Casa nuova, vita nuova.

Scritto da , il 2019-12-17, genere etero

Avevo appena preso possesso della mia nuova casa, in periferia di Roma, ed allora non mi rimaneva che sistemare tutte le cose che mi ero portato dalla casa dove prima abitavo in affitto. Ora avevo una casa tutta mia, per me, per Pluto il mio cane e Camilla, una parera che si sentiva solo quando era per lei l'ora di pranzo. Passai due giorni a sistemare i mobili , libri, stoviglie in cucina e finalmente potevo dire di avere la casa in ordine, mi dedicai a creare il giardino dove, dopo che avevo piantato alberi da frutta e collocato la casetta di Pluto ed il laghetto in vetroresina di Camilla, fissai l'amaca dal muro di cinta ed un sopralzo dove posai vasi di piante varie. Cucinato il mio primo pranzo e concluso col caffè mai mancante nella mia giornata, mi accendo un sigaro toscano e mi sdraio sull'amaca. Il silenzio, la pace,l'assenza di rumore di traffico stradale ed il canto degli uccellini, una volta spento il sigaro, cado in un profondo pisolino ma che però, poco dopo viene infranto svegliandomi perchè dalla casa distante pochi metri dalla mia, veniva un lamento, un pianto che mi fece svegliare preoccupato per come si poteva sentire quell'angosciante suono. Mi alzo e vado al piano superiore di casa e, dal balconcino potei localizzare il punto da dove si sentiva il pianto. Certo di potere essere utile a chicchessia, al mio o alla mia vicina di casa, mi reco alla casa accanto e suono alla porta. Dopo alcuni attimi la porta si apre e mi trovo difrone ad una signora giovanissima, notando subito che ha la fede al dito ed accanto una seconda fede. Mi è subito chiaro di trovarmi difronte ad una vedova e lei subito me lo conferma, chiarendomi che quel giorno per lei è tristissimo perchè è l'anniversario della scomparsa di suo marito. Le faccio presente di essere il suo nuovo vicino di casa e quindi lei potrà contare su d me per tutto ed in tutto, poi, dopo che abbiamo parlato a lungo e mi ha offerto un caffè, mi congedo da lei, lasciandola nel suo dolore ed avviandomi a casa mia. Nel continuare a sistemare casa e giardino, penso intensamente alla bella signora alta, bionda, dalle generose forme che ora è rimasta senza chi la dovrebbe onorar, amare, coccolare. Il giorno dopo sono intento a piantare la siepe lungo la recinzione e mi trovo a vedere la vedova intenta a stendere i panni in giardino e le dò il buongiorno e lei mi risponde con un sorriso. Poi lei rientra in casa e quando meno me l'aspettavo, sento suonare il campanello ed è lei la mia biondona vicina di casa e lì si presenta"Laura!" ed io le rispondo con "Franco!" poi mi dice di andare a pranzo da lei per conoscerci meglio ed io potrei avere bisogno di cose che lei può darmi ...il classico, sale, o zucchero, o caffè e lì. osservandoci entrambi, ci mettiamo a ridere e lei mi ringrazia perchè è un anno che lei non ha mai più potuto e voluto ridere. All'ora di pranzo suono alla sua porta con una bottiglia di vino in mano e quando mi apre, gliela offro ed entro in casa. Mi fa sedere in salotto e mi serve un aperitivo, poi passiamo a sederci a tavola e lei porta un soletto di lasagne ed io le faccio i complimenti e poi le confesso che quello è il piatto da me preferito fra tutti. Lei sorride soddisfatta nel vedermi mangiare con gusto e tra lasagne e vitello tonnato, ci scoliamo l'intera bottiglia di vino rosso ad alto grado alcoolico e le nostre lingue si sciolgono raccontandoci il proprio passato: lei la sua vedovanza, io la mia storia d'amore finita anche quella tragicamente per una brutta malattia incurabile, ma comunque il vino ci aiuta a parlare molto, a conoscersi meglio e, a metà pomeriggio io me ne torno a casa mia e lei la rivedo poi dalla finestra al piano di sopra intenta a curare il suo giardino. Da quel giorno ci si incontra spessissimo ogni momento in ogni luogo e parla di qua e là, entriamo in una profonda confidenza e addirittura io taglio la rete che separa i nostri giardini per passare dall'uno all'altro senza fare il giro delle case. Una sera, dopo una cena organizzata ed offerta da me, prendiamo il caffè ed io glielo correggo con grappa e dopo alcuniminuti, vuoi la grappa, vuoi il vino prima, ci troviamo a vedere un film in TV, abbracciati l'uno all'altra e, alla fine del film dove avevamo seguito una storia d'amore tempestoso che finisce naturalmente con un lungo bacio, ci troviamo senza sapere, senza capire perchè, entrambi con le bocche attaccate come ventose. Poi, ripresici dallo stupore, prendo Laura in braccio e la porto al piano di sopra, sdraiandoci sul mio letto a due piazze. Ad un certo punto, tra baci e carezze, Laura sussulta e mi dice che non si sente ancora di fare l'amore con me e mi confess infine che lei è ancora vergine e che con suo marito non avevano avuto il tempo di consumare il matrimonio col lavoro di lui Ufficiale di un corpo speciale che lo mandava sempre in missione. Rimasi allibito, basito, mi sembrava una favola a brutto fine ma non volli fare domande in merito, anzi le dissi che se voleva restare da me, potevamo passare la notte carezzandoci, baciandoci ma senza andare oltre, se non voleva andare fino in fondo al discorso. Mi disse di no ed allora l'accompagnai fino alla sua porta e l' ci scambiammo un lungo bacio della buonanotte, promettendoci di continuare il discorso al domani, poi si sarebbe visto il da fare...!

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