La dissolutezza - Episodio 4 - Lorena, Selene e Tatiana al concerto punk.

di
genere
bondage

La cucina era un turbinio di attività, con il dolce aroma di vaniglia e zucchero che aleggiava nell'aria. Selene, con il grembiule macchiato, stava dando gli ultimi ritocchi al dolce che aveva preparato. Era il diciottesimo compleanno di Lorena e lei era determinata a renderlo speciale.

Lorena muoveva la testa al ritmo martellante della musica punk che riempiva il loro modesto appartamento. Non aveva voluto organizzare nessuna festa dei 18 anni, del resto non avrebbe saputo chi invitare, ma era felice, con il cuore che batteva forte per l'emozione, perché sapeva che quella torta non era un dolce qualsiasi. Era un simbolo dell'amore e della comprensione di sua madre, un omaggio al loro comune spirito ribelle. La glassa brillava di stelle argentate e sopra c'era una candela solitaria, la cui fiamma tremolava nella calda luce del tramonto che filtrava dalla finestra della cucina.

Con un gesto teatrale, Selene posò la torta sul tavolo. "Buon compleanno, piccola mia", esclamò con gli occhi che brillavano di orgoglio e Lorena provò un'ondata di amore per sua madre, che l'aveva sempre incoraggiata a esprimersi liberamente.

Lo sguardo di Lorena si posò su una busta nascosta sotto al vassoio della torta. La aprì con mani tremanti, "Che cos'è?" chiese, con voce piena di curiosità.

Selene sorrise, i suoi piercing sul naso riflettevano la luce mentre si chinava per sussurrare: "È un regalo da parte mia per te. Un buono per il tuo primo tatuaggio da Monica".

Gli occhi di Lorena si spalancarono per l'eccitazione. Quello di Monica era lo studio di tatuaggi preferito della madre, un luogo dove aveva trascorso innumerevoli ore a studiare disegni da consigliare alla madre e a condividere storie con l'artista. Era lì che Selene si era fatta fare la maggior parte dei tatuaggi che riempivano il suo corpo. Monica aveva una deontologia professionale per cui si rifutava di tatuare minorenni anche se con il permesso del genitore. Ora che Lorena era maggiorenne poteva finalmente realizzare il suo sogno di tatuarsi.

"Grazie, mamma", esclamò con voce piena di entusiasmo e stupore mentre esaminava il buono. "Sai quanto è importante per me!"

Selene sorrise calorosamente all'entusiasmo della figlia. "Certo che lo so, tesoro. Ricordo quando ho fatto il mio primo tatuaggio", ricordò, con gli occhi velati dalla nostalgia. "È stato come rivendicare una parte di me che non avevo mai osato mostrare prima. Voglio che tu viva la stessa esperienza".

La conversazione passò alla musica quando Lorena chiese: "Mamma, ti piace questo gruppo punk che sto ascoltando?". Alzò il volume, lasciando che il suono grezzo e sfrenato delle "Lezdom Collective" riempisse la stanza. La voce femminile cantava con una passione feroce che risuonava nel profondo dell'anima di Selene. Il testo era un mix di rabbia, amore e liberazione sessuale che solo chi aveva provato il dolore delle costrizioni sociali poteva apprezzare veramente. "Sono brave eh?"

Lorena annuì vigorosamente. "Suoneranno al 'Black Pearl' la prossima settimana", disse, con voce eccitata. "È uno spettacolo solo per maggiorenni e.. mi farebbe piacere se venissi con me". Si fermò, cercando con lo sguardo qualche segno di esitazione sul volto di Selene, ma tutto ciò che vide fu un sorriso complice.

"Ma certo, mi farebbe molto piacere, ma come mai, solo per maggiorenni?"

"Ehm.." Lorena sembrava un po' imbarazzata, "Nei loro show aggiungono elementi, diciamo... erotici, e spesso si esibiscono nude... è un problema?"

Selene abbracciò la figlia, "Ma figurati tesoro, non vedo l'ora di andarle a vedere queste ragazze!"

Lorena sentì un'ondata di adrenalina alle parole di sua madre. Aveva sempre saputo che Selene era uno spirito ribelle, ma questo era un lato di lei che non aveva ancora sperimentato appieno. "C'è qualcosa che dovresti sapere sul loro concerto, mamma", disse, con voce appena sopra un sussurro.

Selene alzò lo sguardo, "Cosa c'è, tesoro?".

"Beh, alla fine del concerto c'è questa specie di... rituale", esordì Lorena, arrossendo leggermente. "Scelgono tre ragazze tra il pubblico che possono andare nel backstage con loro. È una specie di... cosa BDSM, mamma. I membri della band sono le padrone e le fan sono le schiave".

Il sorriso di Selene rimase, ma i suoi occhi si fecero curiosi. Era sempre stata di mentalità aperta, ma questo era un territorio nuovo per lei e sua figlia. "Cosa succede durante questa... sessione?", chiese con voce calma e misurata.

Lorena fece un respiro profondo, con il cuore che le batteva forte. "Beh, le tre prescelte", spiegò con voce ferma nonostante i pensieri che le turbinavano nella mente. "Vengono condotte in una ...dungeon, con le musiciste della band, che fungono da Mistress, e le fan sono le loro... beh, le loro sottomesse". Fece una pausa, osservando attentamente la reazione di Selene. "Fanno cose BDSM, mamma. È una specie di rituale," fece una pausa "se... venissi scelta, mi lasceresti andare?".

Gli occhi di Selene si spalancarono leggermente, mentre la scintilla di curiosità in essi diventava più brillante. Era sempre stata aperta riguardo alla sessualità, ma questo era un lato di Lorena che non aveva ancora avuto modo di scoprire bene. "Nel caso in cui venissi scelta, tesoro", disse Selene con voce dolce e suadente, "certo che ti lascerò andare. Ora sei adulta e puoi fare le tue scelte".

Il cuore di Lorena fece un balzo. Il pensiero di condividere questa esperienza intima ed eccitante con sua madre era allo stesso tempo esaltante e leggermente terrificante. Abbassò lo sguardo sulla busta che aveva in mano, con i pensieri che le turbinavano nella mente. "Ma se vvenissi scelta tu?", sbottò, senza riuscire a trattenere la domanda che le era sfuggita dalle labbra.

Selene inarcò le sopracciglia e scoppiò a ridere. "Beh, se venissi scelta, immagino che passerò una nottata divertente incatenata nella loro dungeon", disse facendo occhiolino.

Nel frattempo, in una stanza poco illuminata, a pochi chilometri di distanza, Tatiana giaceva nuda sul letto, con due mollette da bucato che si era applicta sui capezzoli, il piccolo altoparlante blutooth che diffondeva a tutto volume i ritmi pesanti dell'ultimo album delle Lezdom Collective. La sua mano si muoveva ritmicamente sulla sua pelle morbida ed elastica, seguendo le curve dei suoi seni abbondanti. Nonostante i bodyshaming crudeli a scuola, sapeva di essere bella, e il modo in cui le schiave sullo schermo del suo laptop venivano legate e sottomesse da Mistress bellissime non faceva che alimentare le sue fantasie. I suoi occhi erano incollati allo schermo, mentre guardava una dominatrice dai capelli rossi brandire un frustino con un'abilità che le faceva battere forte il cuore.

La mano di Tatiana scivolò più in basso, stuzzicando il cliroride mentre immaginava di essere al loro posto, provando il brivido della sottomissione e il bruciore del bacio della frusta. La musica e i gemiti degli artisti sullo schermo creavano una sinfonia di sensazioni che le facevano arricciare le dita dei piedi. Il suo respiro si fece più affannoso, i suoi occhi si velarono di desiderio mentre si perdeva nel mondo di pelle e pizzo che si svolgeva davanti a lei.

I suoi pensieri vagarono verso il concerto imminente, il biglietto stretto nella mano come un talismano sacro. L'attesa era quasi insopportabile. Aveva sentito voci sul rituale, sul modo in cui i membri della band sceglievano le loro sottomesse tra la folla frenetica e sulle notti selvagge di piacere e dolore che ne seguivano. Era un'occasione per farsi notare, per essere scelta da donne potenti che sapevano esattamente cosa volevano. Il suo corpo fremeva di eccitazione al pensiero di essere una delle poche fortunate.

La sera del concerto era finalmente arrivata e l'attesa era palpabile nell'aria. La fila fuori dal locale era un mare di latex nero, tatuaggi e piercing, una sinfonia visiva di ribellione e desiderio. Selene e Lorena erano lì, con un abbigliamento che dichiarava le loro intenzioni per la serata. Selene sfoggiava una gonna corta di latex, le gambe toniche accentuate da calze a rete che aderivano alla sua pelle come un secondo strato di inchiostro. La maglietta bianca, quasi trasparente, che indossava rivelava i tatuaggi intricati che le ricoprivano il petto, . I suoi stivali al ginocchio avevano un tacco affilato che ticchettava sul marciapiede ad ogni passo, una promessa del potere che racchiudeva in sé.

Lorena era una visione nel suo top nero aderente, il tessuto che si tendeva sui suoi seni abbondanti e lasciava poco all'immaginazione. La profonda scollatura era un invito silenzioso, una dichiarazione della sua sessualità in fiore che rispecchiava i testi espliciti della band che erano venuti a vedere. I suoi pantaloncini erano così corti che coprivano a malapena le sue natiche rotonde e sode, lasciando in mostra una seducente distesa di pelle. Le Doc Martens ai suoi piedi erano un omaggio alla giovinezza ribelle.

Tatiana non poté fare a meno di notare la coppia madre-figlia mentre si avvicinavano alla fila. Era vestita in modo ancora più audace, con una maglietta a rete trasparente che non lasciava praticamente nulla all'immaginazione. I suoi seni rimbalzavano delicatamente mentre si muoveva, i piercing sui capezzoli brillavano come piccole stelle sotto le luci al neon dell'insegna del locale. I pantaloni in lattice che indossava le aderivano come una seconda pelle, mettendo in risalto ogni curva e ogni avvallamento del suo corpo, e terminavano con un paio di stivali con tacco a spillo che aggiungevano un'aria di dominanza al suo atteggiamento altrimenti sottomesso.

Gli sguardi di Tatiana e Lorena si incrociarono e tra loro passò una scintilla di riconoscimento. Era come se fossero anime gemelle, legate dal loro amore condiviso per la potenza pura della musica del Lezdom Collective e dalla libertà che essa rappresentava. Selene osservò l'abbigliamento di Tatiana con un cenno di approvazione, la sua vena ribelle riconobbe in lei un'anima affine.

Tatiana fece un passo avanti, con voce seducente. "Sembra che siate pronte a scatenarvi", disse, fissando i tatuaggi di Selene. "Sono Tatiana", si presentò, tendendo una mano adornata da polsini di pelle borchiati.

Lorena spalancò gli occhi, ammirando la bellezza che aveva davanti. "Wow, sei fantastica", sussurrò, arrossendo. Selene annuì in segno di approvazione, guardando con apprezzamento il corpo di Tatiana. "Io sono Lorena", disse, "e questa è mia madre, Selene".

Le porte della sala concerti si spalancarono con un boato fragoroso e la folla si riversò all'interno come un'onda anomala di ribelli vestiti di nero. Selene, forte della sua esperienza nei mosh pit di innumerevoli concerti, guidò la carica. Lorena e Tatiana le stavano attaccate, con gli occhi spalancati per l'eccitazione, mentre Selene si faceva abilmente strada tra la folla di fan entusiasti. Le tre si fecero strada a spintoni, muovendosi all'unisono, fino a conquistare un posto in prima fila davanti al palco.

E poi, come dee scese dal cielo, apparvero le Lezdom Collective. Le luci si abbassarono e un unico riflettore illuminò il trio mentre sfilava con passo deciso. Vanessa, chitarra e voce, fu la prima ad apparire, con la sua aderente tuta in lattice nero che non lasciava nulla all'immaginazione, tranne che per le aperture strategicamente posizionate che incorniciavano la sua figa e il suo culo esposti. Il materiale le aderiva come una seconda pelle, mettendo in mostra il suo fisico potente e atletico. La folla esplose in applausi e fischi, con gli occhi che divoravano ogni suo movimento.

Subito dietro di lei c'era Stefania, bassista, con il suo corsetto rosso con il seno spinto verso l'alto e in fuori, che implorava attenzione. Le sue gambe sembravano infinite negli stivali da dominatrice che indossava, con i tacchi che aggiungevano un'aria di autorità alla sua andatura sicura.

E infine c'era Francesca, completamente nuda, con il corpo ricoperto di tatuaggi e piercing che brillavano sotto le luci del palco. La sua nudità era una testimonianza della sua mancanza di paura, la sua sicurezza era così potente da essere quasi palpabile. I suoi unici ornamenti erano un collare borchiato intorno al collo e un paio di manette che le penzolavano dai polsi. Era l'incarnazione dell'energia sessuale allo stato puro.

La folla si riversò in avanti. E poi, all'unisono, le tre musiciste voltarono le spalle al pubblico, chinandosi per rivelare i luccicanti plug anali che erano comodamente annidati nei loro culi. Ogni plug aveva una luce lampeggiante che si proiettava sul mare di volti entusiasti.

Gli occhi di Selene si illuminarono di una gioia selvaggia mentre guardava, la mano che si spostava istintivamente sul proprio culo, accarezzando la pelle liscia. Gli occhi di Lorena erano spalancati, le pupille dilatate dall'eccitazione e da un pizzico di nervosismo. La vista dei plug era allo stesso tempo scioccante ed eccitante, una rappresentazione visiva della libertà sessuale che aveva appena iniziato a esplorare. Tatiana, invece, non riuscì a trattenere un gridolino di gioia. Aveva visto atti simili nelle sue avventure online, ma vederlo dal vivo, proprio davanti a lei, era un sogno che si avverava.

La musica era un'espressione cruda e senza filtri della sensualità e della potenza della band, ed era impossibile non lasciarsi trasportare dal momento. Selene iniziò a muoversi, il suo corpo ondeggiava. Lorena seguì l'esempio della madre, il suo corpo si muoveva con una grazia che neanche sapeva di possedere. La folla intorno a loro divenne una massa contorta di carne, ognuno saltava, i loro movimenti erano una silenziosa dichiarazione di sottomissione alla musica e alla band che la controllava.

A metà concerto, la voce di Vanessa risuonò dagli altoparlanti: "Liberatevi, mostratemi le vostre tette, ragazze!". Con un gesto teatrale, si strappò di dosso la tuta in lattice, rivelando il seno nudo alla folla esultante. I piercing brillavano sotto le luci stroboscopiche, in netto contrasto con la sua pelle pallida. La folla ruggì e Selene sentì un brivido di eccitazione attraversarla.

Stefania, per non essere da meno, iniziò a sfilarsi il corsetto. La folla impazzì, in un misto di ammirazione e invidia. Lorena osservava, con il cuore che batteva all'impazzata.

E poi, come il momento catartico avesse preso il controllo del suo corpo, Tatiana fu la prima ad agire. Con un movimento rapido, si strappò la maglietta a rete, liberando i suoi seni grandi e sodi. Erano un'opera d'arte, ogni curva e contorno evidenziati dai piercing che li adornavano. Gli occhi di Selene si spalancarono per la sorpresa e l'ammirazione.

Ispirata dall'audacia di Tatiana, Selene seguì il suo esempio. Si sfilò la maglietta dalla testa e la gettò a terra, rivelando il mosaico di tatuaggi che le ricopriva il busto. I suoi seni, sebbene non giovani come quelli di Tatiana, non erano meno impressionanti. Erano sodi e pieni, con grandi capezzoli scuri che stavano sull'attenti, piercing con anelli d'argento luccicanti che si intonavano ai suoi occhi. Lorena guardò con stupore, provando un misto di orgoglio e invidia nel vedere come gli sguardi della folla fossero attratti da sua madre.

Senza pensarci due volte, Lorena si unì a loro. Il tessuto della sua canottiera si strappò e i suoi seni grandi e naturali rimbalzarono liberi. Gli occhi della folla passarono da Selene a Lorena, e le loro urla di apprezzamento si fecero più forti. Le tre ballarono insieme, i loro seni nudi che ondeggiavano al ritmo della musica, ognuno una dichiarazione di ribellione.

La maggior parte delle ragazze del pubblico fece lo stesso, le loro inibizioni spazzate via dalla performance imponente delle Lezdom Collective. Il locale si trasformò in un mare di carne nuda, una sinfonia di piercing ai capezzoli e tatuaggi in bella mostra. Era una scena di liberazione e empowerment, una rappresentazione visiva dei testi che pulsavano dagli altoparlanti. La band si godette lo spettacolo, gli occhi che scrutavano la folla alla ricerca delle candidate perfette per il loro rituale post-concerto. Venessa dal palco puntò gli occhi su Selene e le fece una linguaccia...

Tatiana sentì un brivido percorrerle la schiena quando i suoi occhi incontrarono quelli di Lorena. L'aria era elettrica di desiderio e lei sapeva che la notte stava per diventare selvaggia. Senza dire una parola, le due giovani donne si avvicinarono l'una all'altra, i loro seni premuti l'uno contro l'altro in un abbraccio stretto e appassionato. La sensazione della pelle morbida e calda di Lorena contro la sua era come una scintilla che accese un fuoco dentro Tatiana. Sentiva la sua figa diventare sempre più bagnata, il suo cuore battere all'unisono con la musica che pulsava intorno a loro.

Con un'audacia che non aveva mai provato prima, Tatiana colmò la distanza tra i loro volti e premette le labbra su quelle di Lorena. Il bacio fu affamato, disperato, una dichiarazione della passione che covava appena sotto la superficie. Gli occhi di Lorena si spalancarono per un attimo di sorpresa prima di sciogliersi in esso, la sua bocca che si muoveva avidamente contro quella di Tatiana. La folla intorno a loro svanì mentre le loro lingue danzavano insieme, esplorando il gusto della dolcezza e della ribellione che era solo loro.

Selene osservava la scena con un sorriso complice, il cuore gonfio di orgoglio e un pizzico di nostalgia. Aveva sempre saputo che sua figlia era attratta dalle donne, aveva notato il modo in cui gli occhi di Lorena si soffermavano sulle forme femminili. Era una parte di lei che Selene aveva sempre accettato e incoraggiato, e ora, vederla sbocciare davanti ai suoi occhi era come guardare un bellissimo bouquet di fiori contorti prendere vita.

Venessa sembrava non distogliere mai gli occhi da Selene e le ragazze che si scambiavano effusioni proprio sotto al palco, Selene se ne era accorta e questo le causava un brivido in mezzo alle cosce.

Mentre le ultime note svanivano nella notte, le ragazze della band diedero di nuovo le spalle al pubblico, con un gesto teatrale si sfilarono i plug anali, di nuovo rivolte al pubblico le tre reggevano ciascuna il proprio plug in mano, e un brivido di anticipazione attraversò Selene mentre li guardava. La voce di Vanessa, ricca di potenza e seduzione, rimbombò dagli altoparlanti. "Chi è pronto per una notte di sottomissione?" miagolò al microfono, "le ragazze che riceveranno i plug saranno le prescelte". Poi Vanessa e Stefania diedero i loro plug a Francesca, e Vanessa sussurrò qualcosa all'orecchio di Francesca indicando con il viso Selene e le due ragazze con lei.

Francesca scese i tre gradini del palco e si diresse verso la balaustra di protezione, il primo plug lo consegnò a Tatiana che si lasciò andare a un grido isterico di felicità, saltando e alzando il plug con entrambe le mani in aria come se fosse la coppa del mondo. Il secondo plug lo diede a Lorena, incredula guardò prima la madre, quasi timorosa che nonostante quello che le aveva detto potesse non approvare, ma il sorriso felice di Selene era un chiaro segno di approvazione e si abbracciò con Tatiana, le due, felici, si scambiarano un lungo bacio stringendo nelle mani i loro trofei.

Selene, fu l'ultima a ricevere il premio, era il plug più grosso e ambito, quello di Vanessa. Dal momento in cui il plug aveva lasciato il corpo della cantante, Selene aveva avvertito uno strano legame con esso. Era come se fosse attratto da lei, una forza magnetica che lo spingeva verso di lei. Guardò sua figlia e Tatiana, i loro occhi accesi da un misto di eccitazione e trepidazione, e capì che quella sarebbe stata una notte che nessuna di loro avrebbe mai dimenticato.

Il backstage era un turbinio di attività, in netto contrasto con il caos del concerto. Le tre musiciste, con il trucco sbavato ma la sicurezza incrollabile, si fermarono un attimo ad ammirare Selene, Lorena e Tatiana in piedi davanti a loro, a petto nudo e ansimanti. Il sorriso di Vanessa si fece malizioso mentre si avvicinava con passo felpato, porgendo loro tre birre fredde. "Benvenute all'after party, mie adorabili sottomesse", mormorò con voce suadente, mentre i suoi occhi scrutavano il corpo di Selene.

Ci furono le presentazioni, cominciarono a girare delle canne, gli occhi di Vanessa si accesero di una scintilla sadica quando seppe che Lorena era la figlia di Selene. "Selene" Le porse una canna, lasciando le dita sulle sue un attimo più del necessario. "Stasera sarai dalla nostra parte, Mistress Selene. E quale modo migliore per inaugurare il tuo nuovo titolo se non dominando tua figlia?"

Selene prese la canna, con gli occhi che brillavano di eccitazione, fece un tiro e lasciò andare il fumo. "Lorena è stata una ragazza cattiva", disse, abbassando la voce fino a renderla sensuale. "Stasera avrà la sua punizione". Lorena arrossì, ma non protestò. Anzi, fece un passo verso Tatiana, i loro corpi che si sfioravano in una silenziosa promessa di ciò che stava per accadere.

Selene guardò sua figlia, fece un lungo tiro dalla canna. "Sei sicura di essere pronta per questo, Lorena?"

Lorena annuì, con gli occhi che brillavano di eccitazione. "Più che pronta", sussurrò. Il pensiero di sua madre che la dominava, guidandola attraverso le acque inesplorate del BDSM, era inebriante. Sentiva il suo corpo reagire, i capezzoli che si irrigidivano per l'anticipazione mentre l'aria fresca del backstage le sfiorava.

Con un cenno a Selene, Vanessa guidò il gruppo fuori dal frenetico backstage e verso un furgone in attesa. Il viaggio fu breve ma pieno di tensione, mentre l'attesa cresceva di minuto in minuto. Il furgone si fermò davanti a un edificio anonimo alla periferia della città, in netto contrasto con il glamour e il caos della sala concerti. Il parco giochi personale della band, un luogo dove le loro fantasie più sfrenate prendevano vita.

L'interno dell'edificio era un labirinto di corridoi bui, con pareti adornate da opere d'arte che avrebbero fatto arrossire anche i più smaliziati. Le tre fan seguirono le musiciste, con il cuore che batteva forte mentre venivano condotte sempre più in profondità nella tana del peccato. Il profumo di cuoio e incenso riempiva l'aria. Arrivarono in un bagno grande e lussuoso, dove il rumore dell'acqua che scorreva riecheggiava sulle pareti piastrellate di nero.

Le ragazze della band, i corpi luccicanti di sudore e dei brillantini della loro esibizione, entrarono nella doccia, l'acqua scorreva su di loro come una cascata. Selene non poté fare a meno di provare un brivido di eccitazione mentre le guardava, le mani che le tremavano leggermente mentre sbottonava i pantaloncini di Lorena. La giovane donna li sfilò, senza mai distogliere lo sguardo da quello di sua madre, la tensione tra loro densa di desideri inespressi.

Selene si voltò verso Tatiana, il suo sguardo soffermandosi sul collare borchiato che le incorniciava il collo. Con un sorriso complice, allungò la mano e lo slacciò.

Tutte e tre entrarono nella doccia, l'acqua che scorreva su di loro in un torrente di calore e vapore. Era una danza di seduzione e sottomissione, la musica dei loro desideri condivisi che riecheggiava sulle piastrelle. Gli occhi di Lorena incontrarono quelli di Tatiana, i suoi seni che sfioravano quelli dell'altra mentre le loro labbra si incontravano in un bacio morbido e appassionato. L'acqua scorreva lungo i loro corpi, mescolandosi al sapone mentre le loro lingue si intrecciavano in una promessa silenziosa di ciò che stava per accadere.

Selene le guardava, con il cuore gonfio di un misto di orgoglio e desiderio. Non aveva mai visto Lorena così viva, così consumata dalla passione. Vanessa, sempre seducente e incredibilmente bella nella sua nudità, porse a Lorena e Tatiana un collare ciascuno, con la scritta "Slave bitch" che brillava sotto le luci intense del bagno. I collari erano un chiaro promemoria dei loro ruoli per la serata, e Selene provò un brivido di eccitazione alla vista.

Le giovani donne presero i collari, gli occhi luccicanti di un misto di eccitazione e paura. Sapevano cosa ci si aspettava da loro, e Selene poteva vedere il modo in cui i loro corpi rispondevano alla sfida. Con voce ferma, Vanessa ordinò loro di indossare i collari e di mettersi a quattro zampe. Lorena e Tatiana obbedirono, il respiro affannoso mentre aspettavano il prossimo comando.

Francesca applicò due guinzagli sui collari e invitò le ragazze a camminare carponi fino alla dungeon.

La pesante porta di metallo nero della dungeon aveva un aspetto minaccioso. Era decorata con intricati intagli raffiguranti catene, fruste e figure vestite di pelle intrecciate in vari stati di estasi, che lasciavano intuire la depravazione che si celava al di là.

Con un gesto teatrale, Francesca aprì la porta, rivelando uno spazio che era più di una semplice stanza: era una camera di delizie sensoriali e desideri oscuri. Le pareti erano dipinte di un rosso intenso e vellutato, mentre il pavimento era ricoperto da un tappeto nero e soffice che sembrava inghiottire ogni raggio di luce che osasse toccarlo. L'aria era densa del profumo di incenso e cuoio. Al centro c'era una gabbia, con le sue sbarre di ferro fredde e inflessibili, l'immagine stessa della reclusione e della sottomissione.

Con uno sguardo malizioso Francesca, spinse le ragazze nella gabbia. La gabbia era minuscola, alta appena 60 cm, e le sbarre di ferro sembravano quelle di una prigione. Francesca serrò il grande lucchetto con un clic definitivo che fece correre un brivido di terrore lungo la schiena di Lorena.

Le ragazze si guardarono l'un l'altra, con il respiro affannoso per l'eccitazione. Era arrivato il momento che entrambe avevano fantasticato per settimane. La realtà di essere così vicine ai loro idoli, così vulnerabili e alla loro mercé, era travolgente. Lo spazio era così ristretto che dovevano stare accovacciate. Lorena sentì il calore del corpo di Tatiana mentre cercavano di mettersi in una posizione più comoda. Le loro gambe si aggrovigliarono e, senza rendersene conto, si ritrovarono in una posizione 69, ognuna con la figa sul volto dell'altra. L'attesa fu lunga, l'eccitazione cresceva, e le ragazze si leccavano avidamente le fighe bagnate aggrovigliate nella gabbia.

Nel frattempo Vanessa e Stefania accompagnarono Selene nel camerino adiacente la dungeon, Vanessa aprì la pesante porta in legno massiccio di un armadio e la visione lasciò a bocca a perta Selene. "Wow, Vanessa, questa collezione è... incredibile", mormorò Selene, spalancando gli occhi mentre osservava le file di capi in pelle, lattice e pizzo che riempivano lo spazio. Il profumo intenso dei tessuti si mescolava al leggero sentore di pelle, creando un'aura inebriante che sembrava pulsare con la promessa di potere e sottomissione.

Le dita di Vanessa danzavano sulle stampelle, fermandosi brevemente per tracciare il contorno di un corsetto cremisi prima di proseguire. I suoi occhi si illuminarono quando trovò ciò che stava cercando: un elegante abito nero in lattice, un capolavoro di sadismo sobrio, adornato con borchie argentate e cerniere che sembravano poter mordere la pelle da un momento all'altro. Era un capo che richiedeva attenzione, una seconda pelle che sussurrava dominio e controllo.

Stefania scelse un corsetto scarlatto il tessuto sembrava dipinto sulla pelle. Il corsetto era un capolavoro di design, un intreccio di pelle e pizzo che lasciava i suoi seni completamente esposti, con i capezzoli rosati in cui erano appesi due grandi anelli di acciaio che spuntavano come due timidi fiori. Stringeva la vita, accentuando il suo fisico a clessidra con una ferocia che poteva essere descritta solo come una dichiarazione di guerra.

Vanessa scelse un corsetto per Selene, i suoi occhi brillavano maliziosi mentre lo porgeva a Selene. "Tieni, tesoro", disse con voce vellutata. "Questo ti starà benissimo".

Selene afferrò il corsetto con le mani, sentendone il peso e la freschezza del tessuto contro i palmi. Era in netto contrasto con il calore che si stava accumulando nella stanza L'indumento era di un verde smeraldo intenso, un colore che avrebbe messo in risalto i capelli infuocati e la carnagione pallida di Selene come un gioiello su velluto. Il pizzo intricato e gli accenti cromati luccicanti esprimevano una sofisticata crudeltà, un gusto raffinato nell'arte del dominio. Era chiaro che Vanessa lo aveva scelto pensando al talento nascente di Selene.

Con trepidante eccitazione, Selene guardò il proprio riflesso nello specchio, provando un brivido di anticipazione mentre indossava il corsetto. Il tessuto era morbido come il burro sulla sua pelle, i lacci sussurravano contro il suo corpo mentre lei lo stringeva, centimetro dopo centimetro, fino a modellarlo su di lei come l'abbraccio di un amante. La pressione era squisita.

Francesca era rimasta fuori dal camerino ad attendere le tre donne completamente nuda. Quando le vide uscire dal camerino aprì la dungeon.

La porta della dungeon si aprì con un rumore metallico che riecheggiò nella stanza, provocando un brivido di eccitazione lungo la schiena di Selene. Lorena e Tatiana sbirciavano dalla loro gabbia, i loro occhi spalancati che osservavano il trio di Padrone. Erano l'immagine dell'innocenza, la loro innocente bellezza giovanile era messa alla prova dalla cruda realtà della loro situazione. Il loro respiro si fece affannoso mentre osservavano la bellezza oscura che stava per dispiegarsi davanti a loro. Le tre Mistress si muovevano con la disinvoltura di regine che sorvegliano il loro regno, ogni passo riecheggiava la promessa di una passione sfrenata.

Francesca aprì la gabbia e fece uscire le ragazze che vennero fatte inginocchiare davanti alle padrone

Per Selene, vedere sua figlia e la sua nuova compagna, Tatiana, inginocchiate davanti a lei, con gli occhi spalancati per l'attesa, riempì Selene di un senso di orgoglio ed eccitazione che era quasi travolgente.

Lorena era un'immagine di innocenza e ribellione. I capelli ancora bagnati dopo la doccia le ricadevano sul viso e il collare intorno al collo brillava nella luce fioca della dungeon. I seni nudi oscillavano leggermente mentre respirava l'aria pesante. Il collare le stava bene, pensò Selene con un sorrisetto, era una dichiarazione della sua volontà di sottomettersi ai desideri della notte.

"Una cosa", disse Vanessa, guardando Lorena e Tatiana inginocchiate davanti a lei, "qui non ci sono parole di sicurezza. Questo è il regno delle schiave forti e coraggiose. Avete scelto di sottomettervi a noi e ci aspettiamo che sopportiate ogni dolore e umiliazione con la grazia delle vere sottomesse. Ma non temete", aggiunse con un occhiolino, "siamo esperte. Vi spingeremo al limite, ma mai oltre".

La stanza era così silenziosa che si poteva quasi sentire l'eco delle sue parole. L'aria era densa di aspettativa e di un leggero sentore di paura, un mix inebriante che non faceva che aumentare l'eccitazione di Selene. Guardò sua figlia e Tatiana, entrambe leggermente tremanti, con gli occhi sgranati per un misto di terrore ed euforia.

Francesca, sempre silenziona, si avvicinò a loro con un vassoio. Sopra c'erano due gagball di gomma rosse, del tipo che sembrava gridare sottomissione ancora prima di essere usate. Selene sentì la propria figa contrarsi alla vista, la mente che correva alle possibilità di ciò che stava per accadere.

"Aprite la bocca", ordinò Stefania con voce bassa e autorevole. Lorena e Tatiana obbedirono senza esitazione, aprendo la bocca per accogliere le palline. La bassista ne infilò una in ciascuna delle loro bocche, mentre Francesca serrava i legacci dietro la nuca. Con gli occhi che brillavano di eccitazione Selene le guardava lottare per tenere in posizione le sfere, trasformando le loro grida di anticipazione in gemiti soffocati.

Con un sorriso crudele, Vanessa ordinò a Francesca, di preparare la panca per le sculacciate. La panca era dotata di una gogna con tre fori perfettamente allineati, ciascuno delle dimensioni giuste per contenere la testa e i polsi delle schiave. Il legno era liscio e consumato da innumerevoli notti di utilizzo, ogni scanalatura e ogni rientranza raccontavano le storie silenziose dei gemiti e delle urla che avevano risuonato nella dungeon. Le schiavi, tremanti per l'attesa e il terrore, vennero condotte alle panche, i loro corpi nudi illuminati dalle candele tremolanti..

Furono costrette a inginocchiarsi con lo stomaco e le tette premute contro il legno freddo e duro. I loro polsi e collo furono appoggiati alle gogne, Francesca fece ricadere la parte superiore delle gongne, e le chiuse con un lucchetto. I corpi delle ragazze erano inarcati in segno di sottomissione, mentre i loro culi erano sollevati e accessibili per qualsiasi tormento Mistress Vanessa avesse in serbo per loro.

Una volta che le schiave furono in posizione, le loro caviglie furono incatenate con pesanti catene fissate alle robuste gambe della panca. Il rumore metallico riecheggiò nella stanza, ricordando loro il loro stato di sottimissione. Non potevano fare altro che attendere il loro destino, con il cuore che batteva forte nel petto. Le catene furono regolate in modo da garantire che le loro gambe fossero divaricate quanto bastava per consentire una sculacciata più efficace

Vanessa si avvicinò a Selene, posando delicatamente la mano sul suo braccio. "Mistress Selene. Stasera mi aspetto grandi cose da te". Selene annuì, senza distogliere lo sguardo dalle figure inginocchiate davanti a lei. Sentiva il potere scorrere dentro di sé, un mix inebriante di istinto materno e dominanza sessuale che la faceva sentire invincibile.

"Non sono meravigliosi questi culetti?" disse Vanessa ammirando i culi esposti di Lorena e Tatiana, Selene annuì

Francesca arrivò con un vassoio sul quale erano posizionate due spank pad, ciascuno di un rosso vivace che sembrava pulsare della stessa energia che scorreva nelle vene di Selene. Gli occhi della batterista incontrarono quelli di Selene, scambiandosi una sfida silenziosa. Vanessa afferrò una pad, con una presa ferma e sicura. "Tu sculaccerai tua figlia", ordinò, con una voce seducente e sussurrata che sembrava riempire la stanza. "Io mi occuperò del culo di Tatiana".

Il cuore di Selene batteva forte mentre prendeva il secondo pad. L'idea di sculacciare sua figlia in un contesto del genere era allo stesso tempo eccitante e tabù. Ma sapeva che quella era una scelta di Lorena, il suo modo di esplorare la propria sessualità e il mondo BDSM che tanto la attraeva.

"Non essere timida, sculacciala così!" Vanessa colpì le natiche di Tatiana lasciando un'impronta cremisi sulla pelle pallida della giovane donna. Tatiana rovesciò gli occhi all'indietro, emettendo un gemito soffocato che sfuggì dalla gag.

Selene fece un respiro profondo e sollevò il pad Con tutta la forza che riuscì a raccogliere, lo abbatté sulle natiche paffute e rotonde di Lorena accompagnato da un grido, come quelli emessi dalle giocatrici di tennis durante un match. Il suono riecheggiò nella dungeon, un rumore secco che sembrò rompere la tensione nell'aria. Lorena spalancò gli occhi e emise un gridolino di sorpresa. Ma invece del dolore, Selene vide in essi una scintilla di eccitazione, una scintilla che diventava più brillante a ogni successivo colpo. E cotinuò a colpire con tutta la forza che aveva, e ad ogni colpo emetteva un grido.

Tra le due panche Stefania impugnò una frusta, con gli occhi che brillavano di eccitazione. Si muoveva con la grazia di un'artista esperta, i muscoli che si contraevano mentre frustava Lorena e Tatiana sulla schiena con un ritmo alternato. Il suono della frusta che fendeva l'aria era una sinfonia di desiderio e dolore, un crescendo che sembrava intensificarsi ad ogni colpo. Selene continuava a colpire, la sua figa diventava sempre più bagnata ad ogni botta.

Ma l'estasi di Selene fu interrotta quando Vanessa gridò: "Basta così, padrona Selene". La cantante si avvicinò a Tatiana, gli occhi che scrutavano i segni rossi che le deturpavano il culo. "Guarda che spettacolo", mormorò, passandosi la lingua sulle labbra. Senza preavviso, si inginocchiò e premette la bocca sul culo di Tatiana, la lingua leccava avidamente il buco di culo mentre le reggeva le natche affondando le unghie nella carne della ragazza.

Selene osservava, gli occhi oscurati dal desiderio. E quando vide il modo in cui il corpo di sua figlia si inarcò, sentì lo stesso desiderio impossessarsi di lei...

Si avvicinò a Lorena, con il pad per sculacciare ancora stretto in mano. Lo posò da parte, con lo sguardo fisso sul culo della figlia. I segni delle sculacciate ben visibili, e sapeva che quello era solo l'inizio. Con un respiro profondo, si chinò e premette la bocca sulla pelle di Lorena, facendo scivolare la lingua sul buco del culo. Lorena spalancò gli occhi, provando una sensazione strana ed eccitante. Selene sentì il corpo della figlia irrigidirsi e poté quasi assaporare l'eccitazione nell'aria.

Francesca si avvicinò con un vassoio contenente due enormi plug anali che brillavano sotto le luci temolanti della dungeon.

Vanessa ne prese uno e lo ricoprì di lubrificante, poi ne appoggiò la punta sul bico di culo di Tatiana e cominciò a spingere. Tatiana spalancò gli occhi, ma rimase immobile, respirando a fatica attraverso la gag mentre il plug la penetrava. Selene osservò, provando un misto di invidia e orgoglio. Aveva il plug destinato a Lorena in mano, ma attese il segnale di Vanessa.

"Procedi", disse Vanessa, senza distogliere lo sguardo da Selene mentre inseriva il plug nel culo di Tatiana. Selene fece un respiro profondo, sentendo crescere l'eccitazione. Il plug scivolò facilmente nel culo della figlia, Lorena rovesciò gli occhi all'indietro ed emise un gemito sommesso attraverso la gag.

"Bene, ora la croce a X", ordinò Vanessa con voce suadente. Entrambe le ragazze furono aiutate ad alzarsi, con le gambe che tremavano leggermente mentre i plug le riempivano il culo. Francesca e Steafania le posizionarono alla base di due grandi croci a X nere che si ergevano alte e intimidatorie al centro della dungeon. Selene osservò la figlia mentre i polsi e le caviglie venivano legati con delle catene, il suo corpo teso ed esposto, gli occhi pieni di desiderio, le sembrava bellissima.

Francesca consegnò a Selene una scatola di metallo con un sorriso complice. All'interno c'era un assortimento di morsetti, ognuno con denti affilati e luccicanti che promettevano un intenso dolore. Vanessa aveva già iniziato con Tatiana, le sue mani esperte posizionarono la il primo morsetto sul capezzolo della giovane fan con una precisione che denotava esperienza. I denti metallici affondarono nella carne tenera, provocando un gemito e uno spruzzo di sangue. La vista era allo stesso tempo sconvolgente ed eccitante, e Selene sentì i propri capezzoli irrigidirsi.

Vanessa continuò il suo abile assalto sul corpo di Tatiana, applicando un morsetto dopo l'altra con una cura che faceva emergere il sadismo di Vanessa. Ogni volta che ne applicava uno, Selene osservava il corpo di Tatiana inarcarsi, i suoi occhi chiudersi in un urlo silenzioso di piacere e dolore. La stanza era animata dai suoni del metallo sulla carne, dal tintinnio delle catene e dai gemiti soffocati delle sottomesse. Era una sinfonia di desiderio, una cacofonia di sensazioni che sembrava risuonare nel profondo dell'anima di Selene.

Selene provò un brivido di eccitazione quando prese un morsetto dalla scatola, era freddo e spietato, i denti affilati brillavano nella luce fioca come le zanne di un predatore pronto a colpire. Fece un respiro profondo e si avvicinò a sua figlia.

Con mani tremanti, Selene avvicinò il morsetto aperto al capezzolo di Lorena. "Pronta?", sussurrò con voce roca di desiderio. Lorena annuì, senza distogliere lo sguardo da Selene. Selene applicò il morsetto, sentendo la carne cedere mentre i denti affondavano nella pelle delicata. Il corpo di Lorena ebbe un sussulto e un grido soffocato le sfuggì dal bavaglio. Selene osservò incantata mentre una goccia di sangue sgorgava e poi scorreva lungo il ventre della figlia, mescolandosi alle scintille di sudore.

La vista del sangue, il rumore dei denti dei morsetti che affondavano nella carne e il profumo dell'eccitazione nell'aria erano inebrianti. Selene si spostò lungo il corpo della figlia, applicando i morsetti all'interno delle cosce, allo stomaco e infine due alla base delle grandi labbra della figa. Ogni volta, il corpo di Lorena reagiva, in una sinfonia di dolore e piacere che Selene trovava assolutamente affascinante. Con ogni morsetto, il legame tra loro diventava più forte, i confini tra madre e figlia si confondevano in qualcosa di più primordiale, più intimo.

Selene osservò il corpo di Lorena con i numerosi rigagnoli di sangue, il petto le si gonfiava per l'eccitazione. Incontrò lo sguardo di Lorena e in esso vide un misto di amore, paura e desiderio. Era un cocktail inebriante che non faceva altro che alimentare il desiderio di Selene.

Vanessa prese due gatti a nove code dalla parete, i lunghi fili di cuoio le serpeggiavano tra le dita. Ne offrì una a Selene, con un sorriso che si faceva sempre più cupo. "Queste fanno male", la avvertì con voce roca. "Ma oh, che suoni fanno..."

Con un rapido movimento del polso, la frusta di Vanessa fendette l'aria e colpì il corpo di Tatiana con uno schiocco che fece stringere lo stomaco a Selene. Il corpo di Tatiana sussultò, i morsetti sui suoi seni tintinnarono come campanelli per l'impatto. La ragazza emise un grido soffocato, gli occhi spalancati per lo shock e l'eccitazione.

Selene prese la frusta con cautela, incrociò gli occhi della figlia e vi lesse una supplica. Il desiderio di essere frustata.

Il rumore dello schiocco riecheggiò nella dungeon, un suono che sembrò risuonare nelle ossa di Selene. Gli occhi di Lorena non si staccarono mai dai suoi, con una chiara sfida. Selene colpì di nuovo, la frusta fischiò mentre colpiva lo stesso punto, lasciando una seconda linea di fuoco che danzava accanto alla prima. Il corpo di Lorena sussultò, la schiena si inarcò per l'impatto, ma lei non emise alcun suono oltre a un brusco respiro. Ad ogni colpo, dato con tutta la sua forza, Selene emetteva i suoi gemiti di eccitazione.

La dungeon era animato dai suoni del cuoio sulla carne, dal ritmico schioccare delle fruste che seguiva il tempo dei battiti accelerati. L'aria era densa dell'odore di sudore e sesso, un aroma inebriante che sembrava spingerli tutti verso vette sempre più alte. Selene sentì un'ondata di energia attraversarla come non le capitava da anni, un senso di appartenenza tanto esaltante quanto terrificante.

"Basta ora!" Quando la voce di Venessa ruppe il ritmo della scena, Selene fece un passo indietro, lasciando cadere il braccio lungo il fianco. La frusta si avvolse ai suoi piedi come un serpente sazio, il cuoio ancora caldo per aver danzato sulla pelle di sua figlia. Guardò Steafania e Francesca muoversi con grazia per liberare le ragazze dalle loro croci. I morsetti furono rimossi con accurata precisione, il suono del metallo sul metallo risuonò come un gong nel silenzio che era calato sulla stanza.

Francesca tolse la gag dalla bocca di Lorena, e la giovane ansimò, respirando a fondo l'aria fresca e umida. Guardò sua madre negli occhi "Grazie, Padrona", mormorò, con la voce rotta dal pianto trattenuto. Selene provò un brivido nel vederla così distrutta eppure così viva nel suo desiderio. Era un cocktail inebriante di potere e desiderio che le dava la sensazione di poter conquistare il mondo.

Le due ragazze erano al centro della stanza, i loro corpi tremavano per le scosse residue del dolore e del piacere. Il cuore di Selene si gonfiò d'orgoglio per la forza della figlia. La stanza era silenziosa, tranne che per il suono dei loro respiri affannosi.

Francesca si inginocchiò accanto alle ragazze, il suo tocco delicato in netto contrasto con la violenza dei colpi che avevano subito. Prese della garza sterile, la imbevve di disinfettante e la passò con cura sui segni lasciati dai morsetti sul corpo delle giovani. Lorena gemette, chiudendo gli occhi mentre il liquido freddo le bruciava la pelle delicata.

Vanessa osservò le ragazze, uno sguardo come quello di un predatore che valuta la sua preda. "Siete state entrambe brave", mormorò con voce seducente che sembrò risuonare nelle ossa di Selene. "Ma non è ancora finita, ragazze. Dovete superare un ultimo rituale".

Francesca e Stefania fissarono le ragazze sul pavimento incatenandole a dei ganci in posizione 4 di bastoni. Vanessa aprì un armadio e ne estrasse due curiosi oggetti metallici.

Il cuore di Selene ebbe un sussulto quando vide gli imbuti di metallo lucido. Erano attaccati a piccoli treppiedi e sembravano fatto apposta per quello scopo. Senza dire una parola, ne porse uno a Selene e fissò l'altro sulla bocca di Tatiana, il metallo freddo che premeva contro le labbra gonfie della giovane donna. Lorena spalancò gli occhi per lo shock, ma non fece alcun cenno di protesta, il suo corpo tremava per un misto di paura ed eccitazione.

Selene prese l'imbuto con mano tremante, incrociando lo sguardo di sua figlia. C'era una domanda silenziosa negli occhi di Lorena, e Selene sapeva che doveva essere lei a dimostrarle che andava tutto bene, Lorena spalancò la bocca permettendo alla madre di posizionare l'imbuto, sentendo il tubo di metallo scenderle giù quasi fino in gola.

Vanessa si chinò, flettendo i muscoli delle gambe e dei glutei mentre si chinava su Tatiana. Gli occhi di Selene si spalancarono mentre guardava il getto di piscio che cominciava a scorrere, il suono che colpiva l'imbuto di metallo riecheggiava nella stanza silenziosa.

Gli occhi di Tatiana si spalancarono per lo shock e l'eccitazione, i muscoli della gola si contraevano mentre deglutiva il liquido dorato. Selene sentì la propria gola stringersi in un misto di eccitazione e disgusto, ma sapeva che doveva adeguarsi all'intensità del momento. Si chinò sull'imbuto posizionato sulla bocca della figlia la guardò ne gli occhi e vide il desiderio della figlia di bere la sua urina.

Selene fece un respiro profondo e comiciò a piasciare, il calore della sua urina riempì l'imbuto mentre fluiva nella bocca di Lorena. Gli occhi di Lorena si riempirono di lacrime, ma non batté ciglio, bevendo senza esitazione il liquido dorato. Il cuore di Selene batteva forte nel petto mentre guardava la gola di sua figlia muoversi, il suo corpo tremare per lo sforzo di deglutire. Quell'atto era un simbolo di sottomissione totale, e Selene provò un'ondata di potere e amore mentre condivideva quel momento intimo con lei.

Quando Selene ebbe finito, si fece da parte, lasciando il posto a Francesca, che allargò le sue possenti cosce a cavalcioni sulla testa di Lorena, mentre l'urina scorreva dalla sua figa all'imbuto Lorena chiuse gli occhi, le guance che si incavavano ad ogni sorso mentre beveva il piscio della batterista. Il suono del getto che colpiva il metallo era una sinfonia di sottomissione che Selene trovava assolutamente erotica.

Poi fu il turno di Stefania. I movimenti della bassista erano più aggraziati mentre si inginocchiava davanti a Tatiana La sua urina era di un colore dorato chiaro e Selene la guardò scorrere a cascata, riempiendo l'imbuto e poi la bocca di Tatiana. La giovane fan deglutì, senza mai distogliere lo sguardo da Steafania, come se cercasse rassicurazione.

"Brave ragazze", mormorò Vanessa con voce carica di soddisfazione. "Avete entrambe superato le prove a pieni voti".

Francesca e Stefania si mossero all'unisono per rimuovere gli imbuti dalla bocca delle ragazze. Selene sentì un brivido di eccitazione percorrerle la schiena mentre osservava sua figlia e Tatiana, gli occhi velati da un misto di shock ed eccitazione.

"Ora", disse Vanessa con voce suadente mentre si avvicinava a Selene, "è il momento di rilassarsi un po'". Si chinò e catturò la bocca di Selene in un bacio profondo e appassionato, spingendo la lingua oltre i denti di Selene per esplorarne ogni centimetro. Il corpo di Selene reagì istintivamente, avvolgendo con le braccia la vita della cantante e attirandola a sé. "Attendevo questo momento da quanto ti ho visto toglierti la maglietta dal palco" sussurrò Vanessa.

Vanessa attirò Selene a sé, le sue mani vagavano sul corpo di Selene con una familiarità che parlava di innumerevoli notti trascorse ad esplorare ogni centimetro della pelle l'una dell'altra. Le mani di Selene trovarono i seni di Vanessa, i suoi pollici giocavano con i capezzoli induriti . Il loro bacio divenne più urgente, le lingue danzavano in una silenziosa dichiarazione di desiderio e bisogno.

Sul divano accanto, Francesca leccava avidamente la figa rasata di Stefania. Le mani di Stefania stringevano i cuscini del divano, i suoi fianchi si contorcevano ad ogni colpo di lingua di Francesca. I loro gemiti riempivano l'aria.

Tatiana e Lorena finalmente libere dalle catene, esploravano i corpi l'una dell'altra con una fame innocente e feroce allo stesso tempo. La mano di Lorena scivolò lungo lo stomaco di Tatiana, le sue dita danzavano sui segni freschi lasciati dalle pinze. Il respiro di Tatiana si fece affannoso quando il pollice di Lorena le sfiorò il clitoride, la sensazione era un delizioso mix di dolore e piacere che le fece inarcare la schiena in estasi.

La lingua di Tatiana guizzò fuori, tracciando una linea dall'ombelico di Lorena alla figa. Ogni colpo di lingua aveva il sapore di un segreto, una promessa dolce e salata. Lorena trattenne il respiro, "Abbiamo bevuto la piscia delle nostre padrone", mormorò Tatiana, con il respiro caldo sulla figa di Lorena, "e ora voglio bere la tua".

Il corpo di Lorena tremò a quelle parole, la sua eccitazione raggiunse nuovi livelli quando vide Tatiana in ginocchio, con la bocca spalancata, gli occhi pieni di un misto di desiderio e riverenza che era allo stesso tempo terrificante e incredibilmente erotico. L'idea che qualcuno la adorasse in quel modo era nuova per Lorena, ma non poteva negare il brivido che le percorreva le vene mentre annuiva in silenzioso assenso.

Con un sussulto, il corpo di Lorena si irrigidì e un getto di liquido dorato attraversò l'aria, atterrando sulla bocca avida di Tatiana. La ragazza bevve avidamente, senza mai distogliere lo sguardo da Lorena mentre ingoiava il prezioso liquido.

Tatiana leccò le ultime gocce dell'urina di Lorena, poi le due giovani donne si scambiarono di posto. Le guance di Lorena erano arrossate dall'eccitazione, i suoi occhi brillavano di un misto di anticipazione e nervosismo. Selene provò un'ondata d'amore per sua figlia mentre la vedeva bere il piscio di Tatiana, per il suo coraggio e la sua volontà di esplorare questo nuovo aspetto di sé stessa. Era uno spettacolo che la riempiva di un senso di orgoglio ed era allo stesso tempo umiliante e travolgente.

Alla fine della serata indimenticabile, a Selene, Lorena e Tatiana furono consegnati alcuni gadget della band: collari, plug anali, fruste e magliette con il logo Lezdom Collective stampato sul petto, un chiaro ricordo degli eventi della serata. Vanessa e Selene si erano scambiate i numeri, con la promessa di un incontro solo fra loro due.

Gli occhi di Selene scrutarono i volti di Lorena e Tatiana, l'amore e l'eccitazione nei loro occhi erano innegabili.

Selene le osservò, con il cuore gonfio di un misto di orgoglio e istinto protettivo. Aveva cresciuto una giovane donna forte e indipendente, che ora era lì davanti a lei, pronta a intraprendere la propria strada nella vita.

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I racconti della serie La dissolutezza sono storie di formazione in cui giovani donne (sempre maggiorenni) perdono l'innocenza per entrare in un mondo di perversione. Ogni episodio è completo, anche se a volte è possibile incontrare alcune protagoniste in più di un racconto. Mi rendo conto che di solito hanno lunghi preamboli prima di arrivare alle scene di sesso vero e proprio, ma hanno comunque una grande carica erotica che vi farà rimanere incollati allo schermo mentre leggete.
di
scritto il
2025-08-12
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