Al negozio di intimo
di
Valetutto
genere
trans
Mai comprare biancheria intima per la propria moglie, altrimenti vi potrebbe capitare quello che è capitato a me.
Ero fuori città per lavoro da un paio di giorni e alla sera per svagarmi decisi di fare un giro per un centro commerciale li vicino.
Quando passai davanti ad un negozio di intimo, vedendo in vetrina dei completini molto sexy, decisi di entrare per comprare qualcosa da regalare a mia moglie, che avrei raggiunto solo la settimana successiva.
A servirmi con molta professionalità trovai una bella donna, che scoprii poi essere anche la titolare del negozio.
Mi fece vedere diversi modelli, uno più sexy e audace dell’altro.
Chiacchieriamo un po’, le racconto che non sono del posto e che un impegno di lavoro mi tratterrà in zona per un paio di settimane.
Passando da un capo di abbigliamento ad un altro, ad un certo punto se ne esce con questa frase: “Questo modello starebbe bene anche a lei.”
“Come scusi?” Chiedo, sperando di aver compreso male le sue parole.
“Stavo dicendo che con un fisico asciutto come il suo, dai lineamenti quasi femminili, un completo così le starebbe d’incanto.”
“Ma è un completo da donna…” replico io.
“Se non mi crede, venga con me.” mi dice, facendomi segno con la mano di seguirla verso la porta che portava nel retrobottega.
Non so perchè, ma invece di rifiutarmi, affascinato anche dal tone della sua voce, decisi di seguirla.
Entrati nella stanza dietro il negozio mi indicò un camerino dietro ad una tenda.
“E’ un camerino riservato alle clienti speciali che vogliono un po’ più di discrezione quando provano la merce.” Mi dice anticipando la mia domanda.
“Questo è il modello che le ho fatto vedere prima, ne ho preso uno della sua misura”, mi dice porgendomi il completino nero che stavamo vedendo in negozio. “Mi faccia vedere come le sta.” Detto con un tono che sembrava più un ordine che un invito.
La cosa mi stava incuriosendo troppo. Entro nel camerino, mi spoglio completamente ed indosso il completino intimo. La misura è perfetta, anche se, visto che non ho il seno, il reggiseno resta vuoto. Tiro la tenda per farlo vedere anche alla signora del negozio.
“Vede, come le dicevo le sta benissimo, pensi come starebbe a sua moglie.”
Mi guardo nell’enorme specchio che c’è nella stanza e non posso che non essere d’accordo.
“Però le manca qualcosa…” Apre un cassetto, mi guarda attentamente, rovista un po’ e tira fuori due protesi di silicone. “Provi a mettere queste dentro le coppe.”
Prendo quei due affari che mi porge e li inserisco all’interno del reggiseno, mi guardo allo specchio e ora mi ritrovo con un paio di tette (di gomma) di una terza misura. Non avendo peli sul petto il risultato è soddisfacente.
La signora mi guarda compiaciuta.
“Manca ancora qualcosa”. Poi si mette a frugare dentro a degli scatoloni. Ne tira fuori un paio di scarpe da donna con un tacco a spillo di 10 centimetri ad occhio e croce.
Senza aggiungere niente me le porge.
Non posso far altro che indossarle, sono della mia misura.
Subito mi sembra di non reggermi in piedi, ma dopo pochi secondi riesco a restare in equilibrio senza problemi.
“Sfila per me.” Mi dice facendomi segno con il dito di andare avanti e indietro davanti a lei.
Il mio passo, all’inizio un po’ incerto, si fa via via più sicuro. E mi ritrovo così conciato a sfilare vestito solo di intimo femminile, davanti ad una donna conosciuta solo pochi minuti prima.
“Un ultimo tocco…” e si mette a rovistare in un’altra scatola.
Si avvicina con in mano una parrucca di capelli lunghi e neri e me la sistema in testa.
“Come ti sembri?” Mi dice indicandomi lo specchio.
Non ero affatto male, per essere un uomo.
“Ci vorrebbe un po’ di trucco e saresti perfetta! Ma è ormai ora di chiusura e non posso fermarmi. Se per caso ripassi di qua…”
Mi da fretta, così mi rivesto e lascio il negozio in pochi minuti.
Ovvio che la sera seguente ero di nuovo al suo negozio.
Quando mi vide si allargò subito un sorriso sul suo volto, era sicura che sarei tornato.
“Sai già la strada, nel camerino ho preparato qualcosa che ti piacerà. Finisco con quest’ultima cliente e poi sono da te.”
Vado nel retrobottega e nel camerino trovo un paio di completini intimi niente male.
Scelgo di indossare quello rosso. Trovo già preparate anche le tette in silicone della sera prima e la parrucca. Mi guardo e riguardo nello specchio e dopo pochi minuti arriva la signora.
“Allora di piace quello che ti ho preparato?”
“Si, molto sexy.” Rispondo
“Sapevo avresti scelto quello rosso.”
“Vieni con me.” Mi dice porgendomi la mano.
Le do la mano e la segue qualche metro più in là dove vedo è posizionato uno sgabello, mi fa accomodare.
Da un tavolino lì vicino prende una trousse per i trucchi e inizia a darsi da fare sul mio viso, fondotinta, ombretto, rimmel e per finire un bel rossetto rosso intenso, quasi della stessa sfumatura del completino che indosso. Alla fine mi da anche una sistemata alla parrucca.
“Adesso puoi guardarti allo specchio.” Mi dice una volta finito.
Mi alzo e ritorno davanti allo specchio di prima.
Non mi riconosco. Davanti a me c’è una donna, perfettamente truccata e pettinata. Non dico bella ma per essere un uomo vestito da donna non sono affatto male.
La signora mi porge un paio di scarpe con tacco, rosse anche quelle.
Le indosso e inizio a camminare avanti e indietro. Il mio passo è già più sicuro della sera precedente.
“Metti questo” dice passandomi un vestito a fiori.
La guardo un po’ perplesso.
“Non vorrai mica uscire in intimo…” Mi esorta lei.
“Come?” dico incredulo.
“Dai che voglio offrirti un aperitivo.”
Mi infilo il vestito.
“Metti le tue cose qui dentro.” Dice passandomi una borsetta da donna.
Ci infilo chiavi, portafoglio e cellulare e la seguo in negozio.
Prende le chiavi dal banco e si dirige verso la porta con me al seguito.
“Come ti chiami?” Mi chiede chiudendo a chiave le porte del negozio.
“Valentino”
“Mmmm, Valentina… si dai, Vale per gli amici. Ora prova a ridirlo con una voce più vellutata.”
“Valentina?” Dico, cercando di modulare la voce per darle un’intonazione più femminile.
“Bene, può andare.”
Attraversiamo tutto il centro commerciale fino ad un bar.
La cosa mi spaventa e mi eccita allo stesso tempo, ma sono anche sicuro che nessuno mi può riconoscere visto che sono distante da casa.
“Ciao Carmen.” La saluta il barista.
“Ciao Ivan. Ti presento la mia amica Valentina, resta qui in zona qualche giorno.”
“Piacere Ivan.” Mi dice porgendomi la mano.
“Piacere Valentina” rispondo suadente stringendogli la mano.
“Cosa vi porto?”
“2 spritz vanno più che bene.” Ordina Carmen “Accomodiaci a quel tavolo.”
La seguo e ci accomodiamo ad un tavolo in attesa che Ivan ci porti da bere.
“Ti senti a tuo agio vestita così?” Mi chiede.
“Diciamo che non mi sento a disagio. Quello che sto facendo è una pazzia ma trovo il tutto divertente ed eccitante.”
“Lo immaginavo. Sai, ho quel negozio da diversi anni, e oramai riesco a capire che tipo di persona ho davanti in pochi istanti. Non sono molti gli uomini che vengono a comprare biancheria intima femminile, ma ogni tanto qualcuno capita. Chi viene veramente per fare un regalo alla moglie o fidanzata. Chi invece viene per comprarla per se stesso…”
“Io non…”
“No no, non stavo dicendo quello. Tu sei venuto per tua moglie, ti credo. Ma ho voluto provare a stuzzicarti. E vedo che ha funzionato!” Dice facendo un cenno con la testa verso di me. “Probabilmente il tuo soggiorno di lavoro ti stava annoiando e io ti ho dato la possibilità di fare qualcosa di diverso.”
“In effetti…”
“Bene bene.”
La conversazione divaga ancora qualche minuto, il tempo di finire i nostri spritz.
Oramai anche il bar sta chiudendo, come il resto del centro commerciale. Usciamo dal locale salutando Ivan che ci augura di rivederci presto.
Carmen invece di ritornare al suo negozio si dirige verso l’uscita del centro commerciale.
“I miei vestiti?” Le chiedo.
“Ce li hai addosso” Mi dice lei con un sorrisetto.
“Quelli da uomo.” Specifico io.
“Passa a prenderli domani.”
“Vuoi che vada in giro e torni in hotel conciato così?”
“Si!” Risponde lei perentoria.
“Mah…” Cerco di oppormi senza convincerla.
“Fallo e basta! Poi mi ringrazierai.”
Visto che non ho alternative faccio come mi dice.
Ora lascio ai lettori scegliere come continuare la storia:
Mi dirigo verso la mia auto. Metto in moto, percorro i pochi chilometri che mi separano dalla mia camera d’albergo con qualche difficoltà alla guida, visto che non sono abituato a guidare con i tacchi. Arrivo senza intoppi all’hotel. La reception è vuota e quindi arrivo alla mia camera senza nessun problema. Doccia, letto e la sera seguente torno da Carmen.
Carmen mi chiede di passare a casa sua. Li scopro che Carmen è una trans e mi fa succhiare il suo cazzo.
Ivan, il barista, mi raggiunge nel parcheggio e mi chiede un passaggio. In macchina allunga le mani e scopre che sono un uomo ma lo sapeva già in quanto “le amiche di Carmen” sono tutte uomini travestiti. Mi prende la mano e me la mette sul suo pacco per farmi sentire quanto duro ce l’ha. Anzichè toglierla, indugio sul suo pacco tastandolo per bene. Gli tiro fuori il cazzo per segarlo e alla fine non resisto e gli faccio un pompino in una piazzola lungo la strada.
Difficoltà alla guida causa tacchi alti, più l'alcol dello spritz a stomaco vuoto, rendono la mia guida insicura. Vengo fermato da una pattuglia della polizia. I poliziotti si mettono a fare battutacce quando vedono che il mio aspetto non corrisponde ai miei documenti. Per non rischiare la multa o una denuncia e conseguente sputtanamento, ci accordiamo in altro modo…
Rientrando in albergo incontro il boss della filiale per la quale sono in trasferta di lavoro, che passava di li per caso. Anche così conciato mi riconosce. Divertito dalla cosa mi chiede di accompagnarlo nella mia camera…
Ero fuori città per lavoro da un paio di giorni e alla sera per svagarmi decisi di fare un giro per un centro commerciale li vicino.
Quando passai davanti ad un negozio di intimo, vedendo in vetrina dei completini molto sexy, decisi di entrare per comprare qualcosa da regalare a mia moglie, che avrei raggiunto solo la settimana successiva.
A servirmi con molta professionalità trovai una bella donna, che scoprii poi essere anche la titolare del negozio.
Mi fece vedere diversi modelli, uno più sexy e audace dell’altro.
Chiacchieriamo un po’, le racconto che non sono del posto e che un impegno di lavoro mi tratterrà in zona per un paio di settimane.
Passando da un capo di abbigliamento ad un altro, ad un certo punto se ne esce con questa frase: “Questo modello starebbe bene anche a lei.”
“Come scusi?” Chiedo, sperando di aver compreso male le sue parole.
“Stavo dicendo che con un fisico asciutto come il suo, dai lineamenti quasi femminili, un completo così le starebbe d’incanto.”
“Ma è un completo da donna…” replico io.
“Se non mi crede, venga con me.” mi dice, facendomi segno con la mano di seguirla verso la porta che portava nel retrobottega.
Non so perchè, ma invece di rifiutarmi, affascinato anche dal tone della sua voce, decisi di seguirla.
Entrati nella stanza dietro il negozio mi indicò un camerino dietro ad una tenda.
“E’ un camerino riservato alle clienti speciali che vogliono un po’ più di discrezione quando provano la merce.” Mi dice anticipando la mia domanda.
“Questo è il modello che le ho fatto vedere prima, ne ho preso uno della sua misura”, mi dice porgendomi il completino nero che stavamo vedendo in negozio. “Mi faccia vedere come le sta.” Detto con un tono che sembrava più un ordine che un invito.
La cosa mi stava incuriosendo troppo. Entro nel camerino, mi spoglio completamente ed indosso il completino intimo. La misura è perfetta, anche se, visto che non ho il seno, il reggiseno resta vuoto. Tiro la tenda per farlo vedere anche alla signora del negozio.
“Vede, come le dicevo le sta benissimo, pensi come starebbe a sua moglie.”
Mi guardo nell’enorme specchio che c’è nella stanza e non posso che non essere d’accordo.
“Però le manca qualcosa…” Apre un cassetto, mi guarda attentamente, rovista un po’ e tira fuori due protesi di silicone. “Provi a mettere queste dentro le coppe.”
Prendo quei due affari che mi porge e li inserisco all’interno del reggiseno, mi guardo allo specchio e ora mi ritrovo con un paio di tette (di gomma) di una terza misura. Non avendo peli sul petto il risultato è soddisfacente.
La signora mi guarda compiaciuta.
“Manca ancora qualcosa”. Poi si mette a frugare dentro a degli scatoloni. Ne tira fuori un paio di scarpe da donna con un tacco a spillo di 10 centimetri ad occhio e croce.
Senza aggiungere niente me le porge.
Non posso far altro che indossarle, sono della mia misura.
Subito mi sembra di non reggermi in piedi, ma dopo pochi secondi riesco a restare in equilibrio senza problemi.
“Sfila per me.” Mi dice facendomi segno con il dito di andare avanti e indietro davanti a lei.
Il mio passo, all’inizio un po’ incerto, si fa via via più sicuro. E mi ritrovo così conciato a sfilare vestito solo di intimo femminile, davanti ad una donna conosciuta solo pochi minuti prima.
“Un ultimo tocco…” e si mette a rovistare in un’altra scatola.
Si avvicina con in mano una parrucca di capelli lunghi e neri e me la sistema in testa.
“Come ti sembri?” Mi dice indicandomi lo specchio.
Non ero affatto male, per essere un uomo.
“Ci vorrebbe un po’ di trucco e saresti perfetta! Ma è ormai ora di chiusura e non posso fermarmi. Se per caso ripassi di qua…”
Mi da fretta, così mi rivesto e lascio il negozio in pochi minuti.
Ovvio che la sera seguente ero di nuovo al suo negozio.
Quando mi vide si allargò subito un sorriso sul suo volto, era sicura che sarei tornato.
“Sai già la strada, nel camerino ho preparato qualcosa che ti piacerà. Finisco con quest’ultima cliente e poi sono da te.”
Vado nel retrobottega e nel camerino trovo un paio di completini intimi niente male.
Scelgo di indossare quello rosso. Trovo già preparate anche le tette in silicone della sera prima e la parrucca. Mi guardo e riguardo nello specchio e dopo pochi minuti arriva la signora.
“Allora di piace quello che ti ho preparato?”
“Si, molto sexy.” Rispondo
“Sapevo avresti scelto quello rosso.”
“Vieni con me.” Mi dice porgendomi la mano.
Le do la mano e la segue qualche metro più in là dove vedo è posizionato uno sgabello, mi fa accomodare.
Da un tavolino lì vicino prende una trousse per i trucchi e inizia a darsi da fare sul mio viso, fondotinta, ombretto, rimmel e per finire un bel rossetto rosso intenso, quasi della stessa sfumatura del completino che indosso. Alla fine mi da anche una sistemata alla parrucca.
“Adesso puoi guardarti allo specchio.” Mi dice una volta finito.
Mi alzo e ritorno davanti allo specchio di prima.
Non mi riconosco. Davanti a me c’è una donna, perfettamente truccata e pettinata. Non dico bella ma per essere un uomo vestito da donna non sono affatto male.
La signora mi porge un paio di scarpe con tacco, rosse anche quelle.
Le indosso e inizio a camminare avanti e indietro. Il mio passo è già più sicuro della sera precedente.
“Metti questo” dice passandomi un vestito a fiori.
La guardo un po’ perplesso.
“Non vorrai mica uscire in intimo…” Mi esorta lei.
“Come?” dico incredulo.
“Dai che voglio offrirti un aperitivo.”
Mi infilo il vestito.
“Metti le tue cose qui dentro.” Dice passandomi una borsetta da donna.
Ci infilo chiavi, portafoglio e cellulare e la seguo in negozio.
Prende le chiavi dal banco e si dirige verso la porta con me al seguito.
“Come ti chiami?” Mi chiede chiudendo a chiave le porte del negozio.
“Valentino”
“Mmmm, Valentina… si dai, Vale per gli amici. Ora prova a ridirlo con una voce più vellutata.”
“Valentina?” Dico, cercando di modulare la voce per darle un’intonazione più femminile.
“Bene, può andare.”
Attraversiamo tutto il centro commerciale fino ad un bar.
La cosa mi spaventa e mi eccita allo stesso tempo, ma sono anche sicuro che nessuno mi può riconoscere visto che sono distante da casa.
“Ciao Carmen.” La saluta il barista.
“Ciao Ivan. Ti presento la mia amica Valentina, resta qui in zona qualche giorno.”
“Piacere Ivan.” Mi dice porgendomi la mano.
“Piacere Valentina” rispondo suadente stringendogli la mano.
“Cosa vi porto?”
“2 spritz vanno più che bene.” Ordina Carmen “Accomodiaci a quel tavolo.”
La seguo e ci accomodiamo ad un tavolo in attesa che Ivan ci porti da bere.
“Ti senti a tuo agio vestita così?” Mi chiede.
“Diciamo che non mi sento a disagio. Quello che sto facendo è una pazzia ma trovo il tutto divertente ed eccitante.”
“Lo immaginavo. Sai, ho quel negozio da diversi anni, e oramai riesco a capire che tipo di persona ho davanti in pochi istanti. Non sono molti gli uomini che vengono a comprare biancheria intima femminile, ma ogni tanto qualcuno capita. Chi viene veramente per fare un regalo alla moglie o fidanzata. Chi invece viene per comprarla per se stesso…”
“Io non…”
“No no, non stavo dicendo quello. Tu sei venuto per tua moglie, ti credo. Ma ho voluto provare a stuzzicarti. E vedo che ha funzionato!” Dice facendo un cenno con la testa verso di me. “Probabilmente il tuo soggiorno di lavoro ti stava annoiando e io ti ho dato la possibilità di fare qualcosa di diverso.”
“In effetti…”
“Bene bene.”
La conversazione divaga ancora qualche minuto, il tempo di finire i nostri spritz.
Oramai anche il bar sta chiudendo, come il resto del centro commerciale. Usciamo dal locale salutando Ivan che ci augura di rivederci presto.
Carmen invece di ritornare al suo negozio si dirige verso l’uscita del centro commerciale.
“I miei vestiti?” Le chiedo.
“Ce li hai addosso” Mi dice lei con un sorrisetto.
“Quelli da uomo.” Specifico io.
“Passa a prenderli domani.”
“Vuoi che vada in giro e torni in hotel conciato così?”
“Si!” Risponde lei perentoria.
“Mah…” Cerco di oppormi senza convincerla.
“Fallo e basta! Poi mi ringrazierai.”
Visto che non ho alternative faccio come mi dice.
Ora lascio ai lettori scegliere come continuare la storia:
Mi dirigo verso la mia auto. Metto in moto, percorro i pochi chilometri che mi separano dalla mia camera d’albergo con qualche difficoltà alla guida, visto che non sono abituato a guidare con i tacchi. Arrivo senza intoppi all’hotel. La reception è vuota e quindi arrivo alla mia camera senza nessun problema. Doccia, letto e la sera seguente torno da Carmen.
Carmen mi chiede di passare a casa sua. Li scopro che Carmen è una trans e mi fa succhiare il suo cazzo.
Ivan, il barista, mi raggiunge nel parcheggio e mi chiede un passaggio. In macchina allunga le mani e scopre che sono un uomo ma lo sapeva già in quanto “le amiche di Carmen” sono tutte uomini travestiti. Mi prende la mano e me la mette sul suo pacco per farmi sentire quanto duro ce l’ha. Anzichè toglierla, indugio sul suo pacco tastandolo per bene. Gli tiro fuori il cazzo per segarlo e alla fine non resisto e gli faccio un pompino in una piazzola lungo la strada.
Difficoltà alla guida causa tacchi alti, più l'alcol dello spritz a stomaco vuoto, rendono la mia guida insicura. Vengo fermato da una pattuglia della polizia. I poliziotti si mettono a fare battutacce quando vedono che il mio aspetto non corrisponde ai miei documenti. Per non rischiare la multa o una denuncia e conseguente sputtanamento, ci accordiamo in altro modo…
Rientrando in albergo incontro il boss della filiale per la quale sono in trasferta di lavoro, che passava di li per caso. Anche così conciato mi riconosce. Divertito dalla cosa mi chiede di accompagnarlo nella mia camera…
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Al negozio di intimo - parte 2
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