Quando uno scherzo prende la mano
di
Alpha Master
genere
dominazione
QUANDO UNO SCHERZO TI PRENDE LA MANO – Racconto erotico di AlphaMaster
(alphamaster@mail.com per contattare l'autore)
Non è un racconto di incesto - Mina è adottata come spiegato nel racconto, e entrambi i ragazzi sono maggiorenni. Astenersi chi cerca altro.
Erano le 23 e rotti quando Mina entrò in camera di suo fratello minore di meno di un anno, e lo trovò davanti al computer. Lo schermo mostrava una pagina bianca: stava leggendo un racconto, a giudicare dal testo. "Che fai, Fede?" chiese. Lui girò la testa, lievemente imbarazzato. "Nulla di che, sto leggendo un racconto... " e allungò la mano sul mouse per andare a chiudere la finestra del browser. Troppo precipitoso per non insospettire la sorella, mannaggia a lei. Si avvicinò e si chinò a guardare lo schermo.
Mina si mise a ridacchiare. "Un racconto erotico?" sussurrò per non farsi sentire dai genitori. "Beh, complimenti, di solito i ragazzi guardano porno di merda. Un racconto erotico a confronto è roba di classe". Fece l'occhiolino, facendo diventare Federico rosso come un peperone. Il fratello pensò "sempre la solita pettegola curiosa!" ma in fondo non voleva ammettere che leggere un racconto erotico con lei poteva essere davvero divertente. Poi si, impicciona, ma era diventata una bellissima ventenne! Guardò la sorella in intimo, pronta per andare a nanna. A vent'anni le ragazze sono tutte piacevoli, ma lei era veramente bella. Magra, tornita, le sue curve catturavano l'occhio. E poi anche se quell'intimo era assolutamente casto, di cotone bianco adatto a una ragazza che va a letto, vederla in mutandine e reggiseno era sempre una goduria. Capelli castani raccolti in una coda di cavallo con un elastico coronavano un visetto sbarazzino che attirava i ragazzi come il miele attira le mosche.
In realtà tra loro c'era davvero molta confidenza e complicità. La cosa poteva anche succedere prima o poi, meglio un racconto di un porno come lei stessa aveva detto. Lo sapevano entrambi che tutti e due avevano le loro "necessità fisiche".
Per lui era la sorella, era sempre stata la sorella e lo sarebbe rimasta per sempre, ma in realtà mina era una figlia adottiva per i genitori di Federico. Fin da neonata era stata affidata a loro perché i genitori, lontani parenti della madre di Federico, erano persone molto problematiche. Droga, furti, e quando arrivò il primo vero crimine violento ai due fu tolta Mina e fu data ai nuovi genitori. Una sorella con la quale c'era confidenza e complicità, ma che quando ne aveva l'occasione adorava vedere in intimo o addirittura sotto la doccia. Entrambi sapevano che mina era adottata, del resto tra i due c'erano solo 9 mesi di differenza. Impossibile che fossero frutto dello stesso grembo.
"Ti di spiace se leggo anch'io?" chiese Mina. Il fratello annuì, rassegnato. Si trattava di un racconto erotico di Dominazione e sottomissione, scritto piuttosto bene e discretamente eccitante. "LA CHAT", era intitolato. Il racconto scorreva, c'era una certa capacità di scrivere dietro. Era lungo, erano una decina di puntate e avevano finito la prima e stavano iniziando la seconda. C'era la mail dell'autore, nel racconto, che fece venire a Federico una idea. "Che ne dici se gli scriviamo, magari gli facciamo i complimenti... " chiese. Mina lo guardò con un po' di commiserazione: "guarda che è sicuramente finta. Figurati se quella mail li è vera..." - Federico fece l'occhiolino. "Motivo in più per scrivere senza pensieri, no? Se fosse finta non ci rimettiamo niente, se è vera lo salutiamo e gli diciamo che il racconto ci sta piacendo" rispose alla sorella.
"Uff... " disse lei. "Va bene, dai. Scommetto che è falsa e non risponde nessuno!" lanciò Mina. Federico decise di accettare. "OK. Ci sto, scriviamo. Cosa ci scommettiamo?" - Fu Mina a decidere la posta in gioco. "Se torna in dietro con il demone della posta, farai qualcosa che deciderò io. Ti farò fare qualcosa che io non ho voglia". Il fratello la guardò dubbioso: "Se invece risponde?" - "ovvio, sarò io a ubbidire a quel che vorrai che faccia per te. Magari i piatti quando toccano a te, o ti sistemo la camera quando dovresti farlo. Decidi tu. Se non risponde entro tre giorni diciamo che siamo pari, potrebbe esistere ma magari non risponde ai lettori.". Allungarono entrambi la mano, e se la strinsero. Il patto era fatto.
Scrissero la mail, una mail dove non specificavano che erano fratello e sorella e avevano apprezzato le prime due puntate del racconto. Salutavano e chiedevano se stava ancora scrivendo o se quelli trovati sul sito erano tutti gli episodi. La domanda serviva solo a causare una risposta dall'autore, E fatto questo andarono entrambi a letto piuttosto eccitati.
La mattina successiva Federico si svegliò prima del solito, era curioso come una scimmia di sapere se c'era la risposta. C'era. Nulla di particolare, una risposta cortese dell'autore che ringraziava e chiedeva l'età dei due, giusto per essere certo di parlare con persone maggiorenni. Lui rispose, senza neanche consultare la sorella dichiarando le loro età. Poi iniziò i rituali della mattina, lavandosi e scendendo a fare colazione, preparata dalla madre. Poco dopo arrivò mina, con la solita T-shirt lunga che era il suo abbigliamento normale a casa quando faceva caldo. Usava quelle grandi magliette come miniabiti, la coprivano quel che bastava senza essere troppo calde da dar fastidio.
La mamma aveva già fatto colazione e stava sfaccendando, e i due si trovarono da soli al tavolo di cucina. Fu con una certa soddisfazione perversa che Federico mimò con le labbra senza parlare "ha risposto". Mina rispose con lo stesso sistema "non è vero!" ma il fratello adottovo si limitò a fare un sorrisone e annuire. Finiro di mangiare e poi tornarono in camera, facendo finta di niente. Appena voltato l'angolo e messi fuori vista accelerarono e corsero in camera. La risposta c'era davvero, ovviamente. Mina aveva perso. Sbuffò, contrariata. "OK, furbetto. Quando ti toccano i piatti? Li farò io... " ma il fratello ridacchiando le ricordò la scommessa. "Decido io cosa farai, altro che piatti!" la guardò di sottecchi, con aria sorniona. "Scriviamo al tizio del racconto e facciamoci due risate alle sue spalle, diciamogli che sei interessata a provare il suo .. gioco!"
"SEI SCEMO!?" disse a alta voce la sorella, causando un "shhhh" del fratello facendo segno di fare piano. "Abbiamo un patto, no? Ci devi stare. Non faremo niente di cui pentirci, ci limiteremo a prenderlo un po' in giro, e vedere che fa" disse Federico. "Gli ho risposto e ho scritto che siamo Mina e Federico, non ho detto che siamo fratelli. Fingiamo di essere due fidanzati e che tu sei incuriosita da questa sorta di esperienza. Mina era piuttosto arrabbiata, ma in fondo poteva togliersi dall'obbligo senza far niente, bastava assecondare il fratello... quindi accettò, sia pure a malincuore.
Federico si mise alla tastiera e compose una mail di risposta: "La mia ragazza è molto curiosa di questo rapporto D/s che si legge nel racconto LA CHAT. Ma è una cosa reale? Lei vorrebbe capire se è una cosa che si può fare davvero". La risposta arrivò subito: "si, il racconto è basato su esperienze reali, non è solo una cosa che 'si può fare' ma 'una cosa che ho fatto molte volte'.
Si guardarono. L'amo era stato gettato, ora volevano dare uno strattone alla lenza. Suo malgrado Mina stava divertendosi pensando a uno sfigato che si eccitava all'idea dei due fidanzatini.
Nuova mail, scritta sempre da Federico. "Cosa dobbiamo fare allora per far provare alla mia ragazza questa esperienza?". La risposta in fondo se lo aspettavano, era scritta nel racconto che stavano leggendo: una foto di lei in piedi in intimo con il cartello con scritto a pennarello "ALPHAMASTER" e dopo, solo dopo, rispondere a un bel po' di domande. Mina era nervosa e arrabbiata con il fratello: "non voglio mandare una foto di me in mutande!" sbottò. Federico però sapeva di avere la promessa della sorella e che non si erano mai mancati la parola dopo una stretta di mano. "Me lo devi, ho vinto la scommessa. Io avrei pagato se avessi perso!" le rispose. "Non lo farò. Io mi sdraio sul letto, se vuoi farmi quella foto mi appoggi il cartello sulla pancia e la fai, ma devi avere il coraggio di farlo sapendo che io non voglio!"
Il fratello la guardò per qualche secondo, riflettendo. "Beh, me lo devi, quindi si, lo farò" disse. Mina si mise sul letto, mutandine bianche di cotone tirate ben su per non far vedere assolutamente niente, un reggiseno sportivo più simile a una canotta che a un vero reggiseno, colorato in un paio di toni grigioazzurro piuttosto scuro che copriva quanto un cappotto. E per non dare soddisfazione al fratello si mise a braccia larghe e gambe strette, rifiutando di tenere in mano il pezzo di carta.
Lui glielo appoggiò sulla pancia, e fece la foto lasciando la faccia fuori, dalle cosce al collo, inviandola allo sconosciuto con la mano che quasi tremava quando premette "invio". Nessuno dei due lo avrebbe confessato all'altro, ma tutti e due erano eccitati all'idea. In un modo sottile avevano rotto un tabù durato da sempre, ma che tutti e due avevano fantasticato di infrangere. Mina sentiva le farfalle nella pancia, e anche più in basso. Avrebbe avuto voglia di toccarsi, ma non poteva certo farlo davanti al fratello, eccitata sia per la foto sia perché gli slip di Federico mostravano chiaramente che aveva decisamente una erezione.
La risposta non ci mise più di dieci minuti ad arrivare: "Hai appoggiato il cartello sulla pancia della tua ragazza che dorme? Ma è la tua ragazza o tua sorella, con quell'intimo li? Ne voglio una in piedi, o nuda o con mutandine e reggiseno decentemente sexy, e il caretllo lo deve tenere in mano. Almeno sono sicuro che non sto parlando con uno che molesta una ragazza nel sonno..."
I due erano parecchio sbalorditi. Non era minimamente quel che si aspettavano, e chiusero il browser senza rispondere. Dovevano raccogliere le idee, e decidere se proseguire nel loro scherzo o sparire nel nulla.
"Come cazzo ha fatto a beccare che sei mio fratello!?" esplose Mina. "Il ragazzo era esitante, nel rispondere: "Beh, ce lo ha detto chiaro. Ha usato un intimo da sorella che sta a casa col fratello, e hai insistito per fare come hai voluto tu quella foto". Poi si rianimò leggermente: "E questo significa che non hai pagato il tuo debito, non hai fatto quel che avevo deciso io!"
"Cosa vuoi che faccia allora? Stavolta lo farò, promesso. E mi libero dalla scommessa persa, ok?" fece Mina. Federico la guardò, e si buttò a capofitto dal precipizio che sentiva dentro di se. "Fai la foto come dice lui e mandiamola. Sempre anonima, sempre senza faccia." Mina si sentiva galoppare il cuore, non voleva ammettere con nessuno - tantomeno con se stessa – che la sua fighetta era fradicia quanto il cazzo del fratello era in tiro. "Ma non ho alcun tipo di biancheria sexy... non l'ho mai usata!" disse cercando una inutile difesa dalla voglia di fare quella foto. Il fratello sorrise come lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie: "Tanto peggio, te la farai nuda!"
Mina capitolò: "Ora che ci penso, ho della biancheria sexy in effetti..." tutto, ma non nuda, no. La avrebbe fatta con quelle mutandine e reggiseno rosse trasparenti dell'ultimo dell'anno. "Ma gli devi dire la verità, che sei mio fratello e che sei un porco. Altrimenti non se ne fa niente!"
Federico era davvero in imbarazzo, più che per il "porco" e per la foto. "Se gli devo dire la verità non posso dirgli che sei mia sorella. Per me lo sei, e lo sai benissimo, ma la verità la sai anche tu..." le parole di lui rimasero sospese nel vuoto, e Mina annuì. "Va bene, gli diciamo che sono la sorella adottiva. Contento?" - Voleva togliergli la soddisfazione di passare per il suo ragazzo.
Lui annuì. "Andata, gli diremo la verità" e porse la mano. Lei la strinse, pentendosi subito dopo. Cazzo, questa cosa della stretta di mano la stava portando a far cose ben strane. Andò a cambiarsi, e si mise delle culotte di pizzo rosso che non nascondevano niente all'occhio. Erano completamente trasparenti, non avevano neanche una toppa raddoppiata davanti. Il reggiseno era sullo stesso stile: nessuna concessione al pudore. Sopra mise la solita maglietta XXL che la copriva fino alle cosce, consentendole di passare inosservata.
Tornata in camera del fratello si rese conto di quanto la eccitava quel gioco. Era veramente un lago, e temeva che il fratello se ne accorgesse.
Lui le chiese di mettersi contro la parete bianca e poi le disse di togliersi la maglietta. Lei lo fece, buttandola a terra, e a Federico si strozzò il fiato in gola. Sua sorella era uno schianto, e i capezzoli si vedevano chiaramente, così come i peli pubici, e sotto, guardando bene, sua sorella pareva bagnata. Il cazzo gli esplodeva negli slip, quando pensava a questo. "Sorellina, sbaglio o lo scherzo ti eccita?" chiese. E la risposta ironica di lei fu che l'eccitazione del fratello era molto più chiaramente visibile. Eccitatissimo scattò la prima foto, quella richiesta, e poi buttò li. "ne facciamo una anche vista da dietro? Ti appoggi alla parete con una mano, con l'altra tieni il cartello lungo la gamba... " e con sorpresa invece dell'ira della sorella che si aspettava la vide fare proprio quel che le aveva chiesto. Scattò anche quella, veloce, con le mani che tremavano. Dovette scattarla due volte, la prima era mossa.
Riprendendo fiato cominciò a scrivere la mail, notando che Mina aveva si preso la maglietta in mano, ma non se la infilava, sbirciando da dietro la sua spalla.
Composero l'email insieme, dicendo tutto. Che Mina non era la sua ragazza ma la sua sorellastra, e che si erano eccitati entrambi nel fare le due foto. Le allegarono entrambe. Non restava che aspettare. Se volevano una risposta in pochi minuti rimasero delusi, perché arrivò la mattina successiva.
"Queste due foto vanno bene. Adesso almeno so la verità. Immaginavo che steste prendendomi per il naso. E quando qualcuno mi prende per il naso, di solito lo blocco e lo mando nel limbo per sempre. Faccio una eccezione solo per un motivo: dite che vi siete eccitati, e ingrandendo la foto di Mina si vede a occhio che le culotte si sono inumidite. Se non avessi notato quel particolare non avreste mai avuto questa risposta.
Qui di seguito trovate tutta una serie di domande. Dovrà rispondere Mina e essere sincera, stavolta. Tanto fino a quando non sarò del tutto convinto voi resterete 'i due che mi volevano prendere per il naso'."
Seguivano una serie piuttosto lunga di domande, alcune generiche, tipo "quanta privacy hai a casa", altre molto personali, sul genere di "Sei vergine? Sei vergine analmente? Hai praticato la masturbazione anale?" e molte molte altre. Ne aveva messa anche qualcuna per Federico, tipo: "Hai mai spiato tua sorella nuda? Magari in bagno, o sotto la doccia?" Finiva così. "Di solito chiedo anche se ci sono tendenze esibizioniste, nel tuo caso è inutile chiedere. Se ti sei eccitata per quella foto, un fondo di esibizionismo ce l'hai di certo"
I ragazzi erano sicuramente eccitati nel leggere, ma anche delusi. Lo scherzo non era riuscito, il tizio si era quasi preso gioco di loro. E la foto di Mina in mutande trasparenti non lo aveva fatto abboccare.
"Direi che abbiamo finito, lo scherzo non è riuscito" disse Mina. Federico fece cenno di si col capo, sospirando. "Cancello tutto? Peccato, mi aveva veramente arrapato chattare col tizio, e anche farti quella foto. Per un pelo non mi sporcavo le mutande senza neanche toccarmi..."
La sorella lo guardò. "Dai, rispondiamo alle domande. Magari ci inventiamo qualche balla..." ma il fratello fece segno di no scuotendo la testa. "No, ci siamo dati la mano dicendo di dire la verità. Se lo facciamo rispondiamo tutto e per bene.". E la sorella capitolò dicendo la verità. "Rispondiamo e diciamo la verità, io mi sono eccitata giocando così, e anche tu. E allora, perché no?"
E così compilarono quella sorta di questionario, e lo fecero sorprendendosi non poco l'un l'altro. Federico ebbe conferma che Mina non era vergine, ma se lo aspettava. Non si aspettava che la sorella amasse infilarsi la punta di un dito nel secondo canale quando si masturbava, invece. Anche scoprire che alcune volte aveva fantasticato sull'amore saffico lo lasciò piuttosto perplesso, mentre Mina ebbe conferma che il fratello la aveva sbirciata quando era nuda, in varie occasioni. Suo fratello si aspettava dei rimproveri, ma la invece fece sorridere la sorella. "Scemo, lo sospettavo. Ma se ti piaceva, in fondo perché no!"
l'elenco di domande era lungo, ma arrivarono in fondo, sentendosi più uniti che mai dal fatto di non avere più segreti per l'altro. Lo inviarono, e la risposta arrivò dopo un po'.
"Ho letto le risposte, vediamo se adesso fate sul serio o volete ancora prendermi in giro. Voglio una foto della ragazza, nuda, con il cartello in mano. In piedi, non sdraiata. Gambe larghe, cartello con il marchio all'altezza dell'ombelico. Non deve coprire ne i seni ne la vagina. E poi un'altra, di spalle, mani appoggiate al muro, cartello col mio nome. Appoggiato a una caviglia. Inquadrata da dietro, voglio che stia piegata in avanti a 90 gradi perché voglio vederle sia lo sfintere che la vagina, in contemporanea.
Entrambe le foto devono essere scattate dal fratello.
Mandate queste due, e sarò convinto che fate sul serio. Non mandatele e allora neanche perdete tempo a rispondere. Non mi interessano scuse, non state a dirmi che non potete, che non riuscite, che vi manca lo spazio o il tempo. Niente foto? Addio."
Si guardarono, con un lungo momento di silenzio. Nessuno dei due voleva parlare e il silenzio si prolungò in modo imbarazzante. Fu Federico a romperlo, ma lo fece con una domanda: "Quindi gioco finito?". Mina ci pensò e rispose nello stesso modo, ovvero rimbalzando la palla: "Tu cosa ne dici?". Fu il fratello a rompere quel muro, e dire quel che pensava. "Peccato, io mi sono arrapato come un mandrillo in questo gioco.". La sorella gli dette un leggero pugno sulla spalla: "Porco, vorresti che la tua sorellina si facesse vedere nuda da uno sconosicuto? E la vorresti vedere fare porcherie come nel racconto?".
Lui ridacchiò, imbarazzato: "Beh, che ti devo dire? Si, mi ecciterebbe da matti". Lei lo guardò di sottecchi: "Sai che ti dico? Ci sto, ma a una condizione. Se anche tu ti fai fotografare nudo come me, proprio nello stesso modo, e ci stai a fare le porcate che il tizio ti dirà se accetta di giocare anche con te. Se accetta solo me, abbandoniamo. Se accetta tutti e due, tutti e due ce la giochiamo fino in fondo. Così, o niente." E porse la mano. Federico la strinse, inaspettatamente, e Mina si insultò da sola mentalmente. Questa cosa di darsi la mano doveva ricordarsi di non farla più. Tutto si aspettava meno che il fratello accettasse.
Però doveva ammetterlo, solo a pensarci era fradicia. Erano tutti e due in tenuta da casa, quindi mutande e magliettona. E gli slip di Federico non potevano nascondere alla sorella una poderosa erezione. "Le facciamo subito queste foto, prima che io ci ripensi e mandi a quel paese lui e anche te?" disse, e poi d'impuslo aggiunse "Prima io scatto le tue, poi tu scatti le mie." Il fratello deglutì a vuoto: "Quindi ora... mi spoglio? Devo... mettermi nudo?". Mina lo trovò piuttosto buffo, visto che avevano fatto un patto. "Certo testina, cosa pensavi, che il patto non valesse? Ci siamo dati la mano!"
Federico si tolse la maglietta, rimanendo con solo gli slip spinti in fuori dal suo cazzo duro come il legno, e poi con imbarazzo se li sfilò. Il pene rimase per un attimo impigliato nell'elastico, e poi liberandosi scattò in alto come una molla. Ripresero il foglio che avevano usato per la prima foto, quella sul letto, e il ragazzo lo tenne come da ordini. Poi si girò per fare la seconda foto, mostrando il buchetto posteriore ed i testicoli che penzolavano. Mina fece due ottimi scatti, e il fratello ancora nudo simise a guardarli sul telefono, incredulo di quel che aveva fatto e senza accorgersi che la sorella nel frattempo era sgusciata fuori da tutti gli indumenti e stava nuda contro la stessa parete, cartello A4 in mano. "Hey, genio? Che succede, non vuoi vedere qui?" disse. Il fratello sbalordito non riusciva a credere ai suoi occhi. La pelle liscia della sorella lo ipnotizzava, vedeva i suoi seni con le areole piccole e definite, con il capezzolo che svettava al centro. Il suo sguardo scese sul suo ventre, l'ombelico delicatissimo, e poi il monte di venere, con la peluria fine ma regolare e curata.
Inghiottì il groppo che aveva in gola e fece le due foto. Il cazzo gli faceva quasi male mentre inquadrava il culo della sorella. Non aveva mai visto quel forellino ammiccante e stretto, che adesso sapeva che lei violava con un dito quando si masturbava.
Alla fine ancora nudi mandarono le foto, spiegando che loro erano interessati a essere entrambi parte del gioco. Singolarmente non avrebbero accettato, ma insieme si.
Mentre Mina scriveva suo fratello si era avvicinato per sbirciare da sopra la sua spalla e senza rendersi conto aveva appoggiato il pene al fianco della sorella. Fu solo quando l'email fu definitivamente spedita che se ne resero entrambi conto. Lui si ritrasse, ma non di scatto. Lentamente, quasi controvoglia. E Mina toccandosi il punto dove la cappella del fratello aveva premuto, sentì bagnato di precum. Lo portò al naso, annusando. "Porco!" disse sorridendo.
"Primo a andare in bagno!" dissero precipitosamente e in perfetta sincronia. Era una frase che usavano per prenotarsi, ma stavolta la avevano detta insieme. Lui inghiottì di nuovo, e poi confessò: "Devo... " e indicò in basso. "E' urgente, non reggo". E lei annuì. "Anch'io devo. Lo vuoi fare insieme?"
Ormai soli a casa (la mamma era uscita) corsero nudi in bagno, e mentre lui si sedeva sulla tazza e cominciava a masturbarsi ferocemente lei si appoggiò con una gamba alla vasca, alzandola, e si mise a strofinarsi il clitoride, per poi entrare dentro con due dita. La sinistra di lei intanto era sparita dietro la schiena, infilando la prima falange del medio nel tubo di scarico.
Fu una masturbazione febbrile, mentre si guardavano, quasi increduli di quel che vedevano. Esplosero quasi subito, lui inondando il waver di sperma, lei inarcandosi prima indietro e poi in avanti, quasi perdendo l'equilbrio al punto di dover rimettere tutte e due i piedi a terra e reggersi con una mano alla parete coperta di piastrelle. Quando lui si alzò e fece per tirare lo sciacquone la sorella lo fermò: "Dai, vogilo vedere!". Guardò l'interno della tazza, con una copiosa quantità di sperma che colava dalla ceramica e altrettanto già ad annebbiare l'acqua. "Wow, che carico... non immaginavo..."
Nel frattempo il fratello prese la mano destra della sorella, portandosela al naso: "Fammi sentire... che profumo. Lo adoro, mi fa girare la testa". La sorella aggiunse il medio della sinistra sotto alle narici del fratello: "Senti questo? A me piace!". Era vero, non era odore di escrementi. Era profumo di sesso, diverso ma profumo di sesso anche quello. Mina si impossessò per prima del bidet, lavandosi accuratamente, e il fratello dovette attendere il suo turno.
Tornati in camera e rivestiti, era giunta la risposta da AM. "Va bene, ma prima voglio che sia chiaro. Vi userò per il mio piacere, anche se questo vi farà godere forte, ma deve essere chiaro. Non potete rifiutare un ordine e continuare a giocare con me, e i miei ordini possono comprendere anche qualche piccolo dolore fisico per il mio piacere, oltre a farvi godere come animali. A proposito, dopo le foto cosa avete fatto? Fate rapporto e descrivete tutto quello che è successo dopo fino a questo momento."
Con gli ormoni più calmi dopo l'orgasmo, entrambi erano abbastanza vergognosi di quanto era successo, e si confrontarono di nuovo. "Che si fa" chiese lei. Lui aveva la bocca secca, ma le ricordò il patto: "abbiamo deciso di dire la verità, ricordi? Possiamo dirgli che finisce qui. Non ci ha visto in faccia, non sa chi shiamo, la facciamo finita qui e dimentichiamo tutto. O gli diciamo tutto e continuiamo a giocare".
Raccontarono tutto, ogni dettaglio del loro godimento, comprese le loro curiosità finali l'uno dell'altra. Raccontarono che avevano passato un limite mai passato prima, e che avevano goduto in un modo mai provato in precedenza. Entrambi.
La risposta conteneva l'account Telegram del master. "Passiamo a Telegram, la mail è impersonale e impone tempi lunghi." Entrambi avevano un account, blindarono il numero di telefono e lo contattarono. Lui creò un mini gruppo chiamato "giochi di ruolo" con se stesso, sorella e fratello e cominciarono a chattare con quel mezzo.
"Come avrete notato" - scriveva AM – "ogni messaggio di questa chat dura solo 24 ore. Questo per la sicurezza di tutti, mia e vostra. Il telefono se viene perduto, o portato a riparare, non avrà nessun rimando a quello che ci diciamo. Quello che succede qui, resta nei giochi di ruolo. Mi chiamerete Padrone, o AM. Risponderete Si Padrone, non soltanto Si. E direte No Padrone solo in caso che le mie siano domande informative. Se sono Comandi dovrete dire Si padrone. Capito?"
Apparvero subito due "Si Padrone" in chat.
I due ragazzi si guardarono sorridendo. Si divertivano come matti, ed erano nuovamente eccitati. Ricevettero la richiesta di descrivere come stavano vestiti a casa di solito e risposero descrivendo il loro "outfit" normale. "Ah, quindi state sempre in mutande, si? Sarebbe strano se vi costringessi a stare nudi davanti ai genitori, ma quando i genitori non ci sono e siete soli in casa starete tutti e due nudi come vermi. Capito?"
Il solito doppio "Si Padrone".
"inoltre quando uscite non potrete usare l'intimo. Mai, salvo visite mediche o palestra, insomma, se dovete spogliarvi davanti a estranei. Se uscite con gli amici, sotto i vestiti starete nudi. Chiaro?" - Entrambi confermarono.
"Per finire, depilazione completa inguinale per entrambi. Inguinale e tra le chiappe. Niente peli sul buco del culo. Ogniuno depilerà l'altro, non potete neanche aiutarlo toccandovi da soli o tirandovi la pelle. Deve fare tutto l'altro, e voglio le foto durante l'operazione. Non potete godere fino a quando tutta l'operazione non sarà finita. Più aspettate e più dovrete stare in astinenza. Chiaro?"
Stavolta ci misero un po' a rispondere, entrambi rossi e imbarazzati. "Che facciamo?" chiese lei? "Rispondiamo Si Padrone" disse lui. Lo fecero. Imbarazzati, con la faccia in fiamme per la vergogna e sessualmente eccitati come scimmie Bonobo.
Arrovò un nuovo messaggio: "Beh? Cosa aspettate a spogliarvi?". Si spaventarono. Ma... come era possibile? Lui scrisse "Padrone, come fa a sapere che non lo abbiamo fatto?" e la risposta fu un po' umiliante: "Siete quelli che mi prendono per il culo. Io do per scontato che lo facciate, fino a quando non mi provate che non lo state facendo. Quindi, spogliatevi e poi foto a vicenda. Con il marchio. "
Lo fecero, ubriachi di ormoni e anche di vergogna.
"Ora depilazione. Fino a quando non la avrete completata, niente altri ordini." - Non restava che rispondere "Si Padrone" e procedere.
Per quel giorno ormai non riuscivano a organizzarsi, e lo scrissero a AM. Gli spiegarono che avrebbero provveduto l'indomani, con tutto il giorno a disposizione. Lo sconosciuto non rispose.
La mattina successiva dopo la colazione si misero nudi, e la cosa li lasciava ancora ubriachi di eccitazione. Fingevano che fosse normale, ma i loro corpi reagivano con potenza vedendosi a vicenda.
"OK, come procediamo per la depilazione?" chiese Federico. Sua sorella rispose dopo una breve esitazione dovuta all'imbarazzo al pensiero che dovevano farlo a vicenda "Tu hai la tua roba da barba, io ho il mio rasoio che uso per depilarmi le gambe e che usavo per gli eccessi di peli pubici. Farò prima io, per te. Ho già pratica perché trimmavo la mia passerina." aveva gli occhi bassi e le guance in fiamme nel dirlo. "Poi tu farai per me. Ti guiderò, ma sta attento, ho un po' paura" – Il fratello la tranquillizzò dicendole che sarebbe stato attentissimo, ma sentiva di tremare al pensiero di vedere da vicino e da tutte le angolazioni la fighetta della sorella.
Andarono in bagno e cominciarono. Mina mise della schiuma da barba su tutto l'inguine del fratello, e poi cominciò estitante a radere. Stava molto attenta, ma quel cazzo duro e eretto a due centimetri dagli occhi, dal naso e dalla bocca la teneva distratta oltre che bagnata. Il fratello intanto faceva delle foto dalle quali poi avrebbe dovuto censurare il volto di Mina. Lei lo fece mettere con un piede sul bordo della vasca, per arrivare meglio ovunque, ma arrivò il momento in cui il pene era di ingombro, e doveva spostarlo dai lati per arrivare ovunque. Lo prese delicatamente con le dita, causando un mugolio di Federico. Sentiva l'odore del precum, forte e vicino. Lo spostò prima a sinistra, radendo a destra, ma quando lo spostò dall'altro lato il fratello venne con getto bianco che le arrivò sul seno.
"Scusami!" urlarono insieme. Il cazzo del ragazzo pulsava, dolorosamente a mezzo di un orgasmo interrotto. La sorella ansimante disse "così non riesco, devo toccarti ancora... ti faccio finire di eiaculare, poi proseguo." e mentre il fratello sgranava gli occhi Mina cominciò a masturbarlo dolcemente. Alcuni secondi e Federico si svuotò del tutto, proiettando liquido seminale sul seno e la pancia di Mina. Tutto fu fotografato, aggiungendo il solito foglio A4 che ormai li seguiva da un paio di giorni.
Quando lei ebbe finito di radere l'inguine e i testicoli disse al fratello: "Non avevi il permesso di venire, cosa succederà ora? Comunque girati, che devo raderti tra le chiappette."
Lui ruotò e si appoggiò con le mani alla vasca, porgendo il culo. "Non so cosa accadrà. Dai racconti quando Anna sbagliava qualcosa la puniva. Ci punirà sul serio?" e poi, quando la schiuma da barba raggiunse il punto sensibile dello sfintere: "Ahhh... è sgradevole! E' fredda e brucia!"
La sorella sospirando replicò che avrebbe fatto più in fretta possibile, e che lui si sarebbe dovuto distrarre pensando che tra poco avrebbe dovuto fare le stesse cose per lei. Con il subbuglio in testa, le farfalle nella pancia, la figa fradicia e le mani tremanti alla fine Mina riuscì a finire il lavoro e – per fortuna – senza far male al fratello, che nel frattempo per il contatto delle mani della sorella si era trovato un nuovo alzabandiera tutt'altro che inferiore al primo.
Si misero entrambi nella vasca, e mentre Mina si toglieva tremando il seme del fratello dal corpo lui si toglieva i residui di schiuma da barba e di pelame tagliato, sendendosi stranissimo. Da tanti anni non era liscio così, e si vergognava anche un po'. Ma era eccitante, sembrava di sentire il suo corpo diversamente quando lo sfiorava.
Era arrivato il turno di Mina di perdere la peluria pubica. Il fratello la fece mettere nella stessa posizione in cui era lui, e mentre lei fotografava la insaponò per bene, e nel farlo non potè far a meno di passare le dita sulle labbra della vagina. Anche lei aveva lo sguardo incrinato e ansimava per l'eccitazione, e mentre lui procedeva, tirando la pelle per arrivare tra le cosce e il taglio della vagina acnhe la sorella cominciò a tremare, in preda a un inizio di orgasmo.
"Mina, stai...." chiese lui. Lei ansimando annui. Lui con voce tremante proseguì. "Devo... vuoi che.." indicando il sesso della sorella. Lei annui di nuovo: "Si... per favore! Non lasciarmi così!".
Lui la toccò tremando, esitante. Appena lo fece la sorella esplose, preda di una eccitazione febbrile. Premette il sesso contro le sue dita muovendo il bacino, penetrandosi e impalandosi fino a che medio e anulare non furono dentro fino alla radice. Tremando urlò di piacere, fino a quando la testa non le ricadde in avanti. Ansimando disse "Ecco, ora punirà entrambi. Almeno siamo pari." Rise, ma era una risata nervosa, esitante, sottovoce. Avevano rotto un tabù ed erano entrambi eccitati di averlo fatto. Passare oltre quella soglia li aveva portati entrambi molto oltre al piacere che provavano di solito e a cui erano abituati. Avevano provato sensazioni così forti da essere quasi insostenibili.
La depilazione di lei fu terminata con meno difficoltà, adesso che era sessualmente più appagata, ma sentiva montare di nuovo l'eccitazione. Fu lei adesso a sciacquarsi, e dopo asciugati fecero di nuovo delle foto del lavoro finito. Sia davanti che dietro, come prima.
"Adesso che l'ordine è stato eseguito abbiamo il permesso di godere" disse mina "e io ho ancora una voglia insostenibile. Ci masturbiamo di nuovo contemporamente come ieri?" - Il fratello deglutì il groppo che sentiva in gola, e disse che ne sarebbe stato felice.
Cominciarono stando entrambi in piedi, ma dopo poco lei si girò e appoggiando la mano sinistra sulla vasca e tenendo le gambe larghe iniziò a toccarsi la vagina, porgendo la vista del suo ano al fratello. "Vuoi mettere la prima falange del tuo indice nel mio culo?" chiese con voce esistante. "Vuoi provare?". Lui non rispose, ma dopo essersi bagnato il dito di saliva mentre si masturbava con la destra, spinse l'indice dentro al sedere della sorella. "AAAHHHhhhh" disse forte lei. "E' più grande del mio, ma non toglierlo. Lascialo li. LASCIALO LIIII!" urlò mentre godeva e il fratello sentiva lo sfintere di Mina contrarsi al ritmo delle scosse orgasmiche. Gli pareva che gli stritolasse il dito, ma adorava quella sensazione. Poi lei si accasciò, sfilando lo sfintere dal dito del fratello, e girandosi di nuovo verso di lui, che la guardava allucinato. "Sto per godere, spostati!" le disse. Ma la sorella, invece di togliersi, avvicinò i seni, porgendoli al fratello.
Lui venne, inondandola di nuovo anche se un po' meno della prima volta. Stavolta era intenzionale, e lui la spruzzò incredulo di quello che facevano.
Placati gli istinti che bruciavano del fuoco della gioventò e dell'adrenalina, si lavarono e ricomposero, quasi senza parlare. Poi tornarono in camera, e inviarono tutte le foto dopo aver tagliato le facce in quelle che si potevano ritagliare o averci incollato sopra uno smile giallo dove la faccia non poteva uscire dall'inquadratura, "fecero rapporto", raccontando tutto, ogni particolare, e confessando di non essere riusciti a dominarsi contravvenendo all'ordine di non godere fino a dopo depilati.
Non restava che attendere la risposta.
Nel frattempo Federico contemplava sua sorella, nuda e nel suo nuovo look completamente depilato. "Sei bellissima così Mina. Sembri più in ordine, più curata. Sembri... un'attrice." E si morse la lingua per non aggiungere "porno" in fondo, come invece stava per fare.
"Grazie, anche tu sembri... sembri... un atleta, direi. Il pelo rovina l'estetica, ma non lo avevo mai realizzato prima" rispose la sorella.
Fare le cose che facevano sempre, ma nudi, era molto imbarazzante. Ma anche molto eccitante se comportava di stare nella stessa stanza. Anche dopo due orgasmi il cazzo di Federico tendeva sempre a alzarsi quando arrivava Mina. Poi arrivò la risposta di AM.
"La depilazione va molto bene, ma il fatto che non siate riusciti a dominare gli istinti no. Dovrò punirvi entrambi. Per forza." I due si guardarono mentre leggevano sui rispettivi telefoni. "Per cominciare una bella sculacciata vi insegnerà l'autocontrollo. Ogiuno di voi si darà 15 sculaccioni per lato da solo. Forte, non fate finta. Deve essere rumoroso e alla fine dovete avere le chiappe rosse." entrambi alzarono gli occhi cercando quelli dell'altro, un po' smarriti. Poi lentamente ripresero a leggere senza dire niente. "Poi ogniuno dei due ne darà 15 per lato all'altro. Al solito, non devono essere carezze, devono essere una sculacciata punitiva. La posizione dovrà essere per quella autoinflitta in piedi, gambe molto larghe, una mano appoggiata alla parete e l'altra che colpisce. Per quella da dare all'altro chi punisce si siede su una sedia, l'altro si mette con la pancia sulle sue ginocchia. Nessuno dei due deve godere fino a punizione finita. Se uno dei due sta per godere, fate una pausa e aggiungete 5 colpi per parte. Ricordate le foto o il video e il marchio."
Federico balbettò qualcosa. "Non... non mi aspettavo roba del genere... io... ma siamo sicuri... " - la sorella lo interruppe. La voce non era ferma, ma almeno non balbettava: "lo avevamo letto nel racconto, dovevamo aspettarcelo. Dai, non potrà essere così male, alla fine." ma la voce suonava incerta e dubbiosa alle sue stesse orecchie.
Il messaggio Telegram proseguiva. "Poi però voglio anche un po' di training anale. PER ENTRAMBI" (era scritto proprio di maiuscolo). Proseguiva chiedendo se avevano a disposizione delle candele di cera, specificando "non quelle nel bicchiere, proprio le candele da candeliere, quelle lunghe e affusolate",
Fecero mente locale, e no. In casa non ne avevano, ma sicuramente ne avrebbero potute trovare da un casalinghi da qualche parte. Lo scrissero, e AM disse che potevano procedere all'acquisto. Sarebbero andati insieme e senza intimo, privi entrambi di mutande e Mina anche senza reggiseno.
Si vestirono, jeans per lui, shorts per lei, adatti al caldo, e maglietta per entrambi. I capezzoli di Mina non si vedevano, inteso come trasparenza, ma svettavano parecchio appuntiti sotto il tessuto. Lei si guardò allo specchio: "mi si vede tutto" disse preoccupata. Il fratello, che apprezzava parecchio quel che vedeva, rise. "Si, ma farai solo invidia alle altre ragazze e arrapare i maschi. Anche io ho il cazzo duro a vederti". Rise anche lei, allungando una mano verso il pacco di Federico: "Guarda che ti tocco e ti faccio venire al volo, così ti trovi i pantaloni incollati!". Risero, ma con una certa preoccupazione. Poteva succedere davvero, e anche Mina aveva paura di bagnare gli shorts.
Googlarono per cercare un casalinghi non troppo vicino a casa, per evitare che li riconoscesse qualcuno e si facesse domande, e trovato uno a una ventina di minuti di bus, andarono. Si sentivano nudi senza mutande, specialmente Mina con i capezzoli che sentiva così duri e eretti da bucare la maglietta. Federico dal canto suo rischiava una erezione ogni volta che ci pensava.
In meno di un'ora erano a casa con le candele, e mandarono la foto al Master. Rispose subito:
"Vanno benissimo. Le candele sono per domani, per oggi avete le sculacciate. Il Compito che le utilizzerà ve lo invio stanotte, e lo scoprirete domattina. Per oggi, dopo la Punizione, siete liberi"
Si guardarono. Non se ne sarebbe certamente dimenticato, dovevano procedere. Erano spaventati, eppure, sottilmente eccitati. "Chi comincia?" chiese con voce un po' debole Mina, e il fratello sospirò: "Sono stato il primo a rompere le regole, comincerò io. Fai il video, dai."
Si posizionò e si somministrò 30 sonori sculaccioni, arrossandosi il culo. Bruciavano, ma era eccitato, e il suo pene, svettante in fuori, turgido e con la cappella umida lo dimostrava. "Tocca a te ora, sorellina" – e prese il cellulare, riprendendo la scena e godendosi lo spettacolo del sedere di Mina che si arrossava. Poi a sculacciata terminata, disse "Ora siediti e sculacciami, purtroppo ci tocca se vogliamo continuare a giocare" – Il suo cazzo pulsante dal glande violaceo diceva chiaramente che lui ne aveva tutte le intenzioni. La sorella si mise su una sedia, e lui si appoggiò in posizione. Purtroppo il cazzo gli andava proprio a strofinare sulla gamba della sorella, e questo non aituava. Sentiva il precum gocciolare mentre le sculacciate arrivavano facendo rimbalzare la cappella proprio sulla pelle di mina, che sentiva sempre pià bagnata di precum. "Mina, fermati o godo. Mi serve una pausa!" disse precipitosamente, alzandosi. La sorella si guardò le gocce trasparenti e profumate sul polpaccio, avvisandolo che doveva allungare di cinque colpi.
Bene o male le sculacciate di Mina finirono, e fu lei a sdraiarsi sulle ginocchia di lu. O meglio, dovrei dire che gli si sdraiò proprio sull'uccello, causando altre difficoltà. Ci vollero 3 pause, quindi una bella quindicina di colpi in più per finire. Appena finito, e libero da obblighi Federico venne, direttamente con la sorella sulle gambe. Sentì il seme colare su entrambi, e mentre sentiva la mano della sorella raggiungere la vagina le violò di nuovo lo sfintere con la punta del dito, godendosi le pulsazioni di quell'anello di muscoli che stringeva il suo indice,, e continuando a emettere seme stimolato dal movimento del corpo della sorella che si strofinava su di lui.
Alla fine erano esausti, appagati e sporchi. Decisero per una doccia, e per risparmiare tempo la fecero insieme. Federico era esausto, ma la nudità della sorella continuava a stimolarlo, tenendo sveglia la sua asta.
Alla fine all'approssimarsi del ritorno dei genitori si rivestirono, sorridendosi con complicità.
Finì la giornata, e i due dopo cena passarono la serata in camera di lui, finendo di leggere i racconti pubblicati da AM. Apprezzarono molto "Due sorelle molto complici", che gli ricordava molto la loro situazione, ma che lasciò a entrambi la sensazione di aver corso molto. La protagonista del racconto ci aveva messo molto di più a "mollare gli ormeggi", ma era comprensibile. Le due erano davvero sorelle, e quello che nel racconto aleggiava sempre ai margini era un rapporto saffico. Loro in realtà non erano parenti, si sarebbero addirittura potuti fidanzare e sposare, se avessero voluto.
Dopo un sonno che per entrambi fu popolato da sogni agitati ed erotici, arrivò il mattino, e nessuno dei due guardò la chat senza l'altro. Volevano leggere insieme, dopo colazione, da soli a casa.
Quando la madre uscì, si liberarono velocemente dagli abiti e si fiondarono sui telefoni.
"Questo è il vostro compito per oggi: prendete qualche sorta di lubrificante, magari una crema per il corpo o olio per bambini. Non sapone, se non volete un bel bruciore anale dopo. Procuratevi inoltre 4 mollette da bucato. Due Federico le applicherà ai capezzoli della sorella, e due lei proverà a metterle a lui. Non è detto che riesca, i capezzoli maschili hanno spesso molta meno superficie dove appendere la pinzetta. Se non riesce, per adesso non importa. In futuro vedremo."
Mina guardò il fratello, e disse: "Mollette ai capezzoli? Ma faranno malissimo!" con sguardo davvero molto preoccupato. Il fratello non sapeva cosa dire, e ripresero a leggere:
"No, non faranno male, è una stimolazione piacevole. Le dovra tenere... " ma Lei si fermò ed esclamò "Ma come cazzo fa, legge nella mente?" prima di riprendere a leggere.
".. fino a quando non avrete finito il compito. Cercate di essere veloci, perché più tempo le tiene e più ci sarà un veloce lampo di dolore quando le toglie. Dura poco, e il fratello dovrà massaggiargliele, per lenirlo". Si sentì udibilmente Mina deglutire a vuoto.
"A quel punto lubrificherete tre candele. Mina se ne infilerà una in vagina, ben in fondo, e una nel culo. Quella nel culo badate che resti fuori per un pezzetto, altrimenti dovreste ricagarla e potrebbe essere difficle. Invece se lasciate il culo della candela fuori dal vostro, non ci saranno problemi. La candela tende più a uscire che entrare, quindi dovrete tenerla con una mano. Con l'altra vi masturberete fino all'orgasmo. Potrete togliere tutto, candele e mollette, solo dopo che entrambi sono venuti. Mina dovrà leccare la candela che aveva nella figa, per pulirle. Non ringraziatemi che per adesso non vi faccio succhiare quelle che avete nel culo. PER ADESSO!" ribadiva con il maiuscolo. Voglio le foto dei vostri corpi con le candele che fanno capolino. Per Mina voglio vederle entrambe. Guardatevi l'un l'altra mentre eseguite, dovete godervi lo spettacolo. La prossima volta magari ve le farò inserire a vicenda, contenti?" No, non erano contenti, ma sicuramente erano eccitati come raramente lo erano stati. "Quando vi infilate le candele nel culo, dovrete dopo i primi centimetri deviare verso la schiena e verso sinistra. L'intestino segue quella strada, quindi assecondate il movimento."
I due ansimavano già in modo nettamente perecettibile, eccitatissimi, con i visi arrossati e le dita tremanti che non riuscivano a scorrere lo schermo della chat. Sarebbe stata una giornata intensa, a quanto pareva. Decisero che avrebbero eseguito il tutto in bagno, che stava diventando il loro masturbatoio, la loro alcova.
Preparano tutto il necessario, ben in ordine, e poi Federico mise le mollette ai capezzoli della sorella. Cercò di essere delicato, pensando di farle male, specialmente vedendo il piccolo sobbalzo quando mise la prima, ma lei lo tranquillizzò: "Vai, non fa male, anzi, mi eccita da cani!" Lui finiì il lavoro con la seconda, e mina, con il fiato corto per l'adrenalina tentò di metterle a lui, ma senza riuscirci. Non aveva il capezzolo abbastanza sporgente, malgrado fosse eretto per l'eccitazione. Non restava che violarsi gli sfinteri.
Mina non aveva mai avuto penetrazioni profonde, sempre al massimo uno o due centimetri, e il corpo estraneo più grande era stato il dito del fratello. Era quindi abbastanza preoccupata, ma il fratello, che non aveva mai usato il suo sedere per masturbarsi (e che pensava che un etero non dovesse farlo) era terrorizzato. La candela nella vagina sparì quasi del tutto senza resistenza, scivolando nelle mucose bagnate e lubrificate dagli umori, strappando gemiti di piacere alla ragazza, mentre Federico ipnotizzato guardava da in ginocchio in mezzo alle sue gambe, con il telefono in mano a fare una ripresa degna di un film erotico.
Poi lei passò alla candela, inserendola lentamente. La sua forma affusolata permetteva un ingresso assolutamente indolore, e facendola entrare la ragazza provava molto piacere. La vagina puslava stringendo l'altra candela, aumentando il piacere, e quella che entrava era come se ci strofinasse contro, elevando il tutto a potenza. Federico era ipnotizzato, e riprendeva tutto. Alla fine solo qualche centimetro di candela sporgeva dal culo della sorella, e quasi niente dalla figa, premendole in alto e stimolandola da morire.
Tenendo le due candele con la sinistra asciugò la destra al telo di spugna e chiese il telefono a Federico, cominciando la ripresa quando anche lui faceva entrare la candela. Iniziò l'operazione con il cazzo solo "barzotto" ma con sua sorpresa la stimolazione interna del corpo estraneo gli faceva alzare il membro fino a farlo svettare, e sentiva il precum già gocciolare. Posato il telefono (servivano tutte e due le mani a entrambi) cominciarono una febbrile, convulza masturbazione, guardandosi a vicenda. Mina si strofinava il clitoride come una folle tenendo tutte e due le candele con la sinistra che passava dietro la schiena, mentre Federico si menava la verga con la mano libera, tenendo anche lui la candela con la mancina.
Mina era già in preda alle scosse di un orgasmo poderoso, senza riuscire a articolare parola, finendo in ginocchio a gambe larghe per terra, con la testa rovesciata indietro. Federico le guardava le mammelle che sobbalzavano alle sue contorsioni, con le mollette che catturavano e calamitavano lo sguardo sui capezzoli, quando sente che doveva eruttare il suo nettare, e fece per avvicinarsi a WC. Lei vide il movimento, e con voce roca e spezzata disse "No! NO! In faccia, ti prego!"
Lui non resistette, e girandosi verso di lei le fece un lavaggio facciale di seme, ricoprendole volto e capelli, gli occhi serrati, e anche le labbra. A quel punto con faccia estatica tolse la candela dalla figa e la succhiò, scossa da brividi di piacere.
Scrissero tutto, e mandarono le foto. La risposta li gelò: "e il marchio? Domani rifate, ma con il marchio. Altri 15+15 per lato di punzione, ma li prenderete con la candela in culo"
Era vero, si guardarono sconsolati. Se ne erano dimenticati, e dovevano rifare tutto da capo. Fu lui a rompere il silenzio imbarazzato. "In fondo non mi dispiace neanche tanto dover rifare tutto da capo, ho provato un piacere che non pensavo esistesse al mondo!". Risero entrambi. Sarebbe stata una esperienza interessante quella con AM. Chissà quanto sarebbe durata?
(alphamaster@mail.com per contattare l'autore)
Non è un racconto di incesto - Mina è adottata come spiegato nel racconto, e entrambi i ragazzi sono maggiorenni. Astenersi chi cerca altro.
Erano le 23 e rotti quando Mina entrò in camera di suo fratello minore di meno di un anno, e lo trovò davanti al computer. Lo schermo mostrava una pagina bianca: stava leggendo un racconto, a giudicare dal testo. "Che fai, Fede?" chiese. Lui girò la testa, lievemente imbarazzato. "Nulla di che, sto leggendo un racconto... " e allungò la mano sul mouse per andare a chiudere la finestra del browser. Troppo precipitoso per non insospettire la sorella, mannaggia a lei. Si avvicinò e si chinò a guardare lo schermo.
Mina si mise a ridacchiare. "Un racconto erotico?" sussurrò per non farsi sentire dai genitori. "Beh, complimenti, di solito i ragazzi guardano porno di merda. Un racconto erotico a confronto è roba di classe". Fece l'occhiolino, facendo diventare Federico rosso come un peperone. Il fratello pensò "sempre la solita pettegola curiosa!" ma in fondo non voleva ammettere che leggere un racconto erotico con lei poteva essere davvero divertente. Poi si, impicciona, ma era diventata una bellissima ventenne! Guardò la sorella in intimo, pronta per andare a nanna. A vent'anni le ragazze sono tutte piacevoli, ma lei era veramente bella. Magra, tornita, le sue curve catturavano l'occhio. E poi anche se quell'intimo era assolutamente casto, di cotone bianco adatto a una ragazza che va a letto, vederla in mutandine e reggiseno era sempre una goduria. Capelli castani raccolti in una coda di cavallo con un elastico coronavano un visetto sbarazzino che attirava i ragazzi come il miele attira le mosche.
In realtà tra loro c'era davvero molta confidenza e complicità. La cosa poteva anche succedere prima o poi, meglio un racconto di un porno come lei stessa aveva detto. Lo sapevano entrambi che tutti e due avevano le loro "necessità fisiche".
Per lui era la sorella, era sempre stata la sorella e lo sarebbe rimasta per sempre, ma in realtà mina era una figlia adottiva per i genitori di Federico. Fin da neonata era stata affidata a loro perché i genitori, lontani parenti della madre di Federico, erano persone molto problematiche. Droga, furti, e quando arrivò il primo vero crimine violento ai due fu tolta Mina e fu data ai nuovi genitori. Una sorella con la quale c'era confidenza e complicità, ma che quando ne aveva l'occasione adorava vedere in intimo o addirittura sotto la doccia. Entrambi sapevano che mina era adottata, del resto tra i due c'erano solo 9 mesi di differenza. Impossibile che fossero frutto dello stesso grembo.
"Ti di spiace se leggo anch'io?" chiese Mina. Il fratello annuì, rassegnato. Si trattava di un racconto erotico di Dominazione e sottomissione, scritto piuttosto bene e discretamente eccitante. "LA CHAT", era intitolato. Il racconto scorreva, c'era una certa capacità di scrivere dietro. Era lungo, erano una decina di puntate e avevano finito la prima e stavano iniziando la seconda. C'era la mail dell'autore, nel racconto, che fece venire a Federico una idea. "Che ne dici se gli scriviamo, magari gli facciamo i complimenti... " chiese. Mina lo guardò con un po' di commiserazione: "guarda che è sicuramente finta. Figurati se quella mail li è vera..." - Federico fece l'occhiolino. "Motivo in più per scrivere senza pensieri, no? Se fosse finta non ci rimettiamo niente, se è vera lo salutiamo e gli diciamo che il racconto ci sta piacendo" rispose alla sorella.
"Uff... " disse lei. "Va bene, dai. Scommetto che è falsa e non risponde nessuno!" lanciò Mina. Federico decise di accettare. "OK. Ci sto, scriviamo. Cosa ci scommettiamo?" - Fu Mina a decidere la posta in gioco. "Se torna in dietro con il demone della posta, farai qualcosa che deciderò io. Ti farò fare qualcosa che io non ho voglia". Il fratello la guardò dubbioso: "Se invece risponde?" - "ovvio, sarò io a ubbidire a quel che vorrai che faccia per te. Magari i piatti quando toccano a te, o ti sistemo la camera quando dovresti farlo. Decidi tu. Se non risponde entro tre giorni diciamo che siamo pari, potrebbe esistere ma magari non risponde ai lettori.". Allungarono entrambi la mano, e se la strinsero. Il patto era fatto.
Scrissero la mail, una mail dove non specificavano che erano fratello e sorella e avevano apprezzato le prime due puntate del racconto. Salutavano e chiedevano se stava ancora scrivendo o se quelli trovati sul sito erano tutti gli episodi. La domanda serviva solo a causare una risposta dall'autore, E fatto questo andarono entrambi a letto piuttosto eccitati.
La mattina successiva Federico si svegliò prima del solito, era curioso come una scimmia di sapere se c'era la risposta. C'era. Nulla di particolare, una risposta cortese dell'autore che ringraziava e chiedeva l'età dei due, giusto per essere certo di parlare con persone maggiorenni. Lui rispose, senza neanche consultare la sorella dichiarando le loro età. Poi iniziò i rituali della mattina, lavandosi e scendendo a fare colazione, preparata dalla madre. Poco dopo arrivò mina, con la solita T-shirt lunga che era il suo abbigliamento normale a casa quando faceva caldo. Usava quelle grandi magliette come miniabiti, la coprivano quel che bastava senza essere troppo calde da dar fastidio.
La mamma aveva già fatto colazione e stava sfaccendando, e i due si trovarono da soli al tavolo di cucina. Fu con una certa soddisfazione perversa che Federico mimò con le labbra senza parlare "ha risposto". Mina rispose con lo stesso sistema "non è vero!" ma il fratello adottovo si limitò a fare un sorrisone e annuire. Finiro di mangiare e poi tornarono in camera, facendo finta di niente. Appena voltato l'angolo e messi fuori vista accelerarono e corsero in camera. La risposta c'era davvero, ovviamente. Mina aveva perso. Sbuffò, contrariata. "OK, furbetto. Quando ti toccano i piatti? Li farò io... " ma il fratello ridacchiando le ricordò la scommessa. "Decido io cosa farai, altro che piatti!" la guardò di sottecchi, con aria sorniona. "Scriviamo al tizio del racconto e facciamoci due risate alle sue spalle, diciamogli che sei interessata a provare il suo .. gioco!"
"SEI SCEMO!?" disse a alta voce la sorella, causando un "shhhh" del fratello facendo segno di fare piano. "Abbiamo un patto, no? Ci devi stare. Non faremo niente di cui pentirci, ci limiteremo a prenderlo un po' in giro, e vedere che fa" disse Federico. "Gli ho risposto e ho scritto che siamo Mina e Federico, non ho detto che siamo fratelli. Fingiamo di essere due fidanzati e che tu sei incuriosita da questa sorta di esperienza. Mina era piuttosto arrabbiata, ma in fondo poteva togliersi dall'obbligo senza far niente, bastava assecondare il fratello... quindi accettò, sia pure a malincuore.
Federico si mise alla tastiera e compose una mail di risposta: "La mia ragazza è molto curiosa di questo rapporto D/s che si legge nel racconto LA CHAT. Ma è una cosa reale? Lei vorrebbe capire se è una cosa che si può fare davvero". La risposta arrivò subito: "si, il racconto è basato su esperienze reali, non è solo una cosa che 'si può fare' ma 'una cosa che ho fatto molte volte'.
Si guardarono. L'amo era stato gettato, ora volevano dare uno strattone alla lenza. Suo malgrado Mina stava divertendosi pensando a uno sfigato che si eccitava all'idea dei due fidanzatini.
Nuova mail, scritta sempre da Federico. "Cosa dobbiamo fare allora per far provare alla mia ragazza questa esperienza?". La risposta in fondo se lo aspettavano, era scritta nel racconto che stavano leggendo: una foto di lei in piedi in intimo con il cartello con scritto a pennarello "ALPHAMASTER" e dopo, solo dopo, rispondere a un bel po' di domande. Mina era nervosa e arrabbiata con il fratello: "non voglio mandare una foto di me in mutande!" sbottò. Federico però sapeva di avere la promessa della sorella e che non si erano mai mancati la parola dopo una stretta di mano. "Me lo devi, ho vinto la scommessa. Io avrei pagato se avessi perso!" le rispose. "Non lo farò. Io mi sdraio sul letto, se vuoi farmi quella foto mi appoggi il cartello sulla pancia e la fai, ma devi avere il coraggio di farlo sapendo che io non voglio!"
Il fratello la guardò per qualche secondo, riflettendo. "Beh, me lo devi, quindi si, lo farò" disse. Mina si mise sul letto, mutandine bianche di cotone tirate ben su per non far vedere assolutamente niente, un reggiseno sportivo più simile a una canotta che a un vero reggiseno, colorato in un paio di toni grigioazzurro piuttosto scuro che copriva quanto un cappotto. E per non dare soddisfazione al fratello si mise a braccia larghe e gambe strette, rifiutando di tenere in mano il pezzo di carta.
Lui glielo appoggiò sulla pancia, e fece la foto lasciando la faccia fuori, dalle cosce al collo, inviandola allo sconosciuto con la mano che quasi tremava quando premette "invio". Nessuno dei due lo avrebbe confessato all'altro, ma tutti e due erano eccitati all'idea. In un modo sottile avevano rotto un tabù durato da sempre, ma che tutti e due avevano fantasticato di infrangere. Mina sentiva le farfalle nella pancia, e anche più in basso. Avrebbe avuto voglia di toccarsi, ma non poteva certo farlo davanti al fratello, eccitata sia per la foto sia perché gli slip di Federico mostravano chiaramente che aveva decisamente una erezione.
La risposta non ci mise più di dieci minuti ad arrivare: "Hai appoggiato il cartello sulla pancia della tua ragazza che dorme? Ma è la tua ragazza o tua sorella, con quell'intimo li? Ne voglio una in piedi, o nuda o con mutandine e reggiseno decentemente sexy, e il caretllo lo deve tenere in mano. Almeno sono sicuro che non sto parlando con uno che molesta una ragazza nel sonno..."
I due erano parecchio sbalorditi. Non era minimamente quel che si aspettavano, e chiusero il browser senza rispondere. Dovevano raccogliere le idee, e decidere se proseguire nel loro scherzo o sparire nel nulla.
"Come cazzo ha fatto a beccare che sei mio fratello!?" esplose Mina. "Il ragazzo era esitante, nel rispondere: "Beh, ce lo ha detto chiaro. Ha usato un intimo da sorella che sta a casa col fratello, e hai insistito per fare come hai voluto tu quella foto". Poi si rianimò leggermente: "E questo significa che non hai pagato il tuo debito, non hai fatto quel che avevo deciso io!"
"Cosa vuoi che faccia allora? Stavolta lo farò, promesso. E mi libero dalla scommessa persa, ok?" fece Mina. Federico la guardò, e si buttò a capofitto dal precipizio che sentiva dentro di se. "Fai la foto come dice lui e mandiamola. Sempre anonima, sempre senza faccia." Mina si sentiva galoppare il cuore, non voleva ammettere con nessuno - tantomeno con se stessa – che la sua fighetta era fradicia quanto il cazzo del fratello era in tiro. "Ma non ho alcun tipo di biancheria sexy... non l'ho mai usata!" disse cercando una inutile difesa dalla voglia di fare quella foto. Il fratello sorrise come lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie: "Tanto peggio, te la farai nuda!"
Mina capitolò: "Ora che ci penso, ho della biancheria sexy in effetti..." tutto, ma non nuda, no. La avrebbe fatta con quelle mutandine e reggiseno rosse trasparenti dell'ultimo dell'anno. "Ma gli devi dire la verità, che sei mio fratello e che sei un porco. Altrimenti non se ne fa niente!"
Federico era davvero in imbarazzo, più che per il "porco" e per la foto. "Se gli devo dire la verità non posso dirgli che sei mia sorella. Per me lo sei, e lo sai benissimo, ma la verità la sai anche tu..." le parole di lui rimasero sospese nel vuoto, e Mina annuì. "Va bene, gli diciamo che sono la sorella adottiva. Contento?" - Voleva togliergli la soddisfazione di passare per il suo ragazzo.
Lui annuì. "Andata, gli diremo la verità" e porse la mano. Lei la strinse, pentendosi subito dopo. Cazzo, questa cosa della stretta di mano la stava portando a far cose ben strane. Andò a cambiarsi, e si mise delle culotte di pizzo rosso che non nascondevano niente all'occhio. Erano completamente trasparenti, non avevano neanche una toppa raddoppiata davanti. Il reggiseno era sullo stesso stile: nessuna concessione al pudore. Sopra mise la solita maglietta XXL che la copriva fino alle cosce, consentendole di passare inosservata.
Tornata in camera del fratello si rese conto di quanto la eccitava quel gioco. Era veramente un lago, e temeva che il fratello se ne accorgesse.
Lui le chiese di mettersi contro la parete bianca e poi le disse di togliersi la maglietta. Lei lo fece, buttandola a terra, e a Federico si strozzò il fiato in gola. Sua sorella era uno schianto, e i capezzoli si vedevano chiaramente, così come i peli pubici, e sotto, guardando bene, sua sorella pareva bagnata. Il cazzo gli esplodeva negli slip, quando pensava a questo. "Sorellina, sbaglio o lo scherzo ti eccita?" chiese. E la risposta ironica di lei fu che l'eccitazione del fratello era molto più chiaramente visibile. Eccitatissimo scattò la prima foto, quella richiesta, e poi buttò li. "ne facciamo una anche vista da dietro? Ti appoggi alla parete con una mano, con l'altra tieni il cartello lungo la gamba... " e con sorpresa invece dell'ira della sorella che si aspettava la vide fare proprio quel che le aveva chiesto. Scattò anche quella, veloce, con le mani che tremavano. Dovette scattarla due volte, la prima era mossa.
Riprendendo fiato cominciò a scrivere la mail, notando che Mina aveva si preso la maglietta in mano, ma non se la infilava, sbirciando da dietro la sua spalla.
Composero l'email insieme, dicendo tutto. Che Mina non era la sua ragazza ma la sua sorellastra, e che si erano eccitati entrambi nel fare le due foto. Le allegarono entrambe. Non restava che aspettare. Se volevano una risposta in pochi minuti rimasero delusi, perché arrivò la mattina successiva.
"Queste due foto vanno bene. Adesso almeno so la verità. Immaginavo che steste prendendomi per il naso. E quando qualcuno mi prende per il naso, di solito lo blocco e lo mando nel limbo per sempre. Faccio una eccezione solo per un motivo: dite che vi siete eccitati, e ingrandendo la foto di Mina si vede a occhio che le culotte si sono inumidite. Se non avessi notato quel particolare non avreste mai avuto questa risposta.
Qui di seguito trovate tutta una serie di domande. Dovrà rispondere Mina e essere sincera, stavolta. Tanto fino a quando non sarò del tutto convinto voi resterete 'i due che mi volevano prendere per il naso'."
Seguivano una serie piuttosto lunga di domande, alcune generiche, tipo "quanta privacy hai a casa", altre molto personali, sul genere di "Sei vergine? Sei vergine analmente? Hai praticato la masturbazione anale?" e molte molte altre. Ne aveva messa anche qualcuna per Federico, tipo: "Hai mai spiato tua sorella nuda? Magari in bagno, o sotto la doccia?" Finiva così. "Di solito chiedo anche se ci sono tendenze esibizioniste, nel tuo caso è inutile chiedere. Se ti sei eccitata per quella foto, un fondo di esibizionismo ce l'hai di certo"
I ragazzi erano sicuramente eccitati nel leggere, ma anche delusi. Lo scherzo non era riuscito, il tizio si era quasi preso gioco di loro. E la foto di Mina in mutande trasparenti non lo aveva fatto abboccare.
"Direi che abbiamo finito, lo scherzo non è riuscito" disse Mina. Federico fece cenno di si col capo, sospirando. "Cancello tutto? Peccato, mi aveva veramente arrapato chattare col tizio, e anche farti quella foto. Per un pelo non mi sporcavo le mutande senza neanche toccarmi..."
La sorella lo guardò. "Dai, rispondiamo alle domande. Magari ci inventiamo qualche balla..." ma il fratello fece segno di no scuotendo la testa. "No, ci siamo dati la mano dicendo di dire la verità. Se lo facciamo rispondiamo tutto e per bene.". E la sorella capitolò dicendo la verità. "Rispondiamo e diciamo la verità, io mi sono eccitata giocando così, e anche tu. E allora, perché no?"
E così compilarono quella sorta di questionario, e lo fecero sorprendendosi non poco l'un l'altro. Federico ebbe conferma che Mina non era vergine, ma se lo aspettava. Non si aspettava che la sorella amasse infilarsi la punta di un dito nel secondo canale quando si masturbava, invece. Anche scoprire che alcune volte aveva fantasticato sull'amore saffico lo lasciò piuttosto perplesso, mentre Mina ebbe conferma che il fratello la aveva sbirciata quando era nuda, in varie occasioni. Suo fratello si aspettava dei rimproveri, ma la invece fece sorridere la sorella. "Scemo, lo sospettavo. Ma se ti piaceva, in fondo perché no!"
l'elenco di domande era lungo, ma arrivarono in fondo, sentendosi più uniti che mai dal fatto di non avere più segreti per l'altro. Lo inviarono, e la risposta arrivò dopo un po'.
"Ho letto le risposte, vediamo se adesso fate sul serio o volete ancora prendermi in giro. Voglio una foto della ragazza, nuda, con il cartello in mano. In piedi, non sdraiata. Gambe larghe, cartello con il marchio all'altezza dell'ombelico. Non deve coprire ne i seni ne la vagina. E poi un'altra, di spalle, mani appoggiate al muro, cartello col mio nome. Appoggiato a una caviglia. Inquadrata da dietro, voglio che stia piegata in avanti a 90 gradi perché voglio vederle sia lo sfintere che la vagina, in contemporanea.
Entrambe le foto devono essere scattate dal fratello.
Mandate queste due, e sarò convinto che fate sul serio. Non mandatele e allora neanche perdete tempo a rispondere. Non mi interessano scuse, non state a dirmi che non potete, che non riuscite, che vi manca lo spazio o il tempo. Niente foto? Addio."
Si guardarono, con un lungo momento di silenzio. Nessuno dei due voleva parlare e il silenzio si prolungò in modo imbarazzante. Fu Federico a romperlo, ma lo fece con una domanda: "Quindi gioco finito?". Mina ci pensò e rispose nello stesso modo, ovvero rimbalzando la palla: "Tu cosa ne dici?". Fu il fratello a rompere quel muro, e dire quel che pensava. "Peccato, io mi sono arrapato come un mandrillo in questo gioco.". La sorella gli dette un leggero pugno sulla spalla: "Porco, vorresti che la tua sorellina si facesse vedere nuda da uno sconosicuto? E la vorresti vedere fare porcherie come nel racconto?".
Lui ridacchiò, imbarazzato: "Beh, che ti devo dire? Si, mi ecciterebbe da matti". Lei lo guardò di sottecchi: "Sai che ti dico? Ci sto, ma a una condizione. Se anche tu ti fai fotografare nudo come me, proprio nello stesso modo, e ci stai a fare le porcate che il tizio ti dirà se accetta di giocare anche con te. Se accetta solo me, abbandoniamo. Se accetta tutti e due, tutti e due ce la giochiamo fino in fondo. Così, o niente." E porse la mano. Federico la strinse, inaspettatamente, e Mina si insultò da sola mentalmente. Questa cosa di darsi la mano doveva ricordarsi di non farla più. Tutto si aspettava meno che il fratello accettasse.
Però doveva ammetterlo, solo a pensarci era fradicia. Erano tutti e due in tenuta da casa, quindi mutande e magliettona. E gli slip di Federico non potevano nascondere alla sorella una poderosa erezione. "Le facciamo subito queste foto, prima che io ci ripensi e mandi a quel paese lui e anche te?" disse, e poi d'impuslo aggiunse "Prima io scatto le tue, poi tu scatti le mie." Il fratello deglutì a vuoto: "Quindi ora... mi spoglio? Devo... mettermi nudo?". Mina lo trovò piuttosto buffo, visto che avevano fatto un patto. "Certo testina, cosa pensavi, che il patto non valesse? Ci siamo dati la mano!"
Federico si tolse la maglietta, rimanendo con solo gli slip spinti in fuori dal suo cazzo duro come il legno, e poi con imbarazzo se li sfilò. Il pene rimase per un attimo impigliato nell'elastico, e poi liberandosi scattò in alto come una molla. Ripresero il foglio che avevano usato per la prima foto, quella sul letto, e il ragazzo lo tenne come da ordini. Poi si girò per fare la seconda foto, mostrando il buchetto posteriore ed i testicoli che penzolavano. Mina fece due ottimi scatti, e il fratello ancora nudo simise a guardarli sul telefono, incredulo di quel che aveva fatto e senza accorgersi che la sorella nel frattempo era sgusciata fuori da tutti gli indumenti e stava nuda contro la stessa parete, cartello A4 in mano. "Hey, genio? Che succede, non vuoi vedere qui?" disse. Il fratello sbalordito non riusciva a credere ai suoi occhi. La pelle liscia della sorella lo ipnotizzava, vedeva i suoi seni con le areole piccole e definite, con il capezzolo che svettava al centro. Il suo sguardo scese sul suo ventre, l'ombelico delicatissimo, e poi il monte di venere, con la peluria fine ma regolare e curata.
Inghiottì il groppo che aveva in gola e fece le due foto. Il cazzo gli faceva quasi male mentre inquadrava il culo della sorella. Non aveva mai visto quel forellino ammiccante e stretto, che adesso sapeva che lei violava con un dito quando si masturbava.
Alla fine ancora nudi mandarono le foto, spiegando che loro erano interessati a essere entrambi parte del gioco. Singolarmente non avrebbero accettato, ma insieme si.
Mentre Mina scriveva suo fratello si era avvicinato per sbirciare da sopra la sua spalla e senza rendersi conto aveva appoggiato il pene al fianco della sorella. Fu solo quando l'email fu definitivamente spedita che se ne resero entrambi conto. Lui si ritrasse, ma non di scatto. Lentamente, quasi controvoglia. E Mina toccandosi il punto dove la cappella del fratello aveva premuto, sentì bagnato di precum. Lo portò al naso, annusando. "Porco!" disse sorridendo.
"Primo a andare in bagno!" dissero precipitosamente e in perfetta sincronia. Era una frase che usavano per prenotarsi, ma stavolta la avevano detta insieme. Lui inghiottì di nuovo, e poi confessò: "Devo... " e indicò in basso. "E' urgente, non reggo". E lei annuì. "Anch'io devo. Lo vuoi fare insieme?"
Ormai soli a casa (la mamma era uscita) corsero nudi in bagno, e mentre lui si sedeva sulla tazza e cominciava a masturbarsi ferocemente lei si appoggiò con una gamba alla vasca, alzandola, e si mise a strofinarsi il clitoride, per poi entrare dentro con due dita. La sinistra di lei intanto era sparita dietro la schiena, infilando la prima falange del medio nel tubo di scarico.
Fu una masturbazione febbrile, mentre si guardavano, quasi increduli di quel che vedevano. Esplosero quasi subito, lui inondando il waver di sperma, lei inarcandosi prima indietro e poi in avanti, quasi perdendo l'equilbrio al punto di dover rimettere tutte e due i piedi a terra e reggersi con una mano alla parete coperta di piastrelle. Quando lui si alzò e fece per tirare lo sciacquone la sorella lo fermò: "Dai, vogilo vedere!". Guardò l'interno della tazza, con una copiosa quantità di sperma che colava dalla ceramica e altrettanto già ad annebbiare l'acqua. "Wow, che carico... non immaginavo..."
Nel frattempo il fratello prese la mano destra della sorella, portandosela al naso: "Fammi sentire... che profumo. Lo adoro, mi fa girare la testa". La sorella aggiunse il medio della sinistra sotto alle narici del fratello: "Senti questo? A me piace!". Era vero, non era odore di escrementi. Era profumo di sesso, diverso ma profumo di sesso anche quello. Mina si impossessò per prima del bidet, lavandosi accuratamente, e il fratello dovette attendere il suo turno.
Tornati in camera e rivestiti, era giunta la risposta da AM. "Va bene, ma prima voglio che sia chiaro. Vi userò per il mio piacere, anche se questo vi farà godere forte, ma deve essere chiaro. Non potete rifiutare un ordine e continuare a giocare con me, e i miei ordini possono comprendere anche qualche piccolo dolore fisico per il mio piacere, oltre a farvi godere come animali. A proposito, dopo le foto cosa avete fatto? Fate rapporto e descrivete tutto quello che è successo dopo fino a questo momento."
Con gli ormoni più calmi dopo l'orgasmo, entrambi erano abbastanza vergognosi di quanto era successo, e si confrontarono di nuovo. "Che si fa" chiese lei. Lui aveva la bocca secca, ma le ricordò il patto: "abbiamo deciso di dire la verità, ricordi? Possiamo dirgli che finisce qui. Non ci ha visto in faccia, non sa chi shiamo, la facciamo finita qui e dimentichiamo tutto. O gli diciamo tutto e continuiamo a giocare".
Raccontarono tutto, ogni dettaglio del loro godimento, comprese le loro curiosità finali l'uno dell'altra. Raccontarono che avevano passato un limite mai passato prima, e che avevano goduto in un modo mai provato in precedenza. Entrambi.
La risposta conteneva l'account Telegram del master. "Passiamo a Telegram, la mail è impersonale e impone tempi lunghi." Entrambi avevano un account, blindarono il numero di telefono e lo contattarono. Lui creò un mini gruppo chiamato "giochi di ruolo" con se stesso, sorella e fratello e cominciarono a chattare con quel mezzo.
"Come avrete notato" - scriveva AM – "ogni messaggio di questa chat dura solo 24 ore. Questo per la sicurezza di tutti, mia e vostra. Il telefono se viene perduto, o portato a riparare, non avrà nessun rimando a quello che ci diciamo. Quello che succede qui, resta nei giochi di ruolo. Mi chiamerete Padrone, o AM. Risponderete Si Padrone, non soltanto Si. E direte No Padrone solo in caso che le mie siano domande informative. Se sono Comandi dovrete dire Si padrone. Capito?"
Apparvero subito due "Si Padrone" in chat.
I due ragazzi si guardarono sorridendo. Si divertivano come matti, ed erano nuovamente eccitati. Ricevettero la richiesta di descrivere come stavano vestiti a casa di solito e risposero descrivendo il loro "outfit" normale. "Ah, quindi state sempre in mutande, si? Sarebbe strano se vi costringessi a stare nudi davanti ai genitori, ma quando i genitori non ci sono e siete soli in casa starete tutti e due nudi come vermi. Capito?"
Il solito doppio "Si Padrone".
"inoltre quando uscite non potrete usare l'intimo. Mai, salvo visite mediche o palestra, insomma, se dovete spogliarvi davanti a estranei. Se uscite con gli amici, sotto i vestiti starete nudi. Chiaro?" - Entrambi confermarono.
"Per finire, depilazione completa inguinale per entrambi. Inguinale e tra le chiappe. Niente peli sul buco del culo. Ogniuno depilerà l'altro, non potete neanche aiutarlo toccandovi da soli o tirandovi la pelle. Deve fare tutto l'altro, e voglio le foto durante l'operazione. Non potete godere fino a quando tutta l'operazione non sarà finita. Più aspettate e più dovrete stare in astinenza. Chiaro?"
Stavolta ci misero un po' a rispondere, entrambi rossi e imbarazzati. "Che facciamo?" chiese lei? "Rispondiamo Si Padrone" disse lui. Lo fecero. Imbarazzati, con la faccia in fiamme per la vergogna e sessualmente eccitati come scimmie Bonobo.
Arrovò un nuovo messaggio: "Beh? Cosa aspettate a spogliarvi?". Si spaventarono. Ma... come era possibile? Lui scrisse "Padrone, come fa a sapere che non lo abbiamo fatto?" e la risposta fu un po' umiliante: "Siete quelli che mi prendono per il culo. Io do per scontato che lo facciate, fino a quando non mi provate che non lo state facendo. Quindi, spogliatevi e poi foto a vicenda. Con il marchio. "
Lo fecero, ubriachi di ormoni e anche di vergogna.
"Ora depilazione. Fino a quando non la avrete completata, niente altri ordini." - Non restava che rispondere "Si Padrone" e procedere.
Per quel giorno ormai non riuscivano a organizzarsi, e lo scrissero a AM. Gli spiegarono che avrebbero provveduto l'indomani, con tutto il giorno a disposizione. Lo sconosciuto non rispose.
La mattina successiva dopo la colazione si misero nudi, e la cosa li lasciava ancora ubriachi di eccitazione. Fingevano che fosse normale, ma i loro corpi reagivano con potenza vedendosi a vicenda.
"OK, come procediamo per la depilazione?" chiese Federico. Sua sorella rispose dopo una breve esitazione dovuta all'imbarazzo al pensiero che dovevano farlo a vicenda "Tu hai la tua roba da barba, io ho il mio rasoio che uso per depilarmi le gambe e che usavo per gli eccessi di peli pubici. Farò prima io, per te. Ho già pratica perché trimmavo la mia passerina." aveva gli occhi bassi e le guance in fiamme nel dirlo. "Poi tu farai per me. Ti guiderò, ma sta attento, ho un po' paura" – Il fratello la tranquillizzò dicendole che sarebbe stato attentissimo, ma sentiva di tremare al pensiero di vedere da vicino e da tutte le angolazioni la fighetta della sorella.
Andarono in bagno e cominciarono. Mina mise della schiuma da barba su tutto l'inguine del fratello, e poi cominciò estitante a radere. Stava molto attenta, ma quel cazzo duro e eretto a due centimetri dagli occhi, dal naso e dalla bocca la teneva distratta oltre che bagnata. Il fratello intanto faceva delle foto dalle quali poi avrebbe dovuto censurare il volto di Mina. Lei lo fece mettere con un piede sul bordo della vasca, per arrivare meglio ovunque, ma arrivò il momento in cui il pene era di ingombro, e doveva spostarlo dai lati per arrivare ovunque. Lo prese delicatamente con le dita, causando un mugolio di Federico. Sentiva l'odore del precum, forte e vicino. Lo spostò prima a sinistra, radendo a destra, ma quando lo spostò dall'altro lato il fratello venne con getto bianco che le arrivò sul seno.
"Scusami!" urlarono insieme. Il cazzo del ragazzo pulsava, dolorosamente a mezzo di un orgasmo interrotto. La sorella ansimante disse "così non riesco, devo toccarti ancora... ti faccio finire di eiaculare, poi proseguo." e mentre il fratello sgranava gli occhi Mina cominciò a masturbarlo dolcemente. Alcuni secondi e Federico si svuotò del tutto, proiettando liquido seminale sul seno e la pancia di Mina. Tutto fu fotografato, aggiungendo il solito foglio A4 che ormai li seguiva da un paio di giorni.
Quando lei ebbe finito di radere l'inguine e i testicoli disse al fratello: "Non avevi il permesso di venire, cosa succederà ora? Comunque girati, che devo raderti tra le chiappette."
Lui ruotò e si appoggiò con le mani alla vasca, porgendo il culo. "Non so cosa accadrà. Dai racconti quando Anna sbagliava qualcosa la puniva. Ci punirà sul serio?" e poi, quando la schiuma da barba raggiunse il punto sensibile dello sfintere: "Ahhh... è sgradevole! E' fredda e brucia!"
La sorella sospirando replicò che avrebbe fatto più in fretta possibile, e che lui si sarebbe dovuto distrarre pensando che tra poco avrebbe dovuto fare le stesse cose per lei. Con il subbuglio in testa, le farfalle nella pancia, la figa fradicia e le mani tremanti alla fine Mina riuscì a finire il lavoro e – per fortuna – senza far male al fratello, che nel frattempo per il contatto delle mani della sorella si era trovato un nuovo alzabandiera tutt'altro che inferiore al primo.
Si misero entrambi nella vasca, e mentre Mina si toglieva tremando il seme del fratello dal corpo lui si toglieva i residui di schiuma da barba e di pelame tagliato, sendendosi stranissimo. Da tanti anni non era liscio così, e si vergognava anche un po'. Ma era eccitante, sembrava di sentire il suo corpo diversamente quando lo sfiorava.
Era arrivato il turno di Mina di perdere la peluria pubica. Il fratello la fece mettere nella stessa posizione in cui era lui, e mentre lei fotografava la insaponò per bene, e nel farlo non potè far a meno di passare le dita sulle labbra della vagina. Anche lei aveva lo sguardo incrinato e ansimava per l'eccitazione, e mentre lui procedeva, tirando la pelle per arrivare tra le cosce e il taglio della vagina acnhe la sorella cominciò a tremare, in preda a un inizio di orgasmo.
"Mina, stai...." chiese lui. Lei ansimando annui. Lui con voce tremante proseguì. "Devo... vuoi che.." indicando il sesso della sorella. Lei annui di nuovo: "Si... per favore! Non lasciarmi così!".
Lui la toccò tremando, esitante. Appena lo fece la sorella esplose, preda di una eccitazione febbrile. Premette il sesso contro le sue dita muovendo il bacino, penetrandosi e impalandosi fino a che medio e anulare non furono dentro fino alla radice. Tremando urlò di piacere, fino a quando la testa non le ricadde in avanti. Ansimando disse "Ecco, ora punirà entrambi. Almeno siamo pari." Rise, ma era una risata nervosa, esitante, sottovoce. Avevano rotto un tabù ed erano entrambi eccitati di averlo fatto. Passare oltre quella soglia li aveva portati entrambi molto oltre al piacere che provavano di solito e a cui erano abituati. Avevano provato sensazioni così forti da essere quasi insostenibili.
La depilazione di lei fu terminata con meno difficoltà, adesso che era sessualmente più appagata, ma sentiva montare di nuovo l'eccitazione. Fu lei adesso a sciacquarsi, e dopo asciugati fecero di nuovo delle foto del lavoro finito. Sia davanti che dietro, come prima.
"Adesso che l'ordine è stato eseguito abbiamo il permesso di godere" disse mina "e io ho ancora una voglia insostenibile. Ci masturbiamo di nuovo contemporamente come ieri?" - Il fratello deglutì il groppo che sentiva in gola, e disse che ne sarebbe stato felice.
Cominciarono stando entrambi in piedi, ma dopo poco lei si girò e appoggiando la mano sinistra sulla vasca e tenendo le gambe larghe iniziò a toccarsi la vagina, porgendo la vista del suo ano al fratello. "Vuoi mettere la prima falange del tuo indice nel mio culo?" chiese con voce esistante. "Vuoi provare?". Lui non rispose, ma dopo essersi bagnato il dito di saliva mentre si masturbava con la destra, spinse l'indice dentro al sedere della sorella. "AAAHHHhhhh" disse forte lei. "E' più grande del mio, ma non toglierlo. Lascialo li. LASCIALO LIIII!" urlò mentre godeva e il fratello sentiva lo sfintere di Mina contrarsi al ritmo delle scosse orgasmiche. Gli pareva che gli stritolasse il dito, ma adorava quella sensazione. Poi lei si accasciò, sfilando lo sfintere dal dito del fratello, e girandosi di nuovo verso di lui, che la guardava allucinato. "Sto per godere, spostati!" le disse. Ma la sorella, invece di togliersi, avvicinò i seni, porgendoli al fratello.
Lui venne, inondandola di nuovo anche se un po' meno della prima volta. Stavolta era intenzionale, e lui la spruzzò incredulo di quello che facevano.
Placati gli istinti che bruciavano del fuoco della gioventò e dell'adrenalina, si lavarono e ricomposero, quasi senza parlare. Poi tornarono in camera, e inviarono tutte le foto dopo aver tagliato le facce in quelle che si potevano ritagliare o averci incollato sopra uno smile giallo dove la faccia non poteva uscire dall'inquadratura, "fecero rapporto", raccontando tutto, ogni particolare, e confessando di non essere riusciti a dominarsi contravvenendo all'ordine di non godere fino a dopo depilati.
Non restava che attendere la risposta.
Nel frattempo Federico contemplava sua sorella, nuda e nel suo nuovo look completamente depilato. "Sei bellissima così Mina. Sembri più in ordine, più curata. Sembri... un'attrice." E si morse la lingua per non aggiungere "porno" in fondo, come invece stava per fare.
"Grazie, anche tu sembri... sembri... un atleta, direi. Il pelo rovina l'estetica, ma non lo avevo mai realizzato prima" rispose la sorella.
Fare le cose che facevano sempre, ma nudi, era molto imbarazzante. Ma anche molto eccitante se comportava di stare nella stessa stanza. Anche dopo due orgasmi il cazzo di Federico tendeva sempre a alzarsi quando arrivava Mina. Poi arrivò la risposta di AM.
"La depilazione va molto bene, ma il fatto che non siate riusciti a dominare gli istinti no. Dovrò punirvi entrambi. Per forza." I due si guardarono mentre leggevano sui rispettivi telefoni. "Per cominciare una bella sculacciata vi insegnerà l'autocontrollo. Ogiuno di voi si darà 15 sculaccioni per lato da solo. Forte, non fate finta. Deve essere rumoroso e alla fine dovete avere le chiappe rosse." entrambi alzarono gli occhi cercando quelli dell'altro, un po' smarriti. Poi lentamente ripresero a leggere senza dire niente. "Poi ogniuno dei due ne darà 15 per lato all'altro. Al solito, non devono essere carezze, devono essere una sculacciata punitiva. La posizione dovrà essere per quella autoinflitta in piedi, gambe molto larghe, una mano appoggiata alla parete e l'altra che colpisce. Per quella da dare all'altro chi punisce si siede su una sedia, l'altro si mette con la pancia sulle sue ginocchia. Nessuno dei due deve godere fino a punizione finita. Se uno dei due sta per godere, fate una pausa e aggiungete 5 colpi per parte. Ricordate le foto o il video e il marchio."
Federico balbettò qualcosa. "Non... non mi aspettavo roba del genere... io... ma siamo sicuri... " - la sorella lo interruppe. La voce non era ferma, ma almeno non balbettava: "lo avevamo letto nel racconto, dovevamo aspettarcelo. Dai, non potrà essere così male, alla fine." ma la voce suonava incerta e dubbiosa alle sue stesse orecchie.
Il messaggio Telegram proseguiva. "Poi però voglio anche un po' di training anale. PER ENTRAMBI" (era scritto proprio di maiuscolo). Proseguiva chiedendo se avevano a disposizione delle candele di cera, specificando "non quelle nel bicchiere, proprio le candele da candeliere, quelle lunghe e affusolate",
Fecero mente locale, e no. In casa non ne avevano, ma sicuramente ne avrebbero potute trovare da un casalinghi da qualche parte. Lo scrissero, e AM disse che potevano procedere all'acquisto. Sarebbero andati insieme e senza intimo, privi entrambi di mutande e Mina anche senza reggiseno.
Si vestirono, jeans per lui, shorts per lei, adatti al caldo, e maglietta per entrambi. I capezzoli di Mina non si vedevano, inteso come trasparenza, ma svettavano parecchio appuntiti sotto il tessuto. Lei si guardò allo specchio: "mi si vede tutto" disse preoccupata. Il fratello, che apprezzava parecchio quel che vedeva, rise. "Si, ma farai solo invidia alle altre ragazze e arrapare i maschi. Anche io ho il cazzo duro a vederti". Rise anche lei, allungando una mano verso il pacco di Federico: "Guarda che ti tocco e ti faccio venire al volo, così ti trovi i pantaloni incollati!". Risero, ma con una certa preoccupazione. Poteva succedere davvero, e anche Mina aveva paura di bagnare gli shorts.
Googlarono per cercare un casalinghi non troppo vicino a casa, per evitare che li riconoscesse qualcuno e si facesse domande, e trovato uno a una ventina di minuti di bus, andarono. Si sentivano nudi senza mutande, specialmente Mina con i capezzoli che sentiva così duri e eretti da bucare la maglietta. Federico dal canto suo rischiava una erezione ogni volta che ci pensava.
In meno di un'ora erano a casa con le candele, e mandarono la foto al Master. Rispose subito:
"Vanno benissimo. Le candele sono per domani, per oggi avete le sculacciate. Il Compito che le utilizzerà ve lo invio stanotte, e lo scoprirete domattina. Per oggi, dopo la Punizione, siete liberi"
Si guardarono. Non se ne sarebbe certamente dimenticato, dovevano procedere. Erano spaventati, eppure, sottilmente eccitati. "Chi comincia?" chiese con voce un po' debole Mina, e il fratello sospirò: "Sono stato il primo a rompere le regole, comincerò io. Fai il video, dai."
Si posizionò e si somministrò 30 sonori sculaccioni, arrossandosi il culo. Bruciavano, ma era eccitato, e il suo pene, svettante in fuori, turgido e con la cappella umida lo dimostrava. "Tocca a te ora, sorellina" – e prese il cellulare, riprendendo la scena e godendosi lo spettacolo del sedere di Mina che si arrossava. Poi a sculacciata terminata, disse "Ora siediti e sculacciami, purtroppo ci tocca se vogliamo continuare a giocare" – Il suo cazzo pulsante dal glande violaceo diceva chiaramente che lui ne aveva tutte le intenzioni. La sorella si mise su una sedia, e lui si appoggiò in posizione. Purtroppo il cazzo gli andava proprio a strofinare sulla gamba della sorella, e questo non aituava. Sentiva il precum gocciolare mentre le sculacciate arrivavano facendo rimbalzare la cappella proprio sulla pelle di mina, che sentiva sempre pià bagnata di precum. "Mina, fermati o godo. Mi serve una pausa!" disse precipitosamente, alzandosi. La sorella si guardò le gocce trasparenti e profumate sul polpaccio, avvisandolo che doveva allungare di cinque colpi.
Bene o male le sculacciate di Mina finirono, e fu lei a sdraiarsi sulle ginocchia di lu. O meglio, dovrei dire che gli si sdraiò proprio sull'uccello, causando altre difficoltà. Ci vollero 3 pause, quindi una bella quindicina di colpi in più per finire. Appena finito, e libero da obblighi Federico venne, direttamente con la sorella sulle gambe. Sentì il seme colare su entrambi, e mentre sentiva la mano della sorella raggiungere la vagina le violò di nuovo lo sfintere con la punta del dito, godendosi le pulsazioni di quell'anello di muscoli che stringeva il suo indice,, e continuando a emettere seme stimolato dal movimento del corpo della sorella che si strofinava su di lui.
Alla fine erano esausti, appagati e sporchi. Decisero per una doccia, e per risparmiare tempo la fecero insieme. Federico era esausto, ma la nudità della sorella continuava a stimolarlo, tenendo sveglia la sua asta.
Alla fine all'approssimarsi del ritorno dei genitori si rivestirono, sorridendosi con complicità.
Finì la giornata, e i due dopo cena passarono la serata in camera di lui, finendo di leggere i racconti pubblicati da AM. Apprezzarono molto "Due sorelle molto complici", che gli ricordava molto la loro situazione, ma che lasciò a entrambi la sensazione di aver corso molto. La protagonista del racconto ci aveva messo molto di più a "mollare gli ormeggi", ma era comprensibile. Le due erano davvero sorelle, e quello che nel racconto aleggiava sempre ai margini era un rapporto saffico. Loro in realtà non erano parenti, si sarebbero addirittura potuti fidanzare e sposare, se avessero voluto.
Dopo un sonno che per entrambi fu popolato da sogni agitati ed erotici, arrivò il mattino, e nessuno dei due guardò la chat senza l'altro. Volevano leggere insieme, dopo colazione, da soli a casa.
Quando la madre uscì, si liberarono velocemente dagli abiti e si fiondarono sui telefoni.
"Questo è il vostro compito per oggi: prendete qualche sorta di lubrificante, magari una crema per il corpo o olio per bambini. Non sapone, se non volete un bel bruciore anale dopo. Procuratevi inoltre 4 mollette da bucato. Due Federico le applicherà ai capezzoli della sorella, e due lei proverà a metterle a lui. Non è detto che riesca, i capezzoli maschili hanno spesso molta meno superficie dove appendere la pinzetta. Se non riesce, per adesso non importa. In futuro vedremo."
Mina guardò il fratello, e disse: "Mollette ai capezzoli? Ma faranno malissimo!" con sguardo davvero molto preoccupato. Il fratello non sapeva cosa dire, e ripresero a leggere:
"No, non faranno male, è una stimolazione piacevole. Le dovra tenere... " ma Lei si fermò ed esclamò "Ma come cazzo fa, legge nella mente?" prima di riprendere a leggere.
".. fino a quando non avrete finito il compito. Cercate di essere veloci, perché più tempo le tiene e più ci sarà un veloce lampo di dolore quando le toglie. Dura poco, e il fratello dovrà massaggiargliele, per lenirlo". Si sentì udibilmente Mina deglutire a vuoto.
"A quel punto lubrificherete tre candele. Mina se ne infilerà una in vagina, ben in fondo, e una nel culo. Quella nel culo badate che resti fuori per un pezzetto, altrimenti dovreste ricagarla e potrebbe essere difficle. Invece se lasciate il culo della candela fuori dal vostro, non ci saranno problemi. La candela tende più a uscire che entrare, quindi dovrete tenerla con una mano. Con l'altra vi masturberete fino all'orgasmo. Potrete togliere tutto, candele e mollette, solo dopo che entrambi sono venuti. Mina dovrà leccare la candela che aveva nella figa, per pulirle. Non ringraziatemi che per adesso non vi faccio succhiare quelle che avete nel culo. PER ADESSO!" ribadiva con il maiuscolo. Voglio le foto dei vostri corpi con le candele che fanno capolino. Per Mina voglio vederle entrambe. Guardatevi l'un l'altra mentre eseguite, dovete godervi lo spettacolo. La prossima volta magari ve le farò inserire a vicenda, contenti?" No, non erano contenti, ma sicuramente erano eccitati come raramente lo erano stati. "Quando vi infilate le candele nel culo, dovrete dopo i primi centimetri deviare verso la schiena e verso sinistra. L'intestino segue quella strada, quindi assecondate il movimento."
I due ansimavano già in modo nettamente perecettibile, eccitatissimi, con i visi arrossati e le dita tremanti che non riuscivano a scorrere lo schermo della chat. Sarebbe stata una giornata intensa, a quanto pareva. Decisero che avrebbero eseguito il tutto in bagno, che stava diventando il loro masturbatoio, la loro alcova.
Preparano tutto il necessario, ben in ordine, e poi Federico mise le mollette ai capezzoli della sorella. Cercò di essere delicato, pensando di farle male, specialmente vedendo il piccolo sobbalzo quando mise la prima, ma lei lo tranquillizzò: "Vai, non fa male, anzi, mi eccita da cani!" Lui finiì il lavoro con la seconda, e mina, con il fiato corto per l'adrenalina tentò di metterle a lui, ma senza riuscirci. Non aveva il capezzolo abbastanza sporgente, malgrado fosse eretto per l'eccitazione. Non restava che violarsi gli sfinteri.
Mina non aveva mai avuto penetrazioni profonde, sempre al massimo uno o due centimetri, e il corpo estraneo più grande era stato il dito del fratello. Era quindi abbastanza preoccupata, ma il fratello, che non aveva mai usato il suo sedere per masturbarsi (e che pensava che un etero non dovesse farlo) era terrorizzato. La candela nella vagina sparì quasi del tutto senza resistenza, scivolando nelle mucose bagnate e lubrificate dagli umori, strappando gemiti di piacere alla ragazza, mentre Federico ipnotizzato guardava da in ginocchio in mezzo alle sue gambe, con il telefono in mano a fare una ripresa degna di un film erotico.
Poi lei passò alla candela, inserendola lentamente. La sua forma affusolata permetteva un ingresso assolutamente indolore, e facendola entrare la ragazza provava molto piacere. La vagina puslava stringendo l'altra candela, aumentando il piacere, e quella che entrava era come se ci strofinasse contro, elevando il tutto a potenza. Federico era ipnotizzato, e riprendeva tutto. Alla fine solo qualche centimetro di candela sporgeva dal culo della sorella, e quasi niente dalla figa, premendole in alto e stimolandola da morire.
Tenendo le due candele con la sinistra asciugò la destra al telo di spugna e chiese il telefono a Federico, cominciando la ripresa quando anche lui faceva entrare la candela. Iniziò l'operazione con il cazzo solo "barzotto" ma con sua sorpresa la stimolazione interna del corpo estraneo gli faceva alzare il membro fino a farlo svettare, e sentiva il precum già gocciolare. Posato il telefono (servivano tutte e due le mani a entrambi) cominciarono una febbrile, convulza masturbazione, guardandosi a vicenda. Mina si strofinava il clitoride come una folle tenendo tutte e due le candele con la sinistra che passava dietro la schiena, mentre Federico si menava la verga con la mano libera, tenendo anche lui la candela con la mancina.
Mina era già in preda alle scosse di un orgasmo poderoso, senza riuscire a articolare parola, finendo in ginocchio a gambe larghe per terra, con la testa rovesciata indietro. Federico le guardava le mammelle che sobbalzavano alle sue contorsioni, con le mollette che catturavano e calamitavano lo sguardo sui capezzoli, quando sente che doveva eruttare il suo nettare, e fece per avvicinarsi a WC. Lei vide il movimento, e con voce roca e spezzata disse "No! NO! In faccia, ti prego!"
Lui non resistette, e girandosi verso di lei le fece un lavaggio facciale di seme, ricoprendole volto e capelli, gli occhi serrati, e anche le labbra. A quel punto con faccia estatica tolse la candela dalla figa e la succhiò, scossa da brividi di piacere.
Scrissero tutto, e mandarono le foto. La risposta li gelò: "e il marchio? Domani rifate, ma con il marchio. Altri 15+15 per lato di punzione, ma li prenderete con la candela in culo"
Era vero, si guardarono sconsolati. Se ne erano dimenticati, e dovevano rifare tutto da capo. Fu lui a rompere il silenzio imbarazzato. "In fondo non mi dispiace neanche tanto dover rifare tutto da capo, ho provato un piacere che non pensavo esistesse al mondo!". Risero entrambi. Sarebbe stata una esperienza interessante quella con AM. Chissà quanto sarebbe durata?
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