La Escort 4
di
Che.vitaccia
genere
etero
Victoria impiegò più tempo dei due minuti promessi per uscire dal bagno. Aveva il battito accelerato e le mani fredde. Avvertiva quella sera come uno spartiacque nella sua vita ma non capiva se in positivo o in negativo, anche se la mazzata del test di gravidanza di quella mattina faceva pendere decisamente la bilancia dal lato "meno". Si ripeteva tra sé che ormai il danno era fatto e che Luca rappresentava l'unica speranza per tentare almeno di andare in pari, ovvero di avere una spalla su cui sostenersi negli intensi mesi che verranno.
Uscì dal bagno sistemandosi il caschetto con le mani. Luca la aspettava, nudo, seduto sul divano; quando le fu davanti, notò che guardava su Instagram la foto di una ragazza.
-E' la ragazza che ti piace?- Chiese in tono neutro.
-Ex fiamma, se così si può dire…-
Victoria sì inginocchiò davanti alle sue gambe. -Vuoi tenere aperta la foto sopra di me mentre te lo succhio?-
-No, non preoccuparti.- Luca posò il telefono sul divano e socchiuse le gambe, rivelando già una discreta erezione.
La ragazza si lasciò scappare un mezzo sorriso alla vista del suo cazzo e gattonando lo raggiunse con la bocca; leccò l'asta e le palle, senza fronzoli e senza pudore, guardandolo seria in viso. Luca ricambiava freddamente il suo sguardo. Dopo averlo insalivato per bene e indurito al suo massimo, l'intero cazzo sparì nella sua bocca.
-Cristo...!- L'esclamazione gli morì in gola, soffocata da un fremito ingovernabile: la sensazione che stava provando era per lui eccezionalmente eccitante. Tra le sue gambe, per Victoria non era difficile ricevere quel cazzo interamente in bocca e nemmeno le dispiaceva la pratica, anzi: avvertì benissimo il fremito del suo amante. Proseguì lentamente, alternando il pompino “profondo” alla stimolazione della punta con le labbra; quando incrociò nuovamente il suo sguardo vide finalmente il ragazzo disteso e rilassato.
Victoria finora si era mantenuta carponi sul pavimento ma quella posizione le diventò scomoda in fretta, soprattutto perché non restava in equilibrio se toglieva un braccio da terra; senza modificare il ritmo della succhiata si riposizionò col corpo, avvicinandosi al divano e sedendo sulle proprie gambe. Ora che le braccia erano libere, una mano fu rapidamente portata a palpare le palle del suo amante mentre l’altra a massaggiare la figa. Un brivido le percorse la schiena e subito dopo uno strano senso di malessere le invase il ventre. Era fradicia. Letteralmente, le colavano umori sulle caviglie, mai successo neanche nei giorni di “lavoro” in cui si sentiva più eccitata o attratta dal cliente. Entrarono tre dita senza fatica.
Luca la guardava ora con occhi vivaci nei successivi minuti che parvero interminabili, tra brividi di piacere e rumori bagnati che aveva sentito solo in certi video; stranamente non ebbe enormi difficoltà a trattenersi, sapeva che non era la bocca il luogo anatomico da riempire. Come se avesse realmente parlato di questo, Victoria smise di succhiare e senza dire nulla si alzò, tenendo la mano a giocare tra le gambe; con la mano libera spinse una spalla di Luca per invogliarlo a distendersi sul divano: lui comprese il gesto ed obbedì, permettendo alla ragazza di sistemarsi a cavallo della sua vita.
I due sguardi si incrociarono una terza volta. Ora Victoria lo guardava come un predatore guarda la sua preda dopo averla ben stretta tra gli artigli, per contro Luca manteneva una calma quasi irreale: eccitatissimo nel corpo, rassegnato nell'animo. Il cazzo scomparve nuovamente dalla vista comune.
Più tardi, con la mente più lucida, Luca analizzò ciò che era successo così velocemente.
Una volta accomodato il cazzo dentro sé, Victoria sì lasciò completamente andare, iniziando a cavalcare il ragazzo con foga animalesca: il rumore sordo dei due bacini che sbattevano uno contro l'altro e lo scricchiolio del divano sono stati sicuramente uditi al di fuori dell'appartamento. Le sue mani stringevano gli avambracci del ragazzo distesi all'altezza del capo, limitandogli i movimenti, mentre sul suo viso si manifestava una smorfia di soddisfazione; ansimava di gusto, noncurante del volume dei suoi gemiti.
Sotto di lei, Luca si sentiva intrappolato e "usato". Il ventre gli doleva a causa dei colpi ricevuti, sembrava che oltre a lasciarsi cadere Victoria si spingesse volutamente verso il basso. Avvertiva anche un intenso calore sul cazzo, dovuto probabilmente all'intenso attrito e questo lo "aiutò" a non venire velocemente, prolungando però la tortura, perché questo era divenuta quella situazione: una prigione dorata, dove la carceriera in questo caso godeva nel vedere la vittima soffrire per mano sua.
Tutto questo in realtà durò un paio di minuti al massimo, per entrambi gli amanti era stata una serata impegnativa. E il finale non fu degno di un romanzo: quando Luca non si trattenne più, una fitta di dolore al basso ventre oscurò il piacere, contraendogli il viso; a Victoria questo non interessò poiché da qualche decina di secondi aveva la vista offuscata dalle lacrime e la mente persa in una profonda tristezza. Smise immediatamente di cavalcare sentendo lo sperma che la invadeva. Con un singhiozzo si adagiò molle sul petto di Luca e dopo pochi altri singhiozzi si addormentò.
La luce di un lampione filtrava dalla tapparella ed illuminava debolmente la stanza. Faceva caldo e i due corpi sudati giacevano sul divano teatro di innumerevoli amplessi, di cui questo sicuramente il più emotivo. Era ormai più mattina che notte quando Luca si alzò per andare a fare pipì, sperimentando un violento capogiro quando si mise a sedere sul bordo del divano; giunto davanti al wc, l'umore non migliorò sentendo com'era appiccicoso il suo cazzo.
Che situazione surreale, meditò, svuotandosi la vescica. Tra nove mesi si aggiungerà una persona in più in una coppia in cui l'unico lavoro finora presente riguarda la non molto lecita prostituzione. E se di coppia si può sempre parlare…
Tornò in soggiorno. Victoria dormiva nella posizione in cui l'aveva lasciata poco prima, scavalcandola per scendere dal divano: di schiena risaltavano pure in penombra le forme del suo fisico snello e tonico. Luca si chiese se fosse un primordio di vero affetto oppure mera infatuazione per il suo corpo.
Victoria emise un sospiro e si mosse lentamente, stendendosi di schiena. Girando la testa verso di lui, lo vide ancora in piedi sulla porta del bagno: nessuno dei due riconobbe nella penombra l'espressione reciproca e nessuno dei due parlò quando si sistemarono nuovamente sul divano, timidamente abbracciati.
La mattina successiva si potrebbe riassumere come la tipica mattinata di due amanti che dopo una notte di piacere si apprestano a tornare alle rispettive realtà. Parlarono poco, paradossalmente la conversazione più lunga avvenne quando Luca si docciò e Victoria si fece un bidet. Ognuno guardò il proprio caffè senza dire nulla.
-Ti scrivo quando arrivo.-
-Va bene.- Il tono di Victoria era neutro. -Alla macchina penso io.-
-Sicura...?-
-Sì, non preoccuparti, sei stato via un'intera notte senza avvisare nessuno.-
-Mi inventerò una scusa.- Luca aprì la porta, attese sull'uscio qualche istante e poi si voltò.
-Cosa farai oggi?- Le chiese apparentemente senza motivo.
Victoria restò sorpresa ed impiegò alcuni istanti prima di rispondere.
-Ehm... non lo so ancora, magari in libreria sfoglierò un libro sulla gravidanza…- Si pentì subito della risposta. Che cazzata ho detto? Pensò stupita di sé stessa.
Luca alzò un sopracciglio. Ma cosa sta dicendo, adesso?
Ritrasse la mano dalla maniglia, per girarsi interamente verso di lei. Strinse un seno con forza, probabilmente facendole male, ma la ragazza non si ritrasse e anzi partecipò attivamente al bacio tanto improvviso quanto erotico, con la danza delle lingue fortunatamente nascosta agli occhi di un eventuale passante. Si separarono senza altre parole, entrambi arrossiti in viso e con lo stomaco in subbuglio.
Uscì dal bagno sistemandosi il caschetto con le mani. Luca la aspettava, nudo, seduto sul divano; quando le fu davanti, notò che guardava su Instagram la foto di una ragazza.
-E' la ragazza che ti piace?- Chiese in tono neutro.
-Ex fiamma, se così si può dire…-
Victoria sì inginocchiò davanti alle sue gambe. -Vuoi tenere aperta la foto sopra di me mentre te lo succhio?-
-No, non preoccuparti.- Luca posò il telefono sul divano e socchiuse le gambe, rivelando già una discreta erezione.
La ragazza si lasciò scappare un mezzo sorriso alla vista del suo cazzo e gattonando lo raggiunse con la bocca; leccò l'asta e le palle, senza fronzoli e senza pudore, guardandolo seria in viso. Luca ricambiava freddamente il suo sguardo. Dopo averlo insalivato per bene e indurito al suo massimo, l'intero cazzo sparì nella sua bocca.
-Cristo...!- L'esclamazione gli morì in gola, soffocata da un fremito ingovernabile: la sensazione che stava provando era per lui eccezionalmente eccitante. Tra le sue gambe, per Victoria non era difficile ricevere quel cazzo interamente in bocca e nemmeno le dispiaceva la pratica, anzi: avvertì benissimo il fremito del suo amante. Proseguì lentamente, alternando il pompino “profondo” alla stimolazione della punta con le labbra; quando incrociò nuovamente il suo sguardo vide finalmente il ragazzo disteso e rilassato.
Victoria finora si era mantenuta carponi sul pavimento ma quella posizione le diventò scomoda in fretta, soprattutto perché non restava in equilibrio se toglieva un braccio da terra; senza modificare il ritmo della succhiata si riposizionò col corpo, avvicinandosi al divano e sedendo sulle proprie gambe. Ora che le braccia erano libere, una mano fu rapidamente portata a palpare le palle del suo amante mentre l’altra a massaggiare la figa. Un brivido le percorse la schiena e subito dopo uno strano senso di malessere le invase il ventre. Era fradicia. Letteralmente, le colavano umori sulle caviglie, mai successo neanche nei giorni di “lavoro” in cui si sentiva più eccitata o attratta dal cliente. Entrarono tre dita senza fatica.
Luca la guardava ora con occhi vivaci nei successivi minuti che parvero interminabili, tra brividi di piacere e rumori bagnati che aveva sentito solo in certi video; stranamente non ebbe enormi difficoltà a trattenersi, sapeva che non era la bocca il luogo anatomico da riempire. Come se avesse realmente parlato di questo, Victoria smise di succhiare e senza dire nulla si alzò, tenendo la mano a giocare tra le gambe; con la mano libera spinse una spalla di Luca per invogliarlo a distendersi sul divano: lui comprese il gesto ed obbedì, permettendo alla ragazza di sistemarsi a cavallo della sua vita.
I due sguardi si incrociarono una terza volta. Ora Victoria lo guardava come un predatore guarda la sua preda dopo averla ben stretta tra gli artigli, per contro Luca manteneva una calma quasi irreale: eccitatissimo nel corpo, rassegnato nell'animo. Il cazzo scomparve nuovamente dalla vista comune.
Più tardi, con la mente più lucida, Luca analizzò ciò che era successo così velocemente.
Una volta accomodato il cazzo dentro sé, Victoria sì lasciò completamente andare, iniziando a cavalcare il ragazzo con foga animalesca: il rumore sordo dei due bacini che sbattevano uno contro l'altro e lo scricchiolio del divano sono stati sicuramente uditi al di fuori dell'appartamento. Le sue mani stringevano gli avambracci del ragazzo distesi all'altezza del capo, limitandogli i movimenti, mentre sul suo viso si manifestava una smorfia di soddisfazione; ansimava di gusto, noncurante del volume dei suoi gemiti.
Sotto di lei, Luca si sentiva intrappolato e "usato". Il ventre gli doleva a causa dei colpi ricevuti, sembrava che oltre a lasciarsi cadere Victoria si spingesse volutamente verso il basso. Avvertiva anche un intenso calore sul cazzo, dovuto probabilmente all'intenso attrito e questo lo "aiutò" a non venire velocemente, prolungando però la tortura, perché questo era divenuta quella situazione: una prigione dorata, dove la carceriera in questo caso godeva nel vedere la vittima soffrire per mano sua.
Tutto questo in realtà durò un paio di minuti al massimo, per entrambi gli amanti era stata una serata impegnativa. E il finale non fu degno di un romanzo: quando Luca non si trattenne più, una fitta di dolore al basso ventre oscurò il piacere, contraendogli il viso; a Victoria questo non interessò poiché da qualche decina di secondi aveva la vista offuscata dalle lacrime e la mente persa in una profonda tristezza. Smise immediatamente di cavalcare sentendo lo sperma che la invadeva. Con un singhiozzo si adagiò molle sul petto di Luca e dopo pochi altri singhiozzi si addormentò.
La luce di un lampione filtrava dalla tapparella ed illuminava debolmente la stanza. Faceva caldo e i due corpi sudati giacevano sul divano teatro di innumerevoli amplessi, di cui questo sicuramente il più emotivo. Era ormai più mattina che notte quando Luca si alzò per andare a fare pipì, sperimentando un violento capogiro quando si mise a sedere sul bordo del divano; giunto davanti al wc, l'umore non migliorò sentendo com'era appiccicoso il suo cazzo.
Che situazione surreale, meditò, svuotandosi la vescica. Tra nove mesi si aggiungerà una persona in più in una coppia in cui l'unico lavoro finora presente riguarda la non molto lecita prostituzione. E se di coppia si può sempre parlare…
Tornò in soggiorno. Victoria dormiva nella posizione in cui l'aveva lasciata poco prima, scavalcandola per scendere dal divano: di schiena risaltavano pure in penombra le forme del suo fisico snello e tonico. Luca si chiese se fosse un primordio di vero affetto oppure mera infatuazione per il suo corpo.
Victoria emise un sospiro e si mosse lentamente, stendendosi di schiena. Girando la testa verso di lui, lo vide ancora in piedi sulla porta del bagno: nessuno dei due riconobbe nella penombra l'espressione reciproca e nessuno dei due parlò quando si sistemarono nuovamente sul divano, timidamente abbracciati.
La mattina successiva si potrebbe riassumere come la tipica mattinata di due amanti che dopo una notte di piacere si apprestano a tornare alle rispettive realtà. Parlarono poco, paradossalmente la conversazione più lunga avvenne quando Luca si docciò e Victoria si fece un bidet. Ognuno guardò il proprio caffè senza dire nulla.
-Ti scrivo quando arrivo.-
-Va bene.- Il tono di Victoria era neutro. -Alla macchina penso io.-
-Sicura...?-
-Sì, non preoccuparti, sei stato via un'intera notte senza avvisare nessuno.-
-Mi inventerò una scusa.- Luca aprì la porta, attese sull'uscio qualche istante e poi si voltò.
-Cosa farai oggi?- Le chiese apparentemente senza motivo.
Victoria restò sorpresa ed impiegò alcuni istanti prima di rispondere.
-Ehm... non lo so ancora, magari in libreria sfoglierò un libro sulla gravidanza…- Si pentì subito della risposta. Che cazzata ho detto? Pensò stupita di sé stessa.
Luca alzò un sopracciglio. Ma cosa sta dicendo, adesso?
Ritrasse la mano dalla maniglia, per girarsi interamente verso di lei. Strinse un seno con forza, probabilmente facendole male, ma la ragazza non si ritrasse e anzi partecipò attivamente al bacio tanto improvviso quanto erotico, con la danza delle lingue fortunatamente nascosta agli occhi di un eventuale passante. Si separarono senza altre parole, entrambi arrossiti in viso e con lo stomaco in subbuglio.
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