Mi moglie mi cornifica col senegalese
di
Zerby
genere
corna
Il bungalow isolato, in riva al mare, è la location perfetta e discreta per ciò che sta accadendo. Nascosto dietro un ampio paravento, mi masturbo freneticamente osservando una scena che mi sconvolge e mi eccita al tempo stesso. La mia mano destra scorre su e giù lungo l'asta del mio cazzetto, un affarino di neanche dodici centimetri che mia moglie neanche sente durante i nostri rapporti sessuali. Adesso lei è di fronte a me, totalmente nuda se si eccettuano gli zoccoli di legno con tacco 15 e plateau che fanno tanto troia matura. Nonostante abbia appena compiuto sessantaquattro anni, è di sicuro assai piacente. Bei lineamenti, bocca sensuale, nasino dritto, occhi verdi dal taglio orientale, una nuvola di capelli castani. Anche il corpo non passa inosservato: ha belle cosce carnose, un bel sederone matronale, pesanti tette dai lunghi capezzoli eretti, pelle candida. La fronteggia un gigantesco senegalese, un maschione sulla trentina, muscoloso e dal collo taurino. E' uno scaricatore di porto che la mia signora ha rimorchiato in una bettola del paesino di mare in cui stiamo trascorrendo le vacanze. Il giovanotto indossa una canotta bianca che non nasconde i poderosi pettorali e gli impressionanti bicipiti. Lei si è appena denudata al suo cospetto, facendo cadere in terra il vestitino trasparente con cui è uscita stamattina a caccia di un bel maschio locale, e gli sorride invitante. Lui si avvicina e la bacia voluttuosamente. Le lingue si intrecciano mentre le grandi mani dell'uomo artigliano con forza le grosse tette della mia signora. Dopo qualche istante, lei si stacca, seppure a malincuore, e prende un cuscino dal letto matrimoniale che ha di fianco. Lo butta ai piedi dell'africano e vi si inginocchia. Poi, senza tanti preamboli, sfila i bermuda del giovane. Un cazzo nero impressionante sembra balzare fuori dall'indumento. E' enorme, almeno trenta centimetri di lunghezza e grosso in proporzione. Non è liscio, ma gibboso per via delle vene che lo solcano. La cappella violacea fa paura. L'insieme ricorda un temibile randello. La mia dotazione, in confronto è pietosa. Mia moglie sorride al nero e poi impugna come può la verga con la mano destra mentre con la sinistra accarezza un paio di coglioni degni di un toro. Quindi comincia a leccare l'asta partendo dal basso. Risale con la lingua fino alla cappella che, a fatica, prende tutta in bocca. Il senegalese apprezza e geme ad occhi chiusi mentre lei succhia. Ma mia moglie è troppo eccitata a vuole concludere, vuole godere. Si stacca a malincuore dal ganzo e va a sdraiarsi supina sul letto. Divarica le cosce e si allarga la fica con le mani. Io guardo con occhi sgranati quell'accogliente, calda e umida caverna di carne, quella al cui interno il mio pene sembra un bambino sperduto in una cattedrale. Continuo con la mia sega, sempre più frenetica, mentre il negro le monta sopra. La penetra brutalmente, senza tanti complimenti. La mia signora geme per il colpo, ma è perfettamente attrezzata per accogliere quell'uccellone nero. Le natiche muscolose dell'uomo si contraggono ritmicamente durante il coito mentre mia moglie avvolge le cosce bianche intorno alla vita del suo amante occasionale. Il contrasto cromatico tra la pelle dei due ha una sua bellezza. Il rapporto è vigoroso, quasi brutale e i gemiti di mia moglie si fanno sempre più forti fino a diventare un frenetico ansimare che, dopo un paio di minuti, si trasforma in un urlo liberatorio mentre entrambi vengono. Lui si trattiene sopra di lei qualche minuto mentre le riempie la vagina col suo seme. Poi, evidentemente sazio, borbotta una scusa: dice che deve andare al lavoro e che non può tardare. Promette di farsi rivedere presto. Quindi si riveste frettolosamente ed esce. Restiamo soli ed io esco dal mio nascondiglio. La mia signora resta distesa sul letto ad occhi chiusi, un sorriso beato sul viso. Mi sente arrivare e muove piano le dita di una mano come a salutarmi mentre mugola piano di soddisfazione. La sua fica è un antro spalancato da cui cola un copioso fiotto di sborra. Di fronte a lei finisco la sega e vengo anch'io. Poi mi ricompongo e vado a ringraziarla per il meraviglioso spettacolo che mi ha offerto. Lei si stira come una gatta, mi guarda e mi promette ridacchiando che conta di rifare l'esperienza quanto prima. Magari con due maschioni africani. Personalmente, non vedo l'ora di assistere.
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Commenti dei lettori al racconto erotico