Come nasce una troia

di
genere
etero

Ciao, mi chiamo Greta, sono una ragazza al primo anno di università, questa vicenda risale a qualche anno fa. Fisicamente sono magra, con un fisico sportivo: gli addominali si intravvedono, gambe e culetto sode e toniche. Una terza di seno che risalta sul mio fisico piccolo. Un viso dolce ed innocente, con occhi castani e capelli lunghi e biondi.


Tornando al racconto, era estate, stavo tornando a casa da sola quella sera dopo essere uscita con delle amiche: avevo circa 10 min a piedi. Era passata mezzanotte da qualche minuto. Ero vestita quella calda notte con degli short in jeans che lasciavano intravvedere un pezzetto di culetto e un top che risaltasse le tette. Ero sicuramente provocante, outfit voluto: mi piace stuzzicare ed esibire il mio fisico.


Mancavano gli ultimi due minuti, stavo percorrendo un senso unico prima di arrivare a casa. In quel momento sento qualcuno che mi fischia dietro e così mi giro per capire chi fosse. Appena mi giro un uomo mi bacia e mi tiene ferma a se. Non riesco a scappare dalla sua presa. Lui intanto mi mette una mano sul culo. Ero spaventata. Mi tappa la bocca, ora era di nuovo dietro di me, non potevo parlare, una mano mi entra nelle mutandine e mi dice: “Che tu lo voglia o no ti scopo! Ora andiamo nel vicolo lì a destra, ti metti a novanta e non opponi resistenza, altrimenti rischi che ti faccia male. Lo senti il mio cazzo ”
Mi lascia la bocca e io cerco di urlare, ma me la tappa di nuovo e vi strizza con cattiveria facendomi male un capezzolo: “So che ti fa male, ora tolgo la mano dalla bocca e mi segui altrimenti non ti lascio il capezzolo”
Stavo piangendo: “No ti prego, sono anche vergine…”
“Ancora meglio!!”


Non riesco ad oppormi, vengo trascinata nel vicolo, ora vedo meglio quell'uomo: è un nigeriano molto grande con un fisico molto muscoloso. Mi trovo in una zona appartata, lui mi indica il muro: “Mettiti a 90 che ho voglia di provarti” Mi da una spinta sulla schiena e mi fa piegare. Cerco di protestare “No, lasciami andare” ed accenno un urlo.


Mi arriva uno schiaffo forte sul culo che mi fa male: “Non ho voglia di farti male, ma se ti ribelli non ho scelte… Vi voglio fottere troia! Quindi scegli tu se collaborare o meno”
La sua decisione non lasciava scampo, stavo singhiozzando. Lui mi abbassa gli short e le mutandine. Io metto una mano tra le gambe quasi per cercare di proteggermi come ultima difesa.

Lui si abbassa i pantaloncini ed estrae una grossa e lunga asta nera. Mi toglie la mano, lo appoggia e di forza me lo fa entrare dentro. Ora urlo perchè sento l’imene lacerarsi, la fighetta dilatarsi per lasciarlo entrare e comincia a scoparmi.


Lui mi scopa divertendosi a un ritmo costante. In quel momento vengo, lui non si ferma. Non resisto: “Si cazzo scopami!! Com’è bono il tuo cazzo” Mi tolgo il top e lascio le mie tette penzolare. Lui non perde tempo e me le strizza.
“Ti piace eh troia?”
“Troppo!! Scopami forte”



Lui continua scopando come gli ho chiesto finchè non mi viene dentro. “Ti riempio! Ora puoi tornare a casa”
Lo bacio: “Sei stato incredibile, vorresti portarmi a casa tua per tutta la notte?”
“Ora mi vuoi ancora? Ti userò tutta la notte come piace a me! Sei una puttana!”

Vado da lui e mi scopa letteralmente tutta la notte, mi riempie la figa un’altra volta e 2 in bocca. Da quel giorno la mia voglia di cazzo non mi è più passata.
scritto il
2025-05-25
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