Irina, la tritura palle - Capitolo 4

di
genere
bondage

Prima di raggiungere l'hotel " Il Becco " dove Irina avrebbe portato Adolfo per vendicarci, decisi di andare a trovare Giorgio, ex di Irina, per avere la conferma se la versione di Irina fosse vera o al contrario quella di Adolfo.
Giorgio si era ritirato dal lavoro e dalla vita sociale da quando si era lasciato con Irina e viveva in una sorta di capanno tra i boschi.
Quando raggiunsi il suo capanno, uscì un uomo trasandato con barba lunga e capelli lunghi unti. Un'immagine vomitevole.
Portava vestiti sporchi e scarpe rotte.
Una sorta di senzatetto urbano.
" Ehy Giorgio, mi riconosci? - dissi guardandolo negli occhi.
" Chi sei? E che vuoi? " - mi rispose con poca lucidità probabilmente legata a problemi di alcolismo.
Una volta chiarito chi fossi, gli dissi di raccontarmi tutto della sua storia con Irina.
Sgranò gli occhi e urlò : " Oh mio dio, voglio solo dimenticare tutto! ".
Iniziò a raccontarmi delle stupende scopate con Irina e dei magnifici pompini ma ad ogni episodio poi rimarcava che tutto quel godimento poi l'aveva pagato caro.
Chiesi spiegazioni sul perchè affermava ciò e si abbassò velocemente i pantaloni rotti e non indossava le mutande.
Quello che mi si presentò, fu un minuscolo pene senza scroto.
Chiesi cosa era accaduto e lui disse : " È stata Irina! ".
Mi disse che come la mantide religiosa femmina uccideva e mangiava il proprio compagno dopo l'accoppiamento, così Irina schiacciava i testicoli dei propri compagni all'ultimo rapporto quando aveva deciso di lasciarli.
Chiesi come faceva e perchè nè lui nè Adolfo si fossero mai ribellati e lui disse che Irina si presentava con due gemelli di nazionalità nigeriana, alti come giganti e forti come il marmo che bloccavano il malcapitato, mentre Irina con un martello schiacciava le palle del fidanzato di turno.
Rimasi sconvolto e chiesi perchè non aveva mai denunciato Irina.
Mi disse che aveva tentato ma che probabilmente il maresciallo dei carabinieri non avesse indagato perchè Irina era brava a fare i pompini anche alle forze dell'ordine e quindi per non rinunciare a questi servizi " gratuiti ", aveva fatto orecchie da mercante di fronte alla sua confessione.
Gli dissi che in quel preciso istante, Irina era all'hotel " Il Becco " con Adolfo perchè Adolfo mi aveva raccontato tutto e io l'avevo riferito a lei.
" Oh mio dio, chissà cosa accadrà a quel povero uomo. Dobbiamo salvarlo. ".
Salì in auto come me e ci avviammo all'hotel.
Giorgio sudava freddo e ricordava le pene dell'inferno provate quando il martello fece esplodere il suo scroto.
Salimmo in camera e bussai e Irina mi aprì sorridendo.
La scena che ci trovammo di fronte fu assurda.
Adolfo era stato legato ad un lampadario al soffitto , uno di quelli che ha le pale del ventilatore, con una corda legata al suo pene e stava girando lentamente su se stesso.
I due nigeriani, che probabilmente avevano fatto il lavoro sporco, erano in disparte che parlavano contando i soldi per il lavoro.
Irina mi guardò e mi disse : " Grazie per avermi portato anche quel coglione di Giorgio, poi tocca a te " e si girò verso i due nigeriani che ci presero con la forza e ci fecero sedere a terra mettendoci del nastro adesivo sulla bocca impedendoci di urlare ( continua )
scritto il
2025-05-25
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