La nevicata del 56

di
genere
trio

C'è poco da fare, storie trite e ritrite, a volte anche con lo stesso titolo, perfino copiate quasi integralmente, forse l'unica cosa che cambia è l'ambiente, l'epoca in cui si sono svolte. Quella di oggi risale al 1956, considerando che la racconto oggi che sono vecchio. Me la porto dentro questa storia come la stessi vivendo ora, infatti è impossibile dimenticarla partendo dal presupposto che i miei genitori a modo loro si amavano tantissimo. Nella città in cui abitavo c’era un trenino che aveva la linea con diverse derivazioni e che sconfinava in un altro comune. Io e mamma quel trenino lo prendevamo spesso per andare a casa dei nonni. Uno dei guidatori si chiamava Alfiero ed abitava vicino a casa nostra. Con mamma più che una confidenza aveva un’amicizia infatti stava più spesso a casa nostra che in quella sua. Viveva con i genitori che avevano solo lui come figlio, quindi da noi si trovava molto bene. Anche con papà aveva una forte amicizia. I suoi genitori mi volevano un bene dell’anima al punto di volermi spesso a casa loro. Frequentemente succedeva che mentre Alfiero era a casa nostra io dovevo tenere compagnia a loro. Quell'anno c'è stata una nevicata straordinaria, non si poteva neanche uscire di casa quindi papà ed Alfiero si sono messi a spalare la neve davanti agli ingressi delle nostre case. Avevamo il camino nella nostra casa ed una volta liberate le viuzze d’accesso sono rientrati bagnati di neve e di sudore. Mamma li ha fatti mettere vicino al camino, li ha fatti spogliare in modo che i panni che indossavano potessero asciugare ed ha dato un plaid ciascuno per coprirsi. Vedevo mamma affannarsi per asciugare i loro corpi, a turno si attaccava ad entrambi, li asciugava dappertutto, spostava i plaid per farlo nel migliore dei modi. Già dalle forme vedevo i cazzi di papà e di Alfiero eretti, fingevo di non vedere, mamma invece insisteva su quelle parti, addirittura papà invitava mamma ad asciugare bene Alfiero in tutto il corpo, diceva -Asciugalo bene speriamo che non si ammali- Mamma si affannava ancora di più ad asciugare sotto la pancia, lo vedevo attraverso il plaid, ogni tanto lo baciava sulle labbra. Anche papà aveva lo stesso trattamento. E’ successo che mentre papà è andato a prendere
la legna per alimentare il camino, mamma si è messa a cavallo sulle gambe di Alfiero tirandosi su la gonna ed è rimasta così anche quando è rientrato papà che rivolgendosi a loro ha detto -Vi state scaldando?- Mamma ed Alfiero per tutta risposta hanno incollato le loro bocche. Un volta rifornito il camino, anche lui si è unito a loro. Una mattinata di fuoco, l’idea di papà è stata bizzarra mi ha detto di andare nel vicino spaccio ad acquistare due sigarette che allora si vendevano anche sfuse. Ho messo cappotto, cappello e guanti avviandomi per rientrare subito dopo perché non avevo preso i soldi. Non si sono accorti che stavo rientrando, cercando di non farmi vedere, c’era mamma che aveva il cazzo di Alfiero in bocca ed il cazzo di papà nella figa, erano nudi davanti al camino. Ho tossito per farmi sentire, si sono coperti alla meno peggio, ho preso i soldi e sono uscito di nuovo. Per la strada ho incontrato due compagni che giocavano a pallate di neve, mi sono unito a loro dimenticandomi delle sigarette. Siamo stati a giocare per un’ora o forse più, quando sono rientrato erano a letto tutti insieme. Hanno fumato direttamente sul letto, a volte anche mamma faceva delle boccate ora da uno ora dall’altro. Mamma mi ha detto di andare dai genitori di Alfiero a mangiare. Quella è stata la prima di mille volte che mamma ha fatto l’amore con due uomini. Alfiero e papà erano la stessa cosa per mamma. Naturalmente ho ereditato tutto da mio padre, non rinnego quello che ho fatto, anzi a volte mi pento di non aver osato di più. Mamma probabilmente
oltre che per suo piacere personale le faceva perché era papà a chiederle, avevano un loro modo di provare piacere.
scritto il
2025-03-25
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