Consapevole depravazione (14)

di
genere
etero

Capitolo14 Capitolazione

Ma cosa stavo facendo? Non salutai e corsi giù dalle scale per raggiungere la strada e rincorrere Anna per riprenderla con me. Percorsi un breve tratto tra la ressa scontrandomi con tutti. L’avevo persa di vista.
Avevo abbandonato mia moglie vestita come una puttana nelle mani di due personaggi che erano solo in cerca di una vacanza a sfondo sessuale. Stavo male, avevo il cuore in gola, ormai non provavo nessuna eccitazione, solo rimorso.
Ritornai indietro , Ralph aveva parlato di una discoteca, lui avrebbe saputo darmi le indicazioni dove recuperare Anna.
Non mi restava che chiedere il suo aiuto. Ritornai al locale dove l’avevo lasciato, ma non trovai né lui né Milos e neppure nessuno tra i camerieri che mi potesse dare notizie. Preso dal panico non sapevo più cosa fare. Iniziai a girare a vuoto in mezzo alla folla affacciandomi a caso ai locali. Entrai in due discoteche sperando di ritrovare mia moglie, ma in quel caos, con luci stroboscopiche e musica a tutto volume, risultava un’impresa impossibile. Quanto ero stato stupido, incosciente.
L’angoscia di non sapere dove fosse passava in secondo piano rispetto alla vergogna di saperla in giro vestita come la peggiore delle puttane lei che a casa era sempre perfetta nel vestire mai un abito fuori posto o un vestito che mettesse in evidenza la sua femminilità.
Mi sedetti in un bar consumando qualcosa che aumentasse la mia alcoolemia per poter assopire quel casino che avevamo combinato. Niente, anzi l’alcool sembrava disinibirmi ulteriormente facendomi quasi provare piacere . Maledivo la sera in cui avevamo fatto conoscenza con Ralph, ma non capivo la trasformazione di Anna pur sentendomi in parte responsabile, ma provavo piacere nel ripercorrere la serata, nel vedermela ancora davanti eseguire le richieste di Ralph, ma soprattutto gelosia nel saperla tra le braccia di quegli sconosciuti lasciandosi baciare e accarezzare mentre girava in quella bolgia vestita spudoratamente.
Cosa provasse verso Ralph,paura, soggezione, ma da li chiamarlo padrone e sottostare alle sue richieste ce ne passava.
Ora dove avrei potuto trovarla? Ero preoccupato di saperla tra le strade di quell’accozzaglia di locali e di ubriachi , non solo perché fosse accompagnata da clienti del nostro stesso hotel, ma piuttosto perchè abitavano anche nella nostra città.

Estraniato dalla realtà non mi accorsi che si era rimaterializzato Ralph. La mia prima frase fu ovviamente chiedergli dove fosse Anna. “non ti preoccupare, tanto i due che la accompagnano sono nel tuo stesso hotel e, come ti hanno detto, ti chiamano quando rientrano per passare a riprenderla”.
Quasi pietendo gli chiesi di farmela trovare “la voglio riportare in albergo , ne ho abbastanza di vederla in giro come l’hai fatta vestire tu”
Ralph mi sorrise “volevi vederla fare la puttana e lei ti ha accontentato”.
“Non certo perché l’ha scelto volontariamente” controbattei.
Il mio interlocutore scosse la testa “ arrenditi all’evidenza, a tua moglie piace esibirsi così laidamente e prova anche piacere a sottomettersi a qualcuno che la sappia guidare lungo una depravazione .”
Non avrei mai potuto accettare quella situazione ma quello che era successo fino a quel momento non lasciava dubbi.
“So quanto eccita pure te vederla girare in quel modo, ed io la saprò spingere ancora oltre, avrei voluto un passaggio più graduale, ma ha scelto lei di andarsene con Giacomo ed il suo amico sapendo che non si sarebbero limitati a qualche slinguazzata ed a palparle le tette. Tua moglie porta un collare che la identifica per quello che è e quella cavigliera consapevole della sua disponibilità a praticare del sesso orale”
Con la testa che mi girava mi lascii trascinare in quel discorso “ Anna si è sempre rifiutata di fare del sesso orale , mi ha sempre detto che volevo avrei dovuto cercarmi una battona e non lei” obiettai.
La riposta di Ralph fu diretta “ l’abito fucsia non era il suo genere, l’abito di questa sera pure, i costumi da bagno ridotti la mettono a disagio però li ha indossati tutti,come le calze col reggicalze che la fanno sentire una puttana . Ora,non ti ha mai fatto un pompino, ma indossa una cavigliera per dire sfacciatamente che è una pompinara….. fai tu”
Rimasi senza parole. Ralph forse comprendendo la mia confusione alzò non si pose scrupoli “… ti posso garantire che riuscirò a farle indossare qualunque cosa di più consono al suo ruolo”
Non poteva essere vero, e quando gli obiettai che non avrei portato mai più Anna da lui, concluse dicendo che sarebbe stata lei a chiedermi di tornare da lui. Non ci potevo credere , Anna non avrebbe mai fatto nulla di quanto mi stava raccontando. Mi fece cenno di seguirlo “così te ne farai una ragione” Ero certo che mi avrebbe riportato da mia moglie.

Passammo davanti ad altri locali alcuni decisamente equivoci, alcuni erano degli streep bar. Entrammo in uno di questi. Musica assordante luci psico una fumina. Vicino a noi passarono delle ragazze alticce con maglietta bagnata aderente al corpo che disegnava completamente le tette. Su un palco ragazze con abiti variopinti, anche stravaganti , qualcuno succinto si improvvisavano cubiste . Mi bastò poco per capire che si trattava di una gara, non solo perché le ragazze si alternavano ma perché un ragazzo dello staff le appiccicava un adesivo sul culo con un numero e dopo aver parlato con la ragazza o chi l’accompagnava le scriveva qualcosa sulla spalla o su un tratto di pelle nuda.
Sembrava una lotta per accedere al palco , ma le contendenti venivano scelte dal DJ che facendo scorrere un fascio di luce nella sala individuava le potenziali concorrenti.
Io ero stordito e neppure mi accorsi che Milos se ne stava vicino al DJ .
Al momento non ci trovai niente di strano pensando che in qualche modo avesse qualche contatto anche con quel locale.
Tra la musica riuscii a interpretare le parole del DJ che avevano identificato la prossima concorrente.

Tra la folla vidi Giacomo che teneva, meglio trascinava per un braccio Anna. Sotto il palco sembrava stesse discutendo con Giacomo. Era evidente che lei non volesse esibirsi. Iniziai a farmi largo tra la calca per cercare di raggiungerli e portare Anna in albergo. Purtroppo non arrivai in tempo. Vidi un ragazzo del locale che appiccicò l’adesivo con un numero sulla minigonna e scrisse qualcosa sulla spalla nuda di Anna. Vederla salire su quel palco mi fece venire i brividi, lei si guardava intorno quasi intimorita ma lentamente iniziò a muoversi seguendo il ritmo. Non mi sarei mai aspettato che arrivasse a tanto. Con un riflettore puntato si stava vergognosamente esibendo seminuda vestita in quel modo indecente ,le tette che sobbalzavano fuori dal corpetto e da sotto il palco chi era nelle vicinanze si poteva godere lo spettacolo delle sue nudità sotto la gonna. L’unica in tutta la sala in calze e reggicalze. I flash si sprecavano ed anche Ralph si era riavvicinato al palco per immortalare il ballo di Anna. Avrei voluto interrompere quella laida esibizione ma la folla si accalcava sotto il palco. Anna era investita dal fascio di luce senza che potesse distinguere i volti tra le ombre di chi la stava ammirando. Mi avvicinai a Giacomo che come gli altri si godeva l’esibizione. Lo strattonai, mi sorrise. Mi gridò qualcosa che non capii. Pure lui scattò delle foto con il cellulare cercando di fotografarla in modo di cogliere le sue nudità. Poi mi si avvicinò mostrandomi le foto che aveva fatto. “l’hai obbligata a salire, ti ho visto”. Mi fece scorrere sotto il naso altre foto di Anna che ballava in mezzo alla ressa accarezzata da mille mani senza che si ribellasse e poi come se volesse mostrarmi il top cercò tra le altre immagini della sua galleria di foto.Capii che Anna era stata la modella della serata e capii che per i pochi giorni che saremmo restati in hotel sarebbe stata considerata solo una poco di buono. Poi trovato quello che cercava me lo mostrò. La prima foto non avrebbe detto gran che, era seduta gambe accavallate ed un primo piano della cavigliera. La foto successiva un pugno nello stomaco Anna inginocchiata davanti a Giacomo con il sesso di quell’uomo in bocca altre foto che la riprendevano così ed infine il viso di Anna in primo piano con la bocca semiaperta piena dello sperma di Giacomo che in parte le scivolava sul collo ma ancor peggio l’immagine successiva dove Giacomo appoggiava un sesso ancora filante del suo sperma sulle guancia di Anna. Lo spettacolo non era finito ed una analoga successione di immagini era riservata allo stesso servizio che Anna aveva prestato all’amico di Giacomo.

Feci scorrere nuovamente le foto ed incredulo sollevavo lo sguardo vedendola esibirsi in uno scoordinato balletto . Cos’era peggio: aver succhiato i sessi di giacomo ed amico o ballare seminuda su un palco di una discoteca ?
Le ragazze che si erano esibite prima di lei almeno erano meno indecenti nelle loro minigonne inguinali , costumi da bagno minimalisti, magliette bagnate che scolpivano i loro seni. Ed ora con quel miniabito con calze e reggicalze in bella mostra lasciando ben in mostra le sue intimità.
Ero stordito, la mia Anna cos’era diventata? Ora non avrei potuto pensare il contrario, una puttana succhia cazzi.
Mi sentivo umiliato per come erano andate le cose,non avevo più voglia di restarmene li a guardarla. Volevo vederla fare la troia , bene ero stato accontentato

Riconsegnai il telefonino a Giacomo che mi prese per un braccio e mi gridò all’orecchio “è una gran zoccola guarda li sta facendo impazzire tutti”
Anna continuava a ballare e contrariamente alle atre il DJ aveva protratto la musica.
Poi mi gridò ancora “la serata è ancora lunga” e mi girò le spalle e raggiunse la base del palco.


Bene, adesso che ho completato l’ultima fatica aspetterò prima di proseguire il racconto e tutto dipende dalla misteriosa Ila musa ispiratrice degli ultimi capitoli.
A presto, forse, teseoearianna@gmail.com
scritto il
2021-11-19
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