno di spunta che indica un messaggio non consegnato. Il silenzio di Aurora è assordante. Ci riprova, dettagliando la sua notte di ribellione, il brivido della stanza d'albergo, il cazzo nel culo e il potere che ha sentito. Ma ogni volta che preme invio, i suoi messaggi subiscono lo stesso destino, sigola spunta, messaggio non consegnato. Così decide di aprire la pagina OnlyFan di Aurora, quella pagina dove aveva passato ora a masturbarsi, sperando di trovare un nuovo post, uno sguardo nella nella vita di quella che ormai era diventata un'ossessione. Ma tutto ciò che trova è un messaggio che sembra uno schiaffo: "Temporaneamente chiuso". È come se Aurora l'avesse abbandonata, lasciandola sola nella dissolutezza in cui si era gettata.
Aurora
La notizia del licenziamento di Aurora raggiunse i media nazionali. Era l'argomento del giorno, la sua pagina OnlyFan è inondata di iscrizioni. La sua mail una miriade di messaggi, famose case di produzione film porno le offrono contratti.
Troppo per Aurora che decide di prendersi una pausa dal mondo digitale e si ritira a Berlino, la città dove cominciò il suo viaggio verso la dissolutezza, quando ci andò come studentessa Erasmus senza un soldo e per permettersi il soggiorno nella capitale tedesca la notte si vendeva in un Sauna Club, un bordello. Berlino una città che sussurra di edonismo e liberazione.
Nel cuore della città, ritrova il Sauna Club, sempre lì, l'insegna ammodernata. Le luci al neon fuori dal club pulsano con un ritmo che coincide con il battito cardiaco erratico di Aurora. Ha bisogno di sentirsi viva, di soffocare il dolore del rimpianto e il peso della sua nuova notorietà che avrebbe volentieri rifuggiato.
Entra e si reca dritta nell'ufficio. I suoi occhi si adattano alla luce fioca e nota una figura in un angolo, un uomo con un sigaro e un sorriso complice. Gustav, colui che le aveva promesso un lavoro nei suoi giorni di Erasmus. Lo stesso che le aveva insegnato l'arte della seduzione e il mestiere del piacere. Si avvicina ancheggiando, l'eco dei suoi tacchi sulle piastrelle è una dichiarazione d'intenti. Lo sguardo dell'uomo percorre il suo corpo, il suo sorriso si allarga alla vista della donna che è diventata. "Ti mancava la vita da puttana, cara?" chiede, la sua voce è un rombo che le manda un brivido giù per la schiena.
Tre mesi passano, Aurora lavora senza sosta al bordello. Ogni giorno si confonde con il successivo, un ciclo senza fine di carne e denaro. Non tocca il suo telefono, lo schermo nero è un silenzioso sentinella della vita che ha lasciato dietro di sé. I sussurri delle voci dei suoi studenti e le eco dei corridoi di San Sebastiano sembrano un lontano ricordo. Ma ogni notte, quando le luci sono spente e i clienti sono tornati a casa, pensa a Lucia, la sua dolce, innocente studentessa nei cui occhi c'era promessa di qualcosa di più.
Una notte, dopo un'altra estenuante giornata in cui il suo corpo era stato posseduto da tanti sconosciuti, Aurora prende in mano il tele fono, la mano tremante, lo accende. Il dispositivo si anima con una sinfonia di messaggi e notifiche. Il suo WhatsApp è un caos di ronzii e bip, ognuno un promemoria del mondo che è andato avanti senza di lei. Mentre scorre tra i numerosi messaggi, i suoi occhi cadono su un nome—Lucia.
Apre la chat. Lì, trova un arazzo di confessioni quotidiane di Lucia, foto oscene, ogni messaggio più crudo e intenso dell'ultimo, ogni foto un nuovo tatuaggio. Il dolore, la rabbia e la confusione della ragazza sono esposti, in netto contrasto con la patina raffinata della sua ex studentessa. Aurora legge i suoi messaggi con un crescente senso di responsabilità, il petto le si stringe mentre realizza l'impatto profondo che le sue azioni hanno avuto su Lucia.
Lucia
Tre mesi di vendersi a estranei e gli appuntamenti quasi quotidiani allo studio dei tatuaggi hanno trasformato il corpo di Lucia in una tela di ribellione. La sua pelle è adornata di tatuaggi che raccontano una storia di amore, perdita e dell'influenza di Aurora. Versi della "Divina Commedia" di Dante si intrecciano con immagini di donne nude, ogni tratto d'inchiostro una dichiarazione della sua nuova sessualità. La suqllida stanza d'albergo che chiama casa è testimone della sua discesa in una vita di piacere e dolore, la borsetta piena dei soldi guadagnati dai suoi incontri.
I suoi lobi delle orecchie sono allargati con anelli d'acciaio di circa un centimetro di diametro. Il suo naso è trafitto da vari piercing che brillano alla luce delle candele, la sua lingua è adornata con una perla d'argento che rotola. I suoi capezzoli sono trafitti da anelli. Il suo ombelico sfoggia un piercing con un diamante che le ammicca dallo specchio mentre si veste per il suo prossimo appuntamento.
Il messaggio di Aurora era arrivato come una luce nel buio. "Raggiungimi a Berlino," diceva semplicemente. Le parole avevano riecheggiato nella mente di Lucia, un richiamo a cui non poteva resistere. Aveva impacchettato i suoi miseri averi e comprato un biglietto in contanti con i soldi guadagnati dalle sue avventure notturne.
A Berlino Lucia si sistema in una bettola dello stesso squallore di quella che aveva lasciato, in un quartiere a luci rosse, proprio sopra un sexy shop. Lucia si sistema in stanza, posa la piccola valigia e scende a far visita al sexy shop. All'interno, le luci sono soffuse e la musica è un basso pulsante che corrisponde al battito del suo cuore. Gli scaffali sono pieni di capi che sussurrano desiderio e ribellione, uno più audace dell'altro. Ne sceglie uno nero succinto, il cui tessuto è così fino da essere praticamente trasparente. È il tipo di vestito che farebbe inorridire le suore di San Sebastiano, ma a Lucia non importa. Lo prova, il tessuto le accarezza il corpo. È perfetto: una dichiarazione di guerra contro l'ipocrisia del padre e il mondo soffocante di San Sebastiano. Sta per recarsi alla cassa quando passa davanti allo scaffale dei dilos. L'assortimento è quasi comico nella sua varietà, ma sono i plug anali ad attirare la sua attenzione. L'idea la eccita, la fa sentire più potente che mai. Ne sceglie uno, un grosso plug argentato con una bottone luccicante.
Tornata nella stanza del motel e si spoglia. Ammira allo specchio le sue forme nude, quel corpo, quei tatuaggi esplorati da tanti estranei senza nome. Prend il tubetto del lubrificante e lo spalma sul plug. Lentamente, preme il plug contro il suo buco stretto, sentendo il cedimento del suo corpo che inizia ad accettare l'intrusione. Ansima mentre gli scivola dentro, la pressione è intensa e scomoda, ma si rifiuta di lasciarsi scoraggiare. Con un'ultima spinta, il plug è dentro, annidato comodamente contro di lei, il bottone luccica alla luce. Ora è vestita per la battaglia, armata del simbolo della sua ribellione e del nuovo potere che le deriva dalla consapevolezza di avere il controllo dei propri desideri.
Manda un messaggio ad Aurora, "Sono a Berlino", la risposta arriva dopo pochi secondi con l'indirizzo e il suggerimento di prendere un taxi.
Lentamente indossa il vestito appena acquistato al sexy shop, le aderisce come una seconda pelle, senza lasciare nulla all'immaginazione. La scollatura profonda rivela il suo ampio décolleté, ma il tessuto è così sottile che il resto del magnifico seno è comunque ben visibile. davanti le si vede il triangolino nero del perizoma, mentre da dietro il gioiello del plug anale è ben visibile e preme contro la stoffa trasparente del vestito attillato. Tacchi a spillo neri, il suo trucco è scuro e fumoso, con gli occhi rivestiti di kajal che li fanno sembrare quasi predatori.
Lucia sente un brivido attraversarla, un misto di eccitazione e nervosismo. il bisogno di vedere Aurora, di stare con lei, cresce dentro la ragazza. Fa un respiro profondo, lasciando che il velo e l'acciaio dentro il culo la avvolgano, e si dirige verso la notte. Dallo specchietto il tassista non le stacca gli occhi di dosso, Ormai è abituata all'attenzione, al potere che le dà. Tiene alta la testa, giunti a destinazione il tassista le propone un pompino invece di farle pagare la corsa... Lucia per quanto giovane le risponde da puttana navigata avendo capito subito i desideri del tassista. "Un pompino e mi dai 100 euro..." il tassista accetta, Lucia passa dal sedile posteriore a quello anteriore, il cazzo del tassista è già fuori, lo prende in bocca, le bastano pochi minuti per farlo venire, ingoia lo sperma e si prende i cento euro. I tacchi a spillo ticchettano sul marciapiede con una sicurezza che non sapeva di avere. Quando raggiunge la porta, si prende un momento per comporsi, poi preme il campanello. L'attesa è interminabile, ogni secondo diventa un'eternità. La porta si apre e Aurora è in piedi davanti a lei, una visione in un kimono rosso trasparente. Il tessuto aderisce alle sue curve come l'abbraccio di un amante, non lasciando quasi nulla all'immaginazione. Gli occhi di Lucia si allargano alla vista delle aureole di Aurora che fanno capolino dalla scollatura, in netto contrasto con l'abbigliamento severo e professionale con cui aveva sempre visto la sua insegnante. Anche gli occhi di Aurora si allargano, ma non per la lussuria, o forse non solo per la lussuria, C'è un guizzo di qualcos'altro, sorpresa e forse anche preoccupazione, la ricordava con la casta divisa di San Sebastiano in classe, ora si ritrova davanti una ragazza vestita da puttana e con tatuaggi osceni e dissacranti.
Lucia e Aurora si guardano negli occhi, un tempo interminabile, Lucia si avvicina , Aurora le prende il volto con le mani e l'attira a sé dandole un bacio dolcissimo.
Quando Aurora si stacca Lucia rimane imbambolata, non sa se piangere o ridere per l'emozione. "La tua bocca sa di sperma" "Ho appena fatto un pompino al tassista che mi ha portato qui..."
Aurora ride di gusto, "Vieni, accomodati sul divano", dice con voce bassa e liscia come il velluto. Fa cenno al divano rosso che domina la stanza, mentre alcune candele proiettano una luce tenue e inquitante. Lucia entra, Aurora la osserva mentre ancheggia verso il divano e non può fare a meno di notare il bottone del plug, sulla sua bocca compare un sorriso malizioso. L'aria è densa di profumo di sandalo. Aurora si muove con grazia, i suoi fianchi ondeggiano mentre si dirige verso un elegante carrello da bar. Versa due generose dosi di whisky in bicchieri di cristallo, il cui liquido ambrato scintilla nella penombra. Poi, con mano abile, rolla una canna, la carta scricchiola mentre la sigilla con la lingua. La accende e la stanza si riempie dell'odore dolce e pungente dell'erba. "Dimmi", dice Aurora, cercando gli occhi di Lucia. "Che cosa è successo? È vero quello che mi hai scritto nei messaggi... che fai la puttana?" Le parole escono dalla bocca di Lucia, una confessione avvolta da rabbia e dolore. Racconta ad Aurora della discussione con suo padre, della sua ipocrisia messa a nudo. Racconta del suo disperato bisogno di denaro, degli incontri che sono seguiti, ognuno più degradante e allo stesso tempo liberatorio del precedente. Parla della squallida stanza d'albergo e degli uomini, i cui volti sono una macchia di lussuria e bisogno. E infine, confessa la sua rabbia, il suo desiderio di fare del male al padre come lui ne ha fatto ad Aurora. Lo sguardo di Aurora non lascia mai il viso di Lucia mentre ascolta, il fumo della canna che le due donne si passano ad ogni tiro si arriccia intorno a loro come un serpente nell'aria. Aurora fa un tiro profondo, trattenendolo nei polmoni prima di espirare un pennacchio che si mescola ai fumi del whisky. "E cosa farai adesso?" chiede, con gli occhi scuri di comprensione. Lucia guarda Aurora, con il petto gonfio del peso della sua confessione. "Ora sono una puttana", dice, le parole le escono con un misto di sfida e disperazione. "Mi sento sporca, ma... mi piace...". Beve un sorso di whisky, il bruciore è una gradita distrazione dal tumulto di emozioni che si agita dentro di lei. "E voglio continuare a farlo", aggiunge, con voce bassa ma ferma. "Inoltre, in una notte guadagno duemila euro". Gli occhi di Aurora si allargano alla rivelazione di Lucia, ma non distoglie lo sguardo. Anzi, tira una lunga boccata dallo spinello, la cui punta si illumina di rosso mentre inspira profondamente. Espira una nuvola di fumo che li avvolge, riconoscendo in silenzio la gravità delle parole di Lucia. "E Petrarca? E Dante?", chiede, la sua voce è un basso rantolo. "Avevi un talento straordinario per la letteratura, Lucia. Troppo per sprecarlo per strada." Lo sguardo della donna indugia sulla scollatura di Lucia, mentre il whisky che ha in mano sembra bruciare con la stessa intensità del desiderio nei suoi occhi. Lucia sente una vampata di calore salire lungo il collo, il calore dello sguardo di Aurora è avvolgente. Sa cosa sta pensando Aurora, cosa sta provando. E lo vuole anche lei. "Oh, con me ho sempre i miei libri e poi... Puoi darmi lezioni private", dice, le parole le escono di getto. "Pagherò... tutto quello che vuoi." Il sorriso di Aurora si allarga, un luccichio complice nei suoi occhi. "Davvero?" fa le fusa, avvicinandosi di più. Il suo piede sinistro, ornato da una cavigliera d'argento che brilla alla luce delle candele, sfiora il petto di Lucia. Lucia sussulta, il tocco è elettrico. Poi, senza dire una parola, Aurora appoggia il piede direttamente sul seno di Lucia, e la pressione le provoca un leggero inarcamento della schiena. "Fammi vedere", dice Aurora, questa volta la voce è autoritaria. Gli occhi di Lucia non lasciano mai quelli di Aurora mentre raggiunge il piede della sua insegnante. Il profumo di Aurora le riempie il naso, una miscela inebriante di gelsomino e sandalo che sembra inebriarla. Traccia l'arco delicato con la lingua, sentendo la morbidezza della pelle di Aurora, il calore del suo corpo. Ogni dito del piede è un capolavoro in miniatura e Lucia li venera uno per uno, muovendo la bocca con una riverenza quasi religiosa.
Aurora osserva, con un'espressione illeggibile. L'unico suono nella stanza è il bagnato della lingua di Lucia. Gli occhi di Lucia si chiudono mentre prende in bocca l'intero piede di Aurora, facendo roteare la lingua come un intenditore che assapora un vino pregiato. Incoraggiata dalla mancanza di proteste di Aurora, Lucia passa all'altro piede. Le sue mani tremano leggermente mentre solleva la gamba di Aurora, i muscoli delle sue cosce sono tesi e sodi sotto i suoi polpastrelli. Le dita dei piedi di Aurora si arricciano leggermente al contatto, ma non fa alcuna mossa per fermare Lucia. Anzi, beve un altro sorso di whisky, il cui liquido ambrato brilla alla luce delle candele.
Gli occhi di Aurora non lasciano mai il viso di Lucia mentre sente la morbidezza della lingua di Lucia scivolare in mezzo alle dita dei suoi piedi. È una sensazione strana ed eccitante allo stesso tempo, che le ricorda le dinamiche di potere che si sono spostate così drammaticamente tra loro. Mette da parte il bicchiere. Con un gesto del polso, scioglie il nodo della cintura del kimono, lasciando che la stoffa si allenti per rivelare il corpo nudo sotto di essa. Alla vista Gli occhi di Lucia si allargano, la sua bocca è ancora avvolta dal piede di Aurora. Si prende un momento per apprezzare la vista, il modo in cui i seni di Aurora spuntano come un frutto maturo, la macchia scura di peli all'apice delle gambe un netto contrasto con la sua pelle chiara. La vista è così erotica, così proibita, che Lucia sente il proprio desiderio aumentare, mentre il plug dentro di lei le provoca un delizioso dolore in tutto il corpo.
Lentamente, quasi con riverenza, Lucia lascia il piede di Aurora e sposta le sue attenzioni sulla gamba. La sua lingua traccia un percorso caldo e umido sul polpaccio, il sapore della pelle è inebriante.
La pelle di Aurora è liscia, i suoi muscoli sono tesi per l'attesa, mentre Lucia si sposta più in alto. La piega del kimono di Aurora si allarga a ogni bacio, rivelando la morbida e sinuosa distesa dell'interno coscia.Quando Lucia raggiunge la figa, si ferma, con il respiro caldo e affannoso. Il sesso di Aurora è una visione, nudo e spelndete, il rosa della sua figa luccica alla luce delle candele, Lucia vede l'eccitazione di Aurora, la figa è gonfia e bagnata. Si lecca le labbra, sentendo il calore del desiderio di Aurora, il cui profumo aleggia nell'aria .Ma prima che Lucia possa fare il passo successivo, Aurora la sorprende prendendo l'iniziativa. Con una forza sorprendente, la mano di Aurora avvolge la nuca di Lucia e la guida delicatamente ma con fermezza verso il punto in cui vuole la sua bocca: la figa. Lucia sussulta, il profumo delle figa di Aurora le riempie le narici, . È un momento di puro e semplice potere e Lucia non può fare a meno di sottomettersi.
La sua lingua sfreccia fuori, all'inizio timida, ma presto diventa più audace quando i gemiti di Aurora riempiono la stanza. Esplora le pieghe morbide e umide, il sapore dell'eccitazione della sua insegnante è diverso da qualsiasi altra cosa abbia mai provato prima. È un mix inebriante di dolcezza e muschio, un sapore che sembra parlare direttamente all'anima di Lucia. Le gambe di Aurora si aprono di più, dando a Lucia pieno accesso ai suoi segreti più intimi.La viscosità della figa di Aurora ricopre la lingua di Lucia che scava più a fondo, i suoi movimenti guidati dall'istinto e da un disperato bisogno di piacere. Trova il clitoride di Aurora, una piccola perla di piacere già ingrossata e sensibile al tatto. Lo circonda con la punta della lingua, sentendo il corpo di Aurora teso e tremante sopra di lei. Ogni colpetto manda una scossa di elettricità nel corpo di Aurora, facendole vibrare i fianchi e arricciare le dita dei piedi. Con un'elegante rotazione dei fianchi, Aurora si gira a pancia in giù, con il sedere in aria, una richiesta di attenzione che Lucia non può ignorare. Il kimono cade completamente, lasciandola nuda ed esposta, con la stoffa rossa che le si raccoglie intorno come un sudario dismesso. La vista è così erotica, così imponente, che Lucia sente il proprio desiderio salire ancora di più. Si avvicina di più, il naso sfiora le pieghe umide di Aurora e l'odore dell'eccitazione della sua insegnante travolge i suoi sensi.
Il culo di Aurora è un'opera d'arte, rotondo e sodo, che implora di essere toccata. Lucia non resiste alla tentazione e allunga le mani per afferrare la carne morbida delle natiche, la pelle è calda al tatto, i muscoli fremono leggermente mentre le mani di Lucia la esplorano. Sente Aurora tendersi, poi rilassarsi quando la sua lingua attaca a leccare avidamente il buco del culo, e il gemito sommesso che le sfugge dalle labbra è una sinfonia di desiderio e di necessità.
Ma improvvisamente Aurora si alza in piedi, lasciando Lucia con la lingua ancora di fuori, "Andiamo nel mio studio, proprio oggi ho deciso di riaprire la mia pagina OnlyFan e voglio farlo con uno spettacolo dal vivo...". le candele proiettano ombre sul suo magnifico corpo nudo, creando una danza ipnotica di luci e ombre. Lo studio è in netto contrasto con il resto dell'appartamento: pareti bianche, luce forte, un grande letto con lenzuola di seta e una telecamera professionale montatata su treppiedi. Aurora dice: “Faremo un capolavoro”, con un sorriso malizioso sulle labbra. Apre un cassetto e tira fuori una maschera di pizzo nero con un bordo di piume. "Puoi indossare questa, se ti fa sentire più a tuo agio così non ti riconosceranno".
Ma Lucia scuote la testa, con gli occhi che bruciano di un nuovo fuoco. "Non voglio nascondermi", dice, con voce ferma nonostante il tremito nel petto. "Voglio che mi veda. Voglio che sappia che non mi ha spezzato." Aurora solleva un sopracciglio, la maschera le penzola dalla punta delle dita. "Va bene, se è questo è quello che desideri", dice, la sua voce è un mormorio basso che fa correre un brivido lungo la schiena di Lucia. Mette da parte la maschera e le si avvicina, con i seni che le sfiornao il petto. "Assicuriamoci che sia pronta per la tua performance, allora.
Aurora preme un tasto su un telecomando e dà il via alla diretta, abbraccia Lucia e la bacia, le mani si spostano sul sedere e con la mano destra impugna il bottone del plug. Con un leggero strattone, lo estrae e l'improvviso vuoto fa sussultare Lucia. Gli occhi di Aurora si allargano alla vista del plug, non se laspettava così grosso, e un sorriso le si posa sulle labbra. "Questa ragazza è stata cattivella..." dice Aurora guardando la telecamera e infilandosi il plug in bocca. Prima che Lucia possa rispondere, getta il plug e bacia Lucia, la bacia profondamente e la sua lingua esplora ogni angolo della bocca di Lucia. Lucia sussulta, il sapore del whisky di Aurora e il lieve sentore di fumo sono un cocktail inebriante che le arriva dritto alla testa. Le mani di Aurora scendono verso la figa di Lucia. "Sei così bagnata", mormora Aurora, con gli occhi scuri di desiderio. "Vediamo se sei pronta per il prossimo passo".
Aurora gira Lucia e la spinge con la faccia sui morbidi cuscini del letto. Le allarga le gambe. Le mani di Aurora sono ovunque, accarezzano, stuzzicano, spingono Lucia sempre più al limite.
Le lecca la figa, poi, senza preavviso, la lingua di Aurora viene sostituita da qualcosa di molto più grande: un dildo, liscio e freddo dentro la figa calda e gonfia di Lucia. Lucia Sussulta quando Aurora lo spinge dentro, riempiendola completamente. La sensazione è travolgente, la pressione aumenta mentre Aurora muove il dildo dentro e fuori. Ma Aurora non ha ancora finito. Con una mano raggiunge il culo di Lucia e le sue dita lo sondano delicatamente fino a trovare la stretta fessura del suo ano.
Il culo di Lucia si muove, "Sei così impaziente", dice Aurora, la sua voce è un sussurro seducente. Con una Aurora mano move il dildo dentro e fuori la figa mentre la lingua traccia la pelle sensibile intorno al buco del culo. La sensazione è meravigliosa: sporca, decadente e assolutamente deliziosa.
Al centro della sua stanza, un uomo osserva, con gli occhi incollati alla scena che si svolge davanti a lui. Il cazzo di Antonio è duro come una roccia. il senso di colpa è dimenticato di fronte all'esibizione di sua figlia. Quello che vede gli fa ribollire il sangue con un misto di rabbia ed eccitazione.
Guarda la lingua di Aurora che si immerge nel culo di Lucia, i cui gemiti di piacere riecheggiano nella stanza. È troppo per lui da sopportare e tira fuori il cazzo dai pantaloni del pigiama accarezzandolo furiosamente mentre guarda fisso il monitor. Il tradimento è una coltellata al petto, ma la vista del culo di Lucia in aria, che implora per averne di più, è troppo allettante per resistere. Aurora sembra percepire la sua presenza, i suoi occhi incontrano i suoi nello specchio sopra il letto. C'è una sfida, una promessa di ciò che verrà. Lucia, persa in una nebbia di piacere, rimane beatamente inconsapevole, il suo corpo si muove a tempo con le attenzioni di Aurora. La tensione nella stanza è palpabile, qualcosa di tangibile che sembra avvolgersi intorno a loro come un serpente, stringendosi a ogni spinta della lingua di Aurora. E quando Lucia grida, il suo corpo convulso in un potente orgasmo, le pareti dell'appartamento sembrano tremare per la sua forza. Aurora si stacca, con un sorriso malvagio e trionfante.
"Molto Bene", dice, la sua voce è un ringhio basso che sembra risuonare attraverso le ossa di Lucia. Con mani abili, Aurora lega Lucia al letto, con gli arti divaricati, le sciarpe di seta che le mordono la pelle quanto basta per ricordarle il suo nuovo ruolo. Il cuore di Lucia batte forte quando Aurora si avvicina alla telecamera, il suo corpo nudo testimonia il potere che esercita. Gli occhi di Aurora brillano "Esploreremo i tuoi limiti, tesoro mio. Mi dirai tutto ciò che vuoi, tutto ciò di cui hai bisogno. E io te lo darò.
"Il primo tocco della frusta sulla pelle di Lucia è come un fulmine, una puntura acuta che la fa sussultare. Gli occhi di Aurora non si staccano mai dai suoi, osservando il gioco di dolore e piacere che le attraversa i lineamenti. "Ancora? Aurora lo chiede, la punta della frusta traccia una linea di fuoco sul petto di Lucia. "Sì" "I colpi si susseguono più veloci e più forti, ognuno dei quali è un'agonia deliziosa che le fa scorrere ondate di piacere nel corpo. La mano di Aurora è implacabile, il ritmo della frusta è una sinfonia di dolore che Lucia non sapeva di poter desiderare. Aurora le sussurra all'orecchio, la sua voce è una seducente sinfonia di oscurità. "Sei mia", dice, con il respiro caldo sul collo di Lucia. "Mi appartieni. E Farai tutto quello che ti dico, vero?
"Sì... sono tua" Lucia ansima, il suo corpo si inarca mentre la mano di Aurora si muove tra le sue gambe e le sue dita trovano il clitoride gonfio di Lucia. La telecamera riprende, catturando ogni momento. Il dolore è un marchio, che si conficca nella sua anima, rivendicandola come propria di Aurora. E quando Aurora si china per baciarla, Lucia sa di aver trovato il suo rifugio in questo mondo di peccato e piacere. Antonio osserva dall'ombra, la sua mano si muove a tempo dei colpi di Aurora. È disgustato da ciò che vede, ma il suo cazzo duro racconta una storia diversa. Il suo senso di colpa è dimenticato nella nebbia della sua lussuria, la sua mente è un tumulto di rabbia e desiderio.
Mentre la mano di Aurora si muove più velocemente, i gemiti di Lucia diventano più forti, riempiendo la stanza con una sinfonia di piacere e dolore. E da qualche parte, in fondo alla sua mente, Lucia sa di aver vinto. L'ipocrisia di suo padre è stata messa a nudo, e lei ha trovato il potere che ha sempre desiderato tra le braccia della donna che ha sempre amato. Con un ultimo, dolcissimo colpo, Lucia viene, il suo corpo trema per la forza dell'orgasmo. Aurora si stacca, con gli occhi che brillano di soddisfazione. "Sei un talento naturale", dice, la sua voce è un mormorio basso che sembra risuonare nella stanza. "Lo spettacolo è finito, puttanella."
Nude esauste ma felici Aurora e Lucia tornano sul divano, con un altro giro di whyskey e un'altra canna.
Il whisky brucia nella gola di Lucia, il calore si diffonde nel suo corpo come un fuoco liquido. Si appoggia ad Aurora, la sua nudità è una dichiarazione di resa e accettazione.
Aurora controlla dal suo cellulare il flusso interminabile di abbonati al suo sito che hanno pegato per vedere lo spettacolo, quando improvvisamente sgrana gli occhi e mostra il telefono a Lucia: "Tuo padre", dice Aurora, con la voce che sembra una fusa gentile, "Cosa vuoi dire?" Lucia chiede, con la voce che trema leggermente. Il sorriso di Aurora è una cosa bellissima, un movimento delle labbra che parla di oscuri segreti e desideri nascosti. "La diretta che abbiamo fatto", dice lei, con gli occhi che brillano di malizia, "tuo paadre ha pagato per vederla. Ha visto la sua dolce e innocente figlia fare la puttana davanti al mondo intero".
La rivelazione fa esplodere un lampo di rabbia in Lucia, ma viene subito superata dal brivido di sapere di averlo ferito nel modo più profondo possibile. Getta indietro la testa e ride, con un suono selvaggio e libero. "Può guardare", dice, con la voce piena di dispetto. Il whisky scioglie la lingua di Lucia, che confessa ad Aurora la sua rabbia e il suo dolore. Le racconta delle innumerevoli notti trascorse a letto, ascoltando i suoni soffocati delle indulgenze notturne del padre, la cui facciata religiosa si sgretolava a ogni grugnito e gemito. La mano di Aurora le accarezza i capelli, un tocco gentile che placa l'animo straziato di Lucia.
"Ho una proposta per te" dice Aurora. Un mio cliente, il direttore di un albergo di lusso, mi ha accennato che stanno cercando ragazze per il servizio in camera con... certi talenti”. Gli occhi di Lucia si allargano, la prospettiva è eccitante e terrificante al tempo stesso. "Che cosa vuoi dire?" chiede, con la voce che le trema. Aurora sorride, con un luccichio consapevole negli occhi. "Ha detto che molti degli ospiti dell'hotel sono uomini d'affari che cercano un po' di relax". Mi ha offerto un posto di lavoro, ma ho declinato, ma forse a te può interessare". Fa scorrere la mano sulla coscia nuda di Lucia e il suo tocco infiamma la pelle di Lucia. "È un'occasione per lavorare nel lusso, tesoro, e tenere nascosta la tua vera natura agli occhi indiscreti del mondo". L'idea è allettante, una miscela di rispettabilità e dissolutezza troppo allettante per potervi resistere. Lucia annuisce, la sua voce è un sussurro roco. "Lo farò", dice, la sua decisione è presa. "Sarò una puttana con l'uniforme da cameriera". Aurora ride, un suono basso e gutturale che fa correre un brivido lungo la schiena di Lucia. "Sarai la migliore ragazza del servizio in camera che l'hotel abbia mai visto".
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