Sotto i suoi occhi
di
KingWolf
genere
corna
La cena era stata piacevole, ma sotto la superficie del dialogo, dei sorrisi e dei brindisi, aleggiava una tensione diversa. Irene, Simone e Malik si conoscevano ormai da mesi e la complicità tra i tre si era fatta sempre più elettrica. Quella sera però, gli sguardi, i gesti e le allusioni avevano reso chiaro che stavano andando oltre.
Appena varcata la soglia di casa, l’atmosfera cambiò del tutto. Simone e Malik si accomodarono sul divano mentre Irene spariva dietro la porta del bagno. Qualche minuto più tardi, tornò fuori. I capelli ancora umidi le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena, gocciolando sulla pelle liscia e abbronzata. Addosso solo un asciugamano bianco, stretto appena sopra il seno, che a malapena riusciva a contenerlo. Camminava scalza, le gambe perfette e sode che avanzavano leggere, come se sapesse esattamente cosa stava per succedere.
«Ho capito subito dove volevate arrivare…», sentenzió Malik. La stanza era immersa in un silenzio carico di elettricità.
Irene, mantenendo lo sguardo fisso negli occhi profondi di Malik, iniziò ad aprire i bottoni della sua camicia. Il suo petto scolpito e caldo si svelava. Poi, senza fretta, le dita raggiunsero l’elastico dei pantaloni. Con movimenti lenti, gli sfilò tutto, liberando la sua enorme erezione. Malik si ergeva di fronte a Irene, il suo membro duro e imponente pulsava minacciosamente, gonfio, lucido, vivo. La differenza rispetto a quello di Simone era semplicemente impressionante: il cazzo di Malik sembrava esagerato, tanto in lunghezza quanto in spessore. Un tronco scuro, con vene spesse che serpeggiavano sotto la pelle tesa, e una cappella ampia, perfettamente arrotondata e gonfia.
Irene lo guardava ipnotizzata, le labbra leggermente socchiuse, il respiro corto.
«Mamma mia se è grande…» sussurrò, mentre gli occhi le brillavano di desiderio puro.
Simone, seduto poco distante, si mordeva il labbro osservando la sua donna completamente sottomessa all’eccitazione, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena tanto proibita quanto eccitante.
Irene allungò la mano con delicatezza, afferrando la base del membro. Le dita non riuscivano nemmeno a chiudersi del tutto attorno al suo spessore.
«Guarda, amore mio…» disse a Simone con voce roca, voltandosi per un attimo. «Non riesco nemmeno a stringerlo…»
La mano cominciò a scorrere lentamente lungo l’asta, sentendo la pelle tesa scivolare, lubrificata dal proprio calore.
Poi, senza esitazione si inginocchiò, portò la lingua sulla cappella lucida, sfiorandola con piccoli colpetti, assaporandone il sapore salato e pungente. Aprì lentamente le labbra, facendo scivolare il glande tra di esse. La lingua cominciò a esplorare, a leccare con movimenti circolari, assaporando la consistenza tesa e pulsante di Malik. Ogni volta che scendeva di qualche centimetro in più, sentiva la mandibola aprirsi al massimo, la gola prepararsi ad accogliere quella massa impressionante.
«Oh, cazzo… così… prendilo…» gemette Malik, spingendo delicatamente il bacino in avanti.
La saliva iniziò presto a colare dagli angoli della bocca di Irene, colando abbondantemente lungo il mento e giù sul petto.
Slurp… slurp… schiocchi umidi e osceni riempivano la stanza, mischiandosi ai respiri affannosi dei tre.
«Guarda come lo succhia, Simone…» ringhiò Malik. «Tua moglie adora il mio cazzo».
Irene si fermò solo un secondo per riprendere fiato e guardò il suo uomo: «È così grosso, amore… non riesco a prenderlo tutto…»
Poi, senza ulteriori parole, tornò a inghiottire il membro, succhiando con un ritmo più veloce, mentre Malik le prendeva la testa fra le mani e iniziava a guidarla, spingendo sempre più a fondo.
Gli occhi di Irene lacrimavano leggermente, ma l’espressione era di totale estasi. Era completamente andata.
Dopo diversi minuti di pompino intenso, Malik si fermò, tirandole fuori lentamente il cazzo dalla bocca con un sonoro pop. Un filo spesso di saliva univa ancora la cappella gonfia e lucida con le labbra bagnate di Irene.
«Ora… mattiamolo qui, troia…» ordinò Malik, indicando il seno perfetto di Irene.
Lei si sdraiò leggermente indietro e tolse l’asciugamano con un gesto deciso, lasciando il suo seno rifatto scoperto. Due perfette coppe dritte e piene, ancora più tonde e sode dopo l’intervento fatto l’anno prima, che avevano reso il suo corpo ancora più irresistibile. I capezzoli, tesi e duri come marmo, sporgevano orgogliosi, pronti a giocare. Irene afferrò il grosso membro con entrambe le mani, lo posizionò tra i seni e strinse leggermente, facendolo scivolare nella morbida e stretta fessura creata dalla pressione dei due monti perfetti.
«Mmm… senti come scivola bene…» sussurrò maliziosa, iniziando a spingere ritmicamente i seni avanti e indietro.
La saliva, ancora abbondante dalla fellatio, facilitava il movimento fluido e umido del cazzo fra le sue tette.
Simone osservava ipnotizzato, la mano che stringeva il proprio cazzo in un ritmo perfettamente sincronizzato con i movimenti dei seni della sua donna.
«Ti piace vedermi così, amore?» sussurrò Irene mentre muoveva i seni. «A farmi scopare le tette da questo cazzone enorme?»
«Sei perfetta, amore mio… perfetta…» ansimò Simone con voce rotta.
Malik gemeva, sempre più vicino all’orlo.
«Sì… continua così… sto per venire…» ansimava con voce roca.
Irene spinse ancora più forte i seni, facendo schizzare il glande tra i due cuscinetti di carne.
«Vieni Malik… sporcami tutta…» lo incitò con voce piena di lussuria. «Voglio sentirti…»
Con un gemito profondo e gutturale, Malik esplose.
Getti caldi e densi schizzarono con forza, il primo centrando la guancia di Irene, poi la bocca, il naso e la fronte, mentre altri fiotti finirono direttamente sui seni lucidi e gonfi, colando lungo le curve perfette e scivolando verso l’addome.
Simone, ormai al limite, si chinò subito su di lei, baciandola con foga, senza curarsi dello sperma che le bagnava la pelle.
«Sei incredibile, amore mio… mai vista così bella…» sussurrò nel bacio profondo.
Irene sorrise, sporca, ansimante, eccitata come mai prima.
«E non abbiamo ancora finito, amore…» sussurrò con un lampo malizioso negli occhi.
Appena varcata la soglia di casa, l’atmosfera cambiò del tutto. Simone e Malik si accomodarono sul divano mentre Irene spariva dietro la porta del bagno. Qualche minuto più tardi, tornò fuori. I capelli ancora umidi le ricadevano sulle spalle e lungo la schiena, gocciolando sulla pelle liscia e abbronzata. Addosso solo un asciugamano bianco, stretto appena sopra il seno, che a malapena riusciva a contenerlo. Camminava scalza, le gambe perfette e sode che avanzavano leggere, come se sapesse esattamente cosa stava per succedere.
«Ho capito subito dove volevate arrivare…», sentenzió Malik. La stanza era immersa in un silenzio carico di elettricità.
Irene, mantenendo lo sguardo fisso negli occhi profondi di Malik, iniziò ad aprire i bottoni della sua camicia. Il suo petto scolpito e caldo si svelava. Poi, senza fretta, le dita raggiunsero l’elastico dei pantaloni. Con movimenti lenti, gli sfilò tutto, liberando la sua enorme erezione. Malik si ergeva di fronte a Irene, il suo membro duro e imponente pulsava minacciosamente, gonfio, lucido, vivo. La differenza rispetto a quello di Simone era semplicemente impressionante: il cazzo di Malik sembrava esagerato, tanto in lunghezza quanto in spessore. Un tronco scuro, con vene spesse che serpeggiavano sotto la pelle tesa, e una cappella ampia, perfettamente arrotondata e gonfia.
Irene lo guardava ipnotizzata, le labbra leggermente socchiuse, il respiro corto.
«Mamma mia se è grande…» sussurrò, mentre gli occhi le brillavano di desiderio puro.
Simone, seduto poco distante, si mordeva il labbro osservando la sua donna completamente sottomessa all’eccitazione, incapace di distogliere lo sguardo da quella scena tanto proibita quanto eccitante.
Irene allungò la mano con delicatezza, afferrando la base del membro. Le dita non riuscivano nemmeno a chiudersi del tutto attorno al suo spessore.
«Guarda, amore mio…» disse a Simone con voce roca, voltandosi per un attimo. «Non riesco nemmeno a stringerlo…»
La mano cominciò a scorrere lentamente lungo l’asta, sentendo la pelle tesa scivolare, lubrificata dal proprio calore.
Poi, senza esitazione si inginocchiò, portò la lingua sulla cappella lucida, sfiorandola con piccoli colpetti, assaporandone il sapore salato e pungente. Aprì lentamente le labbra, facendo scivolare il glande tra di esse. La lingua cominciò a esplorare, a leccare con movimenti circolari, assaporando la consistenza tesa e pulsante di Malik. Ogni volta che scendeva di qualche centimetro in più, sentiva la mandibola aprirsi al massimo, la gola prepararsi ad accogliere quella massa impressionante.
«Oh, cazzo… così… prendilo…» gemette Malik, spingendo delicatamente il bacino in avanti.
La saliva iniziò presto a colare dagli angoli della bocca di Irene, colando abbondantemente lungo il mento e giù sul petto.
Slurp… slurp… schiocchi umidi e osceni riempivano la stanza, mischiandosi ai respiri affannosi dei tre.
«Guarda come lo succhia, Simone…» ringhiò Malik. «Tua moglie adora il mio cazzo».
Irene si fermò solo un secondo per riprendere fiato e guardò il suo uomo: «È così grosso, amore… non riesco a prenderlo tutto…»
Poi, senza ulteriori parole, tornò a inghiottire il membro, succhiando con un ritmo più veloce, mentre Malik le prendeva la testa fra le mani e iniziava a guidarla, spingendo sempre più a fondo.
Gli occhi di Irene lacrimavano leggermente, ma l’espressione era di totale estasi. Era completamente andata.
Dopo diversi minuti di pompino intenso, Malik si fermò, tirandole fuori lentamente il cazzo dalla bocca con un sonoro pop. Un filo spesso di saliva univa ancora la cappella gonfia e lucida con le labbra bagnate di Irene.
«Ora… mattiamolo qui, troia…» ordinò Malik, indicando il seno perfetto di Irene.
Lei si sdraiò leggermente indietro e tolse l’asciugamano con un gesto deciso, lasciando il suo seno rifatto scoperto. Due perfette coppe dritte e piene, ancora più tonde e sode dopo l’intervento fatto l’anno prima, che avevano reso il suo corpo ancora più irresistibile. I capezzoli, tesi e duri come marmo, sporgevano orgogliosi, pronti a giocare. Irene afferrò il grosso membro con entrambe le mani, lo posizionò tra i seni e strinse leggermente, facendolo scivolare nella morbida e stretta fessura creata dalla pressione dei due monti perfetti.
«Mmm… senti come scivola bene…» sussurrò maliziosa, iniziando a spingere ritmicamente i seni avanti e indietro.
La saliva, ancora abbondante dalla fellatio, facilitava il movimento fluido e umido del cazzo fra le sue tette.
Simone osservava ipnotizzato, la mano che stringeva il proprio cazzo in un ritmo perfettamente sincronizzato con i movimenti dei seni della sua donna.
«Ti piace vedermi così, amore?» sussurrò Irene mentre muoveva i seni. «A farmi scopare le tette da questo cazzone enorme?»
«Sei perfetta, amore mio… perfetta…» ansimò Simone con voce rotta.
Malik gemeva, sempre più vicino all’orlo.
«Sì… continua così… sto per venire…» ansimava con voce roca.
Irene spinse ancora più forte i seni, facendo schizzare il glande tra i due cuscinetti di carne.
«Vieni Malik… sporcami tutta…» lo incitò con voce piena di lussuria. «Voglio sentirti…»
Con un gemito profondo e gutturale, Malik esplose.
Getti caldi e densi schizzarono con forza, il primo centrando la guancia di Irene, poi la bocca, il naso e la fronte, mentre altri fiotti finirono direttamente sui seni lucidi e gonfi, colando lungo le curve perfette e scivolando verso l’addome.
Simone, ormai al limite, si chinò subito su di lei, baciandola con foga, senza curarsi dello sperma che le bagnava la pelle.
«Sei incredibile, amore mio… mai vista così bella…» sussurrò nel bacio profondo.
Irene sorrise, sporca, ansimante, eccitata come mai prima.
«E non abbiamo ancora finito, amore…» sussurrò con un lampo malizioso negli occhi.
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