Il sogno di tutti i mariti quando hanno una moglie bella e senza esperienza

di
genere
prime esperienze

Ebbene si. Il sogno di tutti i mariti, soprattutto di mogli avvenenti e senza esperienze è sempre lo stesso. Nel mio caso, ancora più erotico ed intrigante. Mia moglie infatti, oltre ad essere bellissima, è sempre stata molto riservata. Io sono stato il suo primo ed unico uomo. Non è una congettura ma un colpo di fortuna per una serie di circostanze familiari favorevoli.
Tuttavia è un tipo curioso in fatto di sesso e con il tempo e la fiducia è diventata sempre più disinvolta e arrendevole ai miei gusti. Dal nostro fortunato matrimonio gli anni sono cominciati a trascorrere e fare l'amore con lei era sempre bello ma con il tempo, sempre più mi sono venuti in mente pensieri peccaminosi, per il mio angelo ingenuo.
Il denominatore comune era di convincerla ad abbandonarsi una notte e a concedersi a tutto ciò che le chiedevo. Di non pensare, smetterla di tirare i freni inibitori e sciogliersi in nuove forme di piacere.
E cosi sono riuscito a convincerla almeno a fare un primo passo. In un viaggio in Germania decidemmo per gioco di entrare in uno di quei club a metà fra un pub e una discoteca un poco più disinibita.
Lei timida e ritrosa ma anche curiosa è entrata nel locale come una Dea, con i suoi capelli lunghi e castani e il suo viso da angelo, il corpo sinuoso e i movimenti aggraziati, la sua femminilità riservata ed al contempo debordante. Da quel momento gli occhi degli uomini, tutti ma davvero tutti, erano su di lei. Come falchi stavano guardando una coniglietta pascolare timida avanzando verso di loro.
Ammetto, l'ho fatta bere un poco, lei che non beve mai. E con questo trucco si è cominciata a sciogliere e ha cominciato a ridere e fra una risata e l'altra ha preso forma nella mia testa la notte che attendevo. Scherzando le ho detto di indicarmi gli uomini che trovava più carini. Ne ha scelto uno biondo, grande e muscoloso e l'altro alto e moro, entrambi sui 35 anni e bellocci. Ho approfittato con la scusa di andare in bagno, per incontrarli di nascosto e per spiegare loro in inglese la situazione; ho dato loro l'indirizzo del nostro hotel e il numero della camera che avrebbero trovato con la porta appena socchiusa. Lei, al mio ritorno al tavolo era senza dubbio su di giri, si era alzata dalla poltrona e messa a ballare da sola sul posto, inebriata, con quella scollatura un tantino profonda e le tette piccole e sode sotto, i tacchi eleganti e non esagerati che allungavano ancora di più le sue gambe già lunghe. Inutile dire che subito si era formata una cerchia di corteggiatori ma lei come sempre attendeva me. Ballammo un poco, bevemmo un altro po´ e con una scusa le chiesi di ritornare in hotel.
Appena arrivati in camera, la spinsi sul letto baciandola e poco dopo tirai fuori dalla valigia una mascherina per coprirle gli occhi, una di quelle che le compagnie aeree danno nelle lunghe traversate per conciliare il sonno. Approfittando che era su di giri iniziai il mio gioco.
Le feci indossare la mascherina e cominciai a spogliarla e a carezzarla, a baciarla. Ad ogni bacio sempre più vicino alle zone erogene, lei si incurvava e restava zitta. Poi vidi silenziosi i due tedeschi uscire dal bagno dove si erano già spogliati. Non li avevo neppure sentiti entrare. Allora mi allontanai un instante dal corpo di mia moglie per non destare sospetti di essere in due e lasciare avvicinare il pene di uno di questi energumeni alla sua bocca. Lei era ancora con la sottoveste di pizzo con le spalline cadute e le tette fuori. Indossava ancora le calze che arrivavano a cingerle la vita. Non avevo fatto in tempo a terminare di spogliarla ma non volevo si freddasse la situazione. La punta dell'uccello teutonico le sfiorò le labbra e io già vibravo... Per la prima volta in vita sua un altro arnese da provare. Lei senza pensarci troppo, forse convinta di aprirsi al mio piacere, lentamente lasciò entrare la cappella fino ad arrivare col naso sui peli pubici biondi di lui. Cominciò a ciucciarlo. Sono certo che dall'odore diverso e dalla forma nonchè dalla dimensione considerevole, avesse subito capito che non si trattava di me, ma non fece cenno di fermarsi. Era sotto l'effetto dell'alcol e della novità sensuale e secondo me non stava proprio pensando a nulla in quel momento. Nemmeno quando ripresi a baciarla e a leccarle l'interno delle cosce si fermò. Giunsi fino al clitoride e con la lingua cominciai a darle piccoli colpetti e succhiotti per poi tornare a leccare l'interno delle cosce, a pochi millimetri dalle grandi labbra. Lei fremeva, voleva che mi avvicinassi, non si faceva certo domande su cosa stesse succedendo. Il tedesco, da parte sua, con la sua mano grande aveva afferrato la nuca di mia moglie e ora la spingeva sul suo membro quasi a soffocarla. A questo punto vidi entrare in azione l'altro tizio, moro, magro e scolpito come un atleta, che abbassandosi silenzioso verso il seno cominciò a suzionarle i capezzoli. A quel punto, lei uscì dal torpore, face uno scatto all'indietro diviconlandosi. Feci appena in tempo a fermarla, prenderla per il polso e sussurrarle all'orecchio di non togliersi la mascherina. Che doveva fidarsi di me e farlo per me, se mi amava. Era un mio desiderio da molto tempo. troppo... Si fermò rigida come una statua di sale per qualche istante e poi annui. Io lentamente accompagnai la testa con la mia mano ancora verso la verga dura del tizio biondo, grande e un po`brutale e lei ricominciò lentamente a leccarlo, forse gustando ora il sapore diverso e più dolciastro del membro. Nel frattempo avevo perso il mio posto. Il moro le aveva strappato le calze di un colpo e si era infilato fra le sue cosce aperte con più ardire di me. Le aveva preso il clitoride fra le labbra e lo ciucciava come un infante il suo primo ciuccio, poi l'aveva immobilizzata per le gambe e resa impossibilitata a muoversi ed ora roteava le sue labbra sulle piccole e grandi labbra di lei con grande sapienza.
Mia moglie era come in estasi. Non capiva piu`nulla. Era diventata molle e abbandonata al desiderio, non faceva più resistenza, si faceva fare... di tutto. Il biondo senza proferir parola (entrambi mugnugnavano ma non parlavano mai) e senza avvisarla in alcun modo le sborrò in bocca e le trattenne la nuca. A lei, la mia pudica moglie, non restò che ingoiare tutto come una schiava o regina del sesso o forse entrambe. Ingoiò fino all'ultima goccia perchè poi mi disse che ero pazzo, che si vergognava tremendamente di sembrare una puttana. Le chiesi se le piacesse e ancora una volta annui in silenzio. Cos¡ il moro presa per i fianchi la girò. Voleva anche lui la sua parte. Uscendo dal letto e messa lei ai bordi appoggiata con le ginocchia al materasso cominciò a pomparla con forza. L'altro senza perder tempo si era infilato sotto sollevandola di peso come facesse un esercizio in palestra e abbassandola poi sopra di lui.
Uno la prese a stantuffare davanti e l'altro con delicatezza cercava di aprirsi la strada dietro. Lei stringeva le chiappe, Non voleva concedersi del tutto. Contraeva i muscoli. Fino a quando il crucco spazientito emise un urlo primitivo, infoiato e incazzato dandole una leggera ma decisa sberla. A quel punto le cadde la mascherina e potè guardare finalmente in faccia il parterre di esemplari maschili che aveva davanti nudi e vogliosi. Credo che in questo momento mia moglie si arrese. Aveva una scusa per non fare la figura di una puttana: Non poteva far nulla contro due energumeni così nè chiedere il mio aiuto visto che ero complice. Così ammollò i muscoli dei glutei per fare entrare lentamente a piccoli colpi una verga grossa quanto il più grosso dei wustel che avevamo mangiato e sul quale aveva scherzato. Ora un wustel ben più grosso era tutto dentro il culo. Il biondo intanto la colpiva come un martello nella vagina. Io mi allontanai un momento. Un poco più distanziato mi godevo la scena nel vederli tutti e due fra le cosce sguaiate di mia moglie, aprirla con vigore, spostarle le cosce con gli avambracci mentre i gridolini e le grida più forti, si erano trasformate in gemiti e le lenzuola si erano inzuppate di piacere.
Lei era trasformata, fuori di se, abbandonata e schiava. A quel punto mi avvicinai alla sua bocca con il mio cazzo che era in fiamme e lei cominciò a ciucciarlo furiosamente, gemendo, avviluppandolo con la lingua, baciandolo e appoggiandolo fra le labbra. Mi fece letteralmente impazzire di piacere e pure io le trattenni la nuca per impedire che si divincolasse mentre il mio seme usciva. La volevo porca fino alla fine, almeno per quella sera, schiava di tre uomini e dei loro selvaggi desideri. Lei ingoiò di colpo, senza resistere. E fece lo stesso con gli uccelli dei due alemanni che si erano svincolati poco prima di eiaculare e si proponevano di farlo sulla sua faccia, sulle sue labbra morbide da angelo caduto. Usammo il suo corpo tutta la notte, fino a restare stremati.
Le chiedemmo di tutto. La penetrammo in una doppia vaginale che unì dolore e godimento apoteosici, la spingemmo a turno con la testa sul deretano degli altri affinché entrasse nell'ano di ognuno con la lingua per dare quel sottile piacere prostatico e soprattutto perchè dimostrasse la sua ceca dedizione, il massimo sacrificio per offrirsi e la sua schiavitù.
I due tedeschi quella sera ebbero modo e tempo di scaricare il loro desiderio senza più resistenze e limiti: mia moglie ubbidiva ai gesti e alle strattonate per mettersi nelle posizioni più perverse, aprendo entrambi i buchi fino allo spasmo. Io avevo resistito fino a quel momento sborrando più volte per l'impudicizia di quella esperienza, l'idea che per una volta lei si fosse arresa, abbandonata.
Lei finì la serata quasi in trance, stanca, soddisfatta, sbattuta, distrutta dagli orgasmi e dai membri che l'avevano perforata in tutti i buchi. Cosi si addormentò, con un lieve sorriso fra le labbra. Erano ormai le 4,30 del mattino quando i due si ricomposero e tornarono ad comportarsi normalmente, cortesi e un po' distaccati mi ringraziarono dandomi la mano, sparendo prima in bagno per qualche minuto e poi sgusciando fuori dalla camera.
Ed eccomi qua, terminata qualsiasi eccitazione possibile, rivedo ora mia moglie ancora più bella sotto le lenzuola che le coprono il corpo lasciando scoperto parzialmente il seno. La bacio, le bacio un capezzolo ancora turgido dal ricordo delle labbra che lo hanno strpazzato.
Mi sdraio accanto a lei, stanco e contento. Il mio angelo, lungi dall'essere decaduto è ora anche la mia schiava e io il suo.
scritto il
2025-02-12
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