Un gita in Toscana (punto di vista lui)
di
Spawn
genere
tradimenti
Mancano poche ore. Sono le 6:30, direzione Toscana: un cliente a Prato e poi dritto verso Arezzo.
L'ultima volta che ci siamo visti era circa un mese fa. In questo periodo ci siamo sentiti spesso. Il desiderio è a mille. Non so bene cosa potrà succedere: magari niente, o magari tutto. Ieri, per non sbagliare, mi sono toccato, così da non venire subito oggi.
Breve recap mentale: asciugamani presi, la poke e il vino li prenderò sul posto.
Che palle, sono in coda in tangenziale a Milano. Ci scriviamo su Telegram. Tu sei già al lavoro, finirai verso le 13:20. Oggi pomeriggio avremo un paio d’ore tutte per noi. Abbiamo scelto un laghetto vicino a casa tua. L’ho trovato su Google Maps. Speriamo ci sia un po’ d’ombra, fa un caldo pazzesco.
Sono le 12:00. Finito l’appuntamento con il cliente. Vado al supermercato e prendo la poke, eravamo d’accordo così.
Alle 12:50 mancano pochi chilometri. Mi fermo in un bar a prendere una bottiglia di vino bianco, almeno rimane fresca.
Arrivo alla location. C’è un cancello chiuso con un lucchetto. Cazzo. Ho ancora 15 minuti prima che arrivi. Proseguo e trovo una strada che entra in un bosco, verso un’azienda agricola. Entro a curiosare. C’è una stradina secondaria, parcheggio l’auto. Sulla sinistra c’è un prato con alberi che fanno ombra. Essendo più in basso della strada, non ci dovrebbe vedere nessuno. Perfetto. Torno indietro e ti aspetto al punto stabilito.
Arrivi, mi saluti dalla macchina. Ti spiego dal finestrino di seguirmi. Parcheggiamo 2 km più avanti.
Sei bellissima. Capelli biondi corti, grossi occhiali da sole, alta circa 1.70, corpo longilineo, bellissime gambe, terza di reggiseno. Scendi dalla macchina con un vestitino nero e sandali marroni.
Sali in macchina. Ci baciamo, le nostre lingue si cercano. Ci guardiamo in faccia e sorridiamo.
Ti porto nel posto nuovo, effettivamente è carino. Stendiamo i teli, iniziamo a mangiare e servire il vino. L’intesa è totale, sembra che ci conosciamo da anni.
Inizi a raccontarmi cosa ti è successo al lavoro. Potrei ascoltarti per ore.
Ti bacio la bocca, poi il collo. Ti faccio sdraiare, provo a infilare le mani sotto il vestito. Tu mi fermi: “Siamo in un prato, qualcuno ci può vedere.”
Sorrido. Scendo con la bocca lungo le gambe, arrivo ai piedi, li bacio, succhio le dita. Mi dici di fermarmi, che non ti sei fatta la doccia. Io continuo, sorrido.
Risalgo lungo le gambe, arrivo all’inguine. Hai mutandine verdi di pizzo. Le bacio. Il profumo è inebriante.
Mi tolgo la camicia e la mettiamo sopra, tipo coperta. Fa caldissimo, ma non mi importa.
Sposto le mutandine, inizio a leccarti. Poi il clitoride, poi un dito. Il sapore è buonissimo.
Mi prendi dietro la testa, muovi il bacino. Tutti i tuoi liquidi sono sulla mia bocca. Non voglio staccarmi finché non vieni.
Vorrei leccarti dappertutto anche il tuo bellissimo culetto, ma non voglio rompere la magia. Non ci conosciamo ancora così bene da sapere cosa ti piace o meno. Sarà per la prossima.
Continuo, provo con due dita. Alterno dita e lingua. Il tuo bacino si muove sempre più. Mi schiacci la faccia.
Emmetti un suono basso, quasi vergognato. Smetto, continuo solo con la lingua. Ti guardo: “Tutto quello che esce da te è mio.”
Ti infilo un dito e lo porto alla bocca. “Hai un sapore buonissimo.”
Torno giù, ruoto la lingua dentro di te. Dopo qualche minuto smetto, soddisfatto.
Mi chiedi: “E tu?”
Sorrido. Lui è gonfio. Mi slaccio, infili la mano, poi le mutande. Vai su e giù. Ci guardiamo. Ti bacio il collo.
Ti sposto le mutandine, ti guardo: “Guardami mentre entro.”
Entro. Apri la bocca. Ci muoviamo. Copriamo con la camicia, ma si capisce lo stesso.
Ti bacio. Dopo pochi minuti sto per venire. Provo a pensare ad altro. Niente.
“Sto per venire.”
Esco. Vai veloce con la mano. Sposti il vestito. Ho la bocca aperta, fisso nel vuoto.
Vengo sulla tua pancia.
Sudati, ci baciamo. Cerchiamo di non sporcarci. Ci puliamo.
Ti chiedo scusa per essere durato poco. Tu: “Non dire cazzate.”
Il vino si è scaldato, niente di che.
Parliamo ancora un po’. Il nostro tempo è finito.
Ci rivestiamo. Devo andare verso Vicenza. Ognuno torna alla sua vita.
La prossima volta: più tempo, e una location migliore.
L'ultima volta che ci siamo visti era circa un mese fa. In questo periodo ci siamo sentiti spesso. Il desiderio è a mille. Non so bene cosa potrà succedere: magari niente, o magari tutto. Ieri, per non sbagliare, mi sono toccato, così da non venire subito oggi.
Breve recap mentale: asciugamani presi, la poke e il vino li prenderò sul posto.
Che palle, sono in coda in tangenziale a Milano. Ci scriviamo su Telegram. Tu sei già al lavoro, finirai verso le 13:20. Oggi pomeriggio avremo un paio d’ore tutte per noi. Abbiamo scelto un laghetto vicino a casa tua. L’ho trovato su Google Maps. Speriamo ci sia un po’ d’ombra, fa un caldo pazzesco.
Sono le 12:00. Finito l’appuntamento con il cliente. Vado al supermercato e prendo la poke, eravamo d’accordo così.
Alle 12:50 mancano pochi chilometri. Mi fermo in un bar a prendere una bottiglia di vino bianco, almeno rimane fresca.
Arrivo alla location. C’è un cancello chiuso con un lucchetto. Cazzo. Ho ancora 15 minuti prima che arrivi. Proseguo e trovo una strada che entra in un bosco, verso un’azienda agricola. Entro a curiosare. C’è una stradina secondaria, parcheggio l’auto. Sulla sinistra c’è un prato con alberi che fanno ombra. Essendo più in basso della strada, non ci dovrebbe vedere nessuno. Perfetto. Torno indietro e ti aspetto al punto stabilito.
Arrivi, mi saluti dalla macchina. Ti spiego dal finestrino di seguirmi. Parcheggiamo 2 km più avanti.
Sei bellissima. Capelli biondi corti, grossi occhiali da sole, alta circa 1.70, corpo longilineo, bellissime gambe, terza di reggiseno. Scendi dalla macchina con un vestitino nero e sandali marroni.
Sali in macchina. Ci baciamo, le nostre lingue si cercano. Ci guardiamo in faccia e sorridiamo.
Ti porto nel posto nuovo, effettivamente è carino. Stendiamo i teli, iniziamo a mangiare e servire il vino. L’intesa è totale, sembra che ci conosciamo da anni.
Inizi a raccontarmi cosa ti è successo al lavoro. Potrei ascoltarti per ore.
Ti bacio la bocca, poi il collo. Ti faccio sdraiare, provo a infilare le mani sotto il vestito. Tu mi fermi: “Siamo in un prato, qualcuno ci può vedere.”
Sorrido. Scendo con la bocca lungo le gambe, arrivo ai piedi, li bacio, succhio le dita. Mi dici di fermarmi, che non ti sei fatta la doccia. Io continuo, sorrido.
Risalgo lungo le gambe, arrivo all’inguine. Hai mutandine verdi di pizzo. Le bacio. Il profumo è inebriante.
Mi tolgo la camicia e la mettiamo sopra, tipo coperta. Fa caldissimo, ma non mi importa.
Sposto le mutandine, inizio a leccarti. Poi il clitoride, poi un dito. Il sapore è buonissimo.
Mi prendi dietro la testa, muovi il bacino. Tutti i tuoi liquidi sono sulla mia bocca. Non voglio staccarmi finché non vieni.
Vorrei leccarti dappertutto anche il tuo bellissimo culetto, ma non voglio rompere la magia. Non ci conosciamo ancora così bene da sapere cosa ti piace o meno. Sarà per la prossima.
Continuo, provo con due dita. Alterno dita e lingua. Il tuo bacino si muove sempre più. Mi schiacci la faccia.
Emmetti un suono basso, quasi vergognato. Smetto, continuo solo con la lingua. Ti guardo: “Tutto quello che esce da te è mio.”
Ti infilo un dito e lo porto alla bocca. “Hai un sapore buonissimo.”
Torno giù, ruoto la lingua dentro di te. Dopo qualche minuto smetto, soddisfatto.
Mi chiedi: “E tu?”
Sorrido. Lui è gonfio. Mi slaccio, infili la mano, poi le mutande. Vai su e giù. Ci guardiamo. Ti bacio il collo.
Ti sposto le mutandine, ti guardo: “Guardami mentre entro.”
Entro. Apri la bocca. Ci muoviamo. Copriamo con la camicia, ma si capisce lo stesso.
Ti bacio. Dopo pochi minuti sto per venire. Provo a pensare ad altro. Niente.
“Sto per venire.”
Esco. Vai veloce con la mano. Sposti il vestito. Ho la bocca aperta, fisso nel vuoto.
Vengo sulla tua pancia.
Sudati, ci baciamo. Cerchiamo di non sporcarci. Ci puliamo.
Ti chiedo scusa per essere durato poco. Tu: “Non dire cazzate.”
Il vino si è scaldato, niente di che.
Parliamo ancora un po’. Il nostro tempo è finito.
Ci rivestiamo. Devo andare verso Vicenza. Ognuno torna alla sua vita.
La prossima volta: più tempo, e una location migliore.
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