Il moretto ed il tettone - Scopata in doccia (Parte 2)
di
cicciopassivotettone
genere
gay
Rimanemmo qualche minuto sul divano, lui sdraiato sulle mie coscione burrose.
“Scusa Fede, volevi andare a fare la doccia” disse tirandosi su e facendo scivolare il mio capezzolo fuori dalle sue labbra, dandomi un’altra scossina di piacere.
“Sì, dov’è il bagno?” chiesi alzandomi in piedi.
“Vieni, è al piano di sopra” e salimmo le scale, lui senza pantaloni, io senza maglietta.
Entrai in bagno e vidi una doccia molto ampia con seduta e diversi punti da cui sarebbe uscita l'acqua.
“Wow! Che bella doccia!” esclamai “ma ho bisogno che entri con me, mi devi spiegare come funziona” conclusi ridendo maliziosamente.
Rise divertito “va bene” e si tolse la maglietta. Il suo cazzo stava cominciando a rigonfiarsi.
Aveva un fisico perfetto, non un filo di grasso, addominali e pettorali tonici, piatti e ben scolpiti, con capezzolini appena visibili. Il contrasto col suo fisico mi eccitava parecchio, io a confronto sembravo una donna obesa incinta, con le mammelle pronte per allattare.
Io mi tolsi i pantaloncini piegandomi in avanti ed ostentando davanti a lui la piena rotondità del mio culone, sul quale ricevetti una sonora sculacciata.
“Che vorresti fare con quelle manine” lo derisi giocosamente “queste chiappone sono troppo grosse per loro”
Mi passò il cazzo scappellato nel solco intergluteo, facendomi capire che mi avrebbe scopato volentieri.
“Io avrò le mani piccole, ma tu il cazzetto... quasi non si vede” mi disse curioso tirandomi in su la pancia e la ciccia sul pube.
“Non ci ho mai fatto troppo affidamento” risposi ironico.
Aprì l’acqua della della doccia che venne subito fredda, facendomi sobbalzare ed erigere i capezzoloni all’istante.
“Brrrrr! È fredda!” mi lamentai scherzosamente, tremando in maniera poco elegante.
“Così sono subito sull’attenti” mi rispose sedendosi ed afferrandomi le tettone a piene mani, massaggiandomi le aureole raggrinzite dal freddo e dall’eccitazione coi polpastrelli dei pollici.
Mi piegai leggermente in avanti per facilitargli il compito.
Prese una manciata di bagnoschiuma e iniziò ad insaponarle, finendo ben presto a giocare coi miei capezzoloni, ormai lubrificati, mimando il movimento della mungitura.
“Se continui così mi farai uscire il latte” gli dissi scherzosamente, lui di tutta risposta “meglio, c’è in frigo, ma stava per finire” e continuò il suo movimento dalla base delle aureole fino all’apice dei capezzoli.
“Mi stanno cedendo le gambe” gli dissi divertito, con una smorfia di piacere sulla faccia, piegando leggermente le ginocchia.
“Allora siediti pure” mi rispose allargando le gambe, mettendo in evidenza il suo pisellone eretto.
Ci misi sopra un po’ di bagnoschiuma, allargai le gambe e mi sedetti sulla sua cappella, aprendo le chiappone per centrare il buco del culo. Appena capì quello che volevo fare portò istintivamente il bacino verso l’alto, spingendolo dentro verso l’alto mentre io mio abbassavo gradualmente, facendomelo scivolare dentro.
“Così mi insaponi bene anche dentro” gli dissi provando ad essere seducente.
Iniziai a cavalcarlo, seduto sopra di lui, mentre continuava ad insaponarmi, prima il sottotette, poi il pancione.
“Fede sei uno spettacolo…” mi disse sinceramente estasiato, palpandomi anche la panciona morbida. Io intanto cercavo di capire la giusta angolazione di bacino per sentirmi la prostata stimolata.
“Grazie Luchino, anche tu sei fantastico!” e presi ad insaponarlo anche io, la schiena da davanti, le ascelle, mentre lui riprese a succhiarmi le zinnone.
Il doppio piacere combinato mi stava facendo perdere il controllo.
“Luchino sto per sborrarti addosso…” gli dissi nel caso si volesse togliere.
“Io sto per sborrarti dentro” mi rispose facendomi l’occhiolino e serrandomi in un abbraccio, ad indicare che rispetto al piacere che stava provando non gli importava, oppure che in effetti il suo gesto maschio era comunque superiore al mio.
Percepii la sua eiaculazione, i suoi e i miei spasmi quasi all’unisono, il respiro affannoso… Eravamo venuti insieme.
“Cazzo! La più bella scopata della mia vita!” esclamò eccitato e leggermente ansimante.
“Ed è stata con un maschio, pensa un po’” gli dissi mentre mi alzavo da lui e mi sciacquavo via il sapone.
“Beh, maschio… che parolone, con queste tettone…” disse strizzandomi un capezzolo. Il mio pisellino non l’aveva proprio calcolato, nonostante lo spasmino dell’ultima strizzata.
Usciti dalla doccia ci mettemmo comodi e scendemmo in soggiorno. C’era ancora da pulire il laghetto di sperma che avevo lasciato prima.
“Scusa Fede, volevi andare a fare la doccia” disse tirandosi su e facendo scivolare il mio capezzolo fuori dalle sue labbra, dandomi un’altra scossina di piacere.
“Sì, dov’è il bagno?” chiesi alzandomi in piedi.
“Vieni, è al piano di sopra” e salimmo le scale, lui senza pantaloni, io senza maglietta.
Entrai in bagno e vidi una doccia molto ampia con seduta e diversi punti da cui sarebbe uscita l'acqua.
“Wow! Che bella doccia!” esclamai “ma ho bisogno che entri con me, mi devi spiegare come funziona” conclusi ridendo maliziosamente.
Rise divertito “va bene” e si tolse la maglietta. Il suo cazzo stava cominciando a rigonfiarsi.
Aveva un fisico perfetto, non un filo di grasso, addominali e pettorali tonici, piatti e ben scolpiti, con capezzolini appena visibili. Il contrasto col suo fisico mi eccitava parecchio, io a confronto sembravo una donna obesa incinta, con le mammelle pronte per allattare.
Io mi tolsi i pantaloncini piegandomi in avanti ed ostentando davanti a lui la piena rotondità del mio culone, sul quale ricevetti una sonora sculacciata.
“Che vorresti fare con quelle manine” lo derisi giocosamente “queste chiappone sono troppo grosse per loro”
Mi passò il cazzo scappellato nel solco intergluteo, facendomi capire che mi avrebbe scopato volentieri.
“Io avrò le mani piccole, ma tu il cazzetto... quasi non si vede” mi disse curioso tirandomi in su la pancia e la ciccia sul pube.
“Non ci ho mai fatto troppo affidamento” risposi ironico.
Aprì l’acqua della della doccia che venne subito fredda, facendomi sobbalzare ed erigere i capezzoloni all’istante.
“Brrrrr! È fredda!” mi lamentai scherzosamente, tremando in maniera poco elegante.
“Così sono subito sull’attenti” mi rispose sedendosi ed afferrandomi le tettone a piene mani, massaggiandomi le aureole raggrinzite dal freddo e dall’eccitazione coi polpastrelli dei pollici.
Mi piegai leggermente in avanti per facilitargli il compito.
Prese una manciata di bagnoschiuma e iniziò ad insaponarle, finendo ben presto a giocare coi miei capezzoloni, ormai lubrificati, mimando il movimento della mungitura.
“Se continui così mi farai uscire il latte” gli dissi scherzosamente, lui di tutta risposta “meglio, c’è in frigo, ma stava per finire” e continuò il suo movimento dalla base delle aureole fino all’apice dei capezzoli.
“Mi stanno cedendo le gambe” gli dissi divertito, con una smorfia di piacere sulla faccia, piegando leggermente le ginocchia.
“Allora siediti pure” mi rispose allargando le gambe, mettendo in evidenza il suo pisellone eretto.
Ci misi sopra un po’ di bagnoschiuma, allargai le gambe e mi sedetti sulla sua cappella, aprendo le chiappone per centrare il buco del culo. Appena capì quello che volevo fare portò istintivamente il bacino verso l’alto, spingendolo dentro verso l’alto mentre io mio abbassavo gradualmente, facendomelo scivolare dentro.
“Così mi insaponi bene anche dentro” gli dissi provando ad essere seducente.
Iniziai a cavalcarlo, seduto sopra di lui, mentre continuava ad insaponarmi, prima il sottotette, poi il pancione.
“Fede sei uno spettacolo…” mi disse sinceramente estasiato, palpandomi anche la panciona morbida. Io intanto cercavo di capire la giusta angolazione di bacino per sentirmi la prostata stimolata.
“Grazie Luchino, anche tu sei fantastico!” e presi ad insaponarlo anche io, la schiena da davanti, le ascelle, mentre lui riprese a succhiarmi le zinnone.
Il doppio piacere combinato mi stava facendo perdere il controllo.
“Luchino sto per sborrarti addosso…” gli dissi nel caso si volesse togliere.
“Io sto per sborrarti dentro” mi rispose facendomi l’occhiolino e serrandomi in un abbraccio, ad indicare che rispetto al piacere che stava provando non gli importava, oppure che in effetti il suo gesto maschio era comunque superiore al mio.
Percepii la sua eiaculazione, i suoi e i miei spasmi quasi all’unisono, il respiro affannoso… Eravamo venuti insieme.
“Cazzo! La più bella scopata della mia vita!” esclamò eccitato e leggermente ansimante.
“Ed è stata con un maschio, pensa un po’” gli dissi mentre mi alzavo da lui e mi sciacquavo via il sapone.
“Beh, maschio… che parolone, con queste tettone…” disse strizzandomi un capezzolo. Il mio pisellino non l’aveva proprio calcolato, nonostante lo spasmino dell’ultima strizzata.
Usciti dalla doccia ci mettemmo comodi e scendemmo in soggiorno. C’era ancora da pulire il laghetto di sperma che avevo lasciato prima.
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