Scoprendo Melissa

di
genere
tradimenti

Era appena cominciata l'estate, e ormai da tempo provavo un fortissimo senso di inquietudine ed insofferenza.
Frustrato ed insoddisfatto per un lavoro che non mi dava più niente, perennemente incazzato per una moglie che ormai da anni pensava molto di più a rompermi le palle che a svuotarmele, sentivo ormai da giorni una vocina che mi diceva "devi evadere da tutto ciò". Detto, fatto: approfittando di un paio di giorni che la rompipalle aveva deciso di spendere per andare a trovare i suoi, ho preso ferie e la mattina presto mi sono diretto verso quella piccola spiaggia nudista che avevo scoperto qualche anno prima. Già, il nudismo... Scoperto per caso, grazie ad un video di una gran figa che ne esaltava gli aspetti positivi, ormai da anni era diventato la mia via di fuga dallo schifo quotidiano. Naturalmente lo praticavo in segreto: mica potevo farmi rompere le palle pure lì!
Presa la vecchia affidabile Punto, dopo un po' di chilometri ecco il solito parcheggio imbucato e l'ormai abituale stradina in mezzo alla vegetazione, che dopo quasi 10 minuti a piedi portava a quei neanche 100 metri di costa selvaggia, sassosa e un po' scomoda. La privacy vale bene qualche sacrificio! Naturalmente non ero da solo, ma ci avevo fatto l'abitudine da tempo: prima il gruppo dei vecchi, poi le coppie, e verso la fine i lupi solitari come me, a ricavarsi quei pochi metri quadri di pace tra le rocce. La prima volta, pur preparato mentalmente, la tentazione di guardarmi attorno era stata troppo forte: adesso ormai non ci facevo più caso, tutti i corpi erano uguali, a me importava farmi i fatti miei. Certo, quelle rarissime volte che una bella figa si stendeva al sole buttavo un'occhiata, ma era un evento praticamente impossibile. Sapevo naturalmente che in mezzo alla vegetazione alle spalle della spiaggia più di qualcuno si stava divertendo, e in passato li avevo anche visti, attirato da rumori inconfondibli. Era stato divertente, per me e scommetto anche per loro, che se n'erano accorti ed erano andati avanti tranquillamente, ma non mi ero mai spinto oltre. Fanculo all'educazione repressiva che mi aveva sempre rovinato la vita!
Trovato il mio angolino, ho steso l'asciugamano, tolto tutto (la fede era rimasta direttamente a casa e fanculo), dato una bella passata di crema (il sole brucia!) e mi sono steso a godermi la mia giornata di libertà, interrotta giusto ogni tanto da qualche whatsapp strategico per non insospettire la strega. Quello che non sapevo era che di lì a poco la giornata avrebbe preso una piega che non avrei dimenticato per un bel pezzo...
"Scusa, posso passare qui?". Mi ero beatamente addormentato, e la voce che mi aveva svegliato aveva causato in me un misto di fastidio e di curiosità. Sì, curiosità, perché era una voce femminile, e anche di un gran pezzo di figa, incredibilmente da sola. "Vabbè, andrà a mettersi lontanissima", pensavo mentre valutavo le sue forme in una terza abbondante e in un paio di fianchi larghi il giusto da stringerli durante una pecorina... "Ma che cazzo sto pensando? Levati ste idee dalla testa!". Mi sbagliavo, su tutta la linea: si spogliò immediatamente lì, a neanche cinque metri da me, rivelando che non portava nemmeno la biancheria intima - esperta la ragazza - era completamente depilata ma soprattutto portava una quarta abbondante se non una quinta! Dopo essersi spogliata entrò in acqua con un sensuale tuffo che spinse in alto il culo, e ne uscì qualche minuto dopo, ancheggiando in maniera ammiccante e facendo sobbalzare quelle tette bellissime, bagnate e sode. Tra le cosce, quella giusta distanza tra le gambe per mettere in evidenza le grandi labbra, anche loro apparentemente senza alcun difetto. Venne a stendersi sull'asciugamano che aveva steso a pochi metri da me, bella come una dea, con un'abbronzatura perfetta che non mostrava alcun segno del costume: era evidentemente abituata a stare sempre nuda quando prendeva il sole.
"Guarda avanti, guarda avanti, fai finta di niente...". Eppure, c'era qualcosa che mi solleticava la memoria, perché avevo l'impressione di averla già vista (naturalmente vestita!). Rimasi lì a tormentarmi quasi mezz'ora, ormai incapace di rilassarmi, a differenza sua, concentrandomi su quegli occhi e quei capelli vagamente ramati, quando la memoria fece il suo lavoro con tutta la potenza possibile: "MELISSA!". Cazzo, era proprio lei, la mia compagna delle superiori di quindici anni prima! Una cosa che poteva succedere una volta in mille vite, eppure era lì, ancora più figa di quindici anni prima quando era già inarrivabile, e soprattutto era nuda!
"Cosa faccio? Le rivolgo la parola? E che cazzo le dico? Sarei solo ridicolo...". Mi voltai a malapena per guardarla, scorgendo un sorriso beffardo sul suo volto... "Ciao Davide, so che mi hai riconosciuta. Io l'ho fatto appena ti ho visto. Quel neo che hai sulla guancia è inconfondibile". Impossibile, lei che si ricordava di me? Oh fanculo, avevo davanti a me la più figa della superiori, nuda, era l'occasione della vita e decisi di sfruttarla, anche se guardarla negli occhi era la cosa più difficile del mondo in quel momento. Lei capì immediatamente che ero nervosissimo e scoppiò a ridere. "Guarda che mi puoi guardare tranquillamente, sono abituata, vengo qui da quasi dieci anni. Anzi, se mi guardi le tette mi fa piacere, mi fa sentire bella...". Porca puttana, frequentavamo la stessa spiaggia! Chissà quante volte ci eravamo mancati di poco! E lei era sfacciata esattamente come la ricordavo.
Usai tutta la mia forza di volontà per tenere viva la conversazione, e scoprii che anche lei aveva iniziato a prendere la tintarella integrale dopo essere fuggita da una situazione che la faceva stare male: un ex che la picchiava. Tra i mille tentativi che aveva fatto per riprendersi la propria vita, aveva scoperto il nudismo e l'effetto che faceva sulla sua autostima. "So di essere sempre stata bella, non voglio essere ipocrita. Ma il mio ex era riuscito a distruggermi la vita e l'autostima. Era un manipolatore e mi sono fatta fregare per anni, mi ha fatto terra bruciata attorno. Ho iniziato a viaggiare per allontanarmi dai posti dove ero stata male, e in Croazia una volta sono finita per sbaglio in una spiaggia naturista. Da lì, non ho più smesso". Ovviamente commisi subito una cazzata, piangendomi addosso. "Certa gente di merda riesce ad avere donne come te, ed io ne ho trovata una per miracolo e mi sono anche accontentato...". Mi fulminò con lo sguardo, ma evidentemente era la mia giornata fortunata, perché invece di mandarmi a fanculo come era giusto, mi diede un consiglio: "Davide, ti sei sempre sabotato da solo, lasciatelo dire. Forse non sei proprio un fotomodello, ma sei sempre stato brillante. Se sei qui, a prendere il sole nudo di fianco a me, significa che se vuoi hai coraggio di fare le cose. Si vedeva anche a scuola, ma non capivo mai perché non lo facevi". Stava flirtando? Impossibile. Eppure...
Mi persi talmente tanto nei discorsi con lei che il tempo passò senza che me ne rendessi conto. E iniziò a montare il dispiacere per quella giornata che stava terminando e che non sapevo quando avrei potuto replicare (strega maledetta!). "Melissa... devo andare purtroppo, è tardi". "Tardi per cosa? Ti aspetta qualcuno a casa?". Porca puttana quanto era bella... Decisi di negare l'evidenza, in fondo ero senza fede! "No, ma sai, la strada, poi viene buio" "Capisco. Prima che tu vada... hai notato che non c'è più nessuno?". Aveva ragione: la spiaggia era deserta a parte noi due. Era talmente piccola che era impossibile non notarlo. "E a dirla tutta... ho voglia di divertirmi". Iniziò a toccarsi con una mano i capezzoli, che immediatamente si inturgidirono, mentre si passava l'altra mano tra le cosce. Immediatamente mi venne duro, e lei ovviamente se ne accorse. "Ah però... mica si notava a scuola..." disse "Ti va di divertirci un po'? Ho una gran voglia...". In altri giorni sarei scappato, ma quel giorno era nato col bisogno di evadere, e la voglia di farla pagare alla donna che mi stava rovinando la vita era fortissima. Per una volta nella vita presi il coraggio a due mani, le sorrisi, e mi avvicinai a lei. Lei sorrise compiaciuta, si passò la lingua sulle labbra, me lo prese in mano e iniziò a baciarlo, leccarlo e succhiarlo con avidità. Il rischio di essere scoperti aumentava l'eccitazione, e da lì passare a un sessantanove fu un attimo.
Mentre me lo succhiava, io le leccavo la figa e il clitoride, e infilavo due dita nella sua carne. Lei mugolava di piacere. Era bagnatissima e la cosa mi eccitava ancora di più. Stavo per venire, per cui mi fermai, la sollevai seduta e mi misi a succhiarle i capezzoli, mentre la masturbavo con le dita della mano. Era una dea, era lì, e stavamo facendo sesso! Ero deciso a vivere a pieno quella situazione che chissà quando mi sarebbe ricapitata, e diedi sfogo alle mie fantasie represse da anni: mi misi in piedi davanti a lei e glielo misi davanti alla faccia. Lei sorrise e iniziò a leccarlo da sotto mentre con la mano mi solleticava le palle, come se non avesse fatto altro nella vita che quello. Dopo minuti in cui stavo per raggiungere il paradiso, ad un certo punto avvicinò le labbra al mio orecchio, mi mordicchiò il lobo e mi sussurrò "Voglio il cazzo, scopami a pecorina" "Non ho preservativi..." "Chi se ne frega. Sta zitto. E scopami più forte che puoi". Non me lo feci ripetere: mi misi dietro di lei, che si sistemò a carponi come una vera esperta della posizione, avvicinai il cazzo e spinsi. Era talmente bagnata che non incontrai resistenza. Il suo culo, sodo e perfetto come una pesca, era davanti ai miei occhi e me ne riempii la vista e le mani. Melissa volse la testa verso di me, mi guardò e sorrise come solo lei sapeva fare. Come nel mio sogno a occhi aperti di qualche ora prima, la presi per i fianchi e spinsi, spinsi, spinsi fino a non averne più. Lei gemeva e diceva porcate senza controllo, mentre si toccava il clitoride in maniera forsennata. Venne scuotendosi tutta, e mentre stavo per venire anch'io mi disse "vienimi in bocca, adoro ingoiare". Non me lo feci ripetere, e raggiunsi il paradiso mentre lei mi svuotava con le mani e la lingua e ingoiava tutto, prima di crollare sfinito.
Mi svegliai qualche tempo dopo, da solo. Di Melissa nessuna traccia, se non un bigliettino lasciato sotto il mio zaino, che diceva "Non farti troppi castelli in testa, è stato solo sesso. Ma a saperlo prima... quanti anni persi. E ho visto come mi guardavi il culo... Se lo vuoi, io torno qui fra due settimane... Kiss". Un sorriso si allargò sul mio viso, e la mente già andava alla scusa da trovare per spedire l'arpia altrove. Ora che avevo ritrovato Melissa non intendevo perdere altre occasioni.
scritto il
2025-04-30
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